Sapessi com’e’ strano
sentirsi innamorati
a Milano.
Senza fiori, senza verde,
senza cielo, senza niente
fra la gente, (tanta gente)
Sapessi com’e’ strano
darsi appuntamenti
a Milano.
In un grande magazzino,
in piazza o in galleria,
che pazzia.
Eppure,
in questo posto impossibile
tu mi hai detto ti amo,
io ti ho detto ti amo
ti amo
ti amo.
Non c’è un singolo muscolo del mio corpo che non mi faccia male.
Sorrido pensando a tutta la palestra che faccio, ma che è nulla in confronto a quello che dovresti fare per affrontare un trasloco. Sopratutto se hai pochi giorni per fare tutto.
Nulla potrà mai prepararti ai pacchi da riempire, agli immensi bustoni da dislocare tra discarica, abiti usati per chiesa, cugine in puglia, libri da portare al Libraccio.
Non vuoi mica buttare dei libri??
E poi butta, butta, butta.
Dicono che non dovremmo attaccarci alle cose materiali.
Ma non è forse per comprare quelle cose materiali che ce ne siamo andati dall’altra parte del mondo?
Dicono che non c’è nulla di definitivo, che la salute conta più di tutto.
Ma come glielo spiego a questo cuore che la testa ha ragione, che vendere una casa, la casa non significa nulla di definitivo. Semplicemente ti stai liberando di problemi.
Ma quel cuore non ci sta. Non lo capisce fino a fondo. Non dimentica il bello di tutta quella vita.
Non può fare a meno di dirti : vedi come ti sta bene ancora questa vita?
Il tuo braccio sinistro si blocca, si intorpidisce e a te manca l’aria.
Con vergogna ti ritrovi a chiamare il 118 : scusate sto male. No no, non ho mai sofferto di questo, no, no , nessuno in famiglia soffre di cuore, si sono un pò stressata, si il mio cuore soffre perchè devo far andare via una parte. Mi date qualcosa che sto troppo male???
Me ne sono andata in ospedale con un ambulanza piena di giovani, senza avere il coraggio di chiamare nessuno. Ho solo mandato un messaggio alle amiche ” ciao volevo dirti che non sto bene vado al pronto soccorso”. Al marito non l’ho mandato il messaggio. Non volevo spaventarlo. Ho passato la notte con persone super anziane che urlavano, il personale era gentile, ma con una faccia così stanca.
Per fortuna ho avuto alcune amiche che mi hanno tenuto compagnia con le loro chiacchiere su whatsapp.
Io che quando sono a Kuwait non mi guardo mai indietro, io che alla domanda “quando torni ?? ” . rispondo “non molto presto. forse mai”. Io che non metto mai l’Italia come piano B.
Io che a parole sono brava, ma poi di fronte alla vendita dell’unica casa che ho vado in corto circuito.
Quella casa che mi ha sempre regalato benessere, che mi ha visto diventare moglie, mamma ed expat. Quella casa che pensavo “dai se succede qualcosa so dove andare. Ho il mio rifugio”.
Ho perso mio suocero, ho firmato il mio licenziamento definitivo e ora pure la vendita della casa.
Me ne sono andata a casa a piedi. Ho camminato lungo le vie deserte, mi sentivo debole, ma avevo bisogno di muovermi, sentirmi viva.
Ha detto ferma tutto. Ha chiamato il mondo.
Io invece in quella camminata ho ritrovato tutte le buone ragioni che mi avevano portato ad accettare e spingere il marito alla vendita.
Perchè tenere una casa vuota se non sai quando e se tornerai?
Oltre a finire al pronto soccorso, sono salita sul furgone di un moldavo, sono ritornata al cinema, ho incontrato dal vivo amiche che sento tutti i giorni ma pensi che forse esistono solo nella tua mente, ho rivisto Drusilla, sono uscita tutte le sere e non ho mai dormito prima dell’una di notte.
Ringrazio mia sorella e mio cognato che mi hanno aiutato a riempire sacchi e li hanno buttati al posto mio che a me costava troppo. Ringrazio tutti gli amici che hanno fatto in modo di incontrarmi. Aprirmi la loro casa. Passare del tempo con me. Pure i miei ex colleghi mi hanno fatto tante feste.
sapessi com’e’ strano
sentirsi innamorati
a Milano.
Senza fiori, senza verde,
senza cielo, senza niente
fra la gente, (tanta gente)
Sapessi com’e’ strano
darsi appuntamenti
a Milano.
In un grande magazzino,
in piazza o in galleria,
che pazzia.
Eppure,
in questo posto impossibile
tu mi hai detto ti amo,
io ti ho detto ti amo
ti amo
ti amo.
E lo sarà grazie a tutte queste persone che hanno reso per me Milano un posto speciale e indimenticabile. D’altro canto resto una persona fortunata a vivere più vite in una sola.
E quello che mi è successo in Kuwait è comunque incredibile.
Ilaria says
Un po’ ti capisco… A me viene già il magone se penso che non vivrò per sempre dove sono ora e che prima o poi dovrò lasciare quella casa…. Tanti ricordi, vita, cadute, rialzate… Però non si può rimanere in affitto per sempre, arriva il momento che devi iniziare ad avere qualcosa di tuo… Come mi sento “sradicatata” e persa quando il fidanzato prova a dire: “Dai, cerchiamo casa fuori città”… Faccio fatica ad accettarlo, so che fuori ci sarebbero condizioni che non ci sono in città, non so se sarei realmente felice e lui lo sa…. Perché Milano è Milano, non conosce mezze misure… O la odi o la ami… E io la amo… Come te, cresciuta in un paesino, qui ho trovato la mia vera dimensione… Ormai ho messo radici, nella città della nebbia, nel quartiere dove vivo e dove vorrei continuare a vivere… Un abbraccio 🙂
mimma says
Una mia amica con il marito fecero la scelta di comprare fuori. Una casa bellissima a cui lei però non è mai riuscita a legarsi. alla fine hanno venduto e vivono nella zona che ama e in cui sta cercando di comprare casa.
Sempre Mamma says
Che magone. Deve essere stato difficile spezzare gli ultimi fili, ma è vero che ora puoi farli volare ulteriormente in avanti.
mimma says
Si ora sono ancora puù libera. E un pò fa paura.
Francesca says
Io invece vivo una situazione opposta. Voglio a tutti i costi liberarmi della casa italiana. L’ho amata follemente, e tutt’ora è così, mi si stringe il cuore solo a pensare a quella luce, al terrazzo, ai vicini. Non è nostra, quindi è un costo esoso che grava sulla nostra vita, ma non è questo il problema.
Io so di aver preso una strada senza ritorno, e ho bisogno di levare l’ancora, eliminare la zavorra, chiudere quella porta, altrimenti il mio cuore non sarà Mai Libero Di amare un’altra Casa.
Mio marito invece tentenna, cerca soluzioni per mantenere quella Casa in cui lui ha vissuto pochissimo, ma Che non vuole svuotare.
mimma says
lo capisco e anche io la pensavo come te. Ciò non toglie che quando è successo è stato comunque difficile. In bocca al lupo.
Chiara expat 2.0 says
Cara Mimma, mi spiace per molto per come ti sei sentita e soprattutto per lo spavento di essere finita in ps. Anche io sono legata molto a cose e a oggetti e posso capire il tuo stato d’animo. Ma i ricordi legati al periodo in cui hai vissuto in quella casa resteranno per sempre nel tuo cuore. E se un giorno tornassi ad abitare a Milano, vedrai quei luoghi che ne hanno fatto da cornice. Per la casa, ne avrai una ancora più bella che rappresenterà te in versione 2.0. Perché per quanto la vita milanese hai visto che ti calza ancora bene, sai che sei cambiata e ora il tuo futuro è altrove. E ti calza altrettanto bene.
mimma says
Hai ragione Chiara è così.
Troverò il posto adatto a questa nuova me stessa, lasciando lo spazio anche per l’altra. Ti abbraccio
Mammarch says
Pure io sono finita al pronto soccorso per un “corto circuito” ormai 7 anni fa. Non sottovalutare l’evento ma prenditi cura di te stessa. Sono passi importanti e vanno metabolizzati anche se il nostro lato razionale ci dice che non è poi chissache’! Buone vacanze anche a voi 😉
mimma says
Si mi sono fatta un bell’esame. Ora mi prendo cura un po’ di me. Cercando di non fare troppo rimozione. grazie mille
Mammapiky says
Vendere casa e’ un po vendere una parte di vita anche se il termine vendere e’ del tutto inappropriato ma non voglio pensare ad un abbandono perché quel pezzo di vita viene via con te….non è la stessa cosa lo so, ma a me e’ venuto il magone anche quando ho dovuto vendere l’auto! Forza Mimma niente spegnerà il tuo meraviglioso sorriso!
mimma says
Grazie mille cara.
ci sono cose materiali per noi importanti. Giusto o sbagliato che sia. ma è così. un abbraccio a te
Mamma Avvocato says
Guarda, ti dico solo che io ho pianto quando ho portato la mia auto, che mi aveva fatto compagnia per otto lunghi anni, compreso abbandono della casa “materna”, matrimonio, gravidanza e primi anni (e vomiti in auto!) del ricciolino, a rottamare.
Non riesco a pensare come sarà quando traslocherò e non è niente al confronto con il tuo stacco.
Quindi: hai tutta la mia stima per avercela fatta, anche se con un piccolo cedimento!
Però in questo ultimo periodo penso spesso al controsenso delle nostre vite di occidentali consumisti: lavoriamo tanto, ci spostiamo tanto per trovare lavoro, per comprare cose da cui poi fatichiamo a staccarci, tanto da comprare, di nuovo, manuali di decluttering e riordino per imparare a farlo, sapendo peraltro dentro di noi che non sono gli oggetti a contare davvero e che, se abbiamo il sufficiente per vivere e la nostra famiglia in salute, stiamo bene anche senza tanti oggetti.
Alice says
Ciao Mimma, io abito a Singapore…a Milano non abbiamo una casa, ma li abbiamo lasciato il cuore
E per quanto ci sembra che ci manchi Milano credo che in realtà ci manchi di più quello che eravamo lì, quello che siamo stati
Ma so che quando andremo via di qui sono sicura che questa città, questa vita così lontana che per alcuni versi non sopporto più, so che mi mancherà tantissimo….e mi mancherà questa casa che ha visto nascere entrambi i miei Bambini . Il distacco sarà duro ma come dici tu siamo fortunate a vivere più di una vita in una sola