Li vedo entrare in fila indiana.
Davanti i piccolini.
A seguire la classe di Giada.
E infine Chiara di 12 anni che chiude il gruppo.
Come sottofondo c’è una musica bellissima.
Mi emoziono.
Tantissimo.
Hanno tutti la maglietta di Casa Italia.
Sono così belli questi italiano all’estero.
Questi piccoli bambini così aperti al mondo.
Così maturi da capire che vivono altrove.
Lontano dall’Italia.
Bambini abituati a non avere, mai o quasi, un parente vicino. Hanno imparato presto a salutare sempre qualcuno.
Prendono aerei come gli altri prendono il tram.
Così abituati ad avere amici che vivono in tutto il mondo, di religione diverse, con nomi che i genitori fanno fatica a pronunciare.
Bambini che quando tornano in Italia spesso si sentono dire “parli strano“, anche se loro di lingue ne sanno spesso almeno due.
Questi bambini sanno di essere italiani.
In Italia alcuni ci sono nati, altri no, i loro genitori sono italiani, ma in Italia non ci hanno mai vissuto..
Almeno questo gruppo lo sa bene.
Hanno mamme che per quanto felici di regalargli questa immensa opportunità ci tengono a coltivare la loro italianità.
Anche investendo in lezioni di italiano.
Ma tutte queste belle intenzioni non sarebbero possibili se non ci fosse Simona.
Lei con passione ha creato questo piccolo mondo a parte di Casa Italia.
Lei che ha studiato tanto e investito su questo “insegnare italiano all’estero“.
Lei non solo ha grandi competenze, titoli, ma tanto amore e passione. Empatia enorme.
Mia figlia le ha detto “tu non sarai mai nera“.
Lei la vede sempre luminosa.
I bambini son già carichi di impegni e lavori, ma sono felici di andare a scuola da Simona.
Lei da a tutto un gran significato. Le sue lezioni non sono mai noiose. Lei prepara merende.
Giada mi ha detto “mamma prometti di farmi venire ancora a scuola a casa Italia?“.
Pensavo a tutto questo mentre loro erano seduti con il filo in mano, mentre ricevevano il loro diploma.
Ve l’ho detto, io mi emoziono facilmente e oggi le lacrime sono scese.
Questi bambini mi colpiscono sempre tanto per la loro maturità.
Sono così grata che Giada possa avere, oltre ai suoi cari amici, anche loro.
Sono grata di aver incontrato una donna come Simona che fa la maestra.
Non è mai facile per un genitore.
Io ci tengo da sempre.
Infatti, Giada parla bene italiano.
Ma vederla leggere, sentirsi chiedere di comprare libri in italiano da leggere.
Vederla cimentarsi a scrivere non ha prezzo.
E’ uno sforzo non indifferente quello che le chiedo.
Ma nello stesso tempo così importante.
Non ha senso per me questa esperienza se il loro livello culturale italiano non ha un minimo di basi.
Oggi le mie ansie di mamma expat un po’ si sono placate.
I due cuori sono tutti qui in questa stanza.
E questi bimbi sono meravigliosi.
Evviva Casa Italia.
Mimma
MammArch says
Che bella esperienza, ci credo che ti sei emozionata!
Qui a Perth purtroppo non conosco l’esistenza di una cosa analoga a Casa Italia e così sono io che un paio di pomeriggi a settimana faccio italiano con 2G. E a breve inizierò anche con 3G.
È dura ma sono convinta che ne valga la pena, perché anche se forse un giorno saremo cittadini Australiani, il nostro cuore sarà sempre molto italiano 😍😍.