Sono le tre e mezza di sabato pomeriggio.
Fuori fa caldo. Il sole picchia forte in un cielo limpidissimo. La temperatura supera di poco i 30 gradi.
Il driver che abbiamo prenotato ci aspetta nel parcheggio dietro il nostro palazzo.
Io salgo dietro, il posto davanti lo cedo a Riccardo. Meglio sedersi dietro se a guidare non è il marito.
L’autista ha impostato il navigatore con la location che gli avevo spedito questa mattina. Qui a Riyadh per districarsi al meglio tra le vie della città, evitare di girare a vuoto e trovare la propria destinazione è meglio farsi inviare la location con google maps.
La casa del compagno di classe di Tommaso dovrebbe trovarsi non troppo lontano dal nostro compound.Dopo quindici minuti ci troviamo davanti ad una porta in ferro in una via piena di ville tutte uguali.
Siamo in anticipo, come sempre.
Il padre del festeggiato, al telefono, mi dice che arriverà in un minuto.
Un attimo dopo mi ritrovo lui e la giovane moglie ad accoglierci.
I bambini sono felicissimi. Tommaso entra salutando tutti e poi si dirige verso il suo amichetto Musa. Gli consegna la borsa con il regalo e poi scappano insieme disopra a giocare.
Riccardo fa un po’ il vergognoso. Giusto mezzo minuto, perché poi se ne va a giocare anche lui con gli altri bambini.
Io vengo fatta accomodare nel salottino a destra appena dopo l’entrata.
Ad accogliermi c’è una donna sorridente che indossa un sari di cotone verde con decorazioni arancioni. Sul capo ha appoggiato un velo di cotone colorato. Lei è la zia del festeggiato.
Iniziamo a parlare del tempo, poi della scuola, anche sua figlia frequenta la Multinational School. Dopo qualche minuto arriva una signora anziana molto sorridente e affabile. Anche lei indossa un sari, il suo è di color azzurro. Noto con piacere i suoi orecchini colorati, sono azzurri come il sari. Ma ciò che mi colpisce di più è il sorriso, la gentilezza e l’ospitalità. E’ la nonna di Musa, la mamma di questa donna e del padre del festeggiato. Parla pochissimo inglese, ma la voglia di comunicare è così tanta che si rivolge alla figlia per farsi tradurre e parlare con me.
Ecco che arrivano anche altri bambini. Più tardi scoprirò che sono i tre compagnetti di origine pakistana in classe con Tommaso.
Sono l’unica madre presente, tutte le altre hanno lasciato qui i figli e se ne sono andate.
Ma a me piace partecipare a queste feste. Sono felice di essere qui oggi.
Guardare i bambini giocare felici e spensierati con gli amichetti è sempre una bella emozione.
E poi è sempre una grande occasione per immergersi in una cultura diversa.
Dopo qualche minuto arrivano altri parenti. Credo siano zii e cugini, non ben capito. Mi vengono presentate diverse donne. Ci sono tanti bambini piccoli. I mariti vanno tutti a sedersi nel salottino dove eravamo sedute io e la zia di Musa.
In pochi minuti la casa si riempie di gente, urla e risate.
Il papà di Musa chiama tutti i bambini in sala.
E’ il momento delle fotografie.
Posiziona la torta al centro del tavolo. Alla sua destra il festeggiato. E poi sistema tutti gli amichetti.
Dopo aver messo tutti nella posizione giusta, inizia a scattare.
Inizia con le foto con i bambini.
Seguono quelle con i parenti, ma gli amichetti devono sempre rimanere.
Ecco la foto con gli zii. Poi con i nonni. Poi i cugini. Poi, tocca ai genitori. Infine, una foto di tutti quanti, compresa io.
Finite le foto le donne si dirigono verso la cucina. Iniziano a portare in tavola il cibo.
In pochi minuti vedo comparire tramezzini, patatine fritte, chicken nuggets per i bambini. Samosa, macedonia di frutta con tanta cannella, un dolce tipico pakistano di cui non ho capito il nome, ma che non mi ha entusiasmato. Infine, una zuppa d’orzo molto speziata, ma buonissima.
Ho assaggiato tutto.
Ho concluso con una tazza the preparata con tanto latte intero, forse un po’ troppo.
Adoro provare piatti nuovi in casa di persone che hanno una cultura diversa dalla mia.
Oggi ho avuto la conferma che i pakistani sono persone gentilissime, sorridenti e ospitali.
Confesso di aver invidiato anche un pizzico questa famiglia che ha qui a Riyadh la maggior parte dei propri famigliari e che si può permettere di festeggiare un compleanno in famiglia. Sembra una cosa banale, ma credetemi non lo è!
Grazie a questa bella famiglia per avermi fatto partecipare ad un compleanno pakistano che tanto diverso non è dai compleanni in famiglia italiani.
Drusilla
Stefania Iori says
Bellissima esperienza !!Trovarsi in mezzo a persone cordiali e con una cultura diversa dalla nostra che poi non è così diversa dalle nostre tradizioni italiane ,nel cibo sicuramente ma è piacevole scoprire persone e famiglie nuove così cordiali
Mammapiky says
Veramente una bella esperienza, noi abbiamo partecipato da poco ad uno brasiliano, dovevi vedere…niente a che fare con le festicciole che si fanno qui
drusilla says
Wow!!!! Bello!!!!
Sempremamma says
Deve essere stato proprio bello. Che esperienza emozionante.