Oggi voglio raccontarvi la storia di Francesca Picciafuochi, la mia amica speciale dei tempi dell’università.
Una dei componenti della setta dei giuristi estinti. Se non li conoscete non preoccupatevi, erano solo cinque ragazzi che studiavano come pazzi per prepararsi ad un esame difficile tenuto da un professore cattivissimo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Passavamo intere nottate ad arrovellarci sui grandi quesiti di civile II. Ma in realtà passavamo anche tanto tempo a ridere, tra una smorfia di Mario, la testa per aria di Fulvio e i tick nervosi di un altro Mario. Credo che la nostra amicizia sia nata li. Bè, lei era già famosa nella nostra piccola comunità di studenti fuori sede: bella, entusiasta, super esuberante.
Era impossibile non notare Francesca. L’ho raccontato più volte, Milano, quella università per me sono state davvero importanti. Ho tanti buoni amici conosciuti lì. Francesca è una di queste. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, ha fatto tante cose. Pian piano ha mosso i passi nella moda. Mettendo a frutto le sue indubbie qualità, è diventata la responsabile di comunicazione del settore lifestyle per Lacoste e Colmar. Poi ha deciso di aprirsi una agenzia e infine nel 2012 il grande salto: si é trasferita a Sao Paulo dove ha aperto Esperienza Italiana, ovvero il savoir-faire italiano per clienti brasiliani o italiani che si vogliono far conoscere nella più importante vetrina del Sudamerica. E’ responsabile delle Relazionei Esterne dell’Hotel Tivoli, albergo di Lusso nel cuore di Jardins.
Grazie a Facebook ci seguiamo, manteniamo i contatti. Poi aver entrambe espatriato più o meno nello stesso periodo, anche se in posti diversi e con motivazioni diverse, ci ha riunito.
E’ da un po’ di tempo che corteggio Francesca affinché racconti la sua storia, Perché per me è stata davvero brava, vorrei che raccontasse tutti i piccoli e grandi traguardi che sta raggiungendo. Se seguirete la sua pagina Facebook “esperienza italiana” potrete apprezzare come me, quanto è brava, e quante cose belle possono accadere. Lei lavora sodo. Ha trasformato questa esperienza in una grande opportunità. Io sono molto orgogliosa di lei. Mi fa bene seguirla, sapere. Gli esempi positivi sono la mia droga. Leggerete del suo grande amore per la famiglia, per suo padre, per il suo angelo che è sempre vicino a lei. Di quello che accade in Brasile e dei grandi eventi che riesce ad organizzare, ma ora lascio la parola a lei. Oggi ci racconterà un piccolo e dolcissimo aneddoto sul Carnevale in Brasile.
“E’ arrivato, come ogni anno, il Baile da Vogue, mitico appuntamento social, nel quale la testata più blasonata e glamurosa del Brasile, da pochi anni in portafoglio alla Globo, festeggia l’apertura del Carnevale.
Un MUST HAVE!, dove il mondo della moda e, chi ci gira intorno, non può mancare: “che si aprino le danze!”.
Inizia, un rituale paragonabile solo alla Via Crucis. Prima di tutto, bisogna ricevere il “benedetto” invito. Da cui inizia il maledetto gioco chi é fuori e chi é dentro.
Una volta ricevuto, si svela il segreto. (Del concept del Baile). Quest’anno si festeggiano i 40 anni, #lagrandefolie !
E vai alla ricerca di un look che sia degno e in sintonia con forme e comodità. Perché ricordiamo é una vera e propria Maratona. Nel frattempo, iniziano i bingo looks. Chi veste chi!!!!! (e da cui si apro il vestito scomesse, quanto si guadagna per rappresentare un brand, per una serata??!??).
Io, quest’anno, vengo contattata da un designer brasiliano, che mi propone di vestire un suo abito. (ovviamente, gratis. E lo trovo già un onore!).
Faccio ben due fitting, in giorni diversi, manco fossi Giselle.
Organizzo cabeleireiro, up artist, prendo ispirazione dallo show Versace Haute Couture. Mi metto un “negoçio” in testa , cioè aggeggio, in portoghese, fatto di piume e swaroski.
Mi “accessorio” con l’importantissimo e valorissimo anello a pentali e brillanti di Cristina Rotondaro.
Alle 9.30pm sono pronta. Entro nel vestito.
1…..2…e….3…. Si rompe la zip!
Ecco, 1 mese dietro a questo Baile e a 20 minuti dall’inizio, siamo già ai rigori, a favore della SFIGA?
Calma. Qui neanche lo spirito di Yves Saint Laurent sarebbe riuscito ad aiutarmi.
Ad un tratto, ricordo che, nelle mille valigie che mi sono portata dall’Italia, in questi 3 anni, ho infilato anche un vecchio, ma bellissimo abito di mia madre.
E’ del 1969. Ha più di 45 anni, in crepe di seta nero, lungo fino ai piedi, la schiena nuda e due bretelle con due ferma ganci scintillanti come brillanti.
In 3 secondi come presa da una crisi epilettica, apro il mio closet e lancio tutto per terra. Ecco lo trovo. Era lì. Ad aspettarmi.Immacolato, Puro. Come se fosse uscito da una sartoria.
Lo infilo, cade a pennello.
Mi viene quasi da piangere. E’ il vestito che la mamma usò in una serata di Gala quando il babbo era un giovane Ufficiale. Anche lui con la divisa di Gala.
Ricordo ancora la foto incorniciata a casa della nonna, ballavano stretti, stretti. Come una volta. La foto è indiscutibilmente in bianco e nero. La mamma era bella, alta, magra, bionda e aveva gli occhi che sgorgavano d’amore. Solo pochi mesi prima si erano sposati.
Alla festa ci sono andata, orgogliosa di portare qualcosa di valore. Gioielli a parte. Quel vestito raccontava di me.
Mi sono sentita bella e viva, come mai mi era successo.
La festa è sta, come è nella tradizione Vogue, bellissima. Di tutto e di più. Donne, le più belle. Uomini, pure. Fiumi di champagne, intercambiati da passi di samba e tanti seflie in compagnia.
Stanotte, addormentandomi, a poche ore dall’alba, ho pensato al valore del PASSATO. All’impegno che dobbiamo dimostrare trasferendo un ricordo, un racconto, un oggetto, ai nostri figli, ai nipoti. A chi verrà.
Raccontando chi siamo, chi eravamo, cosa avevamo.
Tramandare tradizioni usi, costumi… Costumi (veri e propri), ci aiuterebbe ad esser più originali e autentici.
Consumeremo di meno. Alla faccia del PIL che non cresce.
Ma saremo almeno orgogliosi di esportare un MADE IN ITALY, since 1969, la cui qualità non scade. Mai.
Da ultimo, ho pensato, CHE CULO, aver avuto una madre come la mia!
saudades.”
Francesca

Alla fine è questo il segreto di espatriare, ma non perdere mai di vista le nostre origini, la nostra essenza, il nostro entusiasmo.
Buon carnevale a tutti.

Muitos parabéns alla tua amica Mimma!
Se scrive un libro sulla sua esperienza io lo compro. A me, appassionata di moda e laureata in scienze della comunicazione, serve un guru. Così posso aprire anche io esperienza italiana presso i cugini portoghesi ed essere invitata da Vogue! <3 <3
Siamo in tanti a chiederglielo e pare che qualcosa bolla in pentola!!! speriamo…