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TATATA LA MAMMA NON C'E' PIU'….QUASI

15 Novembre 2013 By drusilla 13 Comments

L’orologio del telefono segna le 11:52 pm.
Il mio cuore batte così forte che mi sveglio.
Con il cellulare illumino la stanza; i vestiti e le scarpe mi aspettano sulla seggiola in sala assieme al trolley blu, ad una valigia semivuota e la borsa con la scritta “Elegance is an Attitude” che mi pare adeguata in questa situazione.
In pochi minuti mi vesto e mi ritrovo a girare per casa, pronta per scendere ad aspettare Lijo che mi porterà in aeroporto.
Prima di uscire voglio dare un bacetto ai miei ometti biondi, loro che poco più di tre ore fa erano così agitati ed emozionati da questa mia partenza che non ne volevano sapere di dormire e inventavano scuse di ogni genere.
“Mamma sbadata, ti sei dimenticata lo sciroppo per la tosse”, “l’ultimo bacino poi andiamo a letto”, poi la pipì che scappa sempre appena si appogiano nel letto alle 9:01pm, ultima scusa il mal di pancia da cacca. Erano troppo nervosi all’idea che non mi avrebbero visto per quattro giorni ma anche felici e orgogliosi di stare tra uomini per tutto questo tempo.
Mentre aspetto mi perdo nei miei pensieri e cerco di ricordarmi qual è stata l’ultima volta che ho viaggiato in solitaria, senza figli, ma dev’essere passata un’eternità perché non riesco a ricordarmelo. Però ricordo esattamente il primo volo con Tato: 30 agosto 2009, quando aveva solo due mesi e un giorno.
E’ ora di scendere.
E’ ora di salutare furtivamente e silenziosamente i miei bimbi. Gli lascio sulla guancia un bacio frettoloso ma carico di amore ed emozione, loro che ora dormono come due angioletti e che al loro risveglio non mi troveranno in casa.
Ecco che giù ad aspettarmi su una jeep bianca vedo Lijo, è la prima volta che ci vediamo di persona ma è come se ci conoscessimo da sempre grazie a mio marito. E’ il suo braccio destro, orgoglioso e visibilmente emozionato all’idea di portare la moglie del suo capo in aeroporto.
Kuwait la notte è splendida e così diversa. Le strade sono vuote, silenziose e tranquille e per un attimo ho avuto la sensazione di trovarmi in un’altra città.
Siamo arrivati in aeroporto dopo aver superato anche un posto di blocco della polizia che probabilmente cercava qualcuno.
Lijo insiste per portarmi le valige, mi accompagna al check-in e fino al controllo per poi accedere al gate. Mi saluta, mi stringe la mano, mi fa un grande sorriso e si raccomanda come un fratello maggiore: “Buon viaggio! Ricordati di mandare un messaggio a Mister Mattia quando parti, altrimenti si preoccupa!”. Meraviglioso.
Finalmente ci siamo.
Imbarco effettuato. L’aereo è mezzo vuoto, ho sentito qualcuno che parla italiano e mi sembra molto strano.
La stanchezza e l’ansia da viaggio sono rimaste a casa, mi sento tranquilla e stranamente riposata pur avendo dormito solo due ore.
Apro la borsa e magicamente estraggo l’oggetto più prezioso di questo viaggio: il Kindle!
Lo accendo, sono pronta ad abbandonarmi sul sedile posto A, fila 36, quando mi esce la scritta “Batteria quasi scarica“. Grrr. Noooo!!! Non è possibile!
Non posso crederci, nella frenesia di questa partenza mi sono completamente dimenticata di caricare il mio Kindle. 
Vabbè, niente panico, io inizio a leggere e quando poi si spegnerà vedremo come impegnare il tempo rimanente….
Le storie di Marina Bellezza e Andrea Caucino mi stanno prendendo troppo, non riesco a smettere di leggerli, non chiudo occhio durante tutto il viaggio e il Kindle fortunatamente non mi abbandona. 
Mi permetto solo due distrazioni: la cena e il finestrino.

Cenare in piena notte su un aereo è sempre un’esperienza unica!
L’altra distrazione è ben più importante. Si, perché il finestrino è quel luogo tanto conteso e inaccessibile ogni volta che viaggio con i bambini. Amo quell’ovale che ti permette di dare uno sguardo al mondo dall’alto, da una prospettiva diversa rispetto a quella della vita reale, che ti permette anche di viaggiare con la fantasia, immaginarti luoghi magnifici a migliaia di chilometri sotto i tuoi piedi.

Le tre ore e dieci di viaggio volano.
Lo scambio all’aeroporto Ataturk di Istanbul sarà lungo e stranamente tranquillo, quasi noioso, senza bambini. Ho tutto il tempo di fare le cose con calma, guardare la gente, studiare l’umanità variegata che mi circonda, cercare di capire che lingua parlano e provare ad indovinarne la provenienza.
Nel frattempo le lancette dell’orologio girano, i minuti passano veloci e il sole inizia a sorgere. Durante l’
attesa del secondo imbarco le vetrate dell’aeroporto si riempiono di luce fino ad abbagliare tanti occhi stanchi e appiccicati dal sonno.
Eccomi pronta a risalire sull’aereo, questa volta la destinazione è Milano Malpensa.
Purtroppo questo volo è pieno, il mio posto è infelice, fila 27 (fino qui tutto ok!), posto B (avete capito?!). Quel posto nel mezzo tra A e C, quello antipatico soprattutto quando viaggi sola, quello che speri sempre di avere come compagne di viaggio due donne, magari magre, profumate e simpatiche. Ma invece no, i miei peggiori presentimenti si sono avverati, come compagni di viaggio mi ritrovo due ragazzi arabi alti più di un metro e novanta e grandi, non enormi ma grandi.
Quando ci siamo seduti sembravo un wurstel dentro ad un hot dog!
Il tizio alla mia destra mi ha colpito per la sua gentilezza e simpatia. Mentre si sta sedendo mi dice “buongiorno signorina, good morning. Ma forse meglio io parla italiano con te” ma io gli rispondo che per me italiano o inglese è uguale, la sua faccia così sorpresa la ricordo ancora ora “you’re the first Italian who speaks in English. I’m surprised!”. Mi è scappata una risata! Poi abbiamo conversato un po’ del Kuwait, anche lui ci ha vissuto per qualche anno, poi ho ripreso il mio Kindle perchè dovevo finire il libro, devo assolutamente sapere come va a finire tra Marina e Andrea.
Quel Kindle che alla mia partenza segnava 52% (ormai non ragiono più in pagine ma in percentuale di lettura) ora si trova al 92%. Dai ancora un altro po’ e lo finisco, tieni duro che voglio sapere come va a finire, Mimma mi ha detto che è stupendo ed è vero, non riesco a smettere di leggere, complice anche questa mia solitudine e voglia di leggere che da tempo mi ero dimenticata potesse esistere.
Non ce la faccio. Il pilota annuncia l’atterraggio entro pochi minuti.
Appena finisce l’annuncio il cuore inizia a battere forte forte.
Le ruote hanno toccato terra e le mie mani iniziano a sudare.
L’arrivo a Milano mi emoziona sempre tantissimo. Riabbracciare la mia famiglia dopo mesi di rapporti via skype fa effetto. Ma sono abituata a mandare avanti i miei tati, sono loro i protagonisti che travolgono i nonni riempiendoli di baci e abbracci mentre io mi godo la scena da lontano con gli occhi lucidi. Ma questa volta è diverso, oggi sono arrivata in veste di figlia, la protagonista di questa vacanza sarò io.
Nei successivi quattro giorni il mio ruolo sarà quello della figlia, la parte della mamma l’ho lasciata in Kuwait, ecco perché mi sento così nervosa ed emozionata. E’ tanto, forse troppo, tempo che non mi godo la mia famiglia e non mi lascio coccolare e viziare dalla mia mamma!
 

Filed Under: EXPAT LIFE, MAMME EXPAT

Comments

  1. Anonymous says

    15 Novembre 2013 at 14:03

    Meraviglioso è stato poter godere della tua compagnia questi 4 giorni, indimenticabili. La tua SUPERIORONA

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      15 Novembre 2013 at 21:02

      Cara mamma sono stati quattro giorni stupendi e carichi di emozioni. Un bacione

      Rispondi
  2. Anonymous says

    15 Novembre 2013 at 14:52

    Meraviglioso è stato poterti riabbracciare e godere della tua compagnia anche se solo per poche ore!!! Bacioni Zia Nene

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      15 Novembre 2013 at 21:03

      Sorellina, un peccato non aver potuto godere della tua compagnia per più tempo. Ma in poche ore sono riuscita a vedere la tua nuova casetta e questo è ciò che conta.
      Ti voglio bene sorellina!

      Rispondi
  3. Silvia Pareschi says

    15 Novembre 2013 at 14:58

    Se non lo hai scritto a vacanza finita… buona vacanza! (Altrimenti buon rientro!)

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      15 Novembre 2013 at 21:04

      Silvia, purtroppo la vacanza è già finita e sono già rientrata in quel del Kuwait ma ti assicuro che sono stati quattro giorni incredibilmente carichi di emozioni e molto impegnati. Grazie!

      Rispondi
  4. Mom says

    16 Novembre 2013 at 0:51

    Non ci posso pensare… non so se sarei in grado di tornare ad essere figlia. A volte i miei figli li “uso” come scudo per proteggermi. Pensare di andare in Italia senza di loro forse non ci riuscirei.

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      16 Novembre 2013 at 7:45

      E’ stato difficile anche per me ma a volte serve tornare figlia, fa bene alla mente e allo spirito.

      Rispondi
  5. mammapiky says

    16 Novembre 2013 at 0:52

    Mi fate sempre emozionare…anche per un viaggio in aereo. Siete bellissime e spero che un giorno potrò dirvelo di persona. Come se la son cavata i maschi di casa? :-)))

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      16 Novembre 2013 at 7:42

      Grazie Mamma Piky! Anch’io vorrei tanto incontrarti di persona, chissà….
      I maschi di casa se la sono cavata alla grande anche se i piccoli ometti erano in arretrato di sonno perché il sonnellino pomeridiano non è mai stato rispettato.

      Rispondi
  6. Moky says

    16 Novembre 2013 at 17:58

    Dal momento in cui diventiamo mamme, difficilmente ci riappropriamo del nostro ruolo di figlie e quando questo succede all’inizio siamo quasi impacciate, sentiamo che ci menca qualcosa, o meglio, qualcuno. I tuoi giorni sono stati belli e intensi, felice x te.
    Io ormai non posso più essere solo figlia, la mamma non c’è più e papà ammalato si appoggia molto a noi figli, quindi ci ritroviamo nel ruolo inverso, ma va bene così, anche x’ non si può fare altrimenti.

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      16 Novembre 2013 at 19:16

      Cara Moky hai proprio ragione. Il ruolo di figlie dopo essere diventate madri è strano e cambia molto. Ho la fortuna di avere una mamma giovane, carica, energica e piena di vita.

      Rispondi
  7. Valentina VK says

    19 Novembre 2013 at 23:32

    Domani sera dormo a malpensa con le bimbe x un volo prestissimo di ritorno a casa…e dieci giorni dopo rifaro’ il viaggio inverso senza di loro,senza senator.solo io e un bagaglio a mano x un wkend in cui saro’ solo un’amica delle amiche che mi ospiteranno e che nn vedo da tantissimo tempo…l ultimo viaggio senza bea e prima che nascesse ali fu a dublino dalla stessa amica che ora e tornata a vivere a milano,a gennaio 2011, quasi due anni fa…sono emozionatissima

    Rispondi

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