La scorsa settimana è accaduta una cosa che mi ha ferita.
Per ore sono rimasta scossa. Colpita come se avessi ricevuto uno schiaffo in faccia senza preavviso. Incapace di reagire.
Ho il grande difetto di non saper rispondere male alle persone, soprattutto se si tratta di bambini.
“Tommaso sta antipatico a tutti in classe. Beh, non proprio a tutti. A tanti!”
Questa l’affermazione di un compagno di classe di mio figlio davanti alla scuola prima di entrare a lezione.
Confesso di non essere stata in grado di rispondere, mi sono preoccupata solo di vedere che Tommaso fosse lontano e non avesse sentito. Per fortuna si stava già incamminando dietro agli altri compagni per entrare in classe e non ha sentito.
Ho riflettuto a lungo riguardo questa affermazione e sono giunta alla mia conclusione.
La diversità spaventa. Infastidisce e destabilizza.
Spaventa perché ci mette davanti a qualcosa che non conosciamo.
Infastidisce perché non sappiamo come gestirla.
Destabilizza perché distrugge la routine alla quale eravamo abituati.
Mio figlio è entrato a settembre in questa classe con un grande sorriso.
Non è entrato in punta di piedi e silenzioso, è entrato come un elefante in una cristalleria.
E’ arrivato carico di entusiasmo, felicità, voglia di conoscere nuovi ragazzini.
Fin da subito ha manifestato la sua voglia di imparare, alzando la mano e partecipando alle lezioni.
Non è mai rimasto in parte a guardare, ha sempre partecipato attivamente, manifestando il proprio pensiero anche se opposto a quello della maggioranza.
Lui è sempre stato abituato ad essere semplicemente se stesso. Non riesce a fingere. Io aggiungo, per fortuna! Ma come dice l’amica Mimma, questo tipo di carattere non ti aiuta negli ambienti in cui la diversità spaventa. In quegli ambienti dove essere te stesso infastidisce gli altri.
Mi sono resa conto che l’entrata di Tommaso in questa nuova classe ha rotto gli equilibri esistenti.
La sua loquacità, solarità, capacità di essere amico anche delle femmine, voglia di mettersi in gioco ha spaventato diversi compagni.
Lui ha vissuto in giro per il mondo, parla due lingue perfettamente, ha conosciuto persone di diversa nazionalità, ha una famiglia solida alle spalle, un fratello con il quale condividere le sue avventure ed è dotato di grande curiosità.
Tutto ciò ha infastidito, e forse spaventato, alcuni suoi compagni di classe. Sicuramente colui che ha fatto quella brutta affermazione.
Quando è tornato da scuola al pomeriggio l’ho abbracciato forte.
Gli ho fatto i complimenti per come ha affrontato questo anno scolastico giunto quasi alla fine.
Gli ho detto quanto sono orgogliosa di lui.
Essere diversi è un pregio, non un difetto!
Perché le esperienze e la personalità è ciò che ci rende unici ed ineguagliabili.
E se per alcuni la diversità spaventa, a noi piace!
Drusilla
Lucia says
CIAO. Vi leggo sempre in silenzio ed ho sempre ammirato voi MAMME del DESERTO, non fosse altro perché avete avuto la possibilità di “vivere” quello che io ho sempre desiderato.
Questa volta però ho dovuto scrivere, perché finchè si tratta di esperienze, viaggi, ricette, esplorazioni posso anche stare zitta, ma quando si toccano i ragazzini allora no, non ce la faccio.
ESSERE DIVERSI…da chi? da che cosa? da che stereotipo?
Ho anch’io un figlio, ormai in età adolescenziale, dal carattere esuberante, a volte fin troppo guascone, che non sta fermo un secondo, che fa gare di bici (a livello italiano), che suona della Banda musicale del paese vicino , che fra un allenamento e l’altro va ad aiutare le vecchiette della frazioncina, che organizza uscite nei boschi con i suoi amici e frequenta anche le superiori (con buoni voti, anche se ho dovuto accantonare la mia pretesa che siano ottimi proprio per mancanza di tempo). Lui è cresciuto con i suoi compagni, insieme fin dal nido, ma spesso viene un poco emarginato perché SCOMODO, perché troppo organizzatore di cose, anche banali, che sconquassano il loro solito tran tran (spesso fatto di voglia di non far nulla). E lui si rifugia nella sua bici e nel suo sax, nei suoi lavoretti in frazione (ha adottato una fontana-lavatoio ed un fontanile nei boschi che insieme a suo nonno tutte le settimane va a pulire!), per poi ritornare di nuovo “in auge” e ricominciare a scorazzare con i suoi amici. E’ PIU’ ACILE CRITICARE PER INVIDIA CHE NON CERCARE DI SEGUIRE L’ESEMPIO POISTIVO , ma questo arriva anche dalle famiglie e dalla cultura del luogo (purtroppo, senza nulla voler togliere ai miei amici sudtirolesi, il carattere teutonico non aiuta di certo!). NON CAMBIARE MAI, piccolino, mi raccomando, perché i tuoi genitori ti hanno dato un grande dono: SARAI UN GRANDE UOMO E SOPRATTUTTO UNA GRAN BELLA PERSONA! Con affetto Lucia
drusilla says
Grazie di cuore Lucia!
E’ proprio come scrivi tu, a volte i nostri figli vengono emarginati e/o derisi solo perché “scomodi”, perché troppo intraprendenti, positivi, entusiasti…
Nell’ambiente sportivo si è fatto più amici che nella scuola. Il tennis è il suo rifugio, come anche il gruppo di catechismo.
Grazie ancora e un abbraccio!
Mammaalcubo says
Non è antipatia, è invidia!
Sicuramente Tommaso saprà passarci sopra e presto troverà amici “roccia” che condivideranno e ameranno questa sua solarità.
Un abbraccio grande
drusilla says
Speriamo!
Grazie e un abbraccio a te
Graziella Pezzetta says
Buongiorno Dru. Ho letto questo post con curiosità, anche perchè come ben sai io di diversità me ne intendo, fa parte della mia esistenza e son rimasta perplessa. Son rimasta perplessa non tanto per l’affermazione del bambino ma del perchè tu l’hai presa subito per veritiera e ci sei rimasta (ovviamente) male. Ti sei chiesta perchè questo bambino l’ha detto? Hai davvero dei riscontri in tal senso? Tommaso ti ha rimandato del disagio? Le maestre te ne hanno parlato? Perchè altrimenti è tutto circoscritto in un’affermazione di un bambino e in questo caso ti devi chiedere del perchè della tua reazione, oppure se esiste realmente questa situazione va affrontata, non solo per il bene di Tommaso che è prioritario, ma per il bene degli altri bambini. La diversità è un valore che va riconosciuto e di questi tempi non è facile che lo sia.
drusilla says
Mi sono molto interrogata sul motivo di questa affermazione da parte di quel bambino e sono giunta alla conclusione che ho scritto nel post: la diversità spaventa. Riscontri ne ho avuti tanti, sia da parte di Tommaso che delle insegnanti. Purtroppo entrare in una scuola nuova in quarta elementare non è facile, soprattutto per bambini che hanno vissuto in giro per il mondo, abituati a relazionarsi con bambini aperti di mente abituati alla diversità ed al cambiamento.
Carina says
Drusilla, io conosco Tommaso, conosco te, e so quanto siete speciali. Secondo me gli altri non lo conoscono ancora, o non vogliono conoscerlo. Magari hanno invidia, perché lui e bravissimo, intelligentissimo, e ha un cuore gigantesco!!! Non sanno cosa si perdono comunque.
Secondo me Tommaso e solo un bambino molto educato, cosa molto rara nel giorno di oggi, e questo forse il “problema”?
Comunque…devi dare tempo alle cose di andare avanti. E dura tornare nel paese d’origine dopo una vita fuori.
Forza Dru, e Tommaso…NON CAMBIARE MAI! SEI UN BIMBO MERAVIGLIOSO!!!
drusilla says
Grazie tesoro!
Sicuramente serve tempo.
Un abbraccio
Mammapiky says
ahhhhhhhhhhh quanto mi inca……o quando sento queste cose. Anche se non con le stesse modalità è successo pure a noi, e non sai quanto abbiamo fatigato per far si che Leo riuscisse a trovarsi bene a scuola, in una realtà dove sei non sei “uguale” a chi ????, “non sei dei nostri”!!!!!! A me veniva da dire e pensare “meno male” ma lui ci stava male e andare a scuola non era facile, “perchè mamma io non ho amici”. C’è voluto un lungo lavoro su di lui e sul nostro modo di vedere le cose, per riuscire a trovare un compromesso tra noi e “loro”, trovare un punto di incontro accettabile per entrambe le parti….non so se ne è valsa la pena, ma Leo ora è di sicuro più sereno e affronta diversamente anche la scuola, che era diventata un incubo
drusilla says
E’ troppo importante che i nostri figli siano sereni a scuola, anche perché è il luogo dove trascorrono più ore in un giorno.
Ilaria says
Sono cresciuta in un piccolo paese dalla mentalità a dir poco chiusa. Io ero considerata la diversa perché leggevo, perché ho sempre viaggiato tanto con la famiglia, perché andavo bene a scuola,
perché non ero amalgamata con la massa….
Ho sofferto tanto per queste cose ma non sono mai caduta nella tentazione di “seguire il gregge”… Anzi, mi domandavo spesso perché non ci fosse qualcuno che mi capisse e con cui potessi condividere queste esperienze… Non è un caso se i miei più cari amici li ho conosciuti negli anni dell’università, quando finalmente ho cambiato aria.
Però, lo vedo nella vita di tutti i giorni: il diverso spaventa ,quindi si fa prima a criticare e affidarsi agli stereotipi piuttosto che impiegare qualche minuto in più per conoscere…
drusilla says
Proprio così, il diverso spaventa e quindi è più facile criticarlo piuttosto che conoscerlo.
Speranza says
Purtroppo sono dinamiche che si scatenano all’interno delle piccole comunità o nei gruppi. Ogni elemento nuovo che si inserisce in un gruppo cambia, bene o male, gli equilibri già costituiti. Tommaso ha portato non solo se stesso, ma anche tutto il mondo che ha conosciuto prima. Ha fatto tante esperienze che gli altri forse non faranno mai, ha qualcosa che gli altri non hanno e gli altri hanno sicuramente qualcosa che non ha lui. Il dialogo, il rispetto e la conoscenza reciproca, può essere un modo per affrontare questo particolare momento, magari creando dei momenti di incontro o gioco con singoli bambini o piccolissimi gruppi.
In bocca al lupo
drusilla says
Grazie!
Crepi!
Mamma avvocato says
Drusilla,tu sai che ti leggo da tempo e ammiro te e le tue scelte. inoltre,da madre, capisco e condivido il desiderio di proteggere i propri figli. Tuttavia confesso che,pur essendo in generale d’accordo con te, penso che sia anche importante, di fronte a queste situazioni, non cadere nell’errore opposto. Mi spiego: sicuramente le esperienze di tuo figlio sono in parte diverse da quelle dei suoi compagni ma,non per questo, rendono automaticamente migliore lui e meno attivi e “bravi” gli altri. Ha sicuramente flessibilità mentale,apertura e solida famiglia ma meno radicamento territoriale ed a tradizioni condivise e questo nel breve termine lo penalizza. Con il tempo si supererà,secondo me, ma con uno sforzo reciproco (non di omologazione ma di conoscenza e accettazione degli altri,compresi i compagni che lo circondano), dunque anche suo,no? Ammesso che lui ci tenga e ne soffra,perche magari la cosa colpisce più te che lui.