Il fumo nero ed acre sale all’orizzonte in un cielo terso, i piccioni sfiorano le placide acque turchesi ed il caldo stà ormai scemando verso un autunno che si appresta a rinfrescare questa parte di mondo. Una parte di mondo che ormai mi appartiene da anni…….
Ebbene si, mi presento, sono il Daddy Expat. Quello che ha deciso di cambiare la sua comoda vita fatta di routine, di certezze e famiglia per inseguire un ulteriore sogno che possa permettere di volare sempre più in alto e lontano. Per realizzare quel progetto che da sempre accomuna me e la mia dolce Mamma nel deserto alla ricerca di una dimensione che ci appartenga e ci identifichi.
Come pochi ormai sanno, sono i sacrifici, le privazioni, le lunghe attese a fortificare l’individuo ed i rapporti interpersonali. Così faremo anche di questo anno un’icona, una milestone da esibire orgogliosamente nel nostro museo che ha ormai in bacheca tanti trofei e pochi rimpianti.
Si, lo ammetto, vivere lontani non è certo facile, non poter vedere i tuoi figli crescere nel quotidiano è logorante, ma li vedo sereni, felici per la nuova scuola ed eccitati per le nuove sfide e avventure che la vita gli presenta. Abbastanza consapevoli che dall’anno prossimo si cambierà nuovamente, e finalmente saremo di nuovo tutti insieme….
Evviva!!!
Cercherò di non cadere nel tranello della retorica e del sentimentalismo, così iniziamo a parlare di questo nuovo paese che per gli Expat di lunga data viene semplicemente identificato con tre lettere KSA (Kingdom of Saudi Arabia). Tutti non lo nominano, è considerato come il peggio del peggio, un orco apocalittico per un Western ormai abituato al libertismo più sfrenato ed alla mancanza di regole del buon vivere quotidiano, ed inveceee……….ti scopri catapultato in un mondo in pieno fermento, fatto di regole stane, a volte assurde, ma non così restrittive come dai più descritto.
La mia città di destinazione è Ryad, capitale e centro vitale del Regno Saudita, megalopoli con più di 7 milioni di abitanti. Cosmopolita per necessità, solcata da enormi arterie stradali a sei corsie congestionate dal traffico (a confronto la nostra cinquantenne Autostrada del Sole sembra una via di campagna), che in parte è dovuto a quello per cui sono qui, il più grande ed ambizioso progetto mai realizzato da queste parti: la Metro. Quattro nuovissime ed ipertecnologiche linee, che tra sette anni attraverseranno in lungo ed in largo la città, modificandone il tessuto urbano e la mobilità delle persone, che ad oggi possono spostarsi esclusivamente su gomma e che gomma!!! Asfalto liscio, gomme slise ed utilitarie tutte ammaccate, ma dove sono finito???
Io mi aspettavo Ferrari, Maserati, Porsche, Rolls Royce, Bentley, Aston Martin, Bugatti, Mustang, Range Rover etc… ed invece, solo utilitarie Made in Japan o Korea!!! Ma dove sono finiti i ricchi Kuwaitiani tutti fighetti alla guida dei loro macchinoni rombanti e sgargianti?! Ed il petrolio non doveva regalare benessere e prosperità a tutti?!
Facciamo un breve esercizio analitico e vediamo che il Kuwait è di fatto il quarto paese al mondo per produzione di petrolio ed ha una popolazione locale di soli 900.000 individui; la KSA è il primo paese al mondo per produzione di petrolio ed il sesto per produzione di gas naturale, ma ha circa 30 milioni di abitanti (expat esclusi).
Il Kuwait ha deciso nel dopo Guerra di costituire un fondo sovrano e di destinare parte della ricchezza ai pochi Kuwaity, a discapito di nuove infrastrutture che nonostante tutto, lentamente prendono forma nel cuore della città.
La Saudi Arabia, ha invece deciso di sviluppare uno stato sociale forte, investe in infrastrutture, nell’industria, nell’istruzione ed il saudita medio lavora per portarsi a casa la pagnotta, diciamo che gli aiuti di Stato sono pochi e la gente è meno viziata del piccolo Emirato del Kuwait.
Comunque sia, io li trovo gentili, aperti e “acculturati”, che è ciò che manca ai cari Kuwaitiani, ormai US addicted.
Udite udite, Ryad sin da subito non finisce di stupirmi, è anche una città da vivere “By Night”!
Si presenta frizzante, colorata, piena di moderni Mall, dove trovi negozi alla moda come Armani Exchange, Fred Perry, Versace, brands dai nomi a me sconosciuti e dai prezzi da capogiro, al negozietto che vende covers per IPad a prezzi stracciati. Insomma, una bella cozzagli di roba che rende piacevole camminare nell’after work.
La chicca però la si trova in centro, dove due vie chiaramente dedicate allo struscio dei giovani Sauditi con tanto di continui lanci di bigliettini tra ragazze velate e ragazzotti arrapati, si apre un nuovo scenario a me sconosciuto anche dopo anni di permanenza in questo Middle East. Sarà un calo di pressione o un’allucinazione da mancanza di alcool, ma davanti a me si aprono due enormi marciapiedi dove è possibile camminare in sicurezza senza che un Hummer impazzito che vuole furbescamente evitare la coda, decida di usarlo come corsia di sorpasso. I negozi si susseguono, puliti, moderni, gli alberi finti ricoperti di lucine colorate rischiarano la notte e sembra di essere a Las Vegas. Forse esagero un po’, ma credetemi, è una vera rivelazione!
Poi anche lo stomaco richiede la sua parte e vai con una lunga lista di nomi più o meno familiari, dal fast food Americano tipo, il Mc Donald’s, il Fridays, l’Applebee’s, KFC, alle Steak Houses, al rinomato ed italianissimo Rossopomodoro, al libidinoso Turco ed alla certezza della cucina libanese. Che dire: la cena è servita!
A@@o sono le 23:00!
Coprifuoco. Tutto chiude. In fretta cerchiamo un taxi che ci riporti al nostro compound.
Bisogna rientrare perchè alle 4:00 c’è la preghiera, quindi, tutti a nanna!!!!
Concludo con un pizzico di pepperoncino dato che ormai la BBC e la CNN mi fanno compagnia, l’articolo 18 deve essere abolito.
Unica certezza: sono, sarò e saremo Expat forever (un expat dad forever!)
Tornato alla quiete del compound, i miei pensieri sono rivolti ai miei tesori, al loro futuro, al nostro nuovo inizio insieme in questo nuovo deserto.
Finalmente mi addormento.
Ti amo Mamma nel Deserto, che più verde non potrebbe essere.
bonjourchiara says
é bellissimo leggere il vostro entusiasmo! soprattutto è contagiante! dai che credo che il primo mese sia già quasi passato 🙂
drusilla says
Il primo mese diciamo che è quasi volato….
Moky says
Dieci mesi passano in fretta se ciò che ti circonda ha dei lati positivi.
Vi ho visti insieme e siete stupendi, tutti e quattro.
Tifo x voi.
drusilla says
Grazie mille Moky!!!!
trentazero says
Bravo Marito di Dru’. 🙂
Graziella says
Vicino ad una grande donna c’è sempre un grande uomo.
drusilla says
Vero!!!!
federica says
Mattia sei unico…fai quasi venir voglia di trasferirsi!!
A me pero’i viziati Kuwaiti e i loro Silverado erano simpatici 🙂
Un abbraccio e un in bocca al lupo!!!
Graziella says
Vicino a una grande donna c’è sempre un grande uomo.
ero Lucy says
Che emozione leggerti e che emozione il finale 🙂 dai che volano si’!!
drusilla says
Grazie mille!!!!
costanza says
10 e Lode! queste righe dipingono un entusiasmo senza pari e contagioso. e magari strappano qualche lacrimuccia… 🙂
drusilla says
Grazie mille Costanza!!!
Il Frutto Della Passione says
È bello conoscere un punto di vista differente, soprattutto quando arriva da un uomo, in questo mondo di expat dominato da donne 🙂
Siete una famiglia stupenda.
Mi ero persa nel trasloco del vostro blog, chiedo venia. Ci sono e vi seguo, col solito affetto.
drusilla says
Per mesi in Kuwait gli ho chiesto di scrivermi un post ma nulla… Ora che è sola a Ryad ha avuto tutto il tempo a disposizione per pensare e poi scrivere.
Grazie per la famiglia stupenda, diciamo che facciamo il possibile per rimanere uniti ed essere una famiglia.
Grazie per il tuo affetto e ricambio di cuore!
Un abbraccio
Il Frutto Della Passione says
È bello conoscere un punto di vista differente, soprattutto quando arriva da un uomo, in questo mondo di expat donne 🙂
Siete una famiglia stupenda.
Mi ero persa nel trasloco del vostro blog, chiedo venia. Ci sono e vi seguo, col solito affetto.
mimma says
Cara purtroppo tanti amici si sono persi il trasloco! Ci sei mancata !
Luciano says
Complimenti a questo papà expat! E’ molto più raro che sia un papà a raccontare qualcosa. In un solo post hai concentrato tante di quelle emozioni che fanno fatica a starci dentro. La fatica quotidiana di amare la propria famiglia al punto da non poterci stare insieme perché in questo momento è proprio necessario. E ti auguro che passati questi mesi, siate poi sempre insieme.
La bellezza della descrizione di un posto nuovo, della sua gente, della sua cultura, visti da un uomo. Mi mancava questa perla rara.
drusilla says
Lui è un papà che ama raccontarsi, adora parlare e fare conversazione come facciamo noi donne. Purtroppo fino ad oggi non ha avuto il tempo materiale per pensare e tradurre i suoi pensieri in parole scritte, ma ora che si trova a Ryad da solo, finalmente è riuscito a farlo.
Anche a me piace molto ascoltare e leggere il punto di vista al maschile. Il mondo degli expat spesso è raccontato dalle donne ma nel mio caso non sarei expat se non avessi avuto un marito da seguire. Non posso che ringraziare lui per avermi dato questa possibilità!
Grazie per le tue parole!
Emme says
….e io piango….
Claudia says
Davvero toccante…. Grazie daddy expat per le tue belle parole, e grazie per averci aperto un mondo nuovo davanti agli occhi… Grazie mamme nel deserto per aver condiviso le sue parole con noi!
drusilla says
Grazie a te Claudia per i milleemille complimenti!!!!
Annika says
Bella questa prospettiva diversa…
E che dolce questo papa’ expat!! 🙂
drusilla says
Grazie Annika!
Stefania Iori says
Fantastico!!!!!Bellissima descrizione con tante emozioni !!! Bravo Mattia a presto!!!
Mamma. Avvocato says
Complimenti per questo entusiasmo. Non credo che lo condividerei ma è bello capire come sia una scelta pensata è voluta da una famiglia unita, come si vede che siete.
Buona fortuna per questa nuova avventura!!!
drusilla says
Grazie Mamma Avvocato!
MammaInOriente says
Leggo solo ora…
La vostra è stata una scelta coraggiosa, non so se io avrei scelto di farla sinceramente. Ho vissuto più di un anno vedendo mio marito solo al fine settimana e non è stato facile. Immagino cosa sia vederlo più ancora di rado. Ma sono d’accordo che, pur essendo un grande sacrificio, questo vi rafforzerà ancora di più come famiglia per quanto non ce ne sia bisogno perché si coglie che siete uniti più che mai! E sì, un anno passa in fretta, soprattutto occupati come sarete entrambi a fronteggiare tutti i cambiamenti!
drusilla says
E’ molto dura vivere a distanza, soprattutto quando di mezzo c’è la gestione dei figli, due e con poca distanza di età. Diciamo che questa è l’ennesima prova che la vita ci sta facendo affrontare, credo ne usciremo più uniti e forti di prima, almeno me lo auguro!
Un abbraccio
gaia gorla says
Ciao cara, ho vissuto la stessa cosa lo scorso anno. io Milano lui Dubai, ed entrambi con un lavoro molto impegnativo (siamo avvocati) e duet figli maschi di 4 e 5 anni (18 mesi di differenza. . ) ma anche qsto serve ad apprezzare i bei momenti insieme e rafforza moltissimo la ns autostima. noi donne siamo davvero fortissime !!!
drusilla says
Hai ragione Gaia, noi donne siamo veramente fortissime!
Ti confesso che da un lato avevo bisogno di un’esperienza come questa per convincermi ulteriormente delle mie capacità, io sono una persona che tende ad adattarsi alle situazioni quindi quando c’è mio marito demando molto alui anche la gestione de figli. Qui in Italia, da sola, non posso demandare nulla a nessuno. Certo i nonni aiutano sicuramente ma i figli durante la settimana sono miei e spesso anche il week end.
Comunque il nostro rapporto si rafforzerà ulteriormente e,come ha detto il daddy expat, sarà un altro trofeo da esporre sulla nostra mensola già ben assortita.
Ma quindi voi siete a Dubai? Hai i figli della stessa età dei miei, dobbiamo incontrarci prima o poi!!!!
alessia says
Ma io mi ero persa il daddy expat! Sono imperdonabile… Cmq mi sta un sacco simpatico!! Baci!