Finalmente sono seduta.
Tutto tace. Giada dorme. Le ultime cose che mi ha detto “mamma voglio andare ad un’altra international fair”.
In macchina non faceva altro che contare i timbri che aveva nel passaporto.
“Mamma che paese è questo???”.
Anche mio marito è andato a dormire, pure lui ha detto che è stata una bella giornata, “brave, siete state brave” .
Guardo il vestito da antica romana qui sul mio divano e non posso fare a meno di sorridere.
Oggi non smettevano di farci i complimenti per questo vestito.
In realtà hanno apprezzato tutto.
Il caffè preparato con la moka, la bellissima torre di Pisa, le lezioni di Italiano, la lezione di geografia, il tabellone dei gesti e il fantastico biliardino.
Quando a Novembre la scuola ci aveva mandato la mail in cui annunciava un international fair e invitava a candidarsi, io non ho perso nemmeno un secondo e ho scritto alle due mamme italiane della mia scuola.
Loro hanno detto di si.
Per fortuna la pensavamo uguale, non volevamo puntare sul cibo, abbiamo subito pensato che questa era un’occasione soprattutto per tutti i bambini di imparare.
La stessa scuola ha insistito affinché ogni Nazione creasse delle attività culturali.
Per far guadagnare i desiderati stamp i timbri sul passaporto.
E’ stato faticoso, lo ammetto, come al solito ho coinvolto tante persone.
E sono felice di poter dire che in tanti ci hanno aiutato.
Dalla mia amica Simona che si è prestata a tenere le lezioni di italiano indossando una maglietta “Keep calm and Learn Italian” , a Susanna che mi ha prestato il biliardino, a Chiara che mi ha fatto avere l’enorme torre di Pisa, a Marco che ci ha prestato le parole amore e bella, ad Antonella per l’enorme moca del caffè, infine Pizzeria Amami che è venuta a fare le pizze con un bel forno e ha donato il ricavato alla scuola.
Si è stato una bella giornata. Con Vanessa e Sabrina abbiamo collaborato benissimo.
Ma in generale è stata una festa per tutti. Ogni stand era davvero bellissimo.
Federica una delle amiche di fuso mi ha detto parlando della stessa manifestazione in thailandia “I nostri erano più caserecci, voi tutti molto professionali”.
Non so, non ho un metro di paragone, ma come ha detto una mia amica indiana è stato bello “mostrare quello che siamo, da dove veniamo, io non sono mai volontaria agli eventi della scuola, ma a questo ci tenevo, ero orgogliosa.”
E’ stata una bella giornata.
E’ emerso l’amore che quello che si è.
L’amore per le proprie origini.
L’amore per condividerlo.
Tutto bello, bellissimo.
E quando alla fine abbiamo trasmesso l’Inno di mameli, confesso che ci siamo un po commosse.
In tanti si sono fermati ad ascoltarli.
Lo so che si dice spesso che gli a italiani all’estero si sentono più italiani e diventano sentimentali, io poi ormai quanto sento inno piango.
Io so per certo che quel giorno sono stata felice come non mai di mostrarlo di essere italiana.
Con il mio vestito da romana, il mio tamburello della pizzica, cantando “funiculì, funiculà”.
Mia figlia ha amato vedere tanti posti, non ha capito ovviamente tutto, ma ancora una volta per lei il mondo è tutto lì a portato di mano.
Evviva gli international fair.
Mimma
ps purtroppo essendo stata molto impegnata non ho potuto visitare bene gli altri stand e rendere giustizia alle mille cose belle fatte. Però qualcosina riesco a farvela intuire.
Priscilla says
Che belle iniziative! Anche le foto sono meravigliose. Complimenti, come sempre non vi ferma nessuno 😉
Mammapiky says
Iniziative del genere in Italia ce le sogniamo, forse proprio perché noi per primi non siamo in grado di metterci in gioco e prendere impegni. Stiamo provando ad organizzare alla scuola di Teresa una domenica pomeriggio in una zona verde a tema libri per bambini, un’occasione per stare tutti insieme e con un bellissimo scopo…prima tutti “si” “si” “dai che bello” “facciamolo” e via dicendo…ora sono tutti infrattati da qualche parte e siamo rimaste le solite quattro!
mimma says
Si la scuola si da tanto da fare. E questo lo apprezzo molto. Poi da noi promuovere l’internazionalità è importante.Se pensi che in classe di mia figlia su 23 bambini ci sono 16 nazionalità diverse. Pazzesco no?
La vostra iniziativa mi sembra bellissima . Non demordere, è vero che di fronte a tanta scelta è dura, ma mi piace un sacco quello che volete fare.
SIlvia says
Suppongo anche questa sia una scuola privata e non certo economica, non ci sono paragoni con una scuola pubblica…