Presentarsi a mani vuote fa brutto in ogni situazione e cultura, quindi ho acquistato tramite un’amica italiana che importa prodotti made in Italy, una confezione di poket coffee e una gigante di bacetti Perugina.
Un paio di settimane fa, mentre aspettavo il suono della campanella di fine lezione davanti alla classe di Tato, una mamma velata di un suo compagnetto si avvicina e mi invita a casa sua per una cena.
Qualche ora più tardi mi invia un messaggio con l’invito ufficiale: “tu, tuo marito e i bambini siete invitati al dinner party a casa nostra giovedi 3 aprile, ore 7 pm. Per i bambini è previsto intrattenimento e tanto divertimento!”, seguito da indirizzo di casa.
Le due settimane che precedono questo dinner party ho interrogato Tato per cercare di capire chi era il compagnetto, purtroppo non riesco ancora a collegare tutti i bambini ai loro genitori, se poi ci metti che la madre è pure velata è una tragedia.
Dopo qualche giorno ho capito che l’amichetto in questione era Ayaan Amjad Ashraf, detto anche più semplicemente Aiaaaan, da non confondere con Aayan Bilal, detto Aian. Pare che la pronuncia esatta del nome sia fondamentale (e poi la gente dice che il mio nome è difficile!).
Nazionalità: pakistana.
Curiosità ed entusiasmo allo stato puro!
Una delle cose che più adoro del vivere in questo paese è la possibilità di poter conoscere nuove persone, entrare a far parte della loro vita e scoprire nuove culture, cibi, tradizioni, lingue. Insomma, imparare sempre cose nuove.
Il giorno prima della cena Tato mi rivela che quel giorno è il compleanno del suddetto Ayaan Amjad Ashraf, detto Aiaaaan, mi prende il panico, ma cerco di controllarlo e all’ultimo minuto vado ad acquistare un libricino per il festeggiato.
Finalmente arriva giovedi. Dopo il corso di nuoto di Tato delle 4.30 pm, dopo aver docciato i figli, cercato vestirli carini ma comodi (sono maschi e per loro è importante saltare, correre e arrampicarsi), aver scelto qualcosa di casualmanontropposcollato (non dimentichiamoci che la madre è velata), atteso il marito, tranquillizzato le belve che già erano scatenate, alle 6.42pm siamo tutti in auto.
Alle 7.03 ci troviamo davanti alla porta di casa di Ayaan Amjad Ashraf. Ad aprirci è un signore anziano che mi sembra di aver capito sia il giardiniere-tuttofare.
Ammarah, la mamma di Ayaan è impegnata in cucina, quindi una nipote ci accoglie e dice di fare come se fossimo a casa nostra. Rimango rapita dalla bellezza di questa ragazza: alta, pelle olivastra, capelli lunghissimi neri, occhi scuri e profondi, indossa abiti della tradizione pakistana accompagnati da tacchi vertiginosi e sul suo volto c’è stampato un sorriso che ti incanta.
La villa è grande, arredata con cura e attenzione, nulla è lasciato al caso. Rimango scioccata quando entro nel salotto principale e scopro che è stato trasformato in una discoteca, un ragazzo giovane sta armeggiando con una consolle, fa il dj e sta suonando musica che mi sembra indiana o pakistana, non so esattamente. Fuori c’è una piscina e sulla sinistra un bel giardino con tavoli rotondi e un catering che sta iniziando a preparare la cena.
Pochi minuti dopo arriva il papà di Ayaan che ci presenta alcuni amici e si mette a parlare con mio marito di lavoro.
Bene! Il ghiaccio lo abbiamo rotto anche se pare che siamo arrivati troppo presto.
Io naturalmente mi ritrovo a gestire la piccola peste di Ercolino che nel giro di una decina di minuti ha già rischiato milleemille volte di finire in piscina, ha spento tutte le candele in salotto, urlato M A M M A all’infinito nonchè comunicato a tutti “you are not my friend!”.
Verso le otto, dalla porta sul retro, iniziano ad arrivare i primi invitati, si tratta di amici e parenti pakistani. Le donne indossano tutte il Salwar Kamiz, l’abito tradizionale pakistano, con colori sgargianti, alcune hanno la testa scoperta e sono tutte molto eleganti e affascinanti. Mentre gli uomini sono vestiti all’occidentale con jeans e camicia. Ogni famiglia ha almeno due figli.
La padrona di casa mi presenta uno ad uno gli invitati, mi spiega il grado di parentela o semplicemente che si tratta di amici.
La famiglia di Ayaan vive in Kuwait da tre generazioni, i genitori sono praticamente nati qui; possiedono un’azienda di famiglia che si occupa del commercio di stoffe.
Finalmente, dopo un’ora e mezza dal nostro arrivo, vedo entrare i primi amichetti di Tato seguiti dalle teachers, anche loro invitate alla festa. A quanto pare solo noi non eravamo informati del fatto che alle feste organizzate da arabi bisogna presentarsi almeno con un’ora di ritardo, che per loro non è considerato ritardo. Ottimo! Ora lo sappiamo e non arriveremo mai più puntuali ad una festa organizzata da arabi.
Verso le 9pm ci sediamo a tavola con i genitori dei pochi compagnetti invitati alle festa. Il cibo è squisito e la compagnia ottima.
Mentre siamo a tavola i bambini vengono coinvolti dai giochi e dalla musica nella sala-discoteca. Quindi un figlio ce lo siamo scordato!
Anche se Ercolino ha urlato tutta sera, fatto capricci, invidiato il fratello, mangiato con le mani come un maialino, bevuto otto lattine di bibite, è stato meraviglioso ed emozionante vedere Tato relazionarsi con i suoi compagni di classe. Ho scoperto che tra loro non esiste un leader assoluto ma solo un leader momentaneo, ognuno di loro ha una caratteristica forte che viene rispettata e seguita. Ho riso quando Tato ha preso da mangiare un hamburger e un hot dog come il suo amico Jason, stupita quando questo suo amico ha chiesto alla madre di prendergli l’acqua perchè Tato beve solo acqua e non bibite, gioito nel vedere un trenino di ometti appena al di sopra del metro di altezza che si aggiravano per la casa di Ayaan con un fare da grandi uomini.
E’ stata una serata sfiancante dal punto di vista fisico perchè la gestione del piccolo grande uomo si è rivelata più complicata del previsto, ma allo stesso tempo bella, entusiasmante, ricca di cultura e tradizioni diverse dalla mia.
Inutile dire che i tati sono crollati appena seduti sulla macchina.
Grazie Kuwait per averci regalato un’altra bella esperienza di vita!
Maddalena Sodo says
bellissimo Drusilla, tutto…e ribadisco che dovresti fare la scrittrice. Scrivi un libro! scrivi benissimo! se non lo stai già scrivendo, inizia a farlo!
Drusilla Galelli says
Grazie Maddalena, arrossisco per i complimenti!
Il fatto è che quando vivo delle belle emozioni e avventure come questa mi risulta più facile scriverle e cercare di trasmettere ai lettori quello che ho vissuto.
Grazie ancora di cuore!
Ros says
Grazie Drusilla e Mimma per far conoscere i nostri prodotti made in Italy Qui In Kuwait
Rosa
Drusilla Galelli says
Grazie a te Rosa!!! Tu ci dai la possibilità di gustare i nostri meravigliosi prodotti italiani in questa terra lontana.
Un abbraccio
Moky says
Ma che bella esperienza!! Certo che Ercolino è davvero un folletto!!
Drusilla Galelli says
Grazie Moky! Ercolino è meravigliosamene sfiancante, ma lo adoro anche per questo lato del suo carattere.
Anonymous says
Hai descritto la serata con tutte le emozioni che hai provato e mi sembrava di esserne partecipe .IL conoscere persone di culture diverse e apprezzare è una grande e indimenticabile esperienza!!!!!! E quante opportunità per i bambini!!!!!!!!!! Ciao carina Bellissimo!!!!!
Drusilla Galelli says
Grazie Carina, i tati sono veramente fortunati.
Baci
Squitty says
Certo che laggiù vi divertite parecchio! Sempre bello leggere le vostre avventure!
mammapiky says
Mi aggrego a Squitty, fanno un sacco di feste!!!
Drusilla Galelli says
Quando ci sono delle feste non ci tiriamo mai indietro!!!
Graziella Pezzetta says
E’ vero Dru, scrivi bene, sai coinvolgere e farci partecipi delle tue avventure, complimenti e… che bello conoscere il resto del mondo!
Drusilla Galelli says
Grazie mitica Graz, i tuoi complimenti valgono doppio!!!!
Adoro conoscere il resto del mondo!
un abbraccio
Baby1979 says
Bello bello bello, io invidio queste cene con persone di culture tanto diverse!
Drusilla Galelli says
Grazie! A me piacciono sempre un sacco queste cene con gente da tutto il mondo!
Valentina VK says
ma che bello! mi piace molto anche il concetto dell’orario indicativo, io dopo 5 anni a ginevra se ritardo 30 secondi mi inginocchio sui ceci ahhahaaha
Drusilla Galelli says
Grazie Vale!
Il concetto dell’orario indicativo è fantastico, l’importante è saperlo. Io ho imparato con gli inglesi ad essere sempre molto puntuale e non ce la faccio a tardare nemmeno di un minuto. Mannaggia a me!!!
Graziella Pezzetta says
Sai Dru cosa mi piacerebbe sapere? Come mangiano, cosa mangiano, gli arabi o comunque i “non occidentali” e qual è il ruolo delle donne, al di la dell’essere madri.
Drusilla Galelli says
Cara Graziella le tue domande mi mandano sempre in crisi ma sono sempre interessanti.
Come e cosa mangiano i non occidentali. Allora qui è molto famosa la cucina libanese, ad esempio a questa festa il catering ha preparato per i bambini pizza, hot dog e cose simili mentre per gli adulti soprattutto carne di pollo e agnello. Diciamo che bisogna fare molte distinzioni, ad esempio srilankesi, indiani e filippini mangiano molto riso e molte verdure. Insomma, ognuno cerca di mantenere le proprie tradizioni e qui è facile trovare un pò di tutto.
Il ruolo delle donne oltre all’essere madri è un discorso molto più ampio e complicato che sinceramente non sono in grado di spiegarti nei dettagli. Ma una nostra grande amica Ema ha una conoscenza molto molto approfondita del ruolo delle donne qui in Kuwait e sicuramente riuscirebbe a risponderti, sono mesi che le chiediamo di rispondere ad alcune domande ma purtroppo ha sempre troppi impegni per farlo. Spero veramente prima o poi di riuscire a darti una risposta esaustiva.
Abaya and Heels says
Che bello!! sempre emozionanti i vostri racconti!
Graziella Pezzetta says
Oggi ho molto da commentare 🙂 poi basta, promesso. Volevo raccontarvi questo: quando via madre ha vissuto come missionaria in Africa, una delle cose che mi avevano colpito nei suoi racconti era “l’ora africana” praticamente le italiane e comunque in genere gli occidentali che vivevano da poco in Africa avevano la “mania” di rispettare l’ora concordata, mentre gli Africani trovavano quantomeno sorprendente che le persone arrivassero prima di 1 o 2 ore, rispetto a quella concordata, di fronte ad una domanda di mia madre: se diciamo alle 17 perché arrivate alle 19, la risposta era stata: maman Enzà, noi abbiamo l’ora africana! siamo noi occidentali a sbagliare, in Africa e Asia hanno altre tempistiche 😀
ero Lucy says
Ma che bello questo racconto Dru, un colpo di scena dietro l’altro!
Mamma Avvocato says
Grazie Drusilla, sembra di essere stati alla festa con te!!!