Partita nel 2009.
La mia destinazione era Tripoli, Libia.
Mio marito mi aspettava da quasi due anni.
Sono partita con un frugoletto di poco piu’ di 4 mesi. Biondo. Occhi azzurri e pelle chiarissima.
Il primo espatrio non si scorda mai.
Non ho vissuto momenti facili. Ero sola con un bambino molto piccolo. Parlavo pochissimo inglese. Non avevo un autista. Abitavo in villa lontano da tutto e da tutti. Ero spaesata e confusa.
Ma da quel viaggio tornai diversa, cambiata. Non ero più la stessa persona che era partita!
Dopo otto mesi di Libia mio marito è stato mandato in Kuwait.
Io sono rientrata in Italia per la mia seconda gravidanza.
E poi sono ripartita.
Questa volta i frugoletti erano due. Uno di quasi due anni e l’altro di due mesi.
Il Kuwait mi ha dato tanto. Tantissimo. Difficile riassumere in un post tutti gli aspetti positivi che mi ha regalato questo paese.
E’ grazie al Kuwait che ho scoperto davvero cosa significa essere expat.
E’ grazie a questo ricco e polveroso paese che io e Mimma ci siamo incontrate, abbiamo aperto un blog e ci siamo create tutte le opportunità attuali.
La vita all’estero, lontano dall’Italia, è fatta di aspetti positivi e negativi. Non credo che esista un paese perfetto nel quale vivere. Cioè, se lo trovate fatemi un fischio!
Però ci sono aspetti della vita all’estero che amo.
Del Kuwait, ad esempio, ho amato la semplicità del crescere due figli.
L’opportunità di imparare a parlare una nuova lingua.
L’indescrivibile bellezza del far parte di una grande e variegata comunità expat.
Le scuole per i miei figli.
La guida senza regole.
Anche da questo viaggio tornai diversa, cambiata. Non ero più la stessa persona che era partita!
Dopo quattro anni di Kuwait sono rientrata per un anno in Italia.
Per mio marito era arrivata l’occasione di andare a Riyadh.
L’Arabia Saudita era uno dei pochi paesi dove non sarei mai voluta finire. Invece…
Compound
Abaya
Dhuhr. Maghrib. Isha.
Coffee Mornings
Tutte cose che ho dovuto imparare a conoscere.
Cose che ci è voluto un po’ di tempo per immagazzinare e digerire.
Ma ormai fanno parte della mia vita di tutti i giorni. E forse, chissà, un giorno mi mancheranno.
La vita all’estero non è perfetta. Lo dimostra questa esperienza che sto vivendo.
Non poter guidare.
Preparare il lunch box per i bambini.
Andare a fare la spesa in base agli orari delle preghiere.
Dover pensare sempre ad un eventuale piano B.
Discutere in una lingua che non è la mia.
Spostarsi ogni volta con l’aereo quando si va in vacanza.
Ma anche da questo viaggio tornerò diversa, cambiata. Non sarò più la stessa persona che era partita!
E voi, quali sono i viaggi che vi hanno cambiato?
Drusilla
Graziella Pezzetta says
Buongiorno Dru, io ho viaggiato solo come turista e ti scrivo in procinto di un viaggio; sto per andare a Praga. Un viaggio cambia sempre, in bene secondo me. Sono tornata da Napoli questa estate e mi sono resa conto che ero partita con dei pregiudizi che al ritorno erano caduti. Ho fatto diversi viaggi, tutti belli, tutti nessuno escluso, ma quello che mi ha più colpita e toccata nel profondo è stato al Campo di concentramento di Auschwitz. Non tornerò mai più in quel posto, non reggerei il dolore, eppure ogni singolo istante è stato importante, bello e costruttivo, sono cresciuta come persona e come donna. Viaggiare ti avvicina agli altri esseri umani, apre la mente e il cuore, non rende più buoni ma più consapevoli e si sa, sapere è potere. A presto cara Dru.
drusilla says
Hai proprio ragione: sapere è potere! Un abbraccio
Silvia Fanio says
Un viaggio che mi ha cambiata tantissimo è stato Il Cammino di Santiago.
Poca cosa rispetto alla tua esperienza, ma un viaggio che porto nel cuore.
E poi… Il viaggio di nozze in Thailandia! 😊
Chissà se coroneró mai il sogno di andare in Giappone…
drusilla says
Il Giappone rimane uno dei miei sogni…
Artemisia says
Vale se nel mio caso l’expat è mio fratello? Ora saltella fra Oman, Gibuti e Madagascar…. e questo suo saltellare di certo cambia me.
drusilla says
Che bello!!!
Sempremamma says
Il primo viaggio che ho fatto al di fuori dall’Italia, nel lontano 1991, meta New York. Quando sono scesa dall’aereo ho capito che c’era un altro mondo che volevo conoscere, vedere, vivere.
Ogni viaggio ha lasciato in me qualcosa, soprattutto la voglia di continuare a vedere, peccato che non riesca a soddisfare questa mia sete per vari motivi.
Ogni esperienza ci segna, ogni viaggio, anche quello a pochi km da casa.