Vi avevo lasciato con la domanda, riusciremo a festeggiare il famoso e inutile San Valentino?
La mattinata è iniziata con il rito consegna palloncini, bigliettino preparato a scuola e mini cupcakes a forma di cuori.
Lui, l’uomo tutto di un pezzo, ci ha accolto felice in un grande abbraccio e ci ha detto: oggi vi porto in un bel posto.
Siamo saliti in macchina e siamo giunti fino ai confini con l’Iraq, dai non vi fa un po’ impressione a sentirlo, io non mi ci sono ancora abituata, su quella strada che alcuni chiamano la strada della morte, su cui tanti iraqeni persero la vita mentre scappavano in patria, si parla di 80.000, finiva la guerra del golfo.
Oggi è tutta un’altra storia. Solo deserto piatto e polveroso, dromedari, accampamenti di beduini e segni di vita inaspettati: il mc donald, la moschea, enormi e giganti scivoli gonfiabili. Solo un cartello con scritto “grazie a Dio ci sono gli americani” testimonia il passato che fu.
Arriviamo alla meta. La sede dell’open day, il giorno in cui la società dove lavora mio marito organizza una giornata dedicata alla famiglia.
Mio marito, a differenza dei tanti expat che conosco, è tra i pochi a lavorare per una società Kuwatiana. Perché è più facile essere “trasferiti” qui che assunti da una società locale. Ma noi abbiamo avuto “fortuna”. Un head hunter che curava questi paesi, tirò il nostro nome fuori dal cappello.
I suoi colleghi sono quasi tutti arabi, qualche indiano e una bassissima percentuale di “occidentali”.
Ci accolgono come sempre con grandi feste.
Sorridi che la vita ti sorride…diceva uno dei tanti cartelli spersi per la strada, tutti incentrati sull’importanza del sorriso, della positività. Se sorridi ti sentirai meglio, Sorridi e gli altri ti sorrideranno.
E’ già li ho avuto la mia prima scossa elettrica. Dopo settimane un po’ faticose, in cui ho un po’ arrancato, mi è sembrato di aver ricevuto una sonora pacca sulla spalla e un dai “smettila di menartela” come direbbero a Milano.
Pur trovandoci in mezzo al deserto, non manca nulla, tantissime tende beduine trasformate in sala giochi per bimbi piccoli, grandicelli e infine per gli adulti. Enormi scivoli gonfiabili. Un piccolo parco di giostre. Le immancabili molle.
Diverse postazioni per ripararsi dal sole caldo che quel giorno è tornato a riscaldare la nostra pelle.
Postazioni di shisha, succhi di frutta freschi, un palco dove c’era un animatore che spesso chiamava la mia piccolina “hei little blond girl“…vieni qui a giocare.
Perchè io e lei eravamo un bel pugno nell’occhio.
Una ragazza araba mi si è avvicinata e mi ha detto solo una cosa: I like your blond hair.
Ve l’avevo detto che qui hanno una passione per le bionde, anche se poi sposano le more, Marilyn avevi ragione.
Poi c’erano tanti animali: asinello, il piccolo pony, un dromedario, i soliti falchi, pure un pappagallo.
Biciclette a disposizione. E loro si divertivano come pazzi.
Come al solito per loro la famiglia, i bambini sono sacri. Non mancava nulla. C’erano anche tante piccole tende beduine, in cui potevi rifugiarti per fare un pisolino.
Noi siamo arrivati prestissimo, alle 12, tutti gli altri con molta più calma, intorno alle 14 giusto in tempo per il pranzo e pronti a rimanere fino a tardi, tardissimo.
Quando mi trovo in questi contesti mi muovo con leggerezza, rispetto e curiosità.
Adoro vedere che si divertono con poco. Impazzire per i giochi dell’animatore, ridere forte perchè si sale in due in bicicletta. Tutti con tanti figli. Ho sentito parlare tantissimo in arabo, tant’è che patata a fine serata ripeteva “yalla, yalla”.
Io sono stata la donna più fotografata. Pure dei ragazzi giovani, mentre mi stavo servendo da mangiare al buffet mi hanno chiesto “possiamo farti una foto” io gli ho risposto “contenti voi” , sicuro avrò avuto un pezzo di insalata tra i denti.
Mi hanno fatto scavalcare file. Offerto il cibo più buono, il pezzo più tenero di una carne cotta nella terra.
Nella società di mio marito gli expat sono pochi, meno dei locali, e quei pochi non sono venuti.
Invece mio marito che alla fine è pure lui un gemelli, ha deciso che non poteva mancare.
Lo vedevo in mezzo a questi colleghi, più grossi, più scuri, di una formazione che più lontana da lui non potrebbero essere, lui sempre a suo agio, si muoveva bene, con simpatia, senza finzione.
Che poi era la cosa che più mi aveva colpito di lui, quando l’ho conosciuto. Saper stare con principi e contadini. Trattare tutti con la stessa attenzione, come dice lui “io sono nato in campagna e non lo dimentico”.
Mi ha divertito vederlo giocare a beach volley in squadre scalcinate, con 7, 8, 9 giocatori per squadra, senza regole e tecnica. Dove se già riuscivi a tirare la palla oltre alla rete eri un campione.
Lui che in estate si fa i suoi tornei “sangue e arena” con gente in gambissima e guai a toccarglieli.
Il bello che si è divertito, come sempre, quando c’è di mezzo la pallavolo.
A me ieri sembrava di essere sul set del film mediterraneo nel momento della partita di pallone, anzi no, in una delle mie lontanissime “pasquette” al mare. Quelle gite con parenti e amici, dove si mangiava un sacco e dove si finiva a giocare a pallavolo su una spiaggia. Uno più scarso dell’altro. Ma tutti contenti. C’era la stessa atmosfera rilassata, di complicità.
Ho stretto mille mani, sorriso a tanti, promesso inviti.
La piccolina la più felice. Ha giocato con tutti, si è divertita un sacco.
E’ stata una giornata diversa, che però mi è servita, per staccarmi dalla routine, per entrare in contatto ancora una volta con loro e portare a casa qualcosa.
Quella sensazione che da quando sono qui la sento fortissimamente. A livello epidermico, quella sensazione di grande accoglienza, di benessere, di opportunità per ognuno di noi.
Un po’ come quando ho iniziato a lavorare per il gruppo Unicredit, dopo un anno nella capogruppo, mi mandarano nella società che pareva la più “sfigata del gruppo” quella che faceva il lavoro più umile “il back office”.
Per me è stata l’occasione della vita. Tante cose sono successe lì. Ho imparato molto. Ho avuto bellissime opportunità professionali. Mi sono divertita tanto. Ho conosciuto persone eccezionali, che mi hanno regalato affetto vero e anche quella sensazione dai “alla fine non sono male come persona”. Che se semini raccogli.
Poi da lì andai a lavorare in quella che era il fiore all’occhiello del gruppo.
La mitica società di gestione. Ma il bilancio lì non è stato così positivo.
E così ora accade con te, cara Kuwait. Tu che sei meno scintillante di Dubai, Abu Dabi, Doha…ma che spesso mi fai pensare “grazie head hunter che non ci hai mandato a Dubai”.
Ogni giorno, anche quando sono lì per lì per mollare, ecco che mi mandi un segnale forte e chiaro, che tutto può succedere, che sta a me buttarmi nella mischia, che da parte tua le porte sono aperte, basta mettersi seriamente in gioco.
E’ la storia della mia vita. Pensi di partire dal basso e invece sei già molto in alto.
Una volta a casa, stanchi ma soddisfatti, mio marito riceve la telefonata del suo caro amico che sta in Sudafrica. Lui gli chiede “cosa hai fatto a Mimma per San Valentino? Uscite?”.
E lui il mio uomo, ha bofonchiato qualcosa, chiuso in fretta la comunicazione ed è corso a dirmi:
“Buon san Valentino amore”.
Si era dimenticato del tutto di questa festa inutile, tutta la città addobbata non l’aveva vista. E i palloncini della mattina? I capcake, il biglietto? Per lui erano state delle manifestazioni di amore. Delle belle sorprese “di cui aveva bisogno” mi ha detto.
E io ?? Io riso fino alle lacrime. Davvero.
E dopo ho chiamato subito Drusilla per raccontarglielo.
Mica potevo aspettare di scrivere questo post….
Alla fine ognuno ha il san valentino che si merita….
E a volte quello che non ti aspetti è la cosa migliore che poteva capitarti.
Emy says
Meraviglioso questo post. A differenza di quelle che ‘io a Kuwait mai’, a me leggendo questo blog viene proprio voglia di partire, di scoprire questa parte del mondo (che non si fila nessuno?!).
Tuo marito è un grande ma ora sono curiosa di sapere perché i suoi colleghi non sono venuti? 🙁
Mimma Zizzo says
A onor del vero anche kuwatiani d.o.c. del suo team non sono venuti. Un pò perchè magari vuoi passare il tuo giorno libero non con la gente con cui lavori tutti i giorni. Un pò perchè diciamo la verità mica tutti si mettono davvero in gioco. Comunque lui è un grande si…ma non diciamoglielo troppo.
koko pi says
Che meraviglia…
Quando leggo queste cose mi domando cosa i faccio io qui nella mia piccola cittadina! Immagino tutte le difficoltà che possa vivere un’emigrante, ma queste giornate ripagano di tutto, giusto? ^_^
Mimma Zizzo says
personalmente penso proprio di si. I giorni difficili e ce ne sono, sono decisamente compensati dai giorni belli.
mamma jago says
Fantastica Mimma….accontentarsi delle piccole cose quotidiane e riuscire a trasformarle in un’avventura nuova carica di nuove emozioni da portare e assaporare nei momenti tristi. ….baci. ….
Mimma Zizzo says
Mamma jago mi hai smascherata! è proprio così trasformare tutto in una avventura è da sempre la mia specialità. La mia salvezza, il mio salvagente. Perchè mica solo a Kuwait city ci vuole “forza” è la vita quotidiana che ci mette sempre di fronte a tante prove.
mammapiky says
Vi leggo e non finisco mai di stupirmi, piacevolmente!
Mimma Zizzo says
Mamma picky speriamo di non annoiarti mai….
ero Lucy says
Bellissimo post pieno di gioia di vivere. Hai un grande dono Mimma, la capacita’ di sorprenderti. Bello leggervi, sempre.
Mimma Zizzo says
Cara Lucy in famiglia e gli amici stretti mi chiamano Candy Candy, non so se è la capacità di sorprendermi o semplicemente la fortuna di stare bene con piccole cose e un’assoluta determinazione a non stare mai male. Lo odio. Speriamo duri cara amica. Mi salva sempre
Chiara T. says
Che bel “non S. Valentino” che hai avuto Mimma! Sai, la vita qui a Doha sta andando sempre meglio, ormai ho un pò di conoscenze che stanno velocemente trasformandosi in amicizie. Ed io sono felice, perchè è un pò come dici tu. E’ bello uscire, è bello sorprendersi, è bello conoscere le altre persone e far cadere con pochi racconti tutte le tue errate convinzioni! Io mi sto trovando proprio bene qui! Un bacione a tutte e due!
P.s. si, dire ai confini con l’iraq mi fa MOLTO effetto, come mi sconvolge la presenza dei Mc donalds OVUNQUE!!!!
http://www.bonjourchiara.com
Mimma Zizzo says
Chiara proprio di te parlavo oggi alla nostra amica blogger Valentina Vasselli. Lei mi parlava si una sua conoscente che ha un amica a Doha che è tristissima di vivere lì. E’ arrivata da poco. Io le ho subito detto la metto in contatto con Chiara che mi sembra sulla ns stessa linea. E le tue parole me lo confermano. Oltre al tuo bellissimo blog. Brava ragazza
Chiara T. says
Assolutamente Mimma! Dalle la mia mail bonjourchiara@gmail.com Se mi scrive poi le passo il numero di telefono! Venerdì parto per l’Italia, ma giusto una decina di giorni, il 4 sono di ritorno e la incontro volentieri! Baci e buona giornata
MammaInOriente says
Cara Mimma, credo che non avresti potuto passare meglio il tuo S.Valentino. Quando si vive all’estero, uno dei regali più belli che possiamo fare a noi stesse è proprio quello di entrare in contatto con il popolo ospitante. Magari è normale non condividerne tutti gli aspetti, ma ogni popolazione ha dello speciale in sé ed aprire le braccia per accoglierlo è un’esperienza il cui ricordo rimarrà per sempre dentro di noi… E quanto è bello vedere la passione che anima l’agire dei nostri mariti? Anche il mio assomiglia al tuo…
Anonymous says
sempre io, Francesca.. quella che poi non ti ha scritto perchè la legge dell’attrazione funziona a singhiozzo o forse non era ancora il nostro momento Kuwait.
Bellissimo post, davvero.
un abbraccio.
P.s.: se nell’azienda di tuo marito serve un architetto (e pure bravo) fammi un fischio.
Emme M says
Bello Mimma, la curiosità e l’apertura verso gli altri è il motore di tutto…
moonlightclaud says
Aspetto il giorno che il mio uomo faccia altrettanto!! Ma che bellissima giornata. Te la invidio un po’, che noi stiamo sempre un po’ sulle nostre… mi fai quasi venire voglia di trasferirmi lì! 🙂 È vero però, bisogna buttarsi e provare anche le esperienze che spesso si snobbano per passare dei giorni felici…
trentazero says
In pratica non bastano neanche i cartelloni e le scritte luminose con lui!!! 😀
Pero’ location stupenda!
trentazero says
Dimenticavo… A BIONDA!
Giada says
Ok, leggere il vostro blog mi fa venire sempre più voglia di partire (ho iniziato dal primo post per andare avanti con le date in ordine cronologico, mi ha detto di voi Abaya and Heels!), chissà che tra poco non riesca anche io a diventare una expat, i vostri post sono sempre così pieni di entusiasmo , amore e freschezza che oramai leggervi è diventata una grande compagnia, un po come due chiacchiere tra donne! ieri mi sono ritrovata a parlare di voi a mio marito come se foste delle persone che conosco in carne ed ossa, vi ammiro molto! continuate cosi!!
mimma says
Che cara….anche noi facciamo stessa cosa riferito ad alcune blogger e alcune sono diventate vere amiche. grazie ancora