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foto unspalsh.com |
Diverse amiche ci hanno chiesto più volte informazioni relativamente alla condizione della donna qui in Kuwait.
E non ci siamo sbagliate!!!
Davanti ad un caffè, dopo chiacchere di aggiornamenti reciproci le abbiamo chiesto: “Ema, in due parole ci puoi descrivere la condizione della donna in questo paese?”.
Siamo riuscite ad instaurare una bella amicizia con una sola donna kuwaitiana ma questo è stato possibile perchè lei è speciale, infatti ha seguito un percorso di studi all’estero che l’ha portata a sposarsi un italiano. E’ stata questa sua “diversità” ad avvicinarci.
Nel 2011 il Kuwait è stato classificato in vetta alla classifica tra tutte le nazioni di religione musulmana del Medio Oriente per quel che riguarda l’uguaglianza fra uomini e donne, secondo lo Human Development Report (HDR) delle Nazioni Unite nel suo Indice di disuguaglianza di genere (Gender Inequality Index-GII; un nuovo indice per la misurazione della disparità di genere sessuale che è stato introdotto nel 2010).
La loro partecipazione all’interno della vita sociale risulta quindi esser molto più alta rispetto alla media dei paesi della regione. Le donne sono in grado di lavorare e mantenersi liberamente ed hanno la possibilità di raggiungere anche alte posizioni di potere ed influenza. Legalmente vi è piena parità di diritti civili: nonostante ciò possono ancora verificarsi atti discriminatori in quanto i tribunali di famiglia, per i cittadini musulmani, sono regolati dalla legge islamica. Per i non musulmani vigono invece tribunali familiari laici.
Per raccontarvi la vera storia delle donne in Kuwait occorre partire dagli anni ’70. In quegli anni le donne erano molto libere, pare potessero indossare bikini e il Kuwait era l’unico paese del Golfo dove esistevano i night club.
La vicina Arabia Saudita già faceva sentire la sua potenza e allora si è deciso di adottare un stile di vita più rigoroso per tutti.
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dimostrazione per il diritto di voto – foto trovata sul web |
Loro hanno lottato, sono scese in piazza e finalmente nel vicino 2005 è stato riconosciuto il diritto di voto, anche se la prima vera votazione è avvenuta solo nel 2009, alla quale andarono fisicamente a votare solo 4 donne.
Il problema delle donne in Kuwait sta nel fatto che non esiste un concetto univoco di solidarietà, di femminismo, ciò che le divide prima di tutto è l’appartenenza familiare, poi quella religiosa, infine quella di genere. Tutto ciò è il motivo per il quale non si è mai sviluppato un movimento femminista.
Sono le stesse donne che non frequentano altre donne di famiglie diverse, magari inferiori dal loro punto di vista. Anche la carriera è condizionata dalla discendenza familiare. I posti migliori, le carriere più interessanti sono ad appannaggio solo di alcune donne, quasi tutte discendenti dalle stesse famiglie.
Le donne in Kuwait hanno la libertà di lavorare, entrare in politica, fare carriera e ricoprire cariche importanti ma, tutto dipende a quale famiglia appartieni.
Quindi non è l’abaya, la religione a non renderle libere, secondo almeno il nostro metro di donne occidentali. Sono i costumi e le regole familiari, un po’ com’era, e talvolta ancora è, per noi”.
Siamo rimaste in silenzio. Abbiamo preso tanti appunti, riempito almeno tre pagine del quadernino, scritte fitte fitte.
Il tema è complesso ma molto affascinante. Io trascorrerei ore ad ascoltare le parole della Ema….
Grazie Emanuela per averci fornito chiavi di lettura diverse, informazioni che è difficile ottenere da sole.
Con questo post speriamo di aver colmato un pochettino delle curiosità che avevate nei confronti della condizione della donna in Kuwait, ma se avete altre domande non esitate a farcele, cercheremo di raccogliere altre informazioni.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!! Grazie Dru e Mimma e grazie Emanuela. Davvero molto interessante e chiarificatore. Grazie.
Grazie ragazze per la testimonianza, ero curiosa pure io specialmente per il modo di vivere che mi pareva molto diverso, a leggere bene però offre molte più opportunità che in altri paesi.
sempre interessantissimi i vostri post e poi sulla condizione della donna in tante parti del mondo, incluso purtroppo il nostro paese, ci sarebbe davvero da scrivere interi trattati;-)
Grazie per la testimonianza molto interessante!
Grazie per questo spunto di riflessione molto interessante!
Mi fa specie leggere che hanno avuto la possibilità di votare e si sono presentate solo in 4. Perchè lottare tanto e poi presentarsi solo in 4? Ostruzionismo familiare?
forse paura … i neri nel “64 in America hanno ottenuto la possibilità di votare, ma chi andava, negli stati del sud, veniva picchiato … la libertà non è una cosa facile 🙂
No, semplicemente non sono interessate. Verissima l’affermazione che si frequentano solo all’interno del gruppo familiare, che è molto piú vasto di quello che c’immaginiamo noi. Le giovani magari si frequentano tra compagne di universitá. C’è da aggiungere che molte donne sono ricche di loro, nel senso che hanno conti in banca privati e gestiscono affari in proprio assolutamente non in comune col marito.
Poi, la democrazia, come la intendiamo noi, è una cosa Occidentale; da loro c’è l’idea del clan, la famiglia che gestisce, vedi tutti i posti di potere e su questo non si discute. Non dimentichiamoci la realtà tribale del Q8 prima del petrolio…
Se personalmente posso dare un consiglio, per conoscere donne Kuwaitiane basta andare dall’hairdresser di un grande albergo in periodo di matrimoni, oppure andare in moscea e chiedere di parlare di Islam con qualche pia signora.
Hanno preso molto dai sauditi perchè, non dimentichiamo che, durante la Guerra del Golfo, la famiglia Al-Sabah si è riparata in KSA.
Bel post, grazie ragazze. Non sapevo che la storia del Kuwait fosse cosi’ simile a quella dell’Iran. Evidentemente c’e’ stata una stretta in senso ortodosso per tutti i paesi dell’area mediorientale e asiatica.
Thank you very much!
Very important for me because probably I have to go there for a period for wok!
Grazie