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Stereotipi o……?

18 Giugno 2013 By mimma 21 Comments

occhialcielo
Ormai lo sanno tutti che per seguire il marito ho lasciato il lavoro, fatto le valige e mi sono messa a fare la mamma h24. Che vi dirò ritengo sia proprio un duro lavoro. E’ stata una scelta lunga, maturata però con serenità e anche con una certa razionalità, perchè avevamo un progetto comune. 
Ho anche detto che ho sempre pensato che fosse una parentesi, una meritata parentesi tra l’altro, dopo un anno terribile e,in generale, lunghi anni di lavoro. 
In realtà con il marito avevamo il piano di stabilizzarci, capire che aria tirava e poi mettersi alla ricerca del lavoro per me. Poi complice il mio scarso inglese, la difficoltà nel reperire una tata, l’impatto con la cultura araba che, diciamolo non è proprio femminista, e in generale il fatto di trovarsi con una bimba super piccola (spesso malata) in un paese estero, senza nessun appoggio o aiuto (MAI VENUTO UN GENITORE A KUWAIT) , ci fecero capire che ogni decisione andava presa a suo tempo e con calma.
Tra l’altro pensavo che questa era l’occasione per colmare alcune lacune, appunto l’inglese, ma sopratutto per capire e cercare di fare una cosa che accumunasse tre punti fondamentali che ahimè non sempre si riesce a fare. Fare un lavoro per cui avevo talento, che mi piacesse e dove avrei potuto sfruttare al meglio le mie conoscenze, che a 40 anni non sono più e solo cosa avevo studiato. 
Perchè diciamolo da giovane a volte fai delle scelte di studi e di carriere che non sempre coincidono con  il tuo talento e con quello che ti piace . 
Perchè a volte non è chiaro qual’è il tuo talento, per via dell’immaturità, dei suggerimenti dei genitori che spesso ti  indirizzo verso “sicure” professioni, senza pensare che in quello magari sarai un mediocre, senza passione, che è invece il motore di tutto.
A me nessuno ha detto di fare certi studi, ho scelto tutto da sola, per strane coincidenze, i miei si fidavano, mi stimavano e pensavano che potevo fare tutto.
Ma penso di aver sbagliato e l’ho fatto per immaturità. Non mi conoscevo bene, ne conoscevo il mondo. 
Insomma penso che quello in cui sono brava o che mi piace davvero , è molto diverso da quello che poi ho fatto (spesso anche benino).
Insomma Kuwait mi è sembrata una grande opportunità e ho avuto un marito che ha condiviso questa visione.
Senza contare che se abbiamo fatto anche questa scelta radicale è perchè diventasse una vera opportunità per tutti e due, una chance. Immediatamente per il marito, con il tempo per me. 
Però chissà perchè le tue scelte spesso devono essere commentate, criticate, vivisezionate.
Spesso dato il mio carattere aperto e disponibile tanti, troppi si sono sentiti di dire la sua.  
Anche se non interpellati, anche se spesso si sono rivelati solo offensivi, indelicati o superficiali. Di nessun aiuto. E spesso a me è mancata la parola. Anzi spesso è subentrato lo stupore per quello che mi veniva detto.
Io non mi considero un’eroina, tutt’altro. Penso di essere fortunata. Ma vi assicuro che la mia vita non è  dorata. Non è fatta di spa, zumba, piscina. Non solo. All’inizio non è stato facile. Anzi è stato proprio difficile. Ma poichè io ODIO stare male e AMO stare bene io e far stare BENE chi mi sta attorno, mi sono rimboccata le maniche e non mi sono MAI lamentata , nè ho mai rinfacciato nulla.
Tanta gente qui in kuwait si impiccherebbe dopo due giorni. Potrei fare dei nomi.
Tanti scappano subito, oppure fanno diventare insopportabile la loro vita e quella del patner.
Ribadisco non voglio premi, nè lodi. C’è gente mille volte più brava di me.
Come al solito mi dilungo troppo, mi perdo un pò, ma quello che voglio dire è che ho constatato a malincuore che alla fine esistono degli stereopiti.
C’è che ti misura ancora per il lavoro che fai. 
Che ti fa la battuta, “ma non ti annoi?”, che ti fa la critica, il falso complimento “una testa come la tua non può pensare a zumba”, senza valutare quello che hai fatto, quello che stai facendo o quello che stai pensando di fare.  
Ma soprattutto quello che sei e quello che vivi in quel momento. 
Che poi sono le stesse persone che criticano o “commentano liberamente ma aspramente” le donne che lavorano tanto. Le mamme che escono di casa alle 7.30 e tornano alle 20. Le mamme che lasciamo al pre e al dopo scuola, che fanno i business trip, che hanno tate e nonni. Che parlano del tempo di qualità e non di quantità che condividono con i figli.
E il bello che tutti questi pensieri vengono quasi espressi sempre da DONNE. 
Si donne contro donne.
Nessuno che analizza la situazione a 360 gradi, che conosce tutte le dinamiche di quella famiglia, nè del paese in cui vivi.
Io mi domando allora è davvero un problema di stereopiti?

E’ solo perchè “il lavoro ” nobilita l’uomo? 
Allora donna-mamma che non lavori (anche se gestisci casa, figli e varie ed eventuali) non vali nulla?? sei leggera? sei poco interessante? sei solo una sciura.

E tu donna-mamma che lavori tanto, che sai in ufficio 14 ore e con i tuoi figli due ore scarse, sei una mamma degenere, i tuoi figli dovranno andare sicuro da uno psicologo.
Ho capito il top è essere mamma-impiegato magari statale o ente no profit che fa pure figo, con un orario di lavoro flessibile, magari un lavoro part-time verticale, 3 giorni alla settimana, nonni a disposizione.
Ma se non riusciamo ad esserlo? se non riusciamo a fare questa combinazione perfetta. che si fa?
Siamo non solo mamme imperfette ma anche donne fallite?
E perchè queste cose ce le devono dire altre donne?
E perchè ce lo devono dire così? senza un motivo? 
Perchè dobbiamo sempre denigrarci tra noi e mai essere complici?
Perchè  una non può scegliere di stare a casa con i figli?
Perchè se una desidera e se la sente di lavorare 18 ore e cerca di incastrare tutto e, forse i fatti gli stanno dando ragione, una lo critica lo stesso?

Per fortuna non ne conosco tante di donne così. Anzi ne conosco poche. E considero l’amicizia di altre donne il più bel regalo che tu possa ricevere.
Ma resto sempre un pò amareggiata dal giudizio facile, dalla mancanza di solidarietà , di tatto e forse di un pò di sano “farsi i fatti propri”, perchè pure se siamo amici “mica dobbiamo per forza dire quello che pensiamo” sopratutto se non richiesto in quel momento o se non conosciamo tutto.
E mi chiedo davvero non siamo liberi di essere quello che vogliamo, davvero nel terzo millenio esistono tutti questi facili stereotipi?
 
O forse come dice una mia cara amica : smettila di farti tutte queste domande è solo INVIDIA.
 
E allora quanto sarebbe bello sentirsi dire: sai che un pò ti invidio? si ti invidio perchè stai facendo quello che vuoi e a volte io mi sento un pò frustrata. O meglio ancora: bene, brava vedo che te la stai cavando, che ce la stai mettendo tutta. Ma mi raccomando pensa pure a te come donna.

Care donne , care amiche che dire siamo solidali, complici, che l’unione si sa fa la forza. E sopratutto lasciamo a tutti la possibilità di essere liberi di essere quello che vogliono.

Mimma
 
 
 

Filed Under: EXPAT LIFE

Comments

  1. mammapiky says

    18 Giugno 2013 at 13:12

    La solidarietà tra donne e’ difficile da avere. Ci facciamo le scarpe, ci mettiamo i bastoni tra le ruote tra di noi, e gongoliamo nel criticare, peggio ancora giudichiamo come hai detto tu senza conoscere. A volte penso che chi fa così in realtà e’ per non vedere la sua di vita, perché non gli piace e non ne è soddisfatta, a volte e’ solo per dare fiato alle trombe ma in entrambi i casi, non te ne curar …. Guarda e passa!!!!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Giugno 2013 at 14:24

      Mamma picky hai ragione. Io non mi preoccupo, anche se a volte rimango interdetta. Ho scritto il post pensando a un messaggio , che Valentina ha ben colto e commentato su FB e che io riporto “Lo condivido perchè credo profondamente nella libertà di essere quello che si è, ma anche quello che si sceglie di essere, perchè (sono sicura) l’hai scritto tutto d’un getto senza mediare, solo con la voglia di esprimere il TUO sacrosanto punto di vista. Perchè quando sento una mamma che ha allattato il figlio 3 anni, io che a malapena sono arrivata a 4 mesi, non mi permetto di dirle “Ancora?!?!?!?” Ma le le chiedo “tu sei felice? Lei/Lui è felice?” “Allora che problema c’è?” Perchè forse se vogliamo essere vicini come amici, compagni, genitori, fratelli, sorelle dovremmo tutti imparare a fare le domande giuste e a smetterla di credere che esista un solo mondo possibile.”.
      Alla fine è tutta lì nella capacità di fare le domande giuste e nel capire che non esiste un solo mondo.

      Rispondi
  2. Graziella Pezzetta says

    18 Giugno 2013 at 15:17

    Mimma la parte terrona di me ha una sola considerazione che sorge, prepotente e spontanea … FUTTITINNE …

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Giugno 2013 at 15:31

      ma allora sei pure terrona???? PERFETTA PERFETTA!!!

      Rispondi
  3. mammamucca says

    18 Giugno 2013 at 17:08

    Condivido a pieno ogni singola parola che hai scritto. Anch’io, come te, ho lasciato il mio lavoro e la mia nazione per seguire mio marito e i miei figli nella speranza che un giorno sarei tornata a lavorare. Anch’io, come te sono senza aiuto, senza tata, senza zumba e senza parrucchiere ma con qualcuno che critica…
    Onestamente, penso che certe persone criticano per sport e son dei veri campioni. Non importa se stai a casa, se lavori, se hai dei figlio o meno, se sei bionda o bruna trovano sempre un difetto da attribuirti.
    Si vede che gli uomini amano altri sport, tipo il calcio 😉
    Hai tutta la mia solidarietà!

    unamammaalussemburgo.blogspot.com

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Giugno 2013 at 23:27

      sai che non ci avevo pensato? mi sa che hai ragione. E’ lo sport la chiave di tutto.
      felice di averti conosciuto

      Rispondi
  4. Graziella Pezzetta says

    18 Giugno 2013 at 18:10

    orgogliosamente mezza Siciliana (mamma) e mezza Lombarda (papà)

    Rispondi
  5. Deshna Francesca says

    18 Giugno 2013 at 19:45

    hai scritto adesso che sei in italia vero? Casualità, pure io in italia mi ritrovo a dover spiegare spesso cosa faccio alle mie amiche multitasking che frequentavo e con cui ho fatto il liceo in centro a Milano, perché apparentemente non faccio niente, sto in campagna ho la piscina (che poi è una vasca di irrigazione dove sarebbe anche proibito bagnarsi),…. infatti la casa si automantiene, no? E il figlio pure no? E le fatture si scrivono sole no?

    Poi vivo poi nella paradossale situazione che la gente creda che in spagna ci sia solo la movida. Non che abbiano tutti i torti vista la crisi in cui è sprofondata, però sì si lavora pure qua, non solo a Milano

    Io ho una laurea e la uso così, credo che sia il modo migliore per usarla eppure a quanto pare….. la gente non lo apprezza.

    Poveretti loro….

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Giugno 2013 at 23:29

      In realtà il commento che ha scatenato la mia riflessione l’ho ricevuto ancora mentre ero a Kuwait. Ma come dici tu per tanti, troppi è difficile immaginare un mondo diverso.
      Ciao mitica Francesca

      Rispondi
  6. Emme says

    18 Giugno 2013 at 21:10

    tesoro, si dice stereoTIPI !!! ahahahahah….sei la mia dislessica preferita. Tesoro….qua c’è da aprire un veri o e proprio forum. Questo post crea molti spunti di riflessione…

    Rispondi
  7. Anonymous says

    18 Giugno 2013 at 23:53

    ragazze, vi leggo da un po’ e ogni vostro post pone questioni mica da poco ! da una settimana siete su un ottovolante di emozioni; siete passate dalla euforia del rientro, allo struggimento per luoghi e persone ritrovate , alla rabbia per i giudizi espressi per sport.
    che poi il giudizio un po’ velenoso è tipico di chi non sta giudicando TE, ma sta paragonando SE STESSO a te: e temendo di non uscire tanto bene da questo confronto, senza neanche conoscere la tua situazione, sputa una sentenza. così si salva, evitando di FARE I CONTI CON STESSO!
    una mia amica peruviana da anni in italia, dove ha deciso di dedicarsi al lavoro e alla carriera senza formarsi una famiglia, una volta in perù si è sentita dire:”…se sei contenta così….” . alla vecchia amica che le diceva cosi ha risposto “… si sono contenta così e non farei il cambio con nessun altro!”. a buon intenditor…
    ragazze baci, in gamba eh!
    iris

    Rispondi
  8. Mimma Zizzo says

    19 Giugno 2013 at 9:47

    ciao iris probabilmente è così. Il mio post è stato scritto di getto, arrabbiata più che per il commento, perchè me l’aveva fatto una donna. Che poi mi conosce da 20 anni. E io che sono una grande sostenitrice dell’amicizia tra donne, del ruolo fondamentale che le donne hanno nella mia vita. volevo come dire richiamare l’attenzione su qs punto.

    Rispondi
  9. samantha says

    20 Giugno 2013 at 8:54

    Cara Minma (stesso nome di mio nonno, mi sei subito stata familiare), è da un po’ che volevo salutare il vostro blog, poi la pigrizia prevale sempre, ma oggi no . Vivo in Italia con un marito Libanese che ha la sorella a Dubai (dove sono stata più volte), ho due bimbi piccoli…quindi sento vicine le vostre avventure di mamme in un mondo arabo. Ogni tanto mi sono in effetti chiesta come fate a fare le mamme a tempo pieno e ad aver lasciato il lavoro; a volte l’ho pensato con invidia perchè vorrei avere più tempo per i miei figli, a volte pensando che io non ce la farei a lasciare il lavoro. Ma sono sempre pensieri miei , mentre la vita è vostra, ognuno ha la sua con la sua storia che lo ha portato a fare le sue scelte. Nessun giudizio, massima libertà e rispetto…grande piacere nel leggere le vostre avventure. Non esiste una sola mamma ideale, ognuna lo è a modo suo quando fa il meglio che può . Il concetto di “mamma sufficientemente buona” di Winnicot mi ha salvato da tante paranoie…non serve essere perfette, anzi forse è dannoso anche per i figli perchè crea un modello impossibile da raggiungere e quindi frustrante. Buone vacanze e un forte abbraccio.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      20 Giugno 2013 at 11:01

      cara samantha avere un opinione è giusto e legittimo. Io stessa qualche anno fa sarei rimasta un pò perplessa di fronte a qs scelta. E non perchè temo che una donna con figli possa annoiarsi o perdere interesse o non avere un ruolo, ma perchè credo nell’autonomia e indipendenza economica. Tra l’altro nn credo che il matrimonio sia un sigillo di sicurezza e “per sempre” è un obbiettivo duro. E con una figlia è stato solo qs il mio dubbio. Il tipo di insegnamento che potevo trasmettergli. Ma quando è arrivato quel treno, che poi l’avevo tanto cercato per i motivi che ben spiego ne post “ma come diavolo ci sei finita in kuwait” è stato naturale fare certe scelte. Poi io e Dru stiamo cercando comunque il ns posto. Lei l’ha già trovato da settembre lavoverà come assistente in una scuola, io grazie al blog ho una collaborazione con una società. Se c’è una cosa che qs esperienza mi sta insegnando che se il tuo progetto è ben chiaro alla fine ci arrivi. Basta non scoraggiarti e crederci.
      Samantha noi come sai amiamo i libanesi. Ottima scelta.

      Rispondi
  10. NonPuòEssereVero says

    15 Marzo 2016 at 12:22

    Fregatene!!
    Io amo il mio lavoro, ma se domani -ipoteticamente- Fidanzato venisse mandato all’estero (magari non l’estero dove ha l’altra sede la sua attuale azienda) lascerei senza problemi tutto per seguirlo. Vero è che la mia vita non ruota solo intorno al lavoro e mi sono inventata altre mille cose, esattamente come te.Probabilmente chi ti ha criticata non sa che il lavoro è importante, ma non è tutto e che non tutte le mamme “casalinghe” stanno a fissare il muro in attesa di un segnale divino.
    Un bacio!

    Rispondi
    • mimma says

      16 Marzo 2016 at 12:35

      infatti è proprio così. Se hai passione nella vita alla lunga qualcosa di buono riesci a farla! Un abbraccio

      Rispondi
  11. Giupy says

    15 Marzo 2016 at 16:12

    Che grande che sei!
    Comunque, alle malelingue c’e’ sempre qualcosa che non va bene. Se lavori, se non lavori, se non fai figli, se ne fai troppi… e’ semplicemente difficile essere donna.

    Rispondi
    • mimma says

      16 Marzo 2016 at 12:34

      Si purtroppo spesso non siamo solidali. Peccato perchè quando accade siamo delle potenze uniche. Per fortuna ho incontrato anche tante donne speciali con qui ho fatto squadra. Un abbraccio

      Rispondi
  12. Roberta Castelli says

    16 Marzo 2016 at 11:54

    Guarda, a tal proposito ti racconto una cosa. Quando abbiamo deciso (erroneamente ok) di rientrare in Italia, quella che si definiva una mia carissima amica mi ha vomitato addosso le cose più assurde. “La smetti di viaggiare?”…”Così non concluderai mai niente”…”Guarda me, io sì che concludo”…e cose simili. Detto da una che non ha mai mosso il sedere da casa, che ha vissuto sempre accanto ai genitori e che come sistemazione intende i soliti luoghi comuni. Logicamente l’ho mandata a quel paese senza possibilità di ritorno. La complicità tra donne quasi non esiste, trovo che gli uomini in questo siano più affiatati. Il pettegolezzo è sempre dietro l’angolo e la tanta decantata libertà di essere esiste solo nei post su Fb…Io ti stimo, mi rendo conto che al posto tuo non sarei in grado di affrontare quel contesto. Vi auguro di realizzare tutti i vostri sogni… Baci… Roberta

    Rispondi
  13. Soraya says

    30 Marzo 2016 at 20:45

    Grazie! Non sono l’unica allora…

    Rispondi
    • mimma says

      31 Marzo 2016 at 13:26

      E no siamo in tante! Un abbraccio

      Rispondi

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Mamme nel deserto è la storia di due donne, Drusilla e Mimma, due mamme, che si incontrano nel deserto non solo fisico, ma anche metaforico. Due donne expat per amore. Leggi tutto

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