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ARRIVO IN KUWAIT

21 Gennaio 2013 By mimma 16 Comments

Non posso iniziare senza raccontare del nostro arrivo, reso assai confortevole da un viaggio in Business. Il marito all’inizio si sentiva in colpa per avermi fatto lasciare la mia amata Milano, il lavoro e la vita amata e scelta fino a quel momento. Scelta condivisa ma diciamolo comunque forte e un po’ obbligata…

Quindi, vai con tutti i confort possibili per indorare la pillola.

Arrivo dopo due mesi trascorsi da sola a Milano a gestire Giada che aveva 10 mesi, tra lavoro e preparativi partenza compresi la complicata macchina burocratica per avere la visa, temporanea, tra l’altro.
Due mesi duri. Come al solito a volte sottovaluto le possibili conseguenze o comunque i possibili scenari che si possono creare.  Perché la piccola, a dispetto della sua tenera età, ha sentito tantissimo la mancanza del papà, quindi era più agitata che mai, dormiva male e poco (sonno tema caro di cui vi parlerò e vi racconterò come l’ho risolto) si è ammalata un sacco (altro tema tosse, laringo spasmo, rinite).
Comunque ce l’abbiamo fatta, si parte.
Partiti alle sei del mattino da Milano, cariche di valige, primo cambio a Roma dove ci lasciano senza passeggino con la promessa che ci sono quelli di cortesia.
Avete presente quanto è grande l’aeroporto di Fiumicino? Sono state tre ore tostissime, ovviamente non ho trovato il passeggino di cortesia, il terminal era dall’altra parte del mondo, e sono stata in giro con una bimba che non camminava, quindi praticamente in braccio a vagare tra ristoranti e negozi. Poi per fortuna è arrivata l’ora di prendere il nostro volo per Kuwait.
Viaggio perfetto o quasi. Viaggiare con una bimba così piccola è stato più semplice dei successivi viaggi (tutti in Economy), anche se ammetto che mia figlia ha mostrato subito la stoffa della viaggiatrice: entusiasta, pochi frigni, dormito, mangiato, intrattenuta  abbastanza facilmente.
Come molte mamme sanno è il cambio del pannolino il vero stress in aereo. Prima, quando ci entravo pensavo sempre a quei racconti di sesso nel bagno dell’aereo, per me pura fantascienza, ora a come fanno le mamme a cambiare i figli, anche questo abbastanza fantascienza.
Che stavamo andando verso un Paese arabo l’ho capito non solo dal vestito e dai trucco delle hostess, grandi occhi messi evidenza, labbra perfette, Clio avrebbe quasi da imparare,  ma anche dalle istruzioni di sicurezza, le cui immagini di salvataggio riportavano i volti di persone di colore o comunque scure. Senza contare gli altri passeggeri.
Ma soprattutto ho avuto il primo impatto della cultura araba verso i bimbi,  l’amore, la pazienza (poi se sono  biondi figurati) che mostrano per ora non ha eguali, almeno con Milano, dove mi guardano sempre male appena entro in un negozio e una volta sono stata cacciata da un taxi perché ho osato dare a mia figlia un crackers.
Arriviamo che è sera. Ci accoglie un aeroporto con odori forti, quanto amano i profumi, pieno di gente, qui hanno l’abitudine di attendere i cari in arrivo in massa portando doni, fiori, ghirlande. Buttano rose al passaggio. Una cosa così l’avevo vista in Brasile, da noi mai.
Per noi c’era mio marito. Solo, faccia un po’ tirata, emozionato di abbracciare figlia e forse anche un po’ me.
Kuwait City di sera è magica. Luci, grattacieli, si presenta come un pacco pieno di promesse.
Arriviamo a casa, anche lì i sensi di colpa del marito c’erano tutti. Bella casa, 14esimo piano, tutta vetrate con vista mare. Dopo ho scoperto che oltre ad essere bella si trova in una zona strategica, vicina al mitico Sultan e al Corniche Club. Il triangolo più frequentato nel mio primo mese. E si, le premesse di prigione dorata c’erano tutte.
Io non capivo niente, non avevo tempo di interrogarmi sulle mie emozioni, però sono empatica e mi sentivo già a mio agio in quella casa. 
Sono andata a dormire serena.

La mattina mi sveglio e inizio a realizzare, un po’, lo confesso, è  salita  l’ansia.
Però sono andata in sala e con quella vista, quella  luce, il mare e un caffe preparato dal marito, mi sono calmata e ho pensato: si ce la posso fare!
Con mio marito e l’adorata Puzzola questa sarà la nostra nuova casa.

Alla fine non conta l’indirizzo, conta solo che noi tre, la mia famiglia, stia insieme.


Filed Under: EXPAT LIFE

Comments

  1. Paola Adamo says

    21 Gennaio 2013 at 16:19

    Pur conoscendo la storia, emozionante leggerla scritta così

    Rispondi
  2. Mimma Zizzo says

    21 Gennaio 2013 at 19:55

    A me emoziona pensare che è già passato un anno e che inizio a pensare a questo posto come casa.

    Rispondi
  3. Anonymous says

    21 Gennaio 2013 at 20:21

    Che racconto emozionante, brava mimma, complimenti! GIU mau

    Rispondi
  4. Anonymous says

    22 Gennaio 2013 at 9:58

    Che bello leggere le vostre/nostre avventure! Anch’io ricordo quando sono partita da Genova insieme al pidocchio di cinque mesi e al marito (noi migriamo sempre in gruppo…). Volo lunghissimo grazie ai due scali Qatar Airways e arrivo in serata, accolti da un caldo soffocante, donne in total black e uomini in dishdash bianco alla Lawrence d’Arabia…il mio primo pensiero e’ stato: ora me ne torno a casa. Ma nel giro di un mesetto ci siamo ambientati benissimo, due anni sono volati, e ora che sto dall’altra faccia della terra, in una citta’ che piu’ all’opposto non si puo’ mi viene la malinconia quando penso al nostro gruppetto. A chi mi chiede com’e’ stato vivere in Kuwait rispondo sempre “il posto non e’ granche’, il clima e’ ostile, ma la compagnia e’ ottima”. Decisamente vale il viaggio.
    un abbraccio forte Federica, la vostra corrispondente dall’estremo Oriente

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      22 Gennaio 2013 at 10:34

      Cara amica dall’Oriente, le tue parole mi fanno sempre piangere!!! Anche a me manchi moltissimo, Ercolino a volte chiede di Lulu’ e non riesce a capire perche’ sia sparito…. Beata innocenza!
      Mi raccomando tienici aggiorante con le tue avventure spettacolari!

      Rispondi
    • Anonymous says

      23 Gennaio 2013 at 0:11

      sono molto contenta che siate riuscite a fare un bel gruppetto di amiche, quasi quasi vi invidio e vorrei essere lí con voi(soprattutto in questi mesi invernali). Mi manchi sorellona… la tua sorellina milanese

      Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      23 Gennaio 2013 at 6:15

      Sorella sapessi quanto mi mancate voi. Salutare te e Checco credo che sia stata una delle cose più difficili. Perché Milano e’ sopratutto la ns Milano . E poi con te c’era un quotidiano, che invece grazie a skipe ho recuperato , anche se virtualmente con Ross e mamma e papa’. Li vedo più ora che prima. Sono stata fortunata a incontrare belle persone ma sono stata tanto fortunata ad avere delle radici così forti che mi permettono di volare serena! W le sorelle… Pensa che tra un po’ ci vedremo in montagna …. Brrrrr

      Rispondi
  5. Mimma Zizzo says

    22 Gennaio 2013 at 10:06

    Ecco mi hai fatto commuovere. Quanto ci manchi. Però è sempre bello leggerti, sopratutto ora che sei dall’altra parte del mondo! Cara mamma dell’Oriente tienici aggiornate.

    Rispondi
  6. anastasia says

    22 Gennaio 2013 at 12:26

    Drusilla e Mimma this is very nice I like it a lot writing your experience from your life here in kuwait is very interesting.kisses

    Rispondi
  7. Anonymous says

    22 Gennaio 2013 at 16:20

    SEI UN MITO SORELLONA!!!!BELLISSIMO!!BRAVE MIMMA E DRU

    Rispondi
    • Anonymous says

      22 Gennaio 2013 at 16:22

      cmq sono rossella

      Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      22 Gennaio 2013 at 19:03

      Grazie mille sorella Rossella! Lavorare con la tua sorellone e’ entusiasmante!!!!

      Rispondi
  8. Drusilla Galelli says

    22 Gennaio 2013 at 19:05

    A very big thanks my friend!!!!

    Rispondi
  9. Elena, Manlio e Tommaso says

    23 Gennaio 2013 at 9:31

    Che beela storia. Priam o poi veniamo a trovarvi, e’ una promessa!

    Rispondi
    • Elena says

      23 Gennaio 2013 at 9:33

      Sempre io (Elena), apologies per l’errore di spelling! Ovviamente e’ “prima” e non “priam”!

      Rispondi

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