Questi due ragazzini si potranno veramente definire Bilingui!
1. Non succede per magia, è vero che i bambini da piccoli sono come spugne ed imparano più facilmente ma ascoltare una lingua non significa impararla;
2. c’è bisogno di un piano, una volta definito va rispettato;
3. la coerenza è fondamentale;
4. bisogna prestare attenzione ai tempi di esposizione, i bambini dovrebbero essere esposti ad un linguaggio almeno il trenta per cento del loro tempo per diventare naturalmente bilingue.
5. dovrà essere investito un po’ più di tempo e magari anche un po’ di denaro;
6. ci saranno dei dubbiosi, degli scettici, delle persone che non la pensano come noi e ritengono sbagliato insegnare due lingue – personalmente aggiungo: combattiamo contro queste persone!
7. Non ascoltare i cattivi consigli, ascoltare solo specialisti che trattano con bambini bilingui;
8. non è sempre facile, naturalmente oltre agli scettici ed agli specialisti dei cattivi consigli c’è la vita reale che ci mette il bastone tra le ruote. Non sempre sarà facile proseguire con il nostro programma proprio a causa degli accadimenti della vita normale;
9. il bambino potrebbe risponderci nella lingua sbagliata;
10 i bambini bilingui potranno ottenere una serie di benefici dal crescere bilingui;
11. non ve ne pentirete;
12. sarete orgogliosi!
Mom says
Sicuramente la situazione dei miei figli è diversa in quanto hanno fatto parte delle scuole in Italia, ma vedo in loro molta difficoltà: nonostante io e il padre parliamo solo italiano e loro ci capiscono, loro fanno fatica a parlare italiano correttamente. Noi li correggiamo. Ma il mondo della lingua italiana per loro si riduce alle 4 mura di casa e neanche del tutto perché la tv ormai è solo in inglese, i libri e i giornali anche. Sta diventando un mondo piccolo. E non intendo fare il lavoro che fa la tua amica. L’ammiro, sia chiaro, ma dopo una lunga giornata a scuola, senza fare intervallo ad eccezione dei 30 minuti tiratissimi del pranzo, e i compiti a casa, sobbarcarli di altro lavoro sulla loro lingua madre non me la sento proprio.
Continueremo a parlare italiano in casa e continuerò a correggerli. Ma soprattutto continueremo a spingere affinché non dimentichino le loro origini, le loro tradizioni, la loro storia. Questo è davvero importante, a parer mio!
Drusilla Galelli says
Io ammiro Caroline perchè ha fatto una scelta forte ma con tutte le sue forze continua a portarla avanti ed i risultati che ottiene sono ottimi. Lei ed il marito hanno scelto di insegnare il francese solo durante il week end, naturalmente hanno molto amici francesi e quindi diventa più facile mantenere attiva la senconda lingua.
Qui in Kuwait noi abbiamo la fortuna di avere amichetti italiani con i quali ci si relazione solo in italiano e quindi il loro mondo italiano non è relegato alle nostre quattro mura ma va oltre. Non so cosa accadrà in futuro ma vorrei che entrambi imparino a scrivere e leggere anche in italiano.
MammaInOriente says
Mio figlio di 6 anni ha iniziato Year1 (prima elementare) quest’anno, dopo 6 mesi di reception l’anno scorso,non sapendo quindi né leggere né scrivere in italiano. Io mi ero portata dall’Italia anche testi scolastici per affiancare all’inglese anche la lingua italiana. Ho dovuto però sospendere subito dopo qualche giorno perché il sistema di apprendimento dell’inglese, soprattutto la fonetica, non centra nulla con l’italiano e rischiavo solo di confonderlo. Per cui per ora scrittura e lettura in inglese, come mi hanno anche consigliato. A casa parliamo ovviamente italiano e gli continuo a leggere anche tanti libri in italiano. TV sia italiana che inglese grazie a youtube. Posso dirti che lui parlava benissimo italiano ,mentre ora inizia a fare errori, soprattutto nelle coniugazioni dei verbi. Mi dicono che è inevitabile. Parlando con le altre mamme della scuola internazionale, quando i bimbi sono piuttosto piccoli tendono a prediligere la lingua a cui sono più esposti. Nel caso di mio figlio l’inglese dato che lo parla e ascolta per 9 ore. E purtroppo un po’ dimenticano l’italiano. Ora lui ha l’istinto di leggere anche i libri in italiano, ma legge all’inglese, storpiando quindi la maggior parte delle vocali. Dovremo fare un bel lavoro se e quando torneremo in Italia. Ora francamente, tornando da scuola alle 16.40 già è molto fargli fare i compiti…
MaFa says
Ciao Drusilla, complimenti per il post! ho sorriso nel leggere le parolin mixate con l’inglese! i miei figli fanno lo stesso con il francese, ma piu’ crescono (il grande ha ormai 8 anni) e piu’ migliorano, insomma piano piano glielo facciamo notare che in italiano non si dice in quel modo, anzi piu’ che farglielo notare (potremmo ferire la sua autostima) gli ripetiamo la parola in modo corretto.
Io sono cresciuta in una famiglia in cui si parlava francese, ma vivevamo in Italia. I miei non si sono mai fatti problemi per il bilinguismo, nemmeno io e nemmeno le persone intorno a me. Semplicemente si sapeva che Fabiana parlava anche francese. Sono cresciuta e mi sono ritrovata adulta ad avere un’ottima padronanza del francese (cosa che mi ha permesso di vivere qui in Francia!). Io cerco di non preoccuparmi troppo, insomma noi viviamo la cosa in maniera naturale. In casa parliamo italiano, leggiamo tanti davvero tanti libri in italiano e il francese basta quello che fanno a scuola. Lolo’, il piu’ grande, ha imparato a scrivere in francese ed ora riesce a scrivere anche in italiano. Forse sara’ piu’ indietro rispetto ai bambini italiani in seconda elementare, ma siamo soddisfatti. Per ora ci preoccupa il discorso “storia, letteratura, geografia etc” insomma quelle materie che cambiano da nazione a nazione. Insomma qui tocca a noi genitori subentrare con qualche attivita’ a casa e un po’ di homeschooling anche se con i ritmi serrati della scuola francese faccio fatica a trovare tempo e momenti di non stanchezza in cui farlo. Da qualche mese abbiamo cominciato a introdurre l’inglese in previsione di un eventuale spostamente in terre anglofone e vedo che reagiscono bene. Penso che nella loro testolina ci sia gia’ quel meccanismo che gli permette di capire in fretta anche un’altra lingua. Gli stiamo facendo un grande regalo nel farli crescere biligue, si sentiranno cittadini del mondo!
Lu Gamelli says
Io non credo che riuscirò ad allevavare figli bilingue, siamo italiani e viviamo in Italia. Sto però comunque portando avanti un discorso di apprendimento grazie al preziosissimo apporto di au pair anglofone e francofone (e si, già che c’ero ho pensato di proporre sia l’inglese che il francese). I risultati sono andati oltre le mie aspettative, rimango spesso piacevolmente stupita dal grado di comprensione dei bimbastri.
Lu Gamelli says
Ci vuole molto tempo, molta pazienza, grande applicazione e tantissimi libri!
Drusilla Galelli says
Se vivi in Italia è tutto molto più difficile e impegnativo però credo che con le au pair anglofone e francofone otterrai grandi risultati.
Anonymous says
Hai dato un’occhiata a questo sito: Bilingue Per Gioco?
Secondo me e’ molto ben fatto, la fondatrice e’ una persona molto sensata.
Un saluto!
B.
havasflugilojn says
Bel post Drusilla! Io mi sono laureata proprio con una tesi sui bambini bilingui, sul loro cervello, il modo in cui apprendono. Il code mixing a questa età è perfettamente normale, è un passaggio naturale che tutti i bambini che stanno imparando due lingue affrontano. Non ti preoccupare molto, avverrà tutto abbastanza spontaneamente per loro e soprattutto senza fatica (non pensare mai che si crei confusione nella loro testa perché non è assolutamente vero), ma una cosa è certa: crescere figli bilingui richiede un grande, grandissimo impegno, tanta costanza e soprattutto un metodo che sia sempre lo stesso. Se dovesse succedere che ad un certo punto loro preferiranno esprimersi solo in inglese tu continuerai a rispondergli sempre e solo in italiano, senza mai cedere. La tua amica sta facendo un lavoro ammirevole oltre che interessantissimo.
Drusilla Galelli says
Grazie, lo sai che mi tranquillizzi?!
Quello che a volte mi sconforta è il fatto di riuscire a mantenere sempre lo stesso metodo. Purtroppo spesso la tentazione è quella di rispondere ai miei figli usando l’inglese, quando siamo in mezzo alla gente, con gli amichetti e loro mi parlano in inglese io dovrei comunque rispondere in italiano, ma spesso per comodità e praticità non lo faccio.
Caroline è veramente forte e molto determinata, segue perfettamente il suo programma e non sgarra mai, almeno per quello che vedo dall’esterno.
Grazie per i tuoi consigli!
Valentina VK says
mi ricordo che quando ero incinta di bea ho arato il web grazie alle fonti che letizia mette a disposizione e tutti gli spunti del suo bel libro e del sito bilingue per gioco. ho imparato cosi’ molto sui vari metodi e da allora proseguo grazie a questo bagaglio di nozioni.
noi opol duro e puro, in una situazione resa un po’ complicata dal fatto che io e lui ci parliamo in una terza lingua (l inglese) che le bimbe quindi ascoltano dalla nascita, pur non rivolgendoci mai a loro in inglese e con la complicanza di non abitare necessariamente in un paese dove sia parlata una delle loro lingue madri, visto che bea ha vissuto in francia i primi due anni e mezzo e questo intervallo in polonia da un anno sembra non destinato per il momento a durare…
io ammiro molto i genitori che decidono di insegnare loro stessi da soli o tramite la scuola o sia loro sia la scuola, una lingua che non e’ lingua madre ai figli perche’ comunque non hanno “il gancio” che quella lingua esprima il loro mondo. per me una lingua non e’ solo un mezzo di comunicazione, e’ anche una cultura, una mentalita’ che si possono assorbire ma soprattutto un’identita’, e’ quella non e’ tua se non ti ci rispecchi dentro. cioe’ le mie figlie sono bilingue polacco e italiano. molto probabilmente da qui a due anni parleranno inglese fluente e persino con un accento migliore del nostro, ma non mi verra’ mai da dire che sono trilingue, saranno bilingue + parleranno benissimo l’inglese, ma la loro identita’ sara’ nella cultura, nella mentalita’, nel sentirsi italiane e polacche, non inglesi o americane o di altri paesi, a meno che per una serie di eventi si ritrovino a vivere e maturare cosi’ a lungo in un paese anglofono da scegliere questa come nuova identita’. Io non mi reputo trilingue pur parlando fluent inglese e francese, conosco tre lingue a livello fluente ma sono di lingua madre italiana e sono italiana.Pero’ ultimamente mi pare che tutti c’hanno i figli bilingue o trilingue anche solo perche’ all’asilo a 3 anni hanno imparato twinkle twinkle, mentre crescere figli bilingue e’ uno smazzo enorme, altro che
Valentina VK says
cioe non per far polemica, ma qua in polonia un sacco di gente da decine di decadi impara lingue straniere, non c’e’ nulla di speciale a parlare due , tre , quattro, lingue stranieri, percio’ se la gente ha i figli di 3 anni (entrambi genitori polacchi) che parlano inglese non ti viene a dire mio figlio e’ bilingue, ti dice mio figlio sa l inglese, bon. secondo me ora c’e’ un po’ sta “moda del figlio bilingue” in paesi dove tradizionalmente la gente non impara nessuna lingua straniera e farla studiare ai bimbi e’ un fenomeno di questi vultimi anni, tipo l’america, l inghilterra o l italia…
Drusilla Galelli says
Vale ti adoro!
Hai ragione, ormai hanno tutti figli bi-tri lingui solo perchè canticchiano tre canzoncine!!!
happytogether says
Io non mi starei troppoa preoccupare della definizione precisa di bilinguismo – i vostri figli sono comunque molto fortunati! Ovvio che l’inglese per il momento è dominante se lo usano a scuola, scrivono etc. mentre l’italiano è la lingua di casa e del gioco. Se in futuro dovessero scegliere in che lingua studiare o lavorare probabilmente si sentiranno più a loro agio con l’inglese perché hanno fatto le scuole in quella lingua. Però sono sicura che già adesso ci sono concetti dell’ambiente domestico che non saprebbero esprimere in inglese ma in italiano sì!. Insomma è una questione di contesto – nella mia vita ho incontrato tante persone bilingui e nessuno è uguale all’altro. E’ anche molto carino che “inventino” le parole mischiando le due lingue, dimostra quanto sono attive le loro testoline. Quello che potresti fare per “preservare” l’italiano in questi casi è correggerli dicendo la parola italiana giusta ma senza togliere loro il gusto di giocare con le parole come già fanno. Solo per evitare di prendere l’abitudine a parlare le due lingue insieme nella stessa frase…che poi è quello che facciamo tutti noi expat anche senza accorgerci ormai – tu stessa nel post hai usato diverse parole in inglese (confident, sound, mixare) che esistono anche in italiano, ma probabilmente ti è venuto spontaneo perché facevi prima 🙂 P.s. E’ la prima volta che commento ma ne approfitto per dirvi che vi seguo da un po’ e mi piace tantissimo il vostro blog!!!! Baci da una neomamma expat negli USA
togetherhappytogether.blogspot.com/
Drusilla Galelli says
E’ vero, credo sia una questione di contesto.
Mi piace l’idea che inventino parole, che creino questo miscuglio di lingue, fa capire quanto si sforzino per cercare di utilizzare entrambe le due lingue.
Io cerco sempre di correggerli dicendo la parola esatta in italiano ma, come dici tu, non gli tolgo mai il gusto di giocare con le parole.
Grazie mille per averci commentato e corro a vedere il tuo blog!
un abbraccio
Graziana (La stanzetta inglese) says
Una studiosa di bilinguismo mi disse una volta che persino io potevo definirmi bilingue per il solo fatto che giornalmente parlo (parlavo..) due lingue, che nel mio caso erano italiano e polacco. Giusto per dirvi che ci sono tanti modi di considerare il bilinguismo. Inoltre non esiste il bilingue perfetto perché non esiste nemmeno il madrelingua perfetto. Pertanto io trovo delizioso “squizzare” come anche “taccio” (tocco), perché dimostra quando ‘sti bimbi siano intelligenti e capaci di adattarsi, e non si fanno scrupoli circa il loro essere perfetti e dominare le lingue.
Drusilla Galelli says
Hai ragione, credo che il termine “bilinguismo” possa essere interpretato in diversi modi.
E concordo sul fatto che sia delizioso ascoltare i loro miscugli di parole, per questo a volte inorridisco ma spesso sorrido e rido con loro dei loro “errori”, o forse è meglio definirli mix.
Moky says
L’opportunità che avete offerto ai vostri figli è immensa. Se resterete a lungo al di fuori dall’Italia avranno l’opportunità di imparare bene l’inglese, come se foasse la loro lingua madre, che di questi tempi non è affatto male. L’iataliano lo parleranno bene, vedrai, crescendo ne avranno la perfetta padronanaza, come anche l’altra lingua, i bambini hanno delle risorse che noi abbiamo perso crescendo. Per quanto riguarda la scrittura però non so, li viene il difficile, o forse no, l’italiano si scrive come si parla, quindi è più semplice o no??? La grammatica italiana è un capitolo a parte. Ovvio che il mio discorso è da profana 🙂
Drusilla Galelli says
Concordo Moky, i nostri figli stanno vivendo un’opportunità unica, sono incredibilmente fortunati. Con un pò di lavoro da parte nostra sicuramente riusciranno a “dominare” entrambe le lingue, inshallah, come si dice da queste parti!
Mamma Avvocato says
Vorrei consigliarti un libro che ho appena iniziato a leggere “il bambino bilingue” di barbara abbellì ah-Bauer.
Già dalla prefazione e’ illuminante perché spiega che un bambino bilingue non è tanto quello che domina entrambe le lingue, ma quello che che riesce a comunicare con la società con entrambe le lingue. Lo scopo della lingua e’ comunicare con chi ci circonda e da questo punto di vista, secondo l’autrice, andrebbe valutato il grado di bilinguismo, non dal punto di vista del “dominio” o della padronanza assoluta di comprensione, composizione e scrittura, perché si tratta di un approccio da monolingue che, di per se, non serve.
Non so se mi spiego.
Il libro poi, sfata tutta una serie di falsi pregiudizi sul bilinguismo con spiegazioni e dati convincenti, almeno fino al punto cui sono arrivata ora.
Comunque concordo che crescere dei figli bilingue, se si vuole che raggiungano un certo grado di equilibrio tra le due lingue, sia difficile e impegnativo! Noi ci stiamo provando stando in Italia e non è facile!
Drusilla Galelli says
Grazie per il consiglio, procedo all’acquisto immediatamente!
Sai che ho due figli ed entrambi hanno un diverso modo di vedere il bilinguismo. Il più piccolo distingue nettamente le lingue, non accetta di parlare inglese con me o tutti coloro che sa che parlano italiano. Mentre il primogenito non fa questa differenza, spesso mi parla in inglese, preferisce quest’ultima lingua all’italiano ma per lui la cosa fondamentale è stare in compagnia, relazionarsi.
Anonymous says
Ma quanto siete brave ragazze. Io sono italiana con madre lingua francese. Vorrei imparare l’italiano ai miei figli di 3 e 4 annia non dove iniziare, come procedere, non ho nessun piano. Cerco su internet ma non ho ancora trovato.
Drusilla Galelli says
Grazie Maria! Noi ce la mettiamo tutta ma non è facile.
Maria says
Risulto come anonimo perché non ho trovato modo di inserire il nome. Sono Maria e vivo a Bruxelles.