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La condizione della donna in Kuwait

9 Giugno 2014 By drusilla 11 Comments

foto unspalsh.com

Diverse amiche ci hanno chiesto più volte informazioni relativamente alla condizione della donna qui in Kuwait. 

Graziella, questo post lo dedichiamo a te!
Finalmente qualche giorno fa siamo riuscite a porre questa domanda alla nostra amica Ema. Lei da tempo conduce degli studi sulla condizione della donna in Kuwait, ha un dottorato in Scozia relativamente a questo argomento, per questo ci è sembrata la persona più adatta. 
E non ci siamo sbagliate!!!

Davanti ad un caffè, dopo chiacchere di aggiornamenti reciproci le abbiamo chiesto: “Ema, in due parole ci puoi descrivere la condizione della donna in questo paese?”.

Con lei è impossibile fermarsi a due sole parole, è così preparata, curiosa e intelligente che ci ha sommerse con un fiume di parole travolgenti e interessanti.
Più volte io e Mimma ci siamo chieste perchè in questi tre anni e più di vita in Kuwait non siamo mai riuscite a conoscere o instaurare un rapporto di amicizia con donne o mamme kuwaitiane. Essendo due persone curiose, ci piace conoscere, scoprire e sapere tante cose interessanti del vivere in Kuwait. Purtroppo, abbiamo capito che noi donne espatriate viviamo una realtà “estranea”, diversa rispetto a quella delle kuwaitiane.
In alcuni post vi avevamo raccontato in maniera scherzosa le enormi differenze tra noi e alcune donne e mamme kuwaitiane, delle difficoltà a stringere amicizia con donne locali a causa di uno stile di vita molto distante e interessi completamente opposti. 
Siamo riuscite ad instaurare una bella amicizia con una sola donna kuwaitiana ma questo è stato possibile perchè lei è speciale, infatti ha seguito un percorso di studi all’estero che l’ha portata a sposarsi un italiano. E’ stata questa sua “diversità” ad avvicinarci.
“Allora ragazze, da dove iniziamo?! Avete un po’ di tempo a disposizione, perché la chiaccherata si farà lunga…”
Queste sono state le prime parole di Ema.
Sui nostri volti sono comparsi due enormi sorrisi.
Ti adoriamo Ema quando ci dici così!!!                            
“Parto con il dirvi che le donne kuwaitiane sono le più libere del Golfo Persico. Infatti, loro lavorano e occupano posti in politica; non sono obbligate ad usare l’abaya o il velo e possono vestirsi come vogliono. 
Nel 2011 il Kuwait è stato classificato in vetta alla classifica tra tutte le nazioni di religione musulmana del Medio Oriente per quel che riguarda l’uguaglianza fra uomini e donne, secondo lo Human Development Report (HDR) delle Nazioni Unite nel suo Indice di disuguaglianza di genere (Gender Inequality Index-GII; un nuovo indice per la misurazione della disparità di genere sessuale che è stato introdotto nel 2010).

Nel 2012 quasi il 50% delle donne del Kuwait era pienamente integrato all’interno della classe lavoratrice, con accesso all’attività di giudici, poliziotti, guardie reali e Ufficiali delle forze speciali.  

La loro partecipazione all’interno della vita sociale risulta quindi esser molto più alta rispetto alla media dei paesi della regione. Le donne sono in grado di lavorare e mantenersi liberamente ed hanno la possibilità di raggiungere anche alte posizioni di potere ed influenza. Legalmente vi è piena parità di diritti civili: nonostante ciò possono ancora verificarsi atti discriminatori in quanto i tribunali di famiglia, per i cittadini musulmani, sono regolati dalla legge islamica. Per i non musulmani vigono invece tribunali familiari laici.
Per raccontarvi la vera storia delle donne in Kuwait occorre partire dagli anni ’70. In quegli anni le donne erano molto libere, pare potessero indossare bikini e il Kuwait era l’unico paese del Golfo dove esistevano i night club.

Infatti, il Kuwait viene definito come il paese del passato, la Dubai del passato, quello che negli anni settanta era all’avanguardia. Ad esempio la Green Island è stata costuita nel 1988 e fu la prima isola artificiale del Golfo Persico e le Kuwait Towers furono inaugurate nel 1979.
Dopodichè c’è stata la fase che si può definire islamizzazione. Le donne hanno perso gran parte della loro libertà.
La vicina Arabia Saudita già faceva sentire la sua potenza e allora si è deciso di adottare un stile di vita più rigoroso per tutti.
Negli anni ’90, a seguito dell’invasione, è cambiato tutto.
Durante l’invasione gli uomini dovevano rimanere nascosti perché se venivano trovati venivano uccisi mentre le donne organizzavano le proteste e la resistenza.
In questo periodo le donne hanno ricominciato ad indossare l’abaya perché potevano nascondere oggetti senza essere toccate: cibo, armi, informazioni.
L’invasione è durata qualche mese, il 1991 è stato definito il momento di presa di coscienza delle donne in quanto il loro contributo è stato determinante durante la guerra, da quel momento le donne hanno iniziato ad avere visibilità, hanno preteso di togliere l’abaya ed hanno iniziato la dura lotta per il diritto al voto. Hanno lottato per i loro diritti, rivendicando il loro ruolo determinante avuto durante la resistenza. Perchè dopo la liberazione, temendo la caduta della monarchia, si era tornati ad un regime più rigido dove le donne avevamo poco spazio. 

dimostrazione per il diritto di voto – foto trovata sul web

Loro hanno lottato, sono scese in piazza e finalmente nel vicino 2005 è stato riconosciuto il diritto di voto, anche se la prima vera votazione è avvenuta solo nel 2009, alla quale andarono fisicamente a votare solo 4 donne. 
Il problema delle donne in Kuwait sta nel fatto che non esiste un concetto univoco di solidarietà, di femminismo, ciò che le divide prima di tutto è l’appartenenza familiare, poi quella religiosa, infine quella di genere. Tutto ciò è il motivo per il quale non si è mai sviluppato un movimento femminista.

Purtroppo l’appartenenza di genere è trasversale in tutto il mondo ma non qui in Kuwait.
Al primo posto conta l’appartenenza alla famiglia, un po’ dimmi da quale famiglia provieni e ti dirò chi sei!
Sono le stesse donne che non frequentano altre donne di famiglie diverse, magari inferiori dal loro punto di vista. Anche la carriera è condizionata dalla discendenza familiare. I posti migliori, le carriere più interessanti sono ad appannaggio solo di alcune donne, quasi tutte discendenti dalle stesse famiglie.
Le donne in Kuwait hanno la libertà di lavorare, entrare in politica, fare carriera e ricoprire cariche importanti ma, tutto dipende a quale famiglia appartieni. 
Le donne in Kuwait non sono però autorizzate a trasmettere la cittadinanza ai loro discendenti, a meno che anche il padre non sia un cittadino dello stato. Infatti, le nostre poche amiche kuwaitiane che hanno sposato stranieri non hanno trasmesso ai loro figli la cittadinanza kuwaitiana. Mentre se il padre è kuwaitiano e sposa una straniera la cittadinanza viene concessa dalla nascita ai propri figli assieme a tutti i vantaggi che questa porta con se.
Quindi non è l’abaya, la religione a non renderle libere, secondo almeno il nostro metro di donne occidentali. Sono i costumi e le regole familiari, un po’ com’era, e talvolta ancora è, per noi”.


Siamo rimaste in silenzio. Abbiamo preso tanti appunti, riempito almeno tre pagine del quadernino, scritte fitte fitte.  
Il tema è complesso ma molto affascinante. Io trascorrerei ore ad ascoltare le parole della Ema….
Grazie Emanuela per averci fornito chiavi di lettura diverse, informazioni che è difficile ottenere da sole.
Con questo post speriamo di aver colmato un pochettino delle curiosità che avevate nei confronti della condizione della donna in Kuwait, ma se avete altre domande non esitate a farcele, cercheremo di raccogliere altre informazioni.


Filed Under: EXPAT LIFE

Comments

  1. Graziella Pezzetta says

    9 Giugno 2014 at 12:09

    GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!! Grazie Dru e Mimma e grazie Emanuela. Davvero molto interessante e chiarificatore. Grazie.

    Rispondi
  2. mammapiky says

    9 Giugno 2014 at 14:19

    Grazie ragazze per la testimonianza, ero curiosa pure io specialmente per il modo di vivere che mi pareva molto diverso, a leggere bene però offre molte più opportunità che in altri paesi.

    Rispondi
  3. Francesca says

    9 Giugno 2014 at 14:54

    sempre interessantissimi i vostri post e poi sulla condizione della donna in tante parti del mondo, incluso purtroppo il nostro paese, ci sarebbe davvero da scrivere interi trattati;-)

    Rispondi
  4. Murasaki says

    9 Giugno 2014 at 15:38

    Grazie per la testimonianza molto interessante!

    Rispondi
  5. Baby1979 says

    10 Giugno 2014 at 4:07

    Grazie per questo spunto di riflessione molto interessante!

    Rispondi
  6. Moky says

    10 Giugno 2014 at 11:50

    Mi fa specie leggere che hanno avuto la possibilità di votare e si sono presentate solo in 4. Perchè lottare tanto e poi presentarsi solo in 4? Ostruzionismo familiare?

    Rispondi
    • Graziella Pezzetta says

      10 Giugno 2014 at 18:08

      forse paura … i neri nel “64 in America hanno ottenuto la possibilità di votare, ma chi andava, negli stati del sud, veniva picchiato … la libertà non è una cosa facile 🙂

      Rispondi
    • Anonymous says

      10 Giugno 2014 at 18:25

      No, semplicemente non sono interessate. Verissima l’affermazione che si frequentano solo all’interno del gruppo familiare, che è molto piú vasto di quello che c’immaginiamo noi. Le giovani magari si frequentano tra compagne di universitá. C’è da aggiungere che molte donne sono ricche di loro, nel senso che hanno conti in banca privati e gestiscono affari in proprio assolutamente non in comune col marito.

      Rispondi
  7. Anonymous says

    10 Giugno 2014 at 18:35

    Poi, la democrazia, come la intendiamo noi, è una cosa Occidentale; da loro c’è l’idea del clan, la famiglia che gestisce, vedi tutti i posti di potere e su questo non si discute. Non dimentichiamoci la realtà tribale del Q8 prima del petrolio…
    Se personalmente posso dare un consiglio, per conoscere donne Kuwaitiane basta andare dall’hairdresser di un grande albergo in periodo di matrimoni, oppure andare in moscea e chiedere di parlare di Islam con qualche pia signora.
    Hanno preso molto dai sauditi perchè, non dimentichiamo che, durante la Guerra del Golfo, la famiglia Al-Sabah si è riparata in KSA.

    Rispondi
  8. ero Lucy says

    13 Giugno 2014 at 19:31

    Bel post, grazie ragazze. Non sapevo che la storia del Kuwait fosse cosi’ simile a quella dell’Iran. Evidentemente c’e’ stata una stretta in senso ortodosso per tutti i paesi dell’area mediorientale e asiatica.

    Rispondi
  9. Patrizia says

    29 Luglio 2017 at 11:24

    Thank you very much!
    Very important for me because probably I have to go there for a period for wok!
    Grazie

    Rispondi

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