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Bali l'isola degli dei

12 Luglio 2013 By mimma 5 Comments

Federica è la nostra amica che, come sapete dopo due anni a Kuwait si è trasferita con marito e figlio a Singapore. Con lei, continuiamo a mantenere i contatti, giornalieri tramite Whatsapp ( con buona pace dei mariti) e a volte i suoi racconti sono così divertenti che la obblighiamo a scrivere un post per noi.
 Ecco un’altra sua esperienza. Buona lettura

“La risposta orientale ai tre giorni di follie capresi dell’ amica Mimma non poteva essere che una quattro giorni/tre notti a Bali con marito e figlio al seguito, fosse stata qui la nonna si sarebbe aggregata pure lei.  La mia proposta che partissero i due maschi per consolidare la relazione padre/figlio, lasciando mamma a casa a vegetare sul divano, veniva rigettata senza possibilita’ di appello.

Se vivi a Singapore, ombelico del sud-est asiatico, hub aeroportuale per tutto il mondo conosciuto, e non hai fatto almeno un paio di gitarelle fuoriporta, per la comunita’ expat sei un povero sfigato. Bali, isola degli dei, piccola, lussureggiante e vulcanica, a sole due ore di volo da qui, e’ apparsa da subito meta obbligata.

Ma il viaggio era gia’ partito sotto auspici infausti. Inizialmente prenotato per fine maggio, compleanno di Buddha e festa nazionale da queste parti, subiva un primo slittamento perche’ ovviamente il Pidocchio, per mantenere alta la sua fama di bambino piu’ ammalato d’oriente, si beccava una qualche malattia minore. Rimandato di un paio di settimane, pronti di nuovo alla partenza, venivamo bloccati sulla porta valigie in mano dalla ormai leggendaria mononucleosi. 

Al terzo tentativo ho iniziato a fare i bagagli alle ore 20 della sera precedente, indossando amuleti scacciamalocchio e monitorandogli la temperatura frontale con avvenieristico termometro ad infrarossi.

Atterriamo a Denpasar in pieno tifone. L’autista balinese  che ci raccatta in aeroporto garantisce di non preoccuparsi, siamo in piena stagione secca, per cui la pioggia durera’ pochissimo. Infatti piovera’ senza sosta per le 48 ore successive.

L’albergo sinceramente appare favoloso. Forse non e’ propriamente children-friendly, in quanto prenotato dal marito expat che non legge blog del tipo “viaggiare con bimbi” o “Bali for kids”. Il sospetto mi sorge dalle seguenti acute osservazioni: ci sono solo coppiette in luna di miele; la nostra camera vista oceano ha due idromassaggi, una doccia cascata, un gabinetto vista mare, incensi e candele un po’ ovunque, e un asciugamano sul letto artisticamente piegato come un origami a forma di allusiva proboscide di elefante; la ringhiera del balcone  e’ progettata perche’ i minori di anni cinque possano passarci agevolmente attraverso lanciandosi sul selciato tre metri piu’ in basso. Vabbe’, non facciamoci tanti problemi, siamo a Bali, il Pidocchio individua subito nel frigobar e nell’idromassaggio due oggetti degni di attenzione che lo tengono impegnato per tutta la prima giornata. 

Il secondo giorno continua a diluviare. I balinesi si scusano. Approfittando di brevi pause tra le cateratte d’acqua io e il Pidocchio ci avventuriamo all’esterno in esplorazione, anche perche’ il marito expat ha trasformato la stanza nello studio ovale, vive con il blackberry nelle mutande e giocando sul fuso riesce a gestire teleconferenze surreali al mattino e al pomeriggio. Il Pidocchio si rivela agorafobico: arrivato in spiaggia, senza neppure aver visto il simpatico cartello che indica “amici, per di qua se mai arrivasse uno tsunami”, inizia a temere gli spazi aperti, si lagna e dice “casa casa torno”. Inutile indicargli i coetanei impegnati a edificare Notre Dame con la sabbia o a razzolare nella schiuma delle onde di un mare forza nove, il novello ET indica imperterrito l’albergo.  Vero e’ che l’oceano indiano, con il mugghiare cupo dei suoi cavalloni giganti e le spiagge nere e sterminate che riflettono il cielo, ha un effetto drammatico: se da un lato scatena il fotografo-artista-giapponese dentro di te, dall’altro non agevola certo l’acquaticita’ dei treenni. La giornata si conclude comunque allegramente giocando con la barchetta dei pompieri nell’idromassaggio, dopo aver consumato un quantitativo di acqua utilizzato in cinque anni da un piccolo stato africano.

Il sabato spunta il sole, il marito expat stacca la spina, iniziamo una frenetica girandola di attivita’: ci tuffiamo in piscina, anche se l’acqua e’ gelata, profaniamo inavvertitamente un piccolo tempietto nel giardino dell’albergo, facciamo dodici passi sulla sabbia a vedere una scavatrice arrivata nei paraggi, compriamo un pareo balinese e quattro braccialettini in un rigurgito di adolescenza dai venditori ambulanti locali, nonche’ un aquilone a forma di barca dei pirati, che in mano al balinese raggiunge la troposfera, in mano a noi ara la spiaggia, prendiamo un pochino di sole, ma molto poco, nella speranza di allontanare questo colorito vampiresco che ci caratterizza. Una turista giapponese, guardando il Pidocchio con occhi estasiati, mi dice: wow, so pale, so handsome! Forse e’ tempo di ricominciare lo sciroppetto al ferro.
Alla sera e’ d’obbligo lo spettacolino, lo cantava pure Battiato “voglio vederti danzare come le balinesi nei giorni di festa”. Che fascino queste ballerine, coloratissime in oro e rosso, occhi sbarrati e bistrati come maschere rituali, tutte mani e piedi in movimento al ritmo di tamburi e campanellini, sinceramente un pochino inquietanti, ce n’e’ pure una con l’apparecchio fisso, ma belle davvero, sembrano arrivare da un altro pianeta. 

Ed inchinando la testa, e ti fanno sentire un mix tra la Regina Elisabetta e Lana Turner nel film le piogge di Ranchipur. Dopo questo bagno di cortesia hai bisogno di un po’ di sano Turismo in Liguria, rimando alla visione della scenetta Tor
ta di riso su You Tube.
 

E come sono gentili i balinesi, di una gentilezza sincera, sempre con un sorriso aperto a chiederti come va? come stai? ti trovi bene? ti piace qui? stai mangiando bene? Salutano con il namaste’, unendo le mani sul petto

E poi in batter d’ occhio arriva domenica, si torna a casa, ciao Bali, ci sei piaciuta abbastanza anche se abbiamo visto pochino, oserei dire quasi nulla, non ho visto i templi, le scimmie, le risaie, i vulcani, le case balinesi, l’artigianato locale, i tessuti batik, pero’ ci siamo riposati, abbiamo fatto una piccola pausa in questi primi sei mesi non facili e siamo stati felici, forse torneremo, forse no, chissa’, intanto prenoto una settimana a Ortisei poi ne parliamo.
Il Pidocchio al check-in pare tiepido, al controllo passaporti e’ palesemente febbrile, al duty-free, dove mamma stava per acquistare una decina di portachiavi a forma di piccoli peni di legno da distribuire ad amici e parenti, si squaglia in cacca liquida. Le divinita’ del tempietto non hanno gradito la nostra incursione, direi che e’ tempo di migrare altrove.”
Federica

Filed Under: EXPAT LIFE, Singapore

Comments

  1. mammapiky says

    12 Luglio 2013 at 8:00

    E ma che sfiga però!!!!!! ….certo e’ che i paesi asiatici hanno sempre una fascino incredibile e che (già te l’ho detto tempo fa), se io voglio fare un week end fuori porta max vado sulla riviera se lo fate voi andate a Bali!!!!!!!! ;-))))))))))))

    Rispondi
  2. MammaInOriente says

    12 Luglio 2013 at 15:40

    Che peccato per il tempo….
    Bali è un’isola meravigliosa, non per il mare, ma per l’interno verdissimo, i templi e le meravigliose cerimonie induiste. Per non parlare delle fantastiche SPA che ovviamente con bimbi al seguito si godono meno. Unico posto al mondo dove, nonostante la mia curiosità di scoprire sempre posti nuovi, io sia stata ben due volte di fila

    Rispondi
  3. ero Lucy says

    12 Luglio 2013 at 21:22

    Mi hai fatto morire dal ridere!!! :DDD e le due foto del mare sono stre-pi-to-se!!!

    Rispondi
  4. Anonymous says

    13 Luglio 2013 at 8:28

    Mi piacerebbe tornarci, con un po’ piu’ di calma e un Pidocchio disciplinato!! Se la chiamano isola degli dei…!!

    Rispondi
  5. Deshna Francesca says

    2 Agosto 2013 at 20:15

    Un commerciale in vini che bazzica casa mia ha una casa a Bali e l’affitta per 2000€ al mese, è troppo? è troppo poco? No perché ci faccio un pensierino, non potrà piovere per sempre!

    Rispondi

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