“Grazie Italia” così hanno urlato a gran voce i tanti bambini e adulti intervenuti.
Siamo tutti in posa a scattare la foto.
Siamo nel mezzo della corte dell’edificio della Lapa-loyac.
Una tipica costruzione araba, situata nella city, vicino al Souk mubarakya, divenuta sede di questa associazione dedicata alle arti e alla cultura.
Ci saranno una cinquantina di bambini. E ovviamente i loro genitori e le loro tate.
Un numero al di sopra di ogni aspettativa.
Quando qualche mese fa l’Ambasciatore mi aveva contattato chiedendomi di aiutarlo in una richiesta ricevuta da questa famosa associazione araba non avevo esitato a dire si.
Come sempre. E lo sapeva pure lui visto che ha chiamato me e non qualcun altro.
Con Simona siamo le specialiste del fare, del dare senza chiedere nulla, nemmeno i ringraziamenti.
La richiesta prevedeva la partecipazione al progetto “A big world in little hands” .
Un progetto che ha come obiettivo far conoscere ai bambini arabi le diverse culture che vivono in Kuwait. Sono state coinvolte tante nazionalità che ci sono qui. Turchia, Spagna, Indonesia, Pakistan, Kenya, India, Mexico, Sudan, Tunisia e noi.
Italy.
Io forte del recente international Fair a scuola mi sentivo tranquilla.
Simona poi, se è possibile, è anche peggio di me. Ne ha fatto un altro anche in una scuola indiana in cui è stata invitata in quanto lei insegna italiano.
Infatti, per scherzo, continuavamo a dire: “Dai se ci chiedono che lavoro fai, possiamo affermare: organizzo Italian day. Celebro l’Italia”.
Con l’approssimarsi dell’evento, un po’ di leggera ansia mi è venuta. L’associazione ci ha proposto come data il 25 aprile e saremmo stati gli ultimi.
Ho visto il lavoro fatto dagli altri ed era bellissimo.
E ripeto un po’ di ansia mi è venuta.
Perché ovviamente non avevamo alcun budget. Nè da parte dell’associazione, né da parte dell’ambasciata.
Tutto era sulle nostre spalle.
Ma come si dice è inutile perdersi d’animo e così abbiamo fatto la cosa che andava fatta: chiedere aiuto agli altri italiani in Kuwait.
Come al solito qualcuno arriva sempre a salvarti.
E’ arrivata Tanya, già persona super collaudata nell’evento della taranta, la sua storia, il suo ruolo in Kuwait meriterebbe un post a parte, la perfetta presentatrice. Voce ferma, piglio deciso, battuta e inglese perfetto.
Sono venuti in soccorso la Pizzeria Amami che non solo ha offerto la pizza, ma anche la bellissima esperienza per i bambini di mettere le mani in pasta, con una lezione su come preparare la pizza tenuta dal bravissimo e super paziente Cosimo.
Sono arrivati in soccorso Floriana Pinto e suo marito, i due musicisti italiani che hanno cantato l’Inno di mameli, funicoli finicolà, il ballo del qua qua, sono un italiano, con te partirò. Alcuni non erano nemmeno in programma, ma presi dall’entusiasmo dei partecipanti abbiamo cavalcato l’onda.
Claudia e Giovanna che si sono occupate della attività legata alla realizzazione delle mascherine di carnevale da decorare e ci hanno aiutato ad allestire tutto.
Infine, ci siamo io e Simona. Ci siamo interscambiate rivestendo il ruolo di giullari, ballerine, insegnante di italiano, capo del gioco 1,2,3 stella.
In realtà a farla da padrona è stata l’energia.
L’amore.
La passione.
Confesso che al pomeriggio ero arrivata un po’ stanca e nervosa.
Il giorno prima a una mia richiesta di aiuto in merito a questo evento mi ero sentita dire “Non ho il tempo, faccia lei”.
Come se io di tempo ne avessi chissà quanto. Come se per me fosse semplice trovare il tempo di far incastrare tutto, compreso a chi lasciare mia figlia, come recuperarla, organizzare cena anche se non ci sarei stata.
Come se non avessi i miei impegni, il mio lavoro. Come se l’avessi chiesto io di farlo.
E’ vero non chiedo ringraziamenti, ma gentilezze e comprensione si.
Ebbene, ero alquanto amareggiata, Polyanna Simona cercava di rincuorarmi.
Poi alla fine ognuno di noi è quello che è.
E così ho lavorato a testa bassa, ho indossato il mio vestito di Arlecchino.
Ho accolto con il mio miglior sorriso i bambini.
E loro sono stati grandiosi.
Curiosi, attenti, partecipi.
Gentili.
Spesso si dice che i bambini arabi sono maleducati. Può essere, ma quel giorno ci siamo imbattuti in un bel gruppo di bambini che ha risposto a tante domande sull’Italia.
Quelli della Loyac continuavano a dirci: “bravi, bravissimi siete stati i migliori, soprattutto perché siete stati flessibili. Vi avevamo detto 20 e sono arrivati in 50.
Avete dovuto cambiare scaletta per via del tempo. Li avete fatti giocare tanto. Avete trasmesso tanta energia. Vi va se ne organizziamo un altro per gli adolescenti?” .
Io ho guardato negli occhi Simona, come al solito non abbiamo più bisogno di parlarci. “Certo quando volete, questo è il nostro lavoro ormai. Organizzare Italian day. Celebrare l’Italia”
Non so se è proprio così. Pero quel giorno dopo la mia delusione lo dicevo sempre: lo faccio per la mia Italia. Quella bella che io conosco, quella che anche oggi ho visto. Quella della brava gente.
Però oggi mi sono sentita così carica, così adrenalica. Cantare, ballare, coinvolgere, mostrare almeno un po’ di quella italianità che così tanto mi appartiene.
Alla fine oggi ho potuto celebrare il 25 aprile.
Una ricorrenza che adoro, ma che da quando sono all’estero non riesco più a fare.
E l’ho fatto nel modo migliore.
Tra bella gente, tra bei sentimenti.
E solo questo conta.
Grazie Italia e un grazie a tutti quelli che mi aiutano a realizzare piccole cose, mossi solo dalla passione, il bene e l’attenzione verso gli altri.
Mimma
Ilaria says
Che grande!! Anche questa volta hai reso grande la ns Italia con tutte le sue bellezze e sfumature!!
Posso venire al prossimo Italian day??
mimma says
siiiiii magariiiiii
mamma avvocato says
Grande Mimma!!!! Se tutti gli italiani fossero come te e le persone di cui racconti, l’Italia sarebbe un paese perfetto! Purtroppo, non è così, però di sicuro vivere all’estero aiuta ad apprezzare e valorizzare le nostre radici. Tu sei bravissima a trasmettere l’italianità…non per nulla sei stata fatta “Cavaliere”, no?
mimma says
Carissima Giulia. Io sono come scuola di tuo marito. Semina, semina, che alla fine qualcosa di buono raccogli. Un abbraccio
LIVIANNA says
chapeau Mimma!
Come cavolo hai fatto a trovare tutto quello che vedo nell’allestimento?
Are you magic?
Livianna
mimma says
Qualcosa ci è stato prestato, tipo la torre di pisa da un albergo che aveva organizzato una cena di gala usando monumenti italiani, altro recuperato in casa, o perché usato per altre occasioni tipo il vestito di arlecchino era per carnevale, altro ancora fatto da noi, a spese nostre. Grazie mille.
MammArch says
Complimenti per tutta la tua energia e l’ottimo risultato 😉
mimma says
Grazie mille!!!! CI PROVIAMO..