I bambini di Svevia, un romanzo di Romina Casagrande.
Per settimane il libro e’ rimasto nel mio ebook in attesa, sapevo che sarebbe stato un libro forte e intenso e non mi sentivo pronta ad affrontarlo.
I bambini di Svevia svela fatti praticamente sconosciuti della storia italiana. Confesso che prima di leggere questo romanzo non conoscevo assolutamente nulla sulla vicenda dei bambini di Svevia, non ne avevo mai sentito parlare.
Ma chi erano i bambini di Svevia?
Erano bambini e bambine tra i 5 e i 14 anni che venivano venduti dalle loro famiglie che erano molto povere, per lavorare nelle ricche fattorie delll’Alta Svevia. Il viaggio, di oltre 200 kilometri, veniva fatto a piedi. Una volta arrivati, le famiglie di contadini li avrebbero comprati. I bambini non sapevano cosa li aspettava, dove sarebbero andati, pensavano di arrivare in un bel posto dove avrebbero trascorso un’infanzia migliore. In realta’, venivano trattati come schiavi.
I bambini di Svevia e’ romanzo storico, un libro che racconta una storia triste, ma vera.
Romina Casagrande narra la storia di Edna alternando capitoli tra il suo passato ed il presente. Edna da bambina, quando viveva nella fattoria, ed Edna ai giorni nostri quando e’ una signora di ormai novantanni che decide di intraprendere un viaggio fino a Ravensburg per incontrare il suo amico Jacop. Lui, l’unica persona che l’ha aiutata quando era nella fattoria.
Questo bizzarro viaggio Edna lo fara’ in compagnia di Emil, il suo fedele pappagallo.
Ne I bambini di Svevia ci sono due importanti messaggi, quello della speranza e del coraggio.
Personalmente sono rimasta colpita da questa pagina di storia che non conoscevo affatto. Anche se molto triste, forte e intensa mi e’ piaciuta molto la parte in cui l’autrice racconta di Edna da bambina all’interno della fattoria. Mi ha fatto male leggere alcune cose e mi ha tenuta con il fiato sospeso in altre parti. Confesso di aver molto apprezzato anche il racconto della novantenne Edna che decide di arrivare a Ravensburg e durante questo suo viaggio incontra personaggi bizzarri. Qui il racconto diventa talvolta surreale, ma sempre piacevole.
“Qualcuno, un tempo, ha provato a convincermi che la strada migliore fosse fare sempre quello che andava fatto, rispettando tutte le regole. Ma è stato chi non ne ha rispettata nemmeno una a salvarmi. Lo trovo un pensiero molto rassicurante, quindi non aspettarti mai da me il contrario”
Splendida lettura dalla quale ho conosciuto un pezzo della nostra storia.
L’avete letto? Cosa ne pensate?
Drusilla
mamma avvocato says
NOn l’ho letto e mi ispira molto. Non credo comunque che fossero pratiche isolate. Mio padre ogni tanto mi rammenta che mia nonna paterna è stata mandata dal Veneto in Piemonte, da sola, a 12 anni, in una famiglia per lavorare in casa. In pratica una domestica bambina. E da allora non ha mai piu’ visto i suoi genitori e fratelli e sorelle e non credo abbia piu’ frequentato la scuo.a Erano tantissime le bambine nella sua stessa situazione.