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un single a Kuwait city

12 Febbraio 2014 By mimma 8 Comments

Come vi sarete accorti ci piace dare voce alle storie degli espatriati, un mondo vastissimo di esperienze e punti di vista.
Oggi ospitiamo Andrea simpaticissimo ragazzo “di mondo”, perchè come lo vuoi definire un ragazzo che è cresciuto in giro per il mondo prima con la famiglia e poi anche da solo?
Ci fa sempre piacere incontrarlo perchè ci rassicura sul futuro dei  nostri figli, pensiamo che sua madre abbia fatto un gran lavoro. E poi pur essendo ingegnere è divertente. Inoltre, lui ci ha aperto uno spiraglio sulla vita da single a Kuwait che noi non conosciamo.
Buona lettura. 
“Mi chiamo Andrea e lavoro come ingegnere in un’importante impresa di costruzioni Italiana. Sono figlio di expats e ho vissuto per undici anni con la mia famiglia tra Arabia Saudita e Algeria…..successivamente ho deciso di continuare a girare il mondo da solo per lavoro, passando quattro anni tra Marocco, Svizzera, Francia e Italia! Insomma quando la mia società mi propose di venire qui ero magari più preparato di altri ad intraprendere un trasferimento del genere! Devo ammettere, però, di essere partito dall’Italia con le peggiori prospettive…..avevo appena passato forse i 4 mesi più brutti della mia vita e vedevo davanti a me un paese chiuso e senza prospettive, soprattutto per un single.
Arrivando qui l’impatto iniziale non ha deluso le aspettative….veramente pessimo! La cosa che più mi colpì fu la totale assenza, che poi ho capito essere solo “apparente”, di luoghi di ritrovo e locali così come li intendiamo noi oltre a questo mix di estremo lusso/modernità affiancato a strutture in disfacimento, messe malissimo e sporche. Anche l’impatto con il lavoro fu molto particolare: abituarsi ai loro tempi, ai loro inshallah e alla loro confusione generalizzata non è stato facile per niente!
Le mie precedenti esperienze però mi hanno permesso di ridurre al minimo la durata di questo shock! La vita da expat, vissuta da figlio e da lavoratore, mi ha insegnato la socialità “estrema”. 
Bisogna eliminare ogni traccia di timidezza; bisogna cercare, cercare e ancora cercare, non scoraggiarsi mai anche quando ti poni la fatidica domanda “ma chi te lo ha fatto fare?”; capire che ogni persona che incroci durante la nuova esperienza può darti qualcosa, ti accresce e ti insegna qualcosa; devi essere curioso e non cullarti perché in Italia magari ti invitano a fare aperitivi o a qualche uscita, mentre qui ti devi andare a cercare le feste e le iniziative che vengono pubblicizzate soltanto attraverso il passaparola! Insomma bisogna buttarsi nella mischia e devi essere consapevole e preparato ad iniziare ogni volta tutto da capo, perché magari le persone che hai conosciuto vanno via tra qualche mese.
Altro aspetto che mi ha aiutato a superare lo shock è stato il fatto che vivo una condizione mista di espatriato. A causa delle mie origini meridionali , pugliesi miste-siciliane-miste campane, la gente mi scambia regolarmente per un locale e quindi si riesce ad intavolare un primo contatto ed un primo scambio di idee proprio grazie a questo! Il 90% delle mie conoscenze ha avuto inizio dopo una frase del genere: “Why you don’t speak arabic?, you look so Arabic!!!”
Basti pensare che alla dogana dell’aeroporto il poliziotto si è rifiutato di farmi il visto di ingresso in Kuwait perché pensava io fossi nato in un paese del GCC e che quindi avessi anche un passaporto arabo! Altra cosa non trascurabile è che la mia taglia, una normalissima/abbondante per gli standard occidentali 50/52, qui è vista come ad un passo dall’anoressia e anche non essendo propriamente un Brad Pitt o un George Clooney puoi venire in Kuwait e sentirti veramente un figo!
Bisogna però anche tener conto che in questo paese essere single è un serio problema e viene visto come un disagio! 
Il 40% dei building non accetta bachelor perché portatori sani di problemi, di feste e di disturbo per il palazzo. Il mio collega egiziano mi vede come un disadattato perché sono solo e senza figli alla non più giovane età di 30 anni (O__o). 
Per non parlare del problema cinema: ogni volta che vado a comprare dei biglietti devo dichiarare se sono bachelor , e quindi vado a vedere il film con altri uomini o family e quindi vado con una ragazza perché esistono dei posti separati in sala per non rischiare conflitti o problemi.
Comunque, dopo un brevissimo periodo di adattamento, mi sono buttato nella mischia. La chiave di tutto è infilarsi in qualsiasi gruppo di occidentali che vivono qui già da un po’ e così ho fatto! I luoghi dove fare conoscenze secondo me sono i seguenti:
–         Negozi occidentali: esistono un paio di catene di negozi di moda che come politica commerciale hanno deciso di assumere soltanto commessi e commesse europei! Ovviamente, l’aver conosciuto casualmente una commessa scozzese di uno di questi negozi, mi ha permesso sin da subito di entrare nel suo “giro” e di capire come funzionava la vera night life kuwaitiana, fatta di serate e feste private o semi-pubbliche su invito, pubblicizzate da semplici passaparola su whatsapp , che insieme ad instagram e al lemon-mint sono dei veri must per gli under 35 locali, o tramite mail!
–        Ambasciate: ogni ambasciata organizza feste o ritrovi con cadenza mensile o settimanale. Il segreto è avere il contatto giusto, per ogni nazionalità, per poter ricevere l’invito o per potersi “imbucare”. È così che ho iniziato a frequentare l’ambasciata Britannica, quella Rumena, la Francese e la Spagnola. 
d   Durante una festa di queste mi resi conto di un’altra importantissima cosa che mi è stata molto utile successivamente: la consapevolezza che “Italian it’s better” e cioè che la nostra italianità fatta di gesti, di inglese parlato con forte accento paisà, le nostre attenzioni ed i nostri modi di fare sono un qualcosa che difficilmente passa inosservato e viene apprezzato regolarmente! In queste feste mi è poi capitato di ottenere dei contatti per delle feste private che mi hanno permesso di allargare ancora di più le mie cerchie di amicizie!
–        Associazione Italiani in Kuwait : voce a parte merita la nostra associazione Diwanya che organizza eventi molto interessanti e serate che tutti gli altri occidentali ci invidiano, ricevo giornalmente richieste dai miei amici spagnoli, inglesi e rumeni per sapere quando la nostra associazione organizza la prossima serata. Serate perfette per conoscere nuove persone, per incontrare gli amici della comunità italiana, per vedere un film in compagnia e per mangiare un po’ di sano e “vero” cibo italiano!
–        Feste private in appartamento: difficilissime da “raggiungere” e alle quali si può partecipare soltanto se sei riuscito a rientrare in una cerchia ristretta di amici o se decidi di attuare l’antica arte dell’imbucarsi con faccia di tolla che a me viene particolarmente bene! Esistono poi altri tipi di feste a cui ho partecipato, segrete e molto più particolari, con indicazioni stradali per arrivarci inviate soltanto via mail attraverso un passaparola tra occidentali!
–        Beach club: un altro filone sono le conoscenze che si fanno nei vari Beach club degli hotel frequentati da occidentali! Qui una volta un bagnino mi chiese il numero di telefono per darlo ad un altro ragazzo italiano che frequentava lo stesso beach club ma che non era presente quel giorno, è inutile dire che quel ragazzo è stata una conoscenza utilissima per venire a contatto con altre persone italiane e non. 
      Per non parlare, poi, del gruppo di ragazzi italiani che ho conosciuto e con i quali abbiamo organizzato una partita di beach volley 6 contro 6 che neanche a Rimini in pieno agosto trovi 12 italiani a giocare sotto il sole!
–        Gulf road o 2° ring: può suonare strana come cosa ma queste strade, la seconda specialmente, sono definite delle vere e proprie “Love Street” (http://www.urbandictionary.com/define.php?term=love%20street) dove ragazzi e ragazze a partire dalle 8 di sera, soprattutto il week end, si approcciano da un finestrino all’altro bloccando il più delle volte completamente il traffico!  
    Ed è proprio sulla Gulf Road che una sera, completamente inconsapevole, mi sono accorto che delle ragazze locali che guidavano un SUV gigantesco, mi hanno lanciato un bigliettino arrotolato…lì per lì ho pensato fosse immondizia (data la civiltà che scorre a fiumi da queste parti) ma subito dopo, date anche le occhiate che mi lanciavano le suddette ragazze, mi sono accorto che il bigliettino conteneva il numero di telefono di una delle ragazze su cui evidentemente avevo fatto colpo!
–       Centri commerciali: altro luogo cult sono ovviamente i centri commerciali. Una città senza marciapiedi, senza un vero e proprio centro e con temperature proibitive durante i mesi estivi, ha il suo “struscio” di meridionale derivazione in questi mega assembramenti di negozi! Soprattutto ce n’è uno che ci si mette 45 minuti netti ad attraversarlo da parte a parte! Anche questo è un luogo ideale per fare conoscenze e per subire approcci tant’è che una volta con un mio collega mi si avvicinarono due ragazze completamente velate ma con due occhi stupendi, il dialogo è stato pressappoco il seguente: le due ragazze si avvicinano e da sotto il velo mi chiedono in inglese “Tu parli arabo?” e io ovviamente ridendo “No”; così una delle due mi dice “Perché scusa di dove sei?” ed io sempre ridendo “Italiano, perché?”, al che lei si gira dall’amica e dice “Ah italiano, il mio sogno” e lasciandomi i loro numeri di telefono si allontanano ridendo!
–        Gruppi di expats: esistono infine, dei gruppi organizzati di expats , soprattutto inglesi e americani, che organizzano gite, serate nei vari ristoranti della città e varie altre attività. Ovviamente non potevo non iscrivermi a questi gruppi e tramite loro ho avuto modo di scoprire parti che non conoscevo di questo paese come per esempio Kubbar Island: atollo disabitato in direzione Arabia Saudita con un mare molto bello!
I collegamenti, anche casuali, sono fondamentali, bisogna cercarli, coltivarli e coinvolgerli, non bisogna rifiutare nessun invito, non ci deve essere stanchezza o mal di testa che ti impedisca di partecipare ad un’uscita di gruppo o ad una festa, la stanchezza passa, gli inviti (soprattutto i primi) arrivano una volta sola e soprattutto non sai se quella conoscenza o quell’invito può portarti ad altro! 
Bisogna anche condividere i contatti, essere a tua volta un organizzatore di qualcosa da fare, invitare persone che hai conosciuto a feste a cui sei stato invitato a tua volta, anche a costo di far imbucare 5 persone non invitate al tuo seguito , evitando di farlo con gli inglesi perché non la prendono bene, generalmente! La mia cerchia di amici è multi etnica: ci sono sicuramente molti italiani ma anche spagnoli, scozzesi, inglesi, francesi, russi, rumeni, kuwaitiani, libanesi, giordani e egiziani! Alla fine, contro ogni mia più rosea aspettativa, passo tutte le sere fuori casa tra cene, feste, serate nei café tra lemon-mint e shesha a parlare e a confrontarsi su questo paese pieno di contraddizioni ma con molte opportunità!
La mia vita in Kuwait la posso descrivere e riassumere con due semplici parole, che sono il motto della nave della marina italiana che ci ha ospitato a dicembre, “Tenacemente ovunque”, perché bisogna essere tenaci e bisogna essere ovunque per apprezzare ancora di più questo paese che in fin dei conti non è poi cosi male, soprattutto perché grazie a lui, la mia vita da single è già finita!
Andrea.

 

Filed Under: EXPAT LIFE

Comments

  1. Anonymous says

    12 Febbraio 2014 at 12:46

    Complimenti Andrea storia bellissima e un adattamento da invidiare ,auguri visto che hai trovato anima gemella.Grazie anche a M&D che ci danno la possibilità di leggere queste meravigliose storie di vita da expatriate che invidio un tantino ,ciao carine

    Rispondi
    • Anonymous says

      13 Febbraio 2014 at 8:10

      Grazie!

      Rispondi
  2. Abaya and Heels says

    12 Febbraio 2014 at 17:03

    Andreino amico mio! Bravo bravo bravo! Hai visto? Che ti avevamo detto noi?! Smack!

    Rispondi
    • Anonymous says

      13 Febbraio 2014 at 8:09

      Ma ciao ;-)! Quando mi venite a trovare tutti e tre? Il Kuwait è molto Family Friendly quindi vi tocca :-P! Grazie comunque per il supporto a distanza!

      Rispondi
  3. Moky says

    12 Febbraio 2014 at 20:12

    Tutto questo vale anche x una donna???

    Rispondi
    • Anonymous says

      13 Febbraio 2014 at 8:12

      Direi, in parte! Sicuramente questo non è un paese “libero” come altri del GCC e la condizione della donna è ancora da rivedere!

      Rispondi
  4. Anonymous says

    13 Febbraio 2014 at 3:50

    Andrea solo una critica costruttiva: ma una tua foto un po’ migliore di questo autoscatto tivedonontivedo avresti potuto metterla, o no?! Fa impennare l’audience delle MD!!! Ciao Federica -Singapore
    ps il motto tenacemente ovunque e’ bellissimo….

    Rispondi
    • Anonymous says

      13 Febbraio 2014 at 8:14

      Ahaha l’autoscatto tivedonontivedo,forseèmegliosenontivedo è stato fatto di proposito ;-)!

      Grazie comunque! Andrea

      Rispondi

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