Come molti di voi sapranno l’avventura con il mondo dei blog è stata assolutamente casuale.
Rispondeva solo a una nostra voglia di raccontarci per lasciare traccia di questa esperienza ai nostri bambini.
Poi il blog è diventato altro.
In primis è diventato un modo di guardare le cose, cambiare la prospettiva dalla quale osservare il mondo intorno a noi. Volevamo andare oltre.
Perchè se devi raccontarlo questo nuovo mondo devi guardarlo davvero.
Mettendoti anche nei panni degli altri.
E così il blog è diventato il nostro strumento di integrazione.
Il nostro Push your lucky.
Poi dopo l’integrazione grazie al blog è arrivato il libro.
Nulla che ti fa diventare ricco, ma che comunque ci ha reso molto felici, soddisfatte.
Poi sono arrivate le amiche sparse nel mondo. L’affetto della gente.
L’onorificenza per me, il lavoro per Drusilla.
Tutte queste cose non sarebbero accadute senza il blog.
Non sempre è facile tenere il ritmo di scrivere uno, due post a settimana.
Così come la voglia di guardare OLTRE. Perchè la routine, la famiglia ti assorbe.
L’impegno di tenere un blog, anzi due è tanto, e non tutti lo capiscono.
A volte la voglia di scrivere è poca.
Soprattutto per Drusilla che dopo Libia, Kuwait e Arabia Saudita è un po’ stanca.
Poi se sei sempre chiusa in un compoud, se il viaggio che ti permetti è solo andare via dopo quattro mesi in Italia, se non puoi fare foto quando esci e sei pure ingolfata dall’abaya, ammetterete che è dura pensare a cosa scrivere.
Il blog per noi non è fonte di guadagno anche se i nostri numeri sono più alti di altra gente che con il blog ci lavora.
Il blog è stato sempre il mezzo per fare altro.
Per sentirci arricchite.
Per provare cose che non avremmo mai immaginato.
Tipo grazie alla mia amica Elena ho iniziato la mia avventura di web content e di social media manager. Anche questa nata per gioco, ma ora dopo sei mesi c’è la volontà di fare sul serio.
Anche se ritagliarsi il giusto tempo per fare tutto è dura.
La domanda che mi faccio spesso è “i tuoi cari sanno che lavoro fai?”.
Direi di no. E come potrebbero. Non esci di casa al mattino e torni alla sera.
Non hai un ufficio, non hai un capo.
Se dovessero dire cosa faccio direbbero: “Tu sei quella con il telefono sempre in mano. Tu sei quella che se tua figlia si ammala, tutto si deve fermare. Tu sei quella che organizza tutti gli spostamenti, deve cucinare piatti healthy”.
E ancora: “Tu sei quella, ma ancora il pc??”
Tu sei quella “ma basta foto”.
Il brutto che a volte ci credo pure io che sono solo questo. Io stessa mi metto sempre all’ultimo posto. Ma il mio blog, le mie passioni. Vedete non riesco nemmeno a chiarmarlo lavoro.
Eppure è grazie al blog che tutto accade e che in me permane la voglia di vedere le cose con lo stesso entuasiamo delle prime volte. Mi lascia il privilegio di essere un bambino.
Ho deciso d’ora in poi me ne andrò al Magnet. Un posto molto bello. Un caffè più un workspace.
Dove puoi prenotarti una sala per una riunione, dove al costo del caffè puoi avere una scrivania, connessione internet.
Dove la pausa pranzo la fai al piano di sotto.
Insomma, chissà forse vedendomi in un posto così i miei capirebbero che lavoro faccio.
Anche se è un lavoro che non mi rende ricca.
E nei momenti di stanchezza, di dubbio e paura, penso “grazie blog” che mi hai fatto capire altro.
E grazie a voi che ci leggete!
Conoscete un posto come il Magnet?
Mimma
veroveromamma says
i miei losanno cosa faccio e per loro no faccio !!!!!! perdo solo tempo anzi una delle frasi migliori è stata…” ma cosa importa alla gente di quelo che fai e pensi !!!!”
magari ci fosse vicino a me un posto così……. il mio magnet è il tavolo di salotto ….. mentre la peste piccola dorme …( come adessso)…. econ in mano la mia tisano scrivo come una datilografasvampita conuna manoe vado…….il mio blogno è neancheparente con il vostro ma come haidetto tu tutto parte da lì.
veronica
mimma says
Io purtroppo non vado mai al magnet, ma a noi è iniziato esattamente come te. Stesse scene. E talvolta mi devo chiudere ancora in bagno per fare cose. Tieni duro e non mollare. Un abbraccio
Serena says
Ma che figo il Magnet! Io credo che il mondo del lavoro stia davvero cambiando. Si parla sempre e solo di crisi ma è anche vero che siamo in un momento in cui è importante sapersi reinventare e guardare a cosa c’è di nuovo. Io al momento faccio un lavoro “tradizionale”, sono avvocato, ma mi ci sento soffocare e ho iniziato un percorso con una business coach per capire quale sia la professione che potrebbe rendermi felice. E manco a dirlo riguarda quella che è una mia passione da sempre, la danza. Non l’avevo mai presa in considerazione come possibile “lavoro” perché c’è sempre la tendenza a distinguere la passione dal lavoro. Invece possono coincidere e tu ne sei un esempio! Non ti dico le facce dei miei quando gliel’ho detto..ma pazienza. Bisogna cambiare per non morire.
mimma says
In bocca al lupo Serena. Fai bene a fare questa scelta. trovare la propria passione cambia la prospettiva e da tantissime energie.
Io faccio il tifo per te.
Un abbraccio Mimma
Annamaria says
Io avevo il problema inverso. “Che lavoro fa tua figlia?” e io sapevo dire che aveva a che fare con il web, che era responsabile di qualcosa, che c’era la parola manager. Eppure mia figlia aveva un capo, un ufficio, usciva il mattino e tornava la sera. Come vedi, non era semplice…
Poi parliamo dei blog, sì. Il mio è tutto fuorché un lavoro. Cerco pure io di tenere il ritmo, a volte mollo un po’, tanto non è un lavoro (appunto) e non ho nemmeno uno sponsor.
Il blog mi ha messo in crisi più volte… non è molto che avevo pensato di chiuderlo. Spesso credo di affrontare argomenti interessanti ma boh… non commenta nessuno. Poi, un mese dopo, ritrovo lo stesso argomento in altri blog, lettissimi e commentatissimi. Non me la prendo, non me ne importa niente.
Ti dico solo che fin che si trova un motivo PERSONALE per continuare, si può fare. Se tu stessa non ce l’hai più la motivazione, allora è meglio rivolgere le energie altrove.
Dai che sei un mito!
mimma says
Io dico sempre fossi stata da sola a scrivere un blog avrei mollato tanto tempo fa. Un abbraccio
NonPuòEssereVero says
Per me il blog non è un lavoro, anche se a volte è impegnativo tenerlo come si deve 🙂
Scrivo perchè mi piace, mi rilassa e perchè ho un “tornaconto”, nel senso che grazie al blog ho realizzato tante piccole cose che mi rendono felice, cosa che non avrei potuto fare.
Ho scoperto però di recente (ieri 😀 ) che ho numeri più alti di gente che sostiene che il blog sia un lavoro e che brama contatti da parte delle aziende come se non esistesse un domani 😉
mimma says
Brava Gilda stessa cosa. Per me il blog è il tramite per fare altro. da sempre. Anche se tra mamme nel deserto e amiche il tempo speso è tanto. Ma rimane una bel hobby che mi porta sempre qualcosa. di bello e inaspettato.
Maria Elena says
Nemmeno per me il blog e il sito è un lavoro, di lavoro faccio altro, quello che mi permette di portare a casa la pagnotta eppure questo mondo ti da tante di quelle opportunità che per me sarebbe impossibile ora come ora abbandonarle. Conoscere gente, vivere situazioni nuove e poi come hai detto tu capire cose.
mimma says
Il blog di per se non è un lavoro se per lavoro si intende qualcosa che ha un ritorno economico. Ma impegno, cura e attenzione che ci dedichiamo sono davvero tante. Poi il blog è uno strumento, ho è diventato almeno per noi, uno strumento per costruirsi una nuova professionalità. Per provare nuove strade che hanno si un ritorno economico. E’ stato così per Drusilla e lo sta diventando per me.
mammaalcubo says
Bello vedere il blog come un mezzo per arrivare ad altro e sentirsi arricchite. Anche per me è così, non è certo un lavoro ma lo considero molto più che un semplice hobby.