“Ti devi abituare all’imponderabilità e ti devi congedare da quella che eri.
Devi abituarti all’idea che quella persona che eri prima non esiste più .”
Francesca Mannocchi
– Bianco è il colore del danno –
Due frasi semplici, poche parole che racchiudono tutta l’essenza di questa malattia.
Sono andata a cercare il significato esatto della parola imponderabilità, non volevo avere idee sbagliate.
Imponderabile, che non si può prevedere. Imprevedibile.
E poi quelle cinque parole arrivate dritte come un pugno nello stomaco.
Parole che mi hanno colpito profondamente per il semplice fatto che racchiudono tutto il senso del mio essere attuale: “congedare da quella che eri”.
Ed è proprio così, ho salutato quella che ero e dato il benvenuto alla nuova me.
Sono inevitabilmente cambiata.
Esiste un prima e un dopo.
Ma quando è successo?
Non è possibile saperlo, ed anche questo colpisce.
Nel tentativo di dare un riferimento temporale alle parole “prima” e “dopo” si scava nel proprio passato, tra ricordi più o meno lontani, cercando di risalire al momento esatto, ma sono solo supposizioni e nulla è davvero certo.
Dopo poco più di tre anni dalla diagnosi ho capito che sono una persona diversa, nuova, fatta di maggiori consapevolezze e numerosi limiti.
Oggi non sono io a decidere liberamente quando smettere di camminare.
Oggi devo prestare attenzione a dove metto i piedi perche’ cadere è facilissimo.
Oggi uso solo scarpe basse e comode, anche se il tacco non è mai stato mio amico.
Oggi quando scendo le scale mi aggrappo forte al corrimano.
Oggi uso le racchette per fare lunghe camminate cosi’ è più facile mantenere l’equilibrio.
Oggi ho imparato ad ascoltare e interpretare i segnali che il mio corpo mi invia.
Oggi so quali sono le cose che devo e non devo fare per sentirmi bene.
Ma soprattutto oggi ho imparato la profondita’ di un sorriso, la bellezza di un abbraccio, il valore della gratitudine. Il piacere delle piccole cose.
Non mi sono ancora completamente abituata alla nuova me, mi sta un po’ antipatica, ma ci sto ancora lavorando…
Drusilla
laura santi says
Anche io mi sento antipatica per quella parte di me. Parlo da “sclerata” pure io!
Ti abbraccio
Laura
drusilla says
Grazie e un abbraccio anche a te cara Laura!
Roberta says
La tua nuova te, è sempre la stessa di prima. Tu sei quella che sei dentro di te, nonostante tutto sei sempre la stessa. Il tuo sorriso e la tua energia sono imbattibili e questi non cambieranno mai.
drusilla says
Piu’ o meno e’ cosi’, ma tante cose sono cambiate. Per fortuna non tutte in peggio! Un abbraccio e grazie
Mamma Avvocato says
Sei una roccia Drusilla. Perchè stai scalando una montagna, con fatica e consapevolezza. Hai tutta la mia ammirazione. So che serve a poco ma purtroppo un abbraccio vero è impensabile per la distanza ed il periodo. Continua così!
drusilla says
Grazie di cuore!!!!