Il fatto che Drusilla sia partita, oltre a lasciare un grande vuoto nel mio cuore, ha aumentato la mia voglia di relazionarmi con gli altri. Come sempre di fronte alle difficoltà, alle prove, mi scatta un fortissimo istinto di sopravvivenza. Di reazione e azione. Ho ancora più voglia di creare nuove amicizie.
Certo, nessuno potrà prendere il suo posto, perchè con lei c’era e c’è qualcosa di unico. Qualcosa che va oltre l’amicizia. Noi siamo un ingranaggio che aiuta a funzionare meglio l’altra. Però io sono Mimma e quindi devo parlare, condividere, creare.
Allora come vi avevo già raccontato qui mi sono buttata. Le mie energie sono state soprattutto dirette alle straniere.
Complice la scuola inglese dove incontro tante mamme. Con molte di queste mi ritrovo al club, dove tutte ci dirigiamo dopo la scuola per far divertire e sfogare un po’ i nostri figli, prima di tornare a casa alle nostre faccende, lavori. E quindi, parlo con tutte loro.
In tante si sono offerte di darmi passaggi, offrirmi un caffè, e io accetto, non è carito rifiutare!
Ebbene si, non avere la mia amica qui, mi obbliga a vincere ogni pigrizia, a superare ancor di più i miei limiti, le mie paure e ritrosie.
Mimma vuoi amiche?? allora fai quello che pure non ti va al 100% e un po’ ti fa paura.
Provate voi a stare in una abitacolo di una jeep, in compagnia di una madrelingua inglese, che avete conosciuto da poco. Aggiungetevi il traffico del Kuwait che ci blocca e ci costringe a chiaccherare, gesticolare, per far passare il tempo.
Ovviamente il mio inglese ringrazia, passo almeno un paio di ore a parlare solo inglese.
Ma anche la mia curiosità, ne ha tratto giovamento, così come le mie conoscenze sulla natura umana.
Tutto questo lungo preambolo, e te pareva penserete, era per giungere a una sola conclusione.
Più mi apro al mondo più scopro che siamo simili noi esseri umani: nelle esigenze, nei desideri, nei problemi, nelle considerazioni.
Più scopro che ci possono far ridere le stesse cose. Mi trovo sulla stessa lunghezza d’onda con gente che non avrei mai immaginato.
Oggi la mia amica polacca Ania, Valentina più la conosco più capisco perchè parli solo di Varsavia, mi raccontava i problemi con la suocera.
Nei gesti, nei commenti, nelle soluzioni mi pareva di parlare con qualsiasi mia amica di Milano.
E questo mi faceva un sacco sorridere.
Poi Emily, la mamma neozelandese, mi raccontava di come si diverta a sorprendere la gente. A provocarla, in modo benevolo. Tipo se le chiedono dov’è il piccolo Tomas di 11 mesi mentre siamo fuori dall’aula ad aspettare le nostre piccole, lei risponde con nonchalance …”in macchina a dormire” . Si gode le facce sbigottite, il terrore negli occhi della povera mamma, al pensiero di questo esserino da solo a morire di caldo. E solo dopo 30 secondi…lei aggiunge con molta calma, si è in macchina, insieme alla nanny e all’aria condizionata accesa.
Mi dice “dai un po’ mi devo divertire”. E io mi sono ricordata che facevo uguale, quando mi chiedevano che lavoro fai, adoravo dare risposte un po’ strampalate, per avviare una conversazione reale…tipo sono una massagiatrice….perchè diciamolo, dire sono un avvocato era alquanto noioso e creava sempre lo stesso dialogo.
Oppure Lynda, la sudafricana, che mi racconta quanto ogni giorno sia faticoso stare dietro ai compiti della figlia. Obbligarla a sedersi, a lavorare…le urla che le tocca a fare. Ripetere il solito ritornello “Gaia se ti metessi subito a fare i compiti senza storie dedicheresti solo 30 minuti. Invece così…ce ne vogliono 50.” Vi ricorda qualcuno???
Fare una battuta a doppio senso e scoprire che la tua interlocutrice capisce e ride. E non puoi fare a meno pensare “MAMMA MIA allora accade ancora, posso far ridere” . E’ quello che è successo con Shannon, mamma americana, che mi chiede com’era il corso di ginnastica appena fatto e io che le rispondo sibillina ” breve e intenso come piace a me!!!” e lei che si mette a ridere….e mi risponde ” certo queste sono le parole magiche per noi!.
Ma anche considerazioni più importanti. Come Katya che è al terzo figlio. Ma che ammette che questo significa fare bene i conti, su cosa fargli fare, le opportunità da offrire. Poi però quando è in macchina e si gira, vede quei tre sediolini predisposti sul sedile posteriore, non può fare a meno di sentirsi ricca e felice! E ride sempre. E il suo elisir contro la paura. L’immagine di quei tre seggiolini.
Sentire Antoniette libanese e un’altra mamma americana Kate tirare un sospiro di sollievo perchè la teacher assegnata alle loro figlie è dolce, non troppo streight…
Caroline, l’amica canadese, che mi dice che tra un paio di anni torna in patria, a Parigi. E alla domanda ma poi riprenderai a fare l’avvocato?? Lei mi risponde : “no, non credo. Qui ho capito cosa mi piace davvero. Lavorerò sicuramente perchè ne avremo bisogno. Ma vorrei fare la teacher di inglese. Ho capito che mi piace. Vorrei scrivere un libro sul bilingusimo”. Espatrio può diventare una grande occasione per capire la vera strada.
Oppure Anna, la mamma svedese di tre bambini, che mi dice : “Io non voglio tornare in svezia. Io preferisco stare qui il più possibile. Qui sto seguendo i miei figli in tutto. Sono molto presente, attiva. Posso concedermi il lusso di fare la mamma. In Svezia non potrei. E ne soffrirei molto”.
A voi sembreranno banalità, ma vi assicuro che non è così.
Sono piccole cose che migliorano la vita. Cose che ti fanno capire che pur provenendo da mondi diversi, siamo davvero simili, in grado di capirci.
Magari possiamo reagire in modo diverso, trovare diverse soluzioni, mangiare cose diverse.
Ma ci assomigliamo tutti.
Il filo che ci unisce sono le emozioni….sono altre cose che ci dividono.
Allora stare in mezzo a tutte queste nuove amiche, non mi ha fatto sentire open mind…mi ha fatto sentire semplicemente di assomigliare a qualcuno, di avere una storia in comune.
E forse è questo che accade ai nostri figli che da subito vengono messi in contatto con i loro amici di tutto il mondo.
Non apprendono altre culture, semplicemente si sentono uguali, con una strada in comune.
baby1979 says
Io onestamente faccio ancora tanta fatica con le battute, cioe’ mi rendo conto che certe cose che fanno spataccare noi italiani, fanno forse abbozzare un mini sorriso negli americani…menrte altri nonsense stupidi li fanno ridere per giorni!
mimma says
io sono fortunata rido spesso.
Con la mia amica amal, con ania…poi per carità ci sono quelli che non ci troviamo. Ma ecco la risata per fortuna riesco a farla.
Lynda Higgs says
This really resonates for me, Mimma! I have spent most of my adult life as an ex-pat and it is both rewarding and challenging. You will always make a special friend somewhere on the way and you will also lose touch with many others, but what you learn from sharing the banal details of life with so many different people, from so many different backgrounds and cultures, is that it is what we have in common as human beings that matters most – the rest is just packaging.
trentazero says
No, basta!
Vengo nel deserto per farmi “rimorchiare” da te, eheheheh!
Bravissima che ti butti! 🙂
mimma says
ti aspetto!!!!