Il 30 mattina mi sono svegliata e ho visto grossi fiocchi di neve. Ho subito pensato: “ma mi sono addormentata in Puglia e risvegliata a Salice d’Ulzio??”. No, non stavo sognando, era tutto vero.
Mentre la piccola era tutta contenta e urlava “neve, neve” iniziavano i miei scongiuri, le telefonate ogni due ore in aeroporto per avere informazioni visto che nel tardo pomeriggio era prevista la nostra partenza. Per arrivare a Brindisi anzichè i soliti venti minuti ci abbiamo impiegato un’ora a causa della pessima condizione delle strade, già ricoperte di neve, e dell’assenza di attrezzatura idonea. Nelle mie orecchie risuonava la voce di mio marito: “andate piano, andate piano”.
Questa rocambolesca partenza ha tenuto a debita distanza la tristezza tipica dei saluti delle ripartenze, quei saluti sempre troppo carichi di malinconia, abbracci e lacrime.
Per fortuna Kuwait mi ha accolto nella sua forma smagliante: sole, caldo. Ma soprattutto Lui, così felice di rivederci, con un sorriso da un orecchio all’altro e come al solito così diverso lì in mezzo alla consueta umanità che popola l’aeroporto di Kuwait City.
Inoltre, avevamo un bellissimo programma per la sera del 31: eravao invitati a cena dai nostri amici Lynda e Andrew. Lei sudafricana, lui scozzese. Ma come dopo una notte in bianco, con 13 ore di volo alle spalle, tre scali, tu corri a una cena di capodanno?? vi chiederete.
Ebbene si. Adoro questa coppia, hanno vissuto tre anni a Roma e hanno girato il mondo. Hanno una curiosità così bella, così sana per la vita che ti mettono di buon umore. Loro, ovunque vanno in visita, o per vivere, cercano subito di integrarsi, con semplicità, educazione e pazienza. La loro casa è piena di oggetti. Amano la cucina, il cibo sano e fatto in casa, mantengano tutte le tradizioni in cui si sono imbattuti. Dalle ricette, ai costumi, alle feste. Per dirvi per le vacanze erano stati in India e lei era vestita con un bellissimo sari e anche la loro bambina.
Mi hanno parlato persino della Befana dopo che sorpresa ho visto le calze appese al corrimano della scala. Hanno mostrato a Giada una piccola Befana che hanno appeso all’albero di natale, dove tra l’altro c’erano oggetti di tutto il mondo, qualcosa dalla Germania, dall’India, dal Sudafrica e naturalmente dall’England . C’era pure un mini Pinocchio, che loro considerano una bellissima fiaba.
Io adoro frequentarli. Tra l’altro lui parla benissimo l’italiano, lei lo capisce molto bene, in casa ascoltano radio rtl 102, 5.
Da loro si fanno sempre incontri molto interessanti e stimolanti.
Questa volta c’erano una coppia di americani, lei di Washington, lui di Houston con due i maschietti che mi hanno subito detto “ciao” in italiano. Durante le vacanze natalizie erano stati a Roma dove avevano incontrato la sorella di lui che vive in Francia e i genitori che invece stanno in Texas. E i bimbi hanno imparato il nostro saluto.
Come al solito mi sale l’adrenalina in queste situazioni. Faccio ancora fatica a capacitarmi di riuscire a passare dal mio paese, dove sto con gente che spesso non si è mai mossa da lì, a gente che trova così naturale fare la valigia e cambiare continenti.
Poi c’era una coppia di altissimi British, ma lei di mamma tedesca e lui di papà irlandese, senza figli perché loro dormono alle 18.
Lui ha attaccato un bottone a mio marito, raccontandogli di tutti i paesi in cui ha vissuto, i bimbi sono andati nella play room che tutti gli stranieri hanno, io mi sono seduta con le donne nel salotto dove c’erano gli antipasti.
La prima domanda è sempre da quanto tempo viviamo tutti in Kuwait, le nostre nazionalità, nel frattempo si è unito a noi il marito di Liz, l’americana e mi ha introdotto dicendo “lei è italiana”.
Allora lui mi ha parlato di quanto sia splendida Roma, di quanto siano stati bene e che dopo sono andati a Venezia, che li ha colpiti molto.
Io gli ho confermato che è vero, la bellezza regna sovrana in Italia, gli ho chiesto com’era Houston. Lui mi ha detto: “brutta come Kuwait ma almeno ci beviamo su!”. E questo ha strappato una risata generale che ha aumentato il livello delle chiacchiere piacevoli e scorrevoli.
Lynda ci ha raccontato il suo viaggio in India con quella luce che la infervora tutta quando parla del mondo, delle cose che le piacciono. Ha dei bellissimi occhi chiari, una pelle diafana e il sari rosa le donava.
Poi abbiamo parlato delle reciproche tradizioni e ognuno ascoltava l’altro con interesse. Ci siamo seduti intorno una bellissima tavola con dei segnaposti molto personali, i padroni di casa avevamo preparato agnello al forno, puree, funghi. Io oltre a un bel pezzo di parmigiano che li ha stesi durante gli antipasti, avevo preparato un’insalata russa. Liz un’insalata e dei pomodori ripieni. Per dolce avevo preso un pandoro e fatto la crema mascarpone che mi ha insegnato Drusilla, mentre Liz ha fatto un gelato pieno di canditi e Olly, la donna inglese, una torta ricoperta di cioccolato.
Ero molto preoccupata di trascorrere un’intera serata a parlare solo in inglese, dopo una pausa di dieci giorni, invece loro mi hanno aiutato, parlavano piano e almeno davanti a me, non hanno mostrato disappunto per il mio lessico a volte tutto da immaginare.
Io in realtà ad un certo punto mi sono estraniata e non perché non fossi interessata. Ho fatto un gioco che mi capita di fare talvolta. Mi sono messa nella posizione da spettatrice. Guardavo me stessa seduta. Nostra figlia così a suo agio. Le persone sedute a tavola, appartenenti a mondi diversi, ma comunque così attenti a trovare un punto di incontro. Mio marito, che come al solito fa fatica ad uscire e poi conquista tutti, a fine serata è pieno di business card .
E mi sono detta “sto devo stare. Sto dove mi piace. Sto con chi amo“.
Cin cin 2015 …noi ti aspettiamo con la consueta fiducia e curiosità.
Miriam says
Mi sembra che non vi siete fatte mancare proprio niente al vostro rientro…BRAVISSIME!
Buon Nuovo Anno!
Miriam
Mamma avvocato says
Come si suol dire, un rientro con il botto!!!
Vorrei esserci anche io, ad un tavolo così…peccato che non sappia l’inglese!
Abaya and Heels says
Buon anno mie adorate! vi aspetto qui in Peru!
valentinavk says
mi hai fatto piangere dal ridere quando me lo hai scritto…perche’ quello stesso giorno ero in auto con pawel che piagnucolavo su quanto fosse orrida questa citta’ e lui alla fine si e’ arreso e mi ha detto: si hai ragione, di tutti i posti che ho visto in vita mia somiglia..somiglia a kuwait city ahahahhahahahahahhaha
mimma says
Non puoi capire quanto mi ha fatto pensare a te! Tra l’altro si è lamentato per le stesse cose che mi avevi raccontato e la battuta ..grandiosa!