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Le donne sono il vero motore di tutto

26 Settembre 2013 By mimma 12 Comments

<Amore ho conosciuto una coppia, fantastica. Mi hanno invitato a una festa. Sono davvero simpatici. Loro vivono qui da 12 anni, quando arrivi te li presento. Si chiamano Marcello e Ursula, hanno tre figli>.
<Dai che bello. Sono felice. Mi dispiaceva troppo che tu passassi tutte le feste da solo. Ma ascolta lui è quel Marcello Grasselli che se cerchi notizie sul Kuwait ti appaiono diverse sue interviste?>.
< Si brava lui. Sono davvero forti>.
Questa è la prima volta che ho sentito parlare di loro, noi eravamo ancora in Italia e mio marito era in Kuwait da un mese. Avevo letto le tre interviste su Marcello. Molto sincere. Erano arrivati nel 2002 per aprire il “Villa Moda” un progetto importante, una sorta di templio della moda qui nel deserto. Ovviamente i marchi di maggior richiamo erano tutti italiani. E lo Sceicco aveva voluto un italiano a dirigerlo. Avevo letto che nel 2002 avevano una figlia e che gli altri due erano nati qui in Kuwait.  Su Ursula poche parole, anche se Marcello parlava  sempre usando “noi” , “famiglia” “grazie a lei”.
Ricordo di aver pensato, bene bene. Il marito sta facendo il suo dovere. Gli avevo chiesto di conoscere gente, di mettersi di impegno e lo sta facendo.
Quando poi siamo arrivate io e Patata il tempo di sistemarci e li ho conosciuti. 
E mi sono innamorata di loro. Come sempre mi accade quando incontro persone interessanti.
Tra l’altro mi sono sembrati quelli più vicini “alla mia precedente vita”. Sarà che sono vestiti benissimo, ma in modo originale, con quell’accento meraviglioso, “reggiani”, pieni di amici e di occasioni mondane. Ho subito pensato ma “allora esistono anche qui persone che si divertono??”. Perchè ammettiamolo, a Kuwait si sta bene, vivi sereno, sopratutto in famiglia, ma può essere un posto davvero noioso. Tra l’altro li ho apprezzati perchè sono ironici, non si prendono molto sul serio, pur potendo vantare tante esperienze, alcune davvero uniche. Non sono neanche quei “expat storici” che ti vogliono insegnare cosa fare.
Insomma sono una gran coppia, anzi no famiglia, perchè loro si descrivono così e pensano alla famiglia.
E questo è il tratto che più gli avvicina all’expat tipico. Perchè qui, lontano da tutto e tutti, l’abbiamo detto più volte la famiglia diventa tutto.
Oggi però voglio farvi conoscere meglio lei: Ursula. Si, lei che alla fine, come tutte le donne è un po’ il motore di tutto. Perchè senza il suo appoggio totale, anzi la sua spinta, Marcello non avrebbe accettato di affrontare un’altra esperienza estera, perchè lei ha creduto che se il destino gli aveva dato questa ulteriore chance, anche se loro erano già realizzati, era comunque un segno da prendere in considerazione. 
Quindi ha lasciato la sua attività di architetto ben avviata. E con la sua bimba appena nata, ha fatto le valige ed è partita. In realtà, in Kuwait ci è andata un po’ prima.  Si mica poteva perderci la festa di inaugurazione di Villa Moda, dove c’era tutto il gota della moda? Tom Ford, Donatella Versace, De Sole? Con il suo bel panzone di 7 mesi, nascosto da un vestito ad hoc, ha fatto il suo primo incontro con Kuwait. (È o non è la mia amica ideale???).
Nel 2002 qui non c’era quasi nulla di quello che io e Drusilla vediamo e viviamo. Nessun Mall, nessun grattacielo. Persino la Gulf Road era totalmente diversa.
Solo deserto, sabbia, mare  e poche costruzioni.
Pensate che questo l’abbia preoccupata o impressionata? Tutt’altro.
Lei mi ha detto che tutto quel deserto le ha dato una certa adrenalina. Ha sentito che sarebbe stata una bella sfida. Che tutto era da scrivere. Mi ha pure detto che forse arrivando oggi le piacerebbe meno. 
“Non c’era niente ma alla fine c’era tutto”, queste le sue esatte parole.
Il massimo della vita era andare allo Starbucks in Salmiya, i negozi concentrati Al Fanar sempre a Salmiya.  Quando è tornata con Rebecca, anche lei come noi, si è iscritta ad un club privato.
Quella per lei è diventata la sua seconda casa, la vista del mare, il clima favorevole hanno fatto il resto.
Quando sono arrivati loro, la comunità italiana, era molto attiva. Un bravo ambasciatore, una moglie ancor più brava. Organizzavano costanti ritrovi. Ti telefonavano.
Certo il fatto che Marcello avesse quel ruolo aiutava. Ma era proprio uno stile.
Ursula si è sentita subito a casa. Protetta. Sicura. Senza paura.
Anche se da lì in poi, per qualche anno il Kuwait ha passato tempi un po’ difficili, iniziava quella che viene chiamata la guerra d’Iraq o Seconda guerra del golfo. 
Ursula ha vissuto la paura di attacchi chimici, telefonate dall’Ambasciata in cui si avvertiva che per strada giravamo iracheni o affiliati agli iracheni alla ricerca di americani da uccidere.
Ha avuto paura? Forse, sicuramente un po’ si, ma cerca di sdrammatizzare, ad un certo punto ci racconta pure ridendo alcuni episodi surreali legati alla preparazione in caso di attacchi chimici, maschera a gas, guanti, il bagno trasformato in stanza con provviste. Lei poi nel periodo più critico è rientrata in Italia, Marcello no. 
Io non mi stanco mai ad ascoltare la sua storia, che ogni volta che ci incontriamo si arricchisce di particolari. Come le feste, presso casa dello Sceicco, che considerava Marcello un figlio. Lei sostiene che fino al 2007 in Kuwait c’era un’altra atmosfera, più liberale, più culturale. Poi anche qui sono arrivati gli integralisti.
Ieri mi sono fatta però raccontare come si è ricostruita la sua professione. Perchè Ursula alla fine non ha mai smesso di lavorare. Ma non solo, ha avuto anche delle gran soddisfazioni, fino all’ultima di qualche anno fa, la costruzione di un compound a  Messilah con 12 ville e tutta una serie di falicity.
Un mega progetto che nel curriculum di un architetto ha il suo peso e che lei dice sinceramente “in Italia non avrei mai avuto questa bella opportunità”.
Ma con gli uomini hai avuto problemi? Ti sentivi sicura?
<Gli operai sono gli stessi che vedi in Italia, solo che incontrarli in Italia, io avrei paura. Qui no. Qui sono molto riservati. Non esagerano. Certo io vado vestita in modo decoroso, anche quando mi trovavo nel deserto con 50° arrivavo con jeans e maglia a maniche lunghe. Morivo dal caldo ma mi sembrava giusto così. Ho più paure a Reggio Emilia che ora è piena di extracomunitari, africani, nigeriani più dei reggiani stessi. Sai che invece ho avuto più prolemi con le donne velate. Loro spesso hanno avuto atteggiamenti ostili nei miei confronti>
E i figli? Tre non sono pochi, li avresti cercati anche in Italia? 
Lei mi racconta che lei ha sempre voluto tre figli, che certamente però qui in Kuwait è stato più facile. Qui avere una nanny ha un costo irrisorio. Anzi ne prendi due e non arrivi al prezzo di una in Italia.
Ma in generale è tutto semplice facile.
<Io sono felice che loro siano cresciuti qui. Sono bambini molto educati, la scuola inglese ha fatto un ottimo lavoro, sono sereni, mi sembrano meno maliziosi di quelli italiani. Rebecca ha 12 anni ma è molto tranquilla. Certo super tecnologica, ma per nulla maliziosa. La vita che conducono qui è molto semplice. Scuola, tanto sport, nel week end tanto tempo all’aria aperta. Una vita dorata sicuramente ma anche limitata, spesso ripetitiva. Sai questa estate in Italia ho avuto qualche problema con la grande, era fin troppo “tranquilla” e per certi versi “troppo open mind” quasi da essere esclusa dal gruppo perchè diversa>.
È per quello che non tornate in Italia? per loro?
No, non tornano in Italia, prima di tutto per loro. Il lavoro è qui. Ora si trasferiranno a Dubai. Marcello ha avuto una bellissima proposta di lavoro lì, prima era arrivato un’offerta per Londra, che hanno rifiutato prima di avere questa per Dubai. Per tanti motivi, non ultimo il clima. 
<Non posso più vivere in posti in cui fa freddo>.
E i bambini felici? 
<Rebecca un po’ meno. Ha un suo giro di amicizie qui, è normale, ora che però ha visto la nuova scuola è super incuriosita. Gregorio da subito entusiasta, non vede l’ora e alla piccola interessa solo che stiamo tutti insieme>.
E gli amici?
<Dopo 12 anni di Kuwait siamo abituati ad avere amici ovunque. A stringere rapporti e poi salutarci. All’inizio lo zoccolo duro delle nostre amicizie erano gli Italiani. Si c’era un gruppo fantastico che ci ha accolto benissimo. Poi invece abbiamo allargato. Ora tanti nostri amici sono danesi, portoghesi, qualche indiano. Marcello ha invece tanti amici kuwaitiani che ci hanno aiutato sempre>.
Insomma promuoviamo o bocciamo kuwait?
<Ovvio che lo promuovo. Ci ha dato tanto. Dodici anni non sono pochi. Siamo stati bene. Sicuri e sereni. Pure l’assistenza sanitaria mi sembra migliore qui, pensa che questa estate i bimbi si sono ammalati in Italia e io chiamavo il pediatra di qui. Ho avuto anch’io dei bassi, tipo tre, quattro anni fa. Pensavo, ma vivremo sempre qui? Poi la vita prende il sopravvento e passi il tempo a vivere e non a preoccuparti di come vivere. Sai cosa è stato difficile accettare qui? E cosa mi è mancato tanto?.
A me che sono un architetto e che amo le cose belle, ma quelle belle davvero come la nostra Italia, è mancato potermi fare una passeggiata e vedere un bel centro storico, andare per negozi senza chiudermi in un Mall, che io odio, mangiarmi una brioche alla crema. Si quella mi è mancata più del salame>.
<E io? Non ti mancherò un po’?>
< Ma tu devi venire a Dubai. Quella è perfetta per te>.

Perché vi ho raccontato la sua storia? Perché a me piace un sacco. Perché ormai non posso fare a meno di rendervi partecipi di tutti i miei incontri, di tutto quello che sto imparando in questo percorso.
Inoltre lei è la conferma che dietro a uomini di successo c’è sempre una grande donna.
Che è la donna il motore e anche quella che tiene le fila e in perfetto equilibrio tutto.
E poi secondo me occorre proporre esempi positivi. Di gente che vive e non pensa a come vivere.
Che fa, si inventa e rinventa.
Perchè voi non lo sapete ma lei continuerà a essere un grande architetto pure a Dubai, ha già due o tre contatti e idee. Il tempo di sistemare la famiglia e si ricomincia.
Grazie Ursula. Sei una vera forza.

Filed Under: amiche

Comments

  1. Twinsbimamma Barbara says

    26 Settembre 2013 at 12:31

    che bel post! Una vita intensa in un altro paese, come ci si adatta e come si vive bene, diversamente ma bene….ti ho conosciuto e ti seguirò con piacere tra le mamme in giro per il mondo…

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      26 Settembre 2013 at 15:41

      Brava hai colto il messaggio. In un epoca in cui tanti stanno ricominciando ad espatriare e ci chiedono info volevo proporre un modo di affrontarlo.

      Rispondi
  2. Graziana (La stanzetta inglese) says

    26 Settembre 2013 at 15:03

    Bravissima Mimma, mi piacciono troppo le tue interviste. Dubai invece continua a sembrarmi un posto da incubo…troppo luccicoso.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      26 Settembre 2013 at 15:43

      Grazie tesoro….a me piacciono le persone e credo questo trapeli. Dubai è particolare. E non so perchè ma a te ti vedo bene in tutt’altri contesti, anche se come tutti noi, anche tu ce la faresti.

      Rispondi
  3. Graziella Pezzetta says

    26 Settembre 2013 at 15:16

    Le donne! la meraviglia della natura (e della cultura) lei bellissima, lui bel tipo, ma i calzoni al ginocchio francamente inguardabili 🙂 Mi piacciono tanto queste storia di italiani di successo, italiani con la mente aperta e che portano l’Italia nel mondo. Grazie Mimma che condividi con noi questa realtà.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      26 Settembre 2013 at 15:43

      Grazie anche ad Ursula che mi ha dato la possibilità di condividere la sua storia.

      Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      27 Settembre 2013 at 10:35

      Comunque Marcello e’ un Figo…

      Rispondi
  4. Baby1979 says

    26 Settembre 2013 at 18:46

    Bellissima storia, vorrei davvero avere un decimo della forza d’animo e del coraggio di Ursula!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      27 Settembre 2013 at 10:35

      Secondo me ce l’hai eccome..

      Rispondi
  5. Mom says

    27 Settembre 2013 at 0:42

    Io non riuscirei più a vivere in Italia. Non la sento più mia. Tollero anche il freddo assurdo (lo scorso inverno siamo arrivati a -20!). Ma preferisco questo freddo a quello italiano. Non so se ne sarò mai più capace…

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      27 Settembre 2013 at 10:37

      Penso anch’io che sia dura rientrare… Poi probabilmente ti abitui.., però difficile sicuro

      Rispondi
  6. Moky says

    27 Settembre 2013 at 10:53

    Grazie per aver condiviso con noi questa bella storia, di una donna, una famiglia che ha saputo costruirsi lontano dall’Italia, con un grande spirito e con tanta iniziativa.
    Ammiro queste donne…e poi è bellissima anche lei…ma voi bellone scappate tutte???

    Rispondi

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