Il burqa, a dispetto di quello che si pensa non è un simbolo religioso, ma era il modo in cui si vestivano le donne delle tribù beduine, lasciate sole in mezzo al deserto mentre gli uomini erano via, le aiutava a non diventare prede troppo interessanti, per non essere guardate o rapite dai pirata del deserto.
Il divorzio invece è praticato ampiamente, contrariamente al Cristianesimo che ha proibito il divorzio, l’Islam concede di sciogliere i legami sconvenienti, anche perchè il matrimonio è un contratto non un sacramento.
del matrimonio e per adulterio.
Io alla stessa domande avevo risposto: prima la nascita di patata, poi la laurea, poi il matrimonio.E tra 5 anni visto il mio livello di inglese, ho detto che mi vedevo a fare la segretaria . Nonostante il mio cv e le mie esperienza professionale siano di tutto rispetto anche qui e il mio inglese era migliore del suo. Ma ci hanno insegnato a volare basso e sempre consapevoli dei ns limiti più che a osare.
ps. se volete capire un pò di più com’erano questi posti e cosa è successo dopo la scoperta del petrolio vi consiglio la visione del film il Il principe del deserto diretto da Jean-Jaccques Annaud. Tratto dal romanzo del 1957 La sete nera, dello scrittore svizzero Hand Ruesch. Non è certo un capolavoro cinematografico però a me ha aiutato a capire certi meccanismi. O forse ora che sono qui sono riuscita a cogliere alcune cose che prima mi sfuggivano.
Ed infatti sono qui a leggere ed il primo commento sarà mio!!!! Grazie!!!!! Altro che Chi, l’ho letto tutto d’un fiato perché la curiosità ma più che altro la voglia di capire, e’ tanta. Le cose che non conosciamo in genere ci spaventano ed il burqa e’ una di quelle. Non conosciamo praticamente nulla di questo mondo, ed io me ne accorgo anche leggendo i vostri post. Tendiamo a chiederci nella nostra visuale delle cose e ci perdiamo tanti aspetti interessanti. Personalmente grazie a voi, ho scoperto un paese (che non conoscevo per nulla), molto interessante e pieno di opportunità. Diverso dal nostro e spesso migliore. Chiaramente non so come potrebbe essere viverci, e di sicuro aspetti un po’ negativi, non mancheranno, ma se penso alla nostra Italia così instabile in questo momento e così a rischio per chi ci vive, non posso non rimpiangere di vivere altrove. Sotto un cielo diverso e con un futuro diverso per i miei figli che di sicuro qui non hanno molte opportunità……..per quanto riguarda discorso mamme però, credo che la mamma italiana, anche se non ruggisce ma forse miagola, sia la mamma per eccellenza!!!! ;-))))))))
Anche noi stiamo imparando un pezzetto alla volta. La prima volta che sono salita in aereo e ho preso la compagnia di bandiera, guardando gli altri passeggeri ho pensato: ma dove sto andando.
La strada della vera conoscenza è lontana. Però come dici tu noi qui stiamo bene, siamo serene, anche se l’altro giorno un avvenimento ci ha un pò turbate. A drusilla è stata rubata la macchina! la sua vecchia jeep !
E ci eravamo così abituate alla sensazione di libertà e sicurezza ( sai quante volte lasciamo la borsa sul tavolo aperta? e nn chiudiamo le porte??) che è stato un mezzo choc.
Però qui senti la speranza e la sensazione che tutto possa succedere.
Claudia che tra noi è la più restia verso il kuwait , oggi diceva: è innegabile . Qui i figli stanno bene!
ed è vero!
Qui se ti rubano la macchina o ti entrano ladri in casa, non si stupisce più nessuno, tanto e’ un fatto comune!!!!
Post interessante e con curiosità che non conoscevo per niente. Queste donne che scelgono di mettersi il velo, il burqua e anche quell’altro che non ricordo come si chiama, quello che vedi solo gli occhietti dietro una rete fitta…cmq, io queste donne non le capisco, ma le rispetto. Vuoi mettere la ensazione dell’aria nei capelli in un pomeriggio d’estate stesa al sole in costume? So che è una leggerezza, ma io non riuscirei a rinunciare a questa libertà.
A me fa più impressione vederle a cena fuori. Alzare qs velo e introdurre il cibo da sotto. Non so, mi sembra che si perda il 90% del piacere di mangiare..
Quello che chiami tu è sempre burqa più estremo. Poi c’è il velo, il copricapo solo della testa e vestiti normali.
Per noi qui, il burqa ha un significato diverso e ne ha uno diverso anche per le mussulmane, qui. Viene usato per affermare la propria identità, o viene indossato perché l’uomo lo impone, ma non necessariamente. Maggiore è la vessazione ricevuta in base alla religione o all’etnia e maggiore sarà la necessità di affermarsi. Noi donne occidentali, che abbiamo dovuto affrontare un percorso lungo, faticoso e doloroso per “emanciparci” non capiamo e non accettiamo una condizione così. Sono stata a Parigi nel 2002, burqa se ne vedevano pochissimi, ci son tornata nel 2006 sembrava un’invasione, ma nel frattempo era successo di tutto e di più contro i mussulmani. Qui e ora non apprezzo né condivido il burqa, però posso sforzarmi di comprendere le ragioni altrui quando sono frutto di scelta e libertà.
E’ quello che scrivo. Le mussulmane expatriate stanno peggio !
perchè per affermarsi interpretano in maniera integralista, quello che non è un imposizione religiosa. Da nessun parte si legge sul corano di indossare il burqa. E’ davvero una derivazione dei popoli beduini, poi ognuno la estremizzata.
Ti dico che qui tante arabe, mi hanno detto che nn solo nn lo indossano, ma nn si sognerebbero di farlo. Però se tuo padre o tuo marito appartiene a una famiglia che discende dai beduini del deserto ti tocca. Però qui sono tutelate di più.
Poi ovviamente sto parlando di ceti medio alti.
Anche qui nell’ultimo anno sono aumentate, perchè gli integralisti sono saliti al potere.
Io non mi turbo. Nn le guardo nemmeno.
Ho compreso le ragioni. Ma sono felice di non doverlo indossare.
Perdonate l’intrusione e l’argomento che non c’entra nulla con i vostri post ma sono un ragazzo di 28 anni che sta valutando una proposta di lavoro in Kuwait. Sto cercando in rete info su qualità della vita,costo degli affitti etc… e vi sarei grato se foste in grado di darmi qualche dritta.
Grazie a chiunque abbia voglia di dedicarmi 5 minuti!
Alberto
Ciao alberto ,qualità della vita alta , costosa però . Pure affitti alti. Però ne vale la pena.
scrivimi sulla mia mail mimmazizzo@gmail.com
Stavo aspettando questo post da quando glielo avevate promesso! 🙂
bello, mi avete detto tantissime cose che non immaginavo proprio, grazie!
come sempre
.. wonderful women, siete troppo avanti!!! bellissimo questo post, interessante e scorrevole da leggere.. grandiose!!!
Ciao a tutte! E’ da un po’ che seguo il vostro blog, devo dire sempre interessante. Non so se ci sono altri modi per contattarvi, però ho bisogno disperato di un confronto! Sto seriamente pensando di trasferirmi in Kuwait, avendo già ricevuto una importante proposta lavorativa. Ma il principale motivo per cui mi trasferirei è l’amore che da circa 2 anni mi lega ad un ragazzo kuwaitiano. Eppure sono assalita da mille dubbi, un giorno sono sicurissima, il giorno dopo non più…
Puoi scriverci nella mail privata mimmazizzo@gmail.com. Comunque capisco i tuoi dubbi. Io stessa come racconto nel post “come diavolo ci sei finita in kuwait” ho fatto fatica con un marito che stava a Dublino. Noi possiamo raccontarti la nostra esperienza e dirti che il Kuwait non èpoi così tremendo…se hai pure un buon lavoro…poi. Comunque scrivici.