• “MAMME NEL DESERTO” ORA È DISPONIBILE ANCHE IN EBOOK
  • DOWNLOAD DA GOOGLE PLAY
  • DOWNLOAD DA AMAZON

Mamme nel deserto

Il blog sulla vita expat

  • Home
  • Chi siamo
  • Il nostro libro
  • Tips per Kuwait
  • Dicono di noi e Press
  • Contatti
You are here: Home / KIDS EXPAT / IL METODO HAPPY FACES #WORLDWIDELIFE

IL METODO HAPPY FACES #WORLDWIDELIFE

13 Gennaio 2014 By drusilla 18 Comments

Qualche settimana prima delle vacanze di Natale, sono stata chiamata dalla teacher di Ercolino a causa del brutto comportamento che negli ultimi giorni aveva mostrato.
Purtroppo, era capitato che una paio di volte spingesse suoi compagni/e e fosse troppo scalmanato, molto più del solito.
La famosa teacher Ilsa mi ha convocata per una riunione face to face, ioelei-leieio sole per discutere del come arginare questi suoi comportamenti.
Inizialmente ho tremato di paura. Odio passare per la mamma incapace di gestire i propri figli. Non sopporto quando i miei figli si comportano in maniera sbagliata e fanno del male ad altri bambini. Sono una mamma e voglio, anzi, pretendo che i miei figli siano educati, bravi a scuola e gentili con il mondo che li circonda. A casa lavoriamo per ottenere questi obiettivi, come ogni mamma e papà, del resto!
Sono anche molto aperta ai consigli, mi piace confrontarmi con le altre mamme, capire che metodo utilizzano per educare i loro figli, ascoltare i suggerimenti della teacher di Ercolino e cercare di capire quali comportamenti tenere a casa. Il metodo inglese in molti aspetti è diverso da quello italiano, ascoltare gli altri e parlarne mi aiuta a farmi un’idea sul come comportarmi.
Prima di andare all’appuntamento con teacher Ilsa ho cercato di capire da mio figlio cos’era accaduto nei giorni precedenti, non è stato facile, ma la sua risposta è stata eloquente: “mamma, io bim-bum-bam to my friends!”. Queste parole erano accompagnate da pugni chiusi e occhi a fessura. Aiuto!
Sono andata all’appuntamento abbastanza rassegnata, con l’idea di essere una mamma terribilmente pessima, troppo “allo stato brado” o wild; convinta di dover cambiare completamente la mia impostazione di educazione.
Fortunatamente, la realtà si è rivelata diversa!
Teacher Ilsa, mi ha spiegato che Ercolino è un bambino molto attivo, dalle grandi capacità motorie. Fino a qui ci siamo, diciamo che questo l’avevo capito anch’io dopo che a soli due anni e mezzo ha deciso di togliersi i braccioli e a due settimane dal compimento del terzo anno ha imparato ad andare in bicicletta senza le rotelline.
Probabilmente l’ora che passano chiusi nell’aula a svolgere attività, concentrati e abbastanza limitati nel movimento, lui le vive come ore di reclusione forzata, durante le quali da il meglio di se, si impegna, partecipa e si diverte. Ma appena fuori dall’aula esplode. Ha bisogno di sfogare tutte le energie che per sessanta minuti sono rimaste represse.
Probabilmente i due spintoni che ha dato non sono dovuti alla volontà di far del male a qualcuno, bensì al fatto che altri bambini sono finiti sulla sua strada mentre correva e giocava e lui voleva scansarli. In lui non c’è la cattiveria e la volontà di far del male, solo l’esigenza di scaricare energia.
Okkai. A questo punto tiro un sospiro di sollievo. Per fortuna non ho un figlio picchiatore e maleducato.
Ma come posso gestire questa sua carica energetica? Questa sua voglia di fare? Questa esigenza di correre, saltare (si perché lui salta da ogni cosa, non curante dell’altezza e del pericolo), andare in bici, muoversi?
A tutto questo ci aggiungiamo anche che Ercolino è dotato di un carattere molto (e dico molto!) duro; dannatamente sicuro di sé; non ha bisogno degli altri per divertirsi e spesso ama stare da solo a giocare; odia le feste, la confusione e scansa le persone che non conosce profondamente. L’altro lato della medaglia è che dà tutto se stesso agli amici di lunga data, vedi Patata o Liam (l’amichetto libanese figlio di Amal). Quando gli amichetti diventano veramente amici, per lui costituiscono delle certezze, delle fondamenta sulle quali costruire un qualcosa di veramente solido.
Non mostra affetto, difficilmente abbraccia e bacia in pubblico ma quando ha bisogno di coccole non ti molla più.
Dopo tutta questa attenta analisi, dopo aver capito che per fortuna anche la teacher ha compreso il doppio carattere di mio figlio, siamo passate a discutere del metodo da usare con lui, un metodo che deve semplicemente arginare i comportamenti sbagliati ma assolutamente non sopprimere la sua natura, il suo vero carattere.
Naturalmente il metodo dev’essere univoco, lei a scuola io a casa. In modo da non creare confusione ad Ercolino.
Gli inglesi sono fissati con il metodo premiante. Un metodo che esalta le buone azioni arginando quelle cattive. Il metodo delle happy and sad faces. Un comportamento buono implica una happy face, mentre un brutto atteggiamento equivale ad una sad face che cancella la happy face precedentemente ricevuta. Ogni tot happy faces un regalino, che deve essere una cosa semplice come uno stickers, o una caramella, o un qualcosa di piccolo che al bambino piace.
Perfetto!
Mi spiega che dovrò dividere il tempo dopo la scuola in tre parti: prima del riposino, momento gioco dopo il riposino, momento cena/post-cena. In base a come si comporterà in questi tre momenti dovrò dare una happy face oppure una sad face. Dopo sei happy faces uno stickers.
Perfetto!
Preparo con cura il cartellone e lo appendo alla porta della cucina, in modo che sia ben visibile anche ai bambini.
Visto che i miei figli hanno solo diciotto mesi di differenza, ho dovuto coinvolgere in questo trattamento anche Tato.
La domenica successiva io e teacher Ilsa eravamo pronte per partire con il nostro piano d’attacco.
Al ritorno da scuola ho spiegato ad entrambe i miei figli il significato del cartellone e che un buon comportamento comportava happy face ed eventuale premio.
Piano piano il cartellone si è riempito.
Le happy faces hanno avuto la meglio sulle sad faces, anche se qualcuna è stata comunque disegnata!
Ho scoperto che Ercolino è molto orgoglioso, subiva il fatto di vedere una faccina triste disegnata sotto il suo nome e quindi cercava di rispettare le regole, non commettere brutti comportamenti.
Ho avuto la conferma del fatto che l’umore dei nostri figli è dannatamente legato al nostro mood. Se noi ci svegliamo nervosi e nevrotici anche i nostri figli saranno uguali. Se noi siamo felici e contenti anche loro saranno sereni e gioiosi. A volte sembrano fasi fatte, di quelle che si leggono solo sui manuali ma la realtà è questa.
In quotidiano aggiornamento con la teacher ho scoperto che il comportamento di Ercolino è migliorato, giorno dopo giorno. Lui rimane comunque un bambino attivo che va lasciato libero di correre e sfogarsi. Per fortuna non si sono più verificate situazioni spiacevoli con altri bambini, non ha più spinto o fatto del male a nessuno.
Ora, non so dire se questo metodo sia veramente terapeutico e funzioni al 100%, ma con Ercolino ha funzionato alla grande.
Ora posso solo dire grazie teacher Ilsa, ringraziare il metodo della faccette felici e sorridenti e andare avanti ad affrontare l’altra montagna di problemi che ogni giorno nascono con i bambini.
Si perché quando credi di essere fuori dal tunnel dei terrible two, entri nel tunnel dei maledetti, sfiancanti e massacranti three, che a me sembrano decisamente peggio dei precedenti terrible two! Ma poi, passata questa ci saranno i noioso four e via dicendo…..
Amiche psicologhe e non, mi piacerebbe sentire il vostro parere.

Filed Under: KIDS EXPAT

Comments

  1. Maddalena Sodo says

    13 Gennaio 2014 at 11:16

    Il metodo penso che sia vincente. Molti a cui l’ho raccontato, hanno avuto da ridire sul fatto che si corra poi il rischio che il bambino possa comportarsi bene solo per il premio..Ma io ribadisco sempre che naturalmente, non ci si limita a dargli o meno la faccetta o il premio, contemporaneamente c’è tanto dialogo, tanta comunicazione. In questo modo il bambino comprende molto bene il senso del premio /non premio. In fondo, come dico sempre a chi invece si oppone al metodo: a lavoro ci sono gli incentivi e spesso i premi di produzione provocano molto entusiasmo e gioia in chi li riceve e sono un obiettivo che piace e rende il lavoro più leggero. Dunque, se questa cosa funziona con gli adulti, perchè non dovrebbe funzionare con i bambini? In fin dei conti la faccetta sorridente è come un “premio di produzione” e il sapere di poterla ricevere incentiva il bambino, lo stimola a fare meglio. Io lo avallo pienamente. Mio figlio esce orgoglioso da scuola con il suo stiker sulla maglietta o sulla manina…è orgoglioso perchè sa di aver lavorato bene quel giorno. Non è inoltre assolutamente vero che questo metodo (come spesso mi hanno detto) incentivi una eccessiva competizione tra i bambini: innanzitutto dipende dalla maestra o comunque dall’adulto far capire bene le cose e proporle nel modo corretto; seconda cosa la competizione è comunque importante nel bambino come nell’adulto, per spingerlo a confrontarsi, a non avere timore di provare, di fare , di sbagliare, di rifare e riprovare. W le faccette 🙂

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      13 Gennaio 2014 at 11:31

      Maddalena hai ragione, la penso come te!
      Devo dire che sto scoprendo l’importanza di questo metodo giorno dopo giorno.
      Tato, il grande, quando esce dalla classe con lo stiker sorridente è molto orgoglioso e felice del buon lavoro svolto a scuola.
      Eroclino, il piccolo, quando spegne la candela (equivalente happy face al prekg) è entusiasta.
      Posso dire che questo metodo sta funzionando, mi sta aiutando anche a casa.
      Non mi rimane che dire: evviva le faccette!!!!

      Rispondi
  2. koko pi says

    13 Gennaio 2014 at 11:29

    Ommmiodddio, mi sembra di leggere la descrizione di mio figlio…
    Il metodo “inglese” sembra azzeccato in pieno: è inutile, in certo cose noi italiani siamo decisamente arretrati…
    Scusa…ora devo scappare…ho un cartellone da andare a preparare!! ^_^

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      13 Gennaio 2014 at 11:33

      Fantastica Koko pi!!!!!

      Rispondi
  3. Maddalena Sodo says

    13 Gennaio 2014 at 11:34

    personalmente penso che l’italica stirpe tema molto tutto quello che scatena la competizione, la vede negativa e la rifugge ^L^.

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      13 Gennaio 2014 at 13:26

      Forse è vero. Io mi sto rendendo conto che una sana competizione ai bambini fa molto bene, li aiuta e li stimola a migliorarsi, ad impegnarsi per ottenere risultati migliori. Tato mi racconta che il suo amichetto J. prende tutti giorni lo stiker con happy face accompagnato da sweetie e questo lo sprona a voler fare come lui, impegnarsi per fare meglio.

      Rispondi
  4. Mom says

    13 Gennaio 2014 at 15:21

    In America ti avrebbero consigliato di dargli farmaci per calmarlo…

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      13 Gennaio 2014 at 17:36

      Davvero? ma medicine serie??? o rimedi naturali?

      Rispondi
  5. MammaInOriente says

    13 Gennaio 2014 at 16:10

    Cara Drusilla, ho anch’io in bozza un post sull’argomento da finire dato che anche alla scuola di mio figlio si lavora molto in tal senso anche ora che ha iniziato le Primary. Essendo mio figlio molto turbolento a lui abbiamo sempre aggiunto, d’accordo con le maestre, sia l’anno scorso che quest’anno, delle raccolte di stickers extra da fare anche a casa. Io confesso che all’inizio ero un pò dubbiosa sull’efficacia di questo metodo, tenuto conto anche del carattere molto complicato di mio figlio. Invece mi sono dovuta ricredere perchè ha avuto effetti positivi. Lui ha infatti molto bisogno di sviluppare la sua autostima e quindi le gratifiche lo aiutano molto e lo fanno sentire molto orgoglioso di se stesso. Incredibile il suo sorriso all’arrivo a casa dopo aver preso una faccina felice o uno sticker che desiderava. L’unico rovescio della medaglia finora è che, quando ha una sequenza di giornate più negative, tende a vivere la cosa con un pò troppa frustrazione. Ma sicuramente nel suo caso sono più gli effetti positivi che quelli negativi!

    Rispondi
  6. Anonymous says

    13 Gennaio 2014 at 16:26

    Cara Dru onestamente non saprei. Come ha detto Maddalena, anch’io avanzerei come limiti l’eccessiva competizione e il rischio di frustrazione. Ricordiamoci che hanno tre anni, non dieci. Poi e’ vero che l’importante e’ spiegare, parlare, comunicare, ma io a volte ho l’impressione che non capiscano ancora completamente. All’asilo di Giulio non usano qsto sistema, quando un bimbo e’ troppo su di giri cercano di distrarlo incanalando la sua esuberanza in qualche altra attivita’, che poi e’ una sorta di time out ma in realta’ non viene percepita come tale. Io la tecnica faccetta che ride l’avevo usata per lo spannolinamento, alla terza faccetta Giulio non era piu’ minimamente interessato….
    E la Zizzo come vive questo tuo rapporto preferenziale con la mitica Miss Ilse? Scommetto che e’ un pochino gelosa!! Baci Federica

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      13 Gennaio 2014 at 17:35

      me ne sono fatta una ragione. Ercolino grazie alla sua mamma può tutto! la ama…Drusilla conquista tutti. Io lo trovo carino come metodo, ma non lo trovo risolutivo. Ho visto che poi il comportamento “negativo” si ripete, magari anche dopo 5 minuti. Però può aiutare. Ho invece molto apprezzato l’uso delle happy face che ho letto nel blog di mariapaola ramaglia. Cioè lo utilizza per far verbalizzare al piccolo il suo stato d’animo. Mi piace molto. Io credo in una sana competizione, lo facevano a scuola ai ns tempi, poi per carattere ho sempre amato quelli più bravi di me….ora invece si eccede nel livellamento verso il basso. o comunque nell’appiattimento. I bravi devono aspettare i “ciucci” o quelli in difficoltà, non si riesce a far emergere e valorizzare davvero i bravi. Magari dandogli un accellerata. E in generale mi pare che ci si preoccupa sempre troppo “tutto può turbare”….non so….Io vorrei crescerli facendoli sempre sentirSi sicuri dei propri mezzi, e se anche alcune cose gli sembrano difficili a non arrendersi in partenza. Ma qs è un altro discorso.

      Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      13 Gennaio 2014 at 19:56

      Concordo con l’amica e collega Zizzo, il metodo happy faces non è risolutivo. E detto sinceramente, io dopo qualche settimana mi stufo, mi dimentico di applicare le faccette felici, purtroppo non sono costante. Sarà un mio difetto, sarà che questo metodo non appartiene alla nostra cultura e quindi le faccette felici e tristi le dimentico per strada.
      Anche qui Fede utilizzano il time out, chiamato proprio così. Quando si comportano male li mettono in una sorta di punizione dove non gli fanno fare l’attività che a loro piace come ad esempio leggere un libro, correre fuori, colorare e li tengono seduto per qualche minuto. Credo che i tre anni siano un periodo veramente tosto, molto peggio dei terrible two.
      Un po’ di sana competizione mi piace, vedo che Tato la vive bene, gli piace ricevere faccette felici e cercare di raggiungere il suo amico J. che le ottiene tutti i giorni.
      Mi piace quello che hai scritto Mimma, bella l’idea di aiutare il bambino a verbalizzare il suo stato d’animo, credo sia molto importante. E’ che con il carattere che ha Ercolino è un’impresa decisamente faticosa.
      Per quanto riguarda la mitica e unica Big Ilse che dire?! Sono partita svantaggiata perché odiava mio marito e non so come ora adora me! Mimma ha ragione, Ercolino può tutto, o quasi, però va anche detto che tutte le volte che c’è qualcosa me lo fa notare e vuole trovare la soluzione insieme, della serie: mollami!!!

      Rispondi
  7. Deshna Francesca says

    13 Gennaio 2014 at 23:49

    Marc quando era più piccolino si arrampicava letteralmente sulla porta pur di uscire da casa dei miei, un normale appartamento dove passavamo le vacanze a Natale e daje a spiegare che fuori alle 21 si stava sottozero, lo portavo fuori ugualmente, abituato com’è a stare all’aria aperta. Ho visto, specie perché passavano dalla nostra scuola, molti bimbi così che hanno semplicemente troppa energia, non sono fatti per stare seduti tanto tempo e sai come io appoggi la libertà e auto- regolazione frente alle costrizioni. Questo metodo non mi ispira molto o almeno non finché non diventa superfluo il premio perché ercolino ha capito come funziona la convivenza con gli altri. Non credo che le regole di convivenza possano basarsi sul ricatto premio -castigo perché tanto guarda la società…. ci si impegna di più cercando di ottenere un beneficio in barba alle regole che a vivere civilmente. E dire che siamo cresciuti tutti a suon di regole no? Forse non è la strada per avere adulti educati e rispettosi, se tanto mi da tanto….

    Rispondi
  8. mammapiky says

    14 Gennaio 2014 at 9:05

    Mi ma, Dru ma che fine ha fatto il mio commento? Non e’ che e’ andato a finire tra gli spam?

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      14 Gennaio 2014 at 9:38

      No Mamma Piky, non vedo commenti nello spam.
      Cosa sarà successo?

      Rispondi
  9. Abaya and Heels says

    14 Gennaio 2014 at 9:28

    Mi piace molto questo metodo, secondo me da grandi risultati! anche all’asilo della mia gnometta lo usano!!

    Rispondi
  10. mamma jago says

    17 Gennaio 2014 at 15:46

    Cara dru…mio figlio jacopo 5 anni è in prima elementare e il metodo delle faccine viene utilizzato da una delle sue due maeste (storia e geografia) sostituendo il classico ed antico voto. ..buon compito e buon lavoro faccina felice e triste nel caso contrario …appena varca la soglia del portone d’uscita so già com’è andata la giornata. .(anche se le happy faces abbondano fortunatamente)…adottare questo metodo in casa potrebbe aiutarmi col secondo mio figlio che tu sembra abbia descritto descrivendo il tuo(scusa il giro di parole) e, magari il grande potrebbe aiutarmi!!!!!!vedremo……

    Rispondi
  11. ero Lucy says

    27 Gennaio 2014 at 6:34

    Dru, leggo solo oggi… alla grande!

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Le mamme nel deserto


Mamme nel deserto è la storia di due donne, Drusilla e Mimma, due mamme, che si incontrano nel deserto non solo fisico, ma anche metaforico. Due donne expat per amore. Leggi tutto

Le mamme sui social

  • Bloglovin
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Pinterest
  • Twitter

Il nostro libro

Alle Mamme piace parlare di…

Delle Mamme vi è piaciuto…

Sorry. No data so far.

Archivio

Cerca nel sito

Le mamme sui social

  • Bloglovin
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Pinterest
  • Twitter

Restiamo in contatto

Se vuoi avere informazioni, scriverci un commento o semplicemente dirci la tua, scrivici una e-mail

Copyright © 2025 · Lifestyle Pro Theme On Genesis Framework · WordPress · Log in

Questo sito utilizza cookies. Puoi avere maggiori informazioni o disabilitarli dalle

.

Mamme nel deserto
Powered by  GDPR Cookie Compliance
Privacy Overview

Questo sito usa i cookies per fornirti una migliore esperienza di navigazione. I cookies sono informazioni salvate nel tuo browser e servono a riconoscerti quanto torni su questo sito.

Puoi regolare le impostazioni dei cookies dai pulsanti sul lato sinistro di questa schermata e leggere come vengono utilizzati i dati raccolti sull’informativa sull’utilizzo dei tuoi dati.

Cookies Tecnici

I cookies tecnici dovrebbero essere lasciati sempre attivi in modo da salvare le tue preferenze nelle impostazioni dei cookies.

Se disabiliti questi cookies non sarà possibile salvare le tue preferenze quindi ogni volta che tornerai su questo sito ti verrà chiesto di nuovo se vorrai abilitare o disabilitare i cookies