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quando la vita da expat diventa uno stile di vita

18 Aprile 2013 By mimma 33 Comments

mammeneldesertocasamia
Sono seduta, con una tazza di caffe e guardo fuori dalla finestra.
Questa luce, questo sole e questo mare, come questa casa sono diventati familiari.
E’ questa la mia casa.
In poco più di un anno, questo posto si è conquistato, un pezzo del mio cuore.
Quando 18 mesi fa arrivò quella telefonata in cui il marito mi annunciava un’ offerta di lavoro per Kuwait City, io provai un brivido di eccitazione lungo la schiena, l’aspettavo, la desideravo, sapevo che sarebbe arrivata. L’avevo cercato. Ve l’ho raccontato qui.
Partire è stata un scelta di vita. Salire in corsa su un treno che passava. Non era proprio una necessità ma sapevamo che saremmo stati meglio, che era arrivato il momento di regalarci una nuova chance. 
Anche se si trattava di un paese islamico, quindi culturalmente diversissimo da noi e che avrebbe comportato una scelta forte da parte mia. Lasciare il lavoro, mettere in un cassetto laurea, master, titoli e fare la vita della moglie di expat.
Un assurdo di questi tempi di forte e giusta emancipazione femminile.
Qualcuno mi consigliò: fai prima un viaggio in Kuwait; passaci qualche giorno, valla a visitare, fattelo diventare “caro” e “conosciuto”.
Io risposi “No grazie”. Anche se non mi piace, non cambia, io ho scelto.
So che tanti lo consigliano. Un arrivo soft, morbido.
Io sono per il tutto e subito e non ci pensiamo più.
Io sono per calarsi totalmente nelle nuova realtà. Rimboccarsi le maniche e dire “ora che faccio?”, “da che parte inizio?”.
Tante volte ho pensato dove sono finita?
All’inizio ha prevalso la curiosità,  un sospiro di sollievo, era stato un anno pensante quello passato. Infortunio, nascita del primo figlio non dormiente, rientro al lavoro (la parte meno faticosa) marito diventato “il leopardi del nuovo millennio”, aria pesante in ufficio e per strada,  in confronto una lingua diversa (anzi più di una), donne velate, zero marciapiedi, nessun familiare e amico mi sono sembrati una bazzeccola da affrontare.
Forse mi è più pesata l’iniziale dipendenza dal marito, per fortuna durata poco, essendo entrambi due ex single incalliti l’autonomia e l’indipendenza restava il nostro marchio di fabbrica e mal “sopportiamo ” di dover dipendere dagli altri.
Quindi, imparato le prime tre cose, dov’era il supermercato, il club e il numero dei taxi (anche se poi ho smesso di chiamarli perchè casa non la trovavano mai) ho messo Patata nel passeggino e osato fare quello che qui non fa nessuno: camminare per raggiungere i posti.
Poi  il sorriso, le orecchie tese, le prime domande mi hanno portato a trovare amiche. Che ovunque e sempre mi salvano.
Sono entrata nel magico mondo delle donne expat.
E sapete cosa ho scoperto?? Che mi piacciono un sacco.
La donna di per se è abituata a dover fare tutto e ancora di più. Mia madre è un esempio perfetto. Casalinga infaticabile, mamma h24, compagna e ottima infermiera di tutti, anzi a un certo punto quasi dottoressa visto i lunghi anni di assistenza dedicati alla nonna. Ma vivere in un paese straniero, senza punti di riferimento, in paesi poi così diversi richiede ancora più forza e lungimiranza. 
Qui, sopratutto se sei la moglie di un marito che cambia lavoro ogni due anni  e non sa mai in anticipo quando andrà via nè dove, diventi ancor più autonoma e indipendente. Impari a rispettare le  regole dei paesi “ospitanti” ma trovi il tuo spazio.
Magari impari a cucire, perchè qui non esiste il posto dove portare a fare l’orlo, impari a fare la pizza, perchè pizzerie non ce ne sono. Anche se prima a mala pena bollivi un uovo. E compri la macchina del pane.
Impari i  piatti del paese che ti ospita, le loro spezie, perchè i tuoi figli li mangiano a scuola e perchè se vuoi uscire a cena questo trovi.
Impari a cercare, a cercare, a non scoraggiarti.
Impari anche a stare tanto da solo. 
A “inventarti” ogni giorno. A essere meno timido. 
A legarti a tutti e a essere pronto a salutarli domani, perchè qui così funziona.
Ti fai un grande amico e poi tra un mese o due parte.
Perchè la vita da expat, quello duro e vero, quello dei posti meno “fighi” è questo.
Qualcuno poi dice che vivere all’estero diventa una droga.
Accetti una proposta di lavoro e poi inevitabilmente  pensi in quale altra città straniera trasferirti. E non solo perchè la tua bella Italia, Scozia, Libano, Londra e America…siano in crisi. O perchè il paese in cui ti trovi è meglio del tuo, anzi spesso non lo è.
Il punto è che ti cambia la prospettiva,  la tua curiosità aumenta, le possibilità che puoi dare ai tuoi figli si amplificano, crescono.
Perchè questa idea di “essete soli” a volte ti galvanizza e ti da forza.
Perchè la domanda “quando torni in Italia” non te la fai mai, per questo bastano gli altri.
Ti chiedi:fino a che punto riesco a spostare i miei limiti? le mie barriere?
Non è facile, quasi mai, però se davvero ti apri al diverso, se davvero bussi a tutte le porte compreso a quella più profonda che c’è in te, si alla porta del tuo vero “io” , quella che sei e non quella che ti hanno fatto credere di essere, scopri che la vita da expat può darti tanto. Può diventare uno stile.
Si un nuovo stile di vita, un modo diverso con cui approcciarsi a queste nuove e complesse realtà, imparando ad apprezzarla. 
Uno stile di vita, non so se migliore, ma diventa parte di te.
E in un momento come questo, di grande mobilità, di grandi cambiamenti, dove espatriare sta “tornando  di moda” e spesso è “necessario”, ecco che vogliamo raccontarvi il nostro “nuovo” mondo. 
E lo facciamo con questo blog, nato per gioco, sull’idea di essere due mamme curiose e attive finite in mezzo al deserto, non solo fisico ma anche metaforico, poi diventato un diario del nostro stile di vita da Expat, non solo di mamme ma sopratutto di donne.
Del nostro modo di affrontare una realtà così diversa, con un approccio critico e sopratutto  ironico, che ci aiuta a non prendere troppo  sul serio noi stesse e le difficoltà di queste realtà complesse.
Mascheriamo con l’ironia la nostre paure e la facciamo diventare la nostra forza per affrontare tutto e perchè no, anche divertirci.
Perchè la vita da expat può essere pure divertente basta volerlo.
mammeneldesertocasa1

 

 
Con questo post ci candiadimo a diventare It blogger per Grazia e il link che seguiamo e a cui ci siamo ispirate di più è la sezione  lifestyle. 

 

Filed Under: EXPAT LIFE

Comments

  1. Graziana (La stanzetta inglese) says

    18 Aprile 2013 at 13:15

    Bravissime! E bravissima soprattutto Mimma (scusa Drusilla, ma adesso capirai meglio perchè :))…perché, perché ha le mie stesse radici e perché è un bellissima sorpresa trovare una blogger del mio paese (di origine) che scrive in modo così sincero e al contempo accattivante.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Aprile 2013 at 13:40

      Davvero? devi dirmi di più. Sei di FRANCAVILLA FONTANA? E come ci hai trovate? Ho visitato la tua pagina ed è stata una bella scoperta, noi cerchiamo libri in inglese e le tue dritte ci sono utili.
      brava brava…aspetto news

      Rispondi
    • Graziana (La stanzetta inglese) says

      18 Aprile 2013 at 19:23

      1- Di più quanto? Che io ti scrivo un post sull’argomento :). Ecco, non ci conosciamo, ma mi ricordo di te perché quando ero giovanissima frequentavo una palestra con tua sorella piccola, e durante un saggio di danza (mi ci son trovata per sbaglio, io in palestra ci andavo solo per la scoliosi!) tu hai pettinato i miei capellacci. Uno choc per me vedere una ragazzina della mia età (sei un anno più piccola di me credo)così tranquilla e sicura con il pettine in mano. E poi ti ho visto alle scuole superiori, durante un’interrogazione di diritto che non so per quale motivo si è svolta nella mia di classe (IV C). 2 – Il blog l’ho conosciuto grazie alla rubrica “la biblioteca di Federica” cercando libri in rete, ma poi ho letto di voi anche sui siti di altri blogger (non chiedermi quali che non mi ricordo). Anzi, vi segnalo un blog su cui non vi ho visto ma che sarebbe perfetto per voi: http://bilinguepergioco.com/. Per condividere libri invece c’è il “venerdì del libro” http://www.homemademamma.com/category/venerdi-del-libro/. A presto!

      Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Aprile 2013 at 19:39

      Hai aperto un cassetto bellissimo di ricordi!
      a presto

      Rispondi
  2. Anonymous says

    18 Aprile 2013 at 13:53

    Quasi mi commuovo a leggere questo post!Brava Mimma hai scritto delle cose molto belle ma prima di tutto vere…..per me e’ la prima esperienza all’estero e inizialmente ero spaventatissima perche’ sapevo cosa lasciavo ma non avevo idea di cosa avrei trovato qui. Ho vissuto all’inizio l’eccitazione del cambiamento…. momenti di solitudine fino ad arrivare a sentirmi felice:felice di essere qui,con la mia famiglia….in un Paese tanto diverso da quello a cui ero abituata a vivere e di aver conosciuto nuove amiche come te,Drusilla e la Manu ……..posso dire con assoluta franchezza che ho inizato a sentire il Kuwait come la mia casa e poi ho pure partorito la mia seconda meraviglia qui……e ti diro’: se me l’avessero detto un anno fa’ non ci avrei mai creduto!!!Baci Ale

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Aprile 2013 at 14:14

      Ale tu partorendo qui hai guadagnato 100 punti nella scala sono “una expat dura e pura”. Si hai ragione chi si immaginava tutto questo? non è che quando sei piccola, alla domanda “cosa vuoi fare da grande” uno risponde “vivere in mezzo al deserto, dove non conosco nessuno”.
      Comunque a ognuna di noi queste esperienza stanno insegnando tanto. Abbiamo pensato di scrivere questo post per far conoscere anche un altro punto di vista di questa esperienza.

      Rispondi
  3. Anonymous says

    18 Aprile 2013 at 14:11

    cara Mimma, cara Drusilla,
    sì, l’ebbrezza di essere soli. che a volte fa paura, ma è tanto liberatoria! e i limiti si spostano più in là!
    ormai, quando incontro qualche persona che mi piace, non mi vergogno più a chiedere il numero di telefono e proporre di incontrarci. se qualcuno mi parla di qualcosa di interessante che ancora non conosco, chiedo dritte. al corso di nuoto attacco bottone con mamme e babbi che non conosco o che ho visto anche solo una volta. si diventa meno timide, sarà che qui le persone che conosci e che ti stanno vicine sono così importanti!!!!
    bellissimo questo post, suggerisco di metterlo in homepage come presentazione del blog!
    brave!
    a prestissimo,
    ema

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Aprile 2013 at 14:23

      Mitica, vulcanica Ema. Si qui le persone vicine diventano importantissime.

      Rispondi
  4. Rachele says

    18 Aprile 2013 at 15:38

    Ma come potresti spostare i tuoi limiti ancora di più?!? insomma, più “distante” da noi (in senso lato) di dove siete ora direi che non c’è niente…
    quella che avete fatto è davvero una scelta da brividi sulla schiena! un pochino te la invidio (solo pochino per il momento 😉 )

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Aprile 2013 at 16:23

      io sono convinta, anzi certa che ci sono posti più difficili. Nigeria, africa, Asia. Ma se ognuno trovo la sua chiave di lettura ce la fa. Sono esperienze che ti danno più che togliere , sono convinta.

      Rispondi
  5. Mamma Che Paura! says

    18 Aprile 2013 at 15:43

    Da neo expat, anche se in un posto un pochino meno estremo, sottoscrivo tutto e vi ringrazio per non farmi sentire sola!!!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Aprile 2013 at 16:24

      Benvenuta nel club. Gli inizi sono difficili per tutti. Anche in Europa.

      Rispondi
  6. Moky says

    18 Aprile 2013 at 17:04

    Ditemi che quelle coperte non siete voi, vi prego!!!
    Va bene tutto, ma così velate no!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Aprile 2013 at 20:31

      Ma no figurati. Qui noi nn siamo obbligate a coprirci il capo come le expat in arabia saudita. Però di donne con il burqa tantissime. Sopratutto ora che ha vinto il governo più estremista.

      Rispondi
  7. Anonymous says

    18 Aprile 2013 at 18:00

    Su un link consigliato da Drusilla avevo letto che il bello della vita da expat e’ avere due vite, una all’estero e una in patria. Bellissimo questo post Mimma. Io pero’ la domanda su quando torno in Italia me la faccio spesso e la solitudine onestamente qui mi sta galvanizzando ben poco, per fortuna ci siete voi e il vostro blog…Baci da Anonimo cinese

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      18 Aprile 2013 at 20:30

      Sai che a me sembra di avere tante vite? la mia vita pugliese, quella milanese, quella di Unicredit, quella della milano da bere e ora qs kuwaita. E’ dura , tremendamente dura…ma a me comunque sta dando tantissimo. E poi lo sai noi siamo state fortunate a incontrarci. Anzi di più che fortunate.

      Rispondi
  8. Graziella Pezzetta says

    18 Aprile 2013 at 21:08

    Questo post mi ha toccata nel profondo, c’è una tale intensità nelle te parole da essere spiazzante.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      19 Aprile 2013 at 5:13

      Grazie Graziella, ultimamente sentiamo e vediamo tanta gente partire. Ci chiedono com’è, cosa fare e allora mi è venuto in mente qs post. Per dare altri elementi a chi magari vuole fare questa scelta. Noi scherziamo tanto, l’ho detto ironizziamo su tutto, ma qs vita ha anche delle sfaccettature diverse più complesse. E ci sembrava giusto farle emergere.

      Rispondi
  9. mammapiky says

    18 Aprile 2013 at 22:43

    Io credo che dietro le parole di questo post, ci sia stato tanto coraggio!!!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      19 Aprile 2013 at 5:17

      Cara mammapiky, viviamo tempi difficili. Ci vuole tanto coraggio anche a stare in Italia, accettare un lavoro che non ci piace, magari preoccuparsi per i nostri figli, per i loro studi, vedere una classe politica che non prende sul serio l’esigenze del suo popolo. Però è vero ci vuole coraggio a fare la nostra scelta. Non smetto di pensare che siamo state fortunate, ma la ns fortuna e la nostra serenità ce la costruiamo ogni giorno.

      Rispondi
  10. Anonymous says

    20 Aprile 2013 at 1:54

    Bellissimo post! Sono stata in India due mesi, pochi ma vissuti fra le persone indiane comuni e non in una “bolla da turista”, e l’esperienza mi ha arricchito tanto, pur con la sua fatica e la sua brevità. Capisco perfettamente ciò che vuole esprimere il post. A me, dopo l’esperienza indiana, è rimasta una gran voglia di vivere mondi diversi, differenti culture. Ora non posso farlo e allora mi arricchisco tramite voi… 🙂
    Grazie
    Mila

    Rispondi
  11. Ale B. R says

    27 Novembre 2013 at 10:38

    Arrivo qui tramite la pagina fb “blogghiamo” e mi hai conquistata. A presto!

    Rispondi
  12. お菓子 Okashi Lau says

    19 Dicembre 2013 at 10:19

    Fantastico post, condivido la maggior parte delle cose che dici, soprattutto la parte riguardante l’indipendenza 🙂

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      19 Dicembre 2013 at 20:38

      Grazie mille!

      Rispondi
  13. Mamma Avvocato says

    4 Febbraio 2014 at 15:39

    Uno spettacolo di post. Sincero e toccante. Io ho sempre pensato che fosse meglio dare ai propri figli radici solide e che la vita che descrivete non possa darle ma…mi fate riflettere, grazie!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      4 Febbraio 2014 at 21:03

      Mamma Avvocato sei tu le sue radici. Poi certo devi lavoraci un sacco, farle vedere le foto della famiglia, utilizzare tanto skype, leggere, leggere… Anche se non è facile ma loro contano su di te. Poi per carità come ho raccontato nel post la sorellanza…si va anche in tilt. Però noi qui siamo diventati una famiglia.

      Rispondi
  14. Anonymous says

    26 Aprile 2014 at 12:15

    Ciao!!! Sono una mamma expat da circa due mesi in Africa , Congo brazzaville, con un bimbo di 7 mesi ed un marito che lavora 12 ore al giorno… Mi piace tanto leggere il vostro blog…mi mette allegria perché a volte sono tanti i momenti di solitudine e sconforto ma penso sia normale soprattutto i primo mesi e diciamo che l’Africa e’ un posto anche abbastanza tosto… Voi siete formidabili… Grazie…

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      26 Aprile 2014 at 12:36

      Grazie Anonimo dal Congo! Io sono affascinata dalle donne-mamme expat in Africa, io sono stata solo otto mesi in Libia (che non è vera africa!) ed era stata piuttosto dura.
      Noi cerchiamo di trasmettere quanto più energia positiva possibile. I primi mesi sono sicuramente i più complicati e sfidanti, soprattutto se hai un bimbo piccolo, ma vedrai che poco a poco arriveranno anche i bei momenti. La cosa importante è trovare sempre il lato positivo delle cose!
      Un abbraccio e ancora grazie

      Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      26 Aprile 2014 at 13:31

      Sono felice che riusciamo a darti un po di sollievo ! Scrivici quando vuoi e come dice Dru vedrai che presto troverai il tuo equilibrio . Tu abbraccio

      Rispondi
  15. Anonymous says

    28 Aprile 2014 at 19:31

    Ciao ragazze!!!!!!!!!!Grazie mille!!!!!!!!!!!!!Io comunque sono Marta!!!!!!!!La cosa più difficile qui è che non ci sono molte cose da fare ed a volte le giornate sono interminabili….ma piano piano mi adatterò certa che ne verrà fuori qualcosa di buono.Un grande abbracciooooooooooooooo

    Rispondi
  16. Mimma Zizzo says

    28 Aprile 2014 at 19:38

    marta ma sei a Kuwait? vediamoci per un caffè. scrivici sulla nostra pagina Facebook…

    Rispondi
  17. Anonymous says

    28 Aprile 2014 at 22:04

    No cara sono in congo!!!!!!!!!!!sono la mamma expat dei due ultimi commenti!!!!!!!!Magari un giorno se passo per là vi chiamo……………………

    Rispondi
  18. Mamma Far and Away says

    25 Aprile 2015 at 18:43

    Che dire Mimma… bellissimo questo post!

    Io e mio marito ormai non ce lo chiediamo piu’, siamo fuori da troppi anni, ci sentiamo troppo a nostro agio in questa vita e non credo che l’Italia faccia piu’ per noi e noi non facciamo piu’ per lei.
    L’espatrio ti cambia, questo e’ certo. Mi ha reso piu’ forte, piu’ indipendente, piu’ autonoma.
    Ogni volta mi sono rimessa in gioco, rimboccata le maniche e lanciata in nuove amicizie, in nuove situazioni che mi hanno permesso di acquisire quella capacita’ di adattamento che mi ha permesso di vivere quest’ultimo espatrio in Inghilterra alla grande, senza troppi traumi.
    L’espatrio l’abbiamo voluto, non abbiamo mai seguito l’azienda che ci trasferiva, ma ci siamo fatti il culo per trovare un lavoro nel paese scelto come destinazione. Abbiamo faticato, sudato e ci siamo ritrovati piu’ uniti che mai.
    In bocca al lupo e spero che Grazia vi scelta come blogger!!!! AVete tutta la mia stima, lo sapete vero!?

    Rispondi

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Mamme nel deserto è la storia di due donne, Drusilla e Mimma, due mamme, che si incontrano nel deserto non solo fisico, ma anche metaforico. Due donne expat per amore. Leggi tutto

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