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festa del 25 aprile in Kuwait

28 Aprile 2013 By mimma 8 Comments


Quando ero giovane (molto giovane) il 25 aprile significava un giorno di scampagnata, i carciofi fritti di mamma e super lavoro per papà nei giorni precedenti.
Crescendo, ai tempi dell’Università, quando il mio idealismo e la mia voglia di partecipazione erano ai massimi livelli, 25 aprile significava, la grande manifestazione che attraversava la citta’, a cui adoravo partecipare.
Si mi piaceva “partecipare” e “ricordare”.
Qui l’abbiamo già detto il calendario è tutto da immaginare e se non esiste il Natale, figuratevi la nostra festa della liberazione.
Però questa volta è arrivato un invito da parte dell’Ambasciatore a darci l’occasione di ricordare questo ricorrenza.
Il marito da anni emigrato non ha collegato questo invito alla ricorrenza. Io si.
Confesso che sono stata contenta, l’ho vissuta come un occasione per uscire, per incontrare persone che non vediamo spesso.
Ebbene si i sentimenti che mi animavano erano ben diversi da quelli del passato. Pensavo solo ad una bella serata fuori.
Si cambia anche in questo. E questa volta devo dire purtroppo.
Risolto il solito enorme problema, con chi starà Patata? Trovato con fatica nanny del nido.
Siamo scappati verso la residenza dell’Ambasciatore (marito e moglie con due figli. Siculi di nascita, cresciuti a Roma, in giro da un pò).

Fa sempre un certo effetto vedere la propria bandiera sventolare in terra straniera.
Una bandiera importante che non è molto diversa da quella Kuwaitiana.
All’interno della bella residenza, ci accolgono i due padroni di casa, con molta gentilezza e garbo.
E con quella naturalezza che ti mette a tuo agio (anche se io confesso la c.d. autorità la subisco poco, sempre stata così, anche in azienda).
Poi incrociamo qualche amico italiano, una coppia famosa qui. Due veterani. Marcello e Ursula.
Quando cercavamo informazione sul Kuwait abbiamo trovato un intervista su di loro.
Romagnoli, realizzati e simpatici. Non mi dilungo perchè  stiamo preparando un post su di loro.
In realtà la serata era più a beneficio di ospiti stranieri. Diversi kuwaitiani e altre figure istituzionali  straniere.
Era un piccolo ricevimento, 30-40 persone al massimo.
Un aperitivo fuori, graziati da un tempo ideale, nè caldo nè sabbia.

Ci viene servito del vino (ammesso solo in ambasciata).
Capite perchè siamo così felici quando ci invitano alle feste della ambasciata?
E’ proprio vero: no alcool no party!
Mi sembra di essere tornata indietro, chiacchiero a destra e a sinistra, il marito come al solito uguale, lo perdo per strada e io saltello da un gruppetto all’altro. (Paola ti ricorda qualcosa? solo tu riuscivi a starmi dietro nelle nostre uscite sul viale, la Ross odiava qs comportamento). Vado pazza per quel rumore tipico dei party “chiacchiericcio di fondo”.
Anche se Ursula me la tengo stretta. E’ troppo divertente e una gran fonte di informazioni utili.
Ma perchè non ci vediamo più spesso?
Poi ci invitano ad entrare, è prevista, l’esibizione di un complesso jazz.
Io già prevedo un sonno profondo (che ci posso fa a me il jazz fa dormire) e mi cerco un posto defilato, che non dia nell’occhio quando la palpebra cadrà pesantemente. Marito perso del tutto (ve l’avevo detto che siamo due super indipendenti).
Finisco vicino a Carlo (AD di IBM) piacevolissima sorpresa. Chiacchiera simpatica, forse pure troppo, la signora kuwaita che è seduta davanti, a un certo punto cambierà posto. Io penso: ma perchè non mi sono portata il curriculum??
Il complesso si rivela una gran bella sorpresa.
E’ si musica jazz, ma il repertorio prevede Mina, Battisti, Britti, Pino Daniele, Memo Remigi (sapessi com’è strano innamorarsi a Milano???? neanche qui mi fanno dimenticare la mia adorata città).
Ha aperto con “mille giorni di te e di me” di Baglioni, mio cavallo di battaglia a 17 anni, ma con “Napulè” di Pino Daniele ha toccato le mie corde più profonde.

La moglie dell’Ambasciatore era un pò preoccupata: ma capiranno? apprezzeranno?
Io ero certa di si, un pò perchè vedevo i loro piedi muoversi e tenere il tempo della musica, un pò perchè mi ricordavo di quando l’anno scorso, Carmen cantava in un ristorante italiano e, aveva un sacco di fan tra i kuwaitiani. Più degli Italiani stessi, che spesso facciamo gli snob o, quelli che vivono con distacco, la loro tradizione musicale.
Ma sapete quando ho avuto la certezza che erano contenti e felici?
Quando il gruppo nel salutarci, al terzo bis, ha cantato “Volare” del mitico Domenico Modugno. Non vi dico, si sono alzati tutti in piedi a ballare sulle note della nostra canzone.
Io ero senza parole, colpita  e contenta. Pensavo anche questo è Kuwait, uno dei pochi posti in cui siamo ancora molto amati e rispettati, poi però , anche su suggerimento di qualcuno ho pensato, anche questa è Italia. Con una storia che ci fa ancora avere un pò di credito.
Alla fine il concerto è finito, con qualche resistenza da parte di tanti. La musica ha sempre un gran bell’effetto sulle persone. Ti fa emozionare, ridere, ballare, ti spinge a osare.
Siamo saliti di sopra, in uno dei locali molto belli posti al piano terra della residenza che ci ospita, che è molto araba, con soffitti affrescati e alcune piastrelle che a me fanno pensare alle maioliche di Capri. Ci fanno accomodare a dei tavoli e per magia compare il marito: Ah ma ci sei anche tu?
Ad un certo punto si siedono con noi tre kuwaitiani doc.
Con vestito tradizionale, vale a dire tunica lunga e il loro copricapo tradizionale.
Uno di questi è il leader, chiacchiera tantissimo, è stato in Italia ovunque. La Sicilia la conosce come le sue tasche.
Poi inizia a interrogarci sui vini.
E’ un cultore della materia, conosce non solo i vini, le azienda vinicole ma addirittura le vigne. Il tipo di uva che si usa.
Ci straccia tutti.
E pensate che vive in un paese dove il vino è vietato! Scoprirò poi che è un grande import- export di food.
Torno a casa arricchita da questa esperienza, cerco di trattenere il più possibile le emozioni e le impressioni.
E’ molto tardi e una volta  a casa passo a dare un bacio alla mia Patata che di resistenza, lotte per la liberazione non sa nulla. E sinceramente anche partecipando a questa serata poco avrebbe saputo. Nessun accenno. Ma che sta imparando a stare con tutti e ovunque.
So già che dormirò poche ore. La mia allodola non perdona.
Ma va bene così..
Ho già in mente di metterle il cd del gruppo che tutti abbiamo comprato, so già che le piacerà un sacco.
Voglio che impari “Volare”.
W l’Italia e tutti quelli che hanno lottato per “regalarcela”.
W tutti gli italiani che ancora lottano per renderla un posto migliore.
Per favore non pieghiamoci, non “abituiamoci a tu
tto”.

ps. Mentre finisco di scrivere questo post, mi arrivano le notizie dell’attentato.
E come al solito mi assale la rabbia e il dispiacere.
E quel sapore amaro che dalla bocca dello stomaco,sale fino in bocca, una sensazione che ormai spesso mi assale quando penso a lei, alla mia amata Italia. 




Filed Under: EXPAT LIFE

Comments

  1. Moky says

    28 Aprile 2013 at 14:51

    Perchè quando si è qui, non si vede l’ora di andarsene e quando si è via, tutto manca? Io quelle canzoni qui non le ascolto, ma son sicura che se abitassi altrove, lo farei e magari mi emozionerei anche.
    L’attentato dicono sia opera di uno squilibrato che nulla a che vedere con la politica…mah!!!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      28 Aprile 2013 at 15:40

      Io personalmente ho poca nostalgia e troppa consapevolezza della fase nera. Ma rimane casa mia.

      Rispondi
  2. Anonymous says

    28 Aprile 2013 at 16:07

    Credimi è si un periodo di crisi ma ITALIA è sempre ITALIA può esserci un pò di sconforto ma non ci arrenderemo Garibaldi ha combattuto per unirla e tutti insieme la aiuteremo a diventare meglio di prima anche se ci vorrà un poco di tempo nonna Stefy un bacione

    Rispondi
  3. mammapiky says

    28 Aprile 2013 at 16:55

    Mentre leggevo mi stavo chiedendo se la notizia fosse arrivata fin la, perché mentre nella tua festa all’Amabasciata l’atmosfera di Liberazione, si sente, anche fosse solo per la musica, qui si respira butta aria. Un atmosfera pesante che non fa presagire nulla di buono…squilibrato o meno.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      28 Aprile 2013 at 17:25

      troppo pesante. Davvero brutto. Si si qui arriva tutto e a volte in maniera amplificata. E tocca pure incassare commenti da parte di tutti.

      Rispondi
  4. Rachele says

    28 Aprile 2013 at 20:31

    Bè, con internet è come essere ovunque nello stesso momento. Io dell’attentato ho saputo via fb, poi ovviamente sui vari giornali online. Ma non ero ad un magnifico party in piscina, ehehhe! 🙂
    Sai che ogni volta che penso ad un ambasciatore mi immagino signori datati e tutti d’un pezzo? in realtà possono avere tranquillamente la nostra età e sicuramente vivono le stesse emozioni degli altri expat! questo vi avvicina tanto, no?

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      29 Aprile 2013 at 7:04

      La festa era il 25. Quindi notizia appresa in casa da whatsapp amica . Si l’ambasciatore sono ns coetanei o al massimo poco più . Io ne conosco uno più giovane. Ma credo che ormai stia finendo il tempo in cui ero più giovane del gruppo . Si i sentimenti saranno uguali con responsabilità diverse. Se fossi la moglie dell’ambasciatore mi sentirei obbligata a fare qualcosa per la comunità italiana . Il loro ruolo e’ importante . Quella inglese fa tanto ed e’ molto più vicina alla mia idea .

      Rispondi
  5. Anonymous says

    2 Maggio 2013 at 13:36

    sorella ma da quando ti piace il mio amato Pino Daniele??io sono fiera di essere italiana e di viverci,sono daccordo con moky quando si è lontani su apprezza la propria patria.Anche se scrivi che nn ti manca nei tuoi o vostri post c è sempre un pizzico di nostalgia:))W L’ITALIa

    Rispondi

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