Non riesco a smettere di piangere.
Guardo le foto e mi sale un groppo in gola.
Oggi ho passato tutto il tempo a dare baci e abbracci a Stefania.
Oggi ho dovuto fare quello che più odio: dire good bye a degli amici.
Che poi a chi voglio darla a bere, non è un good bye, ma un vero e proprio addio. In inglese non esiste un equivalente del nostro addio, forse farewell, ma noi lo sappiamo che arrivederci è diverso da un addio.
Questo è il mio primo vero addio a degli amici.
Tutti quelli che ho fatto finora avevano sotto sotto la segreta speranza, oltre che alla determinazione, che li avrei rivisti quegli amici.
E’ stato così con i miei amici milanesi, poi con Federica. E pure con Drusilla che per quanto è stato doloroso salutarla ho sempre saputo che non ci saremmo perse.
Ora devo salutare Katya la mia amica russa che si trasferisce in Angola. Continuiamo a dirci “dai ci vedremo nelle vacanze”, “dai organizziamo un safari insieme”, salvo poi mandarci messaggi strappalacrime. Abbiamo passato quasi tutti i pranzi e i pomeriggi insieme in questo ultimo periodo, ma mi sembra così difficile. E poi mi dispiace da morire salutare la sua piccolina, che da oltre un anno viene almeno una o due volte a settimana a casa nostra. E’ stata la nostra prima esperienza di ospite senza mamma. Ricordo l’emozione mista alla paura. Quella bimba così tranquilla, riservata mi ha conquistato il cuore!
Pian piano abbiamo iniziato a ridere, prendere confidenza. L’ho vista cambiare. Diventare buffa. Fare il pagliaccio per farmi ridere. E poi è così accomodante. Quella piccola prepotente di mia figlia con lei ha vita facile, la sedia pink può tenersela. Anche se poi io ne ho comprata un’altra perché voglio pure per lei un mondo in rosa, perché so che non dice nulla, ma un po’ le dispiace non averla quella sedia.
Non pensavo ci si potesse affezionare così tanto ai figli degli altri. Mi mette tanta tristezza pensare che da oggi potrò seguirla solo su facebook. Sapere dei suoi progressi. Immaginarmi i suoi pensieri.
Mi mancherà Katya, la russa più funny che io conosca. Così pratica e sicura. Così indipendente. Ho imparato tanto da lei. Compreso che come me spesso è stanca di parlare in inglese e allora termina una frase in russo, anche se è sposata a uno scozzese.
I suoi pranzi che mi hanno regalato grandi indigestioni visto l’uso esagerato dell’aglio. Non riesco mai a dirle di NO, non credo che esista qualcuno capace di farlo. La sua generosità mi ha lasciato spesso a bocca aperta. I mille piccoli doni. Pure ora lei parte e per tutti ha preparato dei regalini di San Valentino. Lei parte e fa i regali a noi. Avete capito il tipo?
Mi piace pure Cameron il terribile e Cristian appena di un anno. Hanno tutti quel non so che, forse il cuore grande di sua madre? La sua energia?
Ricordo ancora quando li incontrai al Club, la bellezza di Katya è super evidente, come non notarla. E poi quella bimba così bionda, la felicità nello scoprire che avrebbe iniziato nella stessa classe di Giada, anche se più timida e sarebbe diventata fan di Riccardo il figlio di Drusilla.
Oggi sono triste davvero. Questa è il rovescio della medaglia della vita da expat. E’ troppo piena di saluti. Di lacrime nascoste e asciugate in fretta. Di bicchieri mezzi pieni.
A giugno andrà via anche Liz la mia amica australiana e le sue adorabili figlie.
Poi sarà il turno della mia amica Manu e i due twins.
Ci si può abituare a tutto questo?
Giada mi ha detto: “mamma why everybody go away?”.
Già, perché….
Non sarebbe bello avere tutte la stessa “scadenza”?
Forse dovremmo istituire dei meeting una volta all’anno, dei grandi happening, altro che Woodstock.
Hey, voi che siete passati dalle mie vite, voi che mi avete donato una parte di voi, che mi avete emozionato, fatto ridere ma ora piangere. Hey, parlo proprio con voi: non sognatevi di sparire!
Si si, dovremmo fare cosi, oppure concentrarci sulla fortuna di esserci incontrati, perché non ovunque si creano legami.
Kuwait alla fine ha questa magia, lo dicono in tanti che sono passati da qui.
Ho preparato un video di immagini.
Sono un po’ masochista lo so. Ma volevo salutarli per bene.
Buona fortuna amici. Good Luck for this new adventure.
Oggi mi sento un po’ Higlander…alla fine ho la sensazione che rimarrò solo io in questo polveroso paese e la cosa non mi piace per nulla.
Poi il mio sguardo finisce sul mare. Sulla distesa di acqua che ho davanti ai miei occhi e penso…che come al solito tutto questo mi aiuterà. Che mio marito, mia figlia e la stessa Kuwait mi aiuteranno. Si, questa vista come la prima volta mi aiuterà.
Come mi disse mio marito “A Milano dicevi che mancava solo la vista del mare per essere perfetta. Qui avrai il mare e ti mancherà tutto il resto!”.
“Nelle città senza mare, chissà a cosa si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio.”
Banana Yoshimoto
Cara Malù says
Certo che questa vita ti costringe a “lasciare andare” molte persone..Però ti permette di incontrarne di nuove e io spero davvero che possano riempire il vuoto che senti al momento! E poi chissà, magari non è un addio ma riuscirete davvero a rivedervi un giorno..Un bacione!
mimma says
si hai detto bene incontro molte persone…ma ne perdo pure tanti, almeno momentaneamente…perchè sono convinta che in qualche modo resteranno nella mia vita….
bonjourchiara says
Questo è l’aspetto che più temo e che per fortuna non ho ancora vissuto…
Artemisia says
Il dirsi addio è tipico di tutti i posti di mare, anch’io in questa mia città spesso devo dire addio a coloro che qui sono solo di passaggio in cerca di lavoro… e non è mai facile.
Mamma in Oriente says
Anch’io ho salutato spesso delle amiche o perché me ne andavo io o perché se ne andavano loro. E devo dire che, nonostante alcune io lo senta ancora dopo anni, con il tempo la frequenza dei contatti va diminuendo e, soprattutto, solo in rari casi ci si è rincontrati fisicamente. Dispiace sì, ma c’est la vie! Quella che ci siamo scelti…
mimma says
io non sono ancora così sicura di essermela scelta…ma si hai ragione!! che tristezza però…
Graziella says
Ti vorrei dire tante cose, ma non sono sicura che siano le cose giuste da dire o che comunque sia sempre necessario “dire” … ma ci provo. Leggendoti in questi due anni mi sono resa conto di quanto amore provi per tuo marito, di quanto questo vostro “progetto di famiglia” sia fondamentale per la tua vita, altrimenti nulla avrebbe senso. Il sacrificio che ti tiene lontana dalla sicurezza della famiglia, dagli amici, dalla tua terra, l’Italia, che conosci bene, dalla tua lingua madre, dal tuo stile di vita, dalla tua carriera. Tu sei un’expat stanziale, sono gli altri che vanno via, tu resti li e questo strappa il cuore, perchè partire significa lasciare gli affetti e le certezze, ma anche ricominciare, vivere una nuova avventura e questo mitiga i dispiaceri. Ma Mimma credo che nonostante i dispiaceri tu sia una di quelle donne che una volta preso il treno non si guardano indietro e pensano solo al viaggio. Ti ammiro per questo, e tua figlia avrà il meglio grazie a due genitori così. Anche se forse non sarà molto, sappi che sono una tua amica virtuale e certamente come me tante altre persone affascinate e affezionate a una donna splendida come te.
mimma says
Graziella mi hai commossa…grazie per il bellissimo commento! Scusa il ritardo nella risposta…ma ero fuori…ti abbraccio
valentinavk says
Cara amica, io finora sono sempre stata quella che parte.da torino da milano da bruxelles da finevra da varsavia.e stato piu o meno doloroso ogni volta ma ho sempre pensato che forse per chi resta e vede gli altri allontanarsi e piu difficile xche il luogo dove battagli x costruire un fortino contro la solitudine perde dei pezzi indipendentemente dalle tue scelte, mentre se parti x quanto sia doloroso abbandonare il fortino e ricominciarne uno nuovo, dipende dalla tua scelta…
mimma says
Si è quello che penso pure io …anche perchè resti in un posto che non è casa tua fino in fondo…e poi questa è la prima volta che saluto qualcuno che non ho così la certezza di rivedere….
Luciano says
Non piangere quando perdi qualcuno, piangi quando l’avrai dimenticato, perché solo allora l’avrai perso per sempre.
(non so di chi è questa frase, non è mia. Ma credo che sia la più bella che si possa dire)