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Il contratto della moglie expat

27 Maggio 2014 By mimma 34 Comments

<Buongiorno si accomodi. Ecco questo è il contratto. Legga tutto attentamente.>
<Tutta questa roba? Ma guardi che non c’è bisogno. Io ho deciso. So tutto. Sono sicura.>
<Signora, mi faccia il favore, legga bene, perché poi non si può tornare indietro. Io voglio essere sicuro che lei abbia preso in considerazione tutti gli aspetti. Io mi assento. Vado di la. Legga. Quando torno, mi faccia pure tutte le domande necessarie>
<Va bene Notaio. Se lo dice lei. Leggo. Ma le assicuro che nulla mi farà cambiare idea. Io sono S-I-C-U-R-A!>.

Mi guarda, scuote la testa. Abbozza un sorriso e va via.

Quante storie Notaio, che sarà mai questo espatrio. Che conseguenze così gravi avrà mai, da dover firmare addirittura un contratto. 
Io so già tutto. Amo mio marito, credo nel nostro progetto. L’offerta ricevuta è sicuramente da non perdere. Poi ho una bimba piccola. Farò la mamma come neanche avrei mai immaginato di poter fare. Magari avrò un sacco di tempo per me, per fare sport, andare in giro, conoscere gente di tutto il mondo. Insomma, non mi sembra così male. Magari potrò ripensarmi in modo diverso. E poi non abbiamo molta scelta.
Dopo mezz’ora, lui rientra, io  ho la testa che mi scoppia.
Questa volta sono io che sorrido a malapena. Lo guardo negli occhi e ci capiamo.
<Allora signora ha cambiato idea? Vuole ancora firmare?>
<Mmm…bè, si certo firmo. Però Notaio  quello che c’è scritto qui è tutto vero? Non è che lei ha esagerato? È un po’ negativo?>
<Signora io non ho esagerato. Ho previsto tutte le possibilità. Io sono un professionista serio. E vorrei una doppia firma per assenso nel paragrafo c del contratto: Le paure delle mogli expat. Le rileggiamo?>
<Va bene..>
<Allora, iniziamo con la prima clausola: Signora Mimma Zizzo dovrà lasciare il lavoro e occuparsi h24 del marito e dei figli, perdere la sua indipendenza economica e mettere via tutti i sacrifici fatti>
<Notaio, lo so, è stata la nostra prima preoccupazione. Ma è la cosa migliore per noi. Poi, insomma, pure mia madre alla fine ha fatto la stessa cosa.>
<Certo signora, ma sua madre era in un’altra epoca. Per tutti sua madre sarà stata una brava donna, brava moglie e madre e i soldi erano della famiglia. Lei invece sarà la mantenuta. Quella che ha tanto tempo, che non lavora. È pronta a sentirsi chiamare così??>
Faccio di si con la testa. Ma non ci avevo pensato, pensavo che sarebbe stato al massimo un mio problema non per gli altri.
<Clausola due. Non è detto che lei per aver fatto questa scelta avrà la riconoscenza eterna e il suo matrimonio sarà perfetto e durerà per sempre. Suo marito mantiene il diritto alla separazione. A darle magari pure pochi soldi, perché insomma lei poteva lavorare. Ci ha pensato a questo?>
<Bè Notaio le coppie si lasciano pure se non affrontano un espatrio, e spesso i mariti non pagano alcun assegno di mantenimento. Inoltre, nel Paese dove andiamo avrò un visto che non mi permette di lavorare. Perché lo sponsor sarà mio marito. E se lavoro avrò diritto a un compenso molto basso.>
<Certo lo so. Tanti anche in Italia si separano, però lei nel frattempo ha cambiato vari Paesi, magari non ha una vera casa e potrebbe ritrovarsi in terra straniera o rientrare in Italia, dove non è detto che trovi comprensione, d’altro canto lei ha voluto fare la mantenuta. Insomma, se l’è un po’ cercata>
Ho sempre più la gola secca.
<Clausola numero tre: lei non potrà mai ammalarsi. E non si sogni di farsi venire qualcosa di grave, perché sarà davvero difficile trovare un’assistenza. E anche per far arrivare i suoi cari ci vuole tempo, poi in alcuni Paesi non esiste il visto turistico e loro non possono entrare. Insomma, è pronta ad assumersi il rischio di malattie da gestirsi in solitudine? Poi lo sa che in alcuni paesi può andare in ospedale solo se accompagnata da suo marito e il medico se uomo potrebbe rifiutarsi di visitarla? Inoltre, lei non sa così bene l’inglese come glielo spiega? E poi i protocolli degli ospedali non sempre sono validi.>
<Ma scusi, non mi sono mai ammalata. Poi sono abituata, pure a Milano ero sempre sola. E poi sto per fare un full immersion di inglese. Secondo me lei la fa più difficile di quello che è.>
Mi guarda e scuote ancora la testa. Penso che mi consideri proprio una sprovveduta.
<Lo sa che il primo anno che si espatria ci si ammala spesso? Proprio a causa del cambiamento climatico, ci sono virus e batteri per i quali lei non ha anticorpi. Lei ci ha pensato che la sabbia fa venire l’asma? E che porta un sacco di malattie?>
Inizia ad infastidirsi.
<Clausola numero 4: lei si trasferisce in un Paese dove può vivere solo perché suo marito è il suo sponsor. Sa cosa vuol dire tutto ciò? Che se suo marito farà un business trip, e lui dato il suo lavoro li farà, lei deve stare davvero molto attenta. Potrebbero fermarla la polizia, magari rilevare delle irregolarità, oppure lei nella fretta ha dimenticato di prendere tutti i documenti, ha cambiato portafoglio, borsa. Loro chiamerebbero suo marito e il fatto che lui non ci sia, per lei sarebbe un gran problema. Verrebbe trattenuta nel posto di polizia. Finchè suo marito non rientra nel Paese. Stessa cosa se per caso succede un incidente mentre guida. La presenza di suo marito è indispensabile!>
<Ma scusi, lui deve lavorare, come facciamo?>
<Signora io l’ho avvertita. Magari stia in casa in quei giorni. Ma io dovevo metterla in guardia. Non sono neanche così sicuro che sia una buona idea che lei guidi.>
Sento che mi è venuto mal di pancia, ma ho come la sensazione che il peggio deve ancora arrivare.
<Clausola numero 5: decesso del marito. Non mi guardi così, lei lo sa che purtroppo potrebbe succedere. E’ già successo che mentre si è all’estero accadano delle disgrazie, le pratiche di espatrio della salma sono molto complicate. Immagino che avrete un conto corrente che sarà intestato solo a lui. Sarà molto difficile recuperare i soldi che vi sono depositati. Inoltre voi avete una figlia femmina e in questi casi occorre un testamento altrimenti i soldi vanno di diritto tutti al primo erede maschio. Le conviene farsi amico qualche pezzo inserito nella burocrazia del paese dove andrà a vivere. E pensare a un piano di emergenza in questi casi. Mi sembra che ci siamo detti tutto. A me premeva mettere in luce questi aspetti del contratto di expat. Gli altri, la lontananza dai propri cari e amici, la possibilità di cambiare spesso paese, gestire ansie e paure dei figli, conoscere sempre tanta gente cercando di non affezionarsi troppo perché si deve essere pronti a salutare domani, sono aspetti noti a tutti. E immediatamente evidenti. Ma questi no. Tanti preferiscono non pensarci. Ma è bene sapere tutti i rischi. Allora signora Mimma Zizzo firma?>.
 
Ho la maglietta incollata addosso. 
Non avevo valutato tutti questi aspetti! 
Per carattere non penso troppo alle difficoltà. Amo pensare al bello, alle possibilità. E preferisco trovarmi di fronte alle difficoltà e affrontarle e basta. Non stare troppo a meditarci.
Però il notaio ha ragione.
Sono possibilità concrete.
Ma io ho deciso e firmo.
Si, firmo con la stessa stilografica che avevo regalato a mio marito pensando che sarebbe arrivato un contratto di lavoro più gratificante.
Perchè alla fine pure per firmare questo contratto ci vuole una penna importante.
 
<Certo Notaio firmo. E sa che faccio?? firmo su tutte le pagine! Perchè Notaio io sono S-I-C-U-R-A e ora più che mai. E sa che le dico Inshallah>.

Ovviamente questo contratto non esiste.
Ma tutte le condizioni del paragrafo C sono assolutamente vere. 
 
Mimma
 

Filed Under: EXPAT LIFE

Comments

  1. Chiara T. says

    27 Maggio 2014 at 9:01

    Mimma, come sempre, hai saputo descrivere perfettamente aspetti della vita da expat che molti sopravvalutano o nemmeno vedono! e si fanno davvero paura..
    http://www.bonjourchiara.com
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    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      27 Maggio 2014 at 10:49

      Io l’immagine che più odio e’ quello della moglie mantenuta che vive nella SPA . Anche se fosse , visto che alcuni paesi non permettono di fare molto , non è criticabile . E’ una scelta . Spesso durissima . Senza contare che tanti uomini vivono più sereni grazie al supporto delle moglie .

      Rispondi
    • Chiara T. says

      27 Maggio 2014 at 15:00

      Esatto! Ma si ha questa idea perchè in realtà molte donne fanno anche proprio cosi! Io ho conosciuto diverse moglie di colleghi di mio marito che ormai erano in giro per il mondo da oltre dieci anni. E si sono sedute. Sono diventate viziate, pigre e direi snob! Spero di non diventare mai così!
      Altra cosa dopo questa esperienza ho deciso di mettere sul piedistallo la casalinga! Tenere una casa è follia pura, ci sono un sacco di cose da fare. Io ho vissuto da sola per 5 anni senza aiuto, ma essendo da sola chiaramente le cose sono un pò diverse. Qui devo chiudere un occhio ogni tanto altrimenti divento schiava della casa! e io invece voglio scoprire cosa c’è li fuori 😛

      Rispondi
  2. Abaya and Heels says

    27 Maggio 2014 at 9:02

    Certo che visto nero su bianco fa un certo effetto… ma noi siamo Pollyanne e firmiamo con il sorriso 🙂

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      27 Maggio 2014 at 10:52

      Sempre Nadia!!! Sempre

      Rispondi
  3. Maddalena Sodo says

    27 Maggio 2014 at 9:35

    e si, riconosco la situazione …..e anche io come dice Abaya vedendo nero su bianco…ho avuto un sussulto in più

    Rispondi
  4. Maddalena Sodo says

    27 Maggio 2014 at 9:45

    ma sai che non so se il contocorrente possa essere cointestato in Kuwait…devo informarmi 😉

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      27 Maggio 2014 at 10:53

      Cara Maddalena , temo di no . Anche la scheda telefonica e’ intestata al marito . Anche la tua .

      Rispondi
  5. Graziella Pezzetta says

    27 Maggio 2014 at 9:46

    … mi è venuta la pelle d’oca … aiuto …

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      27 Maggio 2014 at 9:52

      Cara Graziella, questa è la nuda e cruda verità che sta dietro ad una moglie expat che decide di seguire il marito in un paese come il Kuwait.

      Rispondi
  6. Emme says

    27 Maggio 2014 at 9:54

    Amica, sai cosa ha detto ieri sera my husband guardando i risultati delle elezioni? Ora sono ottimista davvero, c’è una concreta possibilità di ripresa e secondo me Mimma e Raffaele potrebbero anche tornare in Italia. E se lo dice lui…..

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      27 Maggio 2014 at 10:55

      Pure il mio e’ super positivo . Un giorno torneremo . Anche se a me ora e’ venuta la malattia dall’estero . Sogno una nuova metà . Per noi espatriare e’ stata una scelta . Ma volevo mettere in luce alcuni aspetti! Un bacio

      Rispondi
  7. Moky says

    27 Maggio 2014 at 11:15

    Nessuna scelta di svolta è facile e men che meno una che ti porta lontano da casa, senza lavoro , ma hai fatto la scelta giusta e ciò che sta succedendo in questo perodo ne è la conferma? Cosa c’è di più bello nella vita che rischiare e scoprire di aver fatto bene?

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      28 Maggio 2014 at 8:46

      Cara Moky per ora il bilancio è strapositivo, anche più di ogni più rosea previsione. Ma io mai avuto dubbi che potevo trasformarla in una buona occasione per me!!!

      Rispondi
  8. Selena G. says

    27 Maggio 2014 at 11:16

    quante veritá! voi con molte piú difficoltá dovute al paese, ma tutte le expat si ritrovano con molti dei problemi descritti.

    Rispondi
  9. Serena [verdepomodoro] says

    27 Maggio 2014 at 11:57

    gia… contratto conosciuto e non scritto… con qualche clausola in meno ce l’ho pure io! 😉

    Rispondi
  10. CherryBlossom says

    27 Maggio 2014 at 12:42

    Molte considerazioni valgono anche per noi migli expat negli USA, soprattutto nella fase pre-greencard.
    Attenzione poi a uscirsene con frasi come “stiamo bene” o “non ci manca niente” se sei una donna che non lavora.
    Mia definizione di “non ci manca niente”: riusciamo a mettere qualcosa da parte a fine mese, non devo contare anche i centesimi quando faccio la spesa.
    Definizione che (spesso) arriva all’interlocutore: ha la domestica, la nanny, vive in una villa pagata in contanti, passa il tempo alla spa ed e’ una scansafatiche.

    Rispondi
  11. Anonymous says

    27 Maggio 2014 at 13:02

    proprio per il capitolo c, clausola 3 e 4, abbiamo rifiutato l’ultima offerta per il KSA che prevedeva il trasferimento di tutta la tribù.
    mi faceva troppa paura immaginare mio marito, il mio sponsor, dall’altra parte del paese e io che dovevo trovare un modo per recarmi in ospedale per me o le bambine (cosa che mi è capitata almeno 4 volte in questo anno da “vedova bianca” a roma.. ma è bastato chiamare il 118).
    un bacio a tutte voi donne coraggiose!
    francesca

    Rispondi
  12. Claudia Pessarelli says

    27 Maggio 2014 at 14:50

    Per fortuna negli Stati Uniti non e` cosi` per molte cose( ma davvero non potreste uscire se il marito non e` in zona?)A me e` pesato soprattutto l’essere mantenuta ed ancora lo sono, perche` con quello che guadagno potrei anche dormire sotto un ponte: noi stiamo bene economicamente, ma mi sembra sempre di dover chiedere il permesso per spendere soldi “non miei”.. dovrebbe non essere cosi` visto che se abbiamo seguito in consorti, molte volte lo abbiamo fatto buttando alle ortiche studio e carriere

    Rispondi
  13. Salvietta says

    27 Maggio 2014 at 15:41

    Firma e controfirma!! Sono ammirata per la tua decisione e per il post!

    Rispondi
  14. earlfamily says

    27 Maggio 2014 at 16:05

    Brava Mimma, riflette bene I nostri sentimenti! Nonostante le clausole, abbiamo firmato tutte, ed abbiamo accettato di buon grado questa scelta, piu’ o meno, forzata. Siamo state tutte premiate pero’ per avere avuto fiducia nei nostri mariti e nel potere dell’amore ed unita’ della famiglia.

    Rispondi
  15. ero Lucy says

    27 Maggio 2014 at 21:37

    Bravissima! Ecco il dark side che nessuno prende in considerazione.

    Rispondi
  16. Baby1979 says

    27 Maggio 2014 at 22:27

    Bellissimo post, mette in luce gli effetti collaterali di una scelta che a molti occhi esterni appare fighissima e basta!

    Rispondi
  17. Annalisa Guarelli says

    28 Maggio 2014 at 8:17

    Brava e coraggiosa. Vedrai che andrà tutto bene. Anzi sta già andando bene, mi pare. Almeno la libertà di scrittura non te l’hanno tolta! Sono anch’io una “mantenuta” da vent’anni, ho mollato casa, carriera, città di origine. Alla faccia di chi prevedeva catastrofi, siamo ancora qui, insieme.

    Rispondi
  18. Mimma Zizzo says

    28 Maggio 2014 at 9:08

    – Serena, Selena, Cherry penso anch’io che valgono per tante di noi. La voglia di fraintendere è sempre tanta, qualsiasi cosa si dica;
    – Claudia qui i nostri mariti sono i nostri sponsor, se mai ci dovesse succedere qualcosa, anche un banale tamponamento mentre guidiamo è necessaria la sua presenza . Ad una conoscente è successo di avere un incidente mentre era in taxi, sfortunatamente lei aveva cambiato borsa ed era senza civil id, poichè il marito era fuori Kuwait per lavoro, è stata trattenuta nel posto id polizia fino a notte fonda (finchè non è intervenuto il patner kuwaitiano della società per cui lavora marito). Certo se avesse avuto con se la civil id, ci sarebbero stati meno prb. Però i rischi ci sono. In saudi arabia non puoi andare dal dottore senza marito. E devi sempre essere accompagnata da un uomo, oltre a indossare l’abaya.

    – SALVIETTA e earfamily…si firmiamo e controfirmiamo!
    – Ero Lucy , scherzare e ridere va bene, ma quando ci vuole ci vuole.
    – Baby si mi piaceva fare chiarezza;
    – Annalisa è quello che penso pure io. Conosco amiche che anche in Italia per motivi diversi hanno fatto la nostra scelta. E non le ho mai giudicate. Vorrei ecco rivednicare un pò di libertà di scelta!

    Rispondi
  19. Mamma Avvocato says

    28 Maggio 2014 at 14:29

    Ecco, io firmerei anche, per fare l’expat, ma non per paesi come quelli in cui siete voi, in cui devi dipendere in tutto e per tutto dal marito…non mi piace per niente e credo che se mio marito me lo chiedesse, non sarebbe amore.
    In ogni caso io vi ammiro per il vostro coraggio ma non vi invidio la casalinghitudine….anche solo leggendo i giornali si capisce che non vivete in posti in cui potete divertirvi liberamente dal mattino a sera (poi, si sa, marito, figli e casa non è che lascino tanto tempo, in nessun paese….però le malelingue sono ovunque!)

    Rispondi
    • Emilie says

      27 Aprile 2015 at 16:14

      Anche io valuterei malissimo se il mio partner mi chiedesse di fare una scelta del genere. In più non crediamo neppure nel matrimonio per cui figuriamoci!
      Sarà che dei soldi e della carriera poco ci interessa, basta avere quel minimo che ci fa star bene e eliminando la maggior parte del superfluo è davvero poco. Comunque per me è davvero un valore non commerciabile la mia libertà di movimento, pensiero, autonomia… Questo però non intende minimamente essere un problema per chi fa scelte radicalmente opposte. Buona vita a tutte

      Rispondi
      • mimma says

        28 Aprile 2015 at 10:42

        Innanzitutto non me l’ha chiesto lui. E le motivazioni della nostra scelta non sono legati solo al vile denaro. Ma a una buona occasione lavotrativa, senza contare che essendo genitori ti preoccupi pure del futuro dei tuoi figli e allora la verità è decidere cosa uno intende per libertà. E ti assicuro che la vita che sto vivendo mi sembra molto libera.

        Rispondi
        • archemi says

          29 Aprile 2015 at 10:28

          E’ quel “mi sembra” finale che mi fa pensare…

          Rispondi
  20. mammapiky says

    28 Maggio 2014 at 20:08

    Magari non esiste nella carta ma di sicuro alcuni compromessi ci sono e questa e’ una scelta molto coraggiosa (che infatti io non ho il coraggio di fare)…forse più per le mogli che per i mariti. Vi ammiro!

    Rispondi
  21. pinkg says

    28 Maggio 2014 at 20:32

    Sono ancora a bocca aperta….

    Rispondi
  22. mamma jago says

    31 Maggio 2014 at 17:03

    La chiave è la parola “famiglia”….e tutte le porte restano aperte…alcune volte illiminate dal sole altre dal grigiore della nostalgia solitudine e distanza. …ma alla fine la famiglia vince su tutto nonostante le fatiche!!!!!

    Rispondi
  23. Niky says

    4 Giugno 2014 at 15:20

    Che brividi questo post!
    Ciao Mimma e Drusilla, leggo di voi ad un mese dal mio espatrio….dalla Sardegna all’Inghilterra con furore!! E ho sottoscritto anch’io un contratto così! Sono felice di non essere l’unica e piano piano sto scoprendo tutto un mondo che non conoscevo! E quanto è difficile…
    Sono nella fase in cui ti senti un’aliena, ma spero presto di prendere in mano la situazione e riuscire a creare qualcosa di nuovo e di bello per me e la mia famiglia 🙂
    Vi seguo 🙂

    Rispondi
  24. Ale says

    1 Settembre 2016 at 23:40

    Ciao! Post interessante. Davvero ci sono problemi ad esser curate se si sta male? Cioè l’azienda non paga l’assicurazione per tutta la famiglia? E non puoi lavorare per il contratto del marito oppure è semplicemente difficile perché devi badare alla famiglia? Per quanto riguarda l’essere accompagnata ovunque da un uomo credo sia dovuto alla cultura islamica, non penso che in altri paesi sia così, ma non so forse se qualcuna che ci abita sta leggendo può confermarlo o smentirlo.

    Rispondi

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