Ho in mano le due pastiglie del mio antibiotico.
Ho ancora qualche dubbio se sia il caso si essere così aggressivi, ma conoscendo la mia propensione a peggiorare, mai a migliorare, e viste le numerose bronchiti che questo clima mi ha regalato, ho deciso che si, mi tocca l’antibiotico, almeno questa influenza non me la trascino per altri 10 giorni e poi chissà, forse riprenderò presto a dormire.
Il rientro a Kuwait non è stato semplice.
Non faccio in tempo a dire a mio marito “dai quest’anno è andata bene: poche malattie e zero incidenti” che Giada viene spinta da un’amichetta mentre giocano in giardino, cade male e si rompe il polso sinistro.
Morale: corsa al pronto soccorso, attesa lunga 18 ore e ritorno a casa con un piccolo gesso.
E tra me penso: ma stare zitta no???!!!
Mi faccio coraggio, penso vabbé dai dopo esserci rotti il gomito l’anno scorso, possiamo affrontare questa. Va bene mancano 4 giorni alla partenza, va bene rinuncerò al bagaglio a mano, visto che lei sarà un po’ instabile, io sono sola e quindi addio ad una parte di viveri che volevo portarmi a Kuwait. Perché mica potevo rinunciare alle scarpe! Vi pare?!
Io e la mia giovane guerriera affrontiamo il nostro solito viaggio della speranza.
Lei bravissima, non ha fatto storie, abbiamo superato i nostri cambi, passato le nostre 16 ore in giro.
Solo all’una del mattino, di fronte alla lunga ora di attesa dei bagagli ha iniziato a manifestare stanchezza.
Ma ecco che tutto passa appena vede il suo papà….
Sabato lo dedichiamo a riorganizzarci, a riprendere possesso delle nostre cose. Il caldo è pazzesco. Il termometro segna 50 gradi e, visto il gesso, non possiamo nemmeno trovare refrigerio in un bagno in piscina. Ma abbiamo i nostri giochi che non vediamo da due mesi e tutto va bene.
Nel pomeriggio la vedo strana, la tocco e… sorpresa, scotta: ben trentanove di febbre.
Insomma, pare che dall’Italia non ci siamo portate solo le scarpe, ma anche un bel virus.
Così abbiamo iniziato la nostra clausura! Che poi con 50 gradi e un gesso che volevi fare?! Mi dico per rincuorarmi.
Per fortuna che avevo una bella lista di cose da fare e una bimba molto collaborativa.
Così la clausura è servita per fare pulizia: giocattoli vecchi, medicine scadute. Ma anche a dilettarmi nella professione che mi viene meno bene e meno naturale: mamma art attack.
Ahime da due giorni il virus è magicamente passato a me!
E poiché a Giada dopo il 4 giorno di febbre alta siamo stati costretti a darle l’antibiotico, io oggi dopo il secondo ho preso la mia decisione: mi curo. Anzi, mi drogo di medicine, tachipirina, antistaminico, sciroppi.
Perché lo sappiano una mamma ammalata non è immaginabile, soprattutto con la scuola ormai prossima e con queste temperature i batteri fanno festa.
Ora padre e figlia sono di là. Giocano.
Lui è uscito prima dall’ufficio vista la mia febbre almeno può darmi il cambio.
Li sento confabulare.
Poi lui che inizia con voce seria a fargli un discorso. “Giada quest’anno ho tanti buoni propositi. Prometto:
1) di aiutarti a fare i compiti, di mettermi con te almeno il week end a scrivere lettere e numeri;
2) prometto di portarti ogni sabato mattina a correre e in bicicletta;
3) prometto di leggerti una favola in inglese tutte le sere;
4) prometto di non farti mangiare troppi zuccheri (giuro l’ha detto) di insegnarti a mangiare bene.
Si quest’anno mi voglio impegnare tanto”.
La figlia lo guarda, l’abbraccia: “papà mi passi twilight??”.
A me ha fatto sorridere un sacco, ho anche riflettuto che da genitori si cambia proprio tanto .
Prima a settembre uno stilava la sua lista di buoni propositi. Tipo dimagrire, studiare una lingua straniera, fare un corso di ballo, poi tac diventi genitore e pensi solo a loro. A cosa puoi fare per migliorare la loro vita.
Allora ho deciso di fare anche io una lista di buoni propositi che riguardano mia figlia.
Ci ho pensato un po’, poi ho avuto l’illuminazione dopo aver visto il video che ci ha fatto la sua teacher del Kindergarden e guardando pure tutte queste foto.
Il mio proposito sarà solo uno: PETTINARLA.
No ma davvero come mando mia figlia in giro??? Io poi figlia di parrucchieri. Un oltraggio. Non si capisce se è riccia o liscia. E abbiamo un cassetto pieno di elastici, clips e cerchietti. Poi quest’anno abbiamo per la prima volta un maestro e non ci sarà nessuno che le farà la treccia frozen!
Vi pare poco come buon proposito?
A me no, visto che quello che dice il padre di voler fare io lo faccio già da ben milleseicentosettanta giorni. Giorno più giorno meno.
Buona ripartenza a tutti.
Mimma
ps. poi ho pure un altro proposito diventare maestra del “caro virus non ti conosco”….ma forse alla fine basta solo fare una cosa, stare zitti e non sfidare la sorte.
Mamm avvocato says
Questo post me lo ero persa: bellissimo e molto commovente!
Dovresti vedere i capelli selvaggi di mio figlio!!!
Spero che ormai la malattia sia un lontano ricordo. Quanto alle scarpe…Wow!!