Vivo a Brunico da poco più di un anno e mezzo.
Come ho detto più volte, vivo questa esperienza come un nuovo espatrio. Mi trovo su territorio italiano, non ho bisogno del passaporto quando mi sposto, ma spesso non mi sento in Italia.
Prima di arrivare avevo stilato una lista di cose da fare per affrontare questa nuova avventura: indossare sempre il mio sorriso migliore, non rifiutare mai un invito per un caffe’, iscrivermi in palestra, frequentare la biblioteca, sentirmi un po’ in vacanza e fare la turista lasciandomi sorprendere dalla bellezza che mi circonda. Infine, stalkerizzare. In maniera positiva e sana intendo. Essere un po’ stalker e portare a casa nuovi numeri di telefono di altre donne mi ha aiutato tantissimo.
Prima di arrivare qui ero convinta che Brunico fosse abitata solo da gente del posto, persone che vivono qui da generazioni e generazioni. Mai mi sarei immaginata di trovare tante donne “emigrate” dal resto d’Italia. Modenesi, siciliane, milanesi, pugliesi, venete, bolognesi. Insomma, ho scoperto un mondo!
Brunico e’ fatta di tante persone, non solo sudtirolesi, ma arrivati fin qui per i motivi piu’ disparati.
Oggi vi presento un’amica expat. Non si tratta solo di un’italiana ma di una donna italiana expat arrivata a Brunico, non proprio per caso.
Un’amica “expat” a Brunico!
Il suo nome e’ Antonella.
Ha tre figli: Nina, 12 anni, Gaetano 10 e Lucy Stella 6.
La prima volta che l’ho incontrata davanti a scuola parlava con un fortissimo accento British. Anzi, usava anche un sacco di parole inglesi. Ricordo di esserle piombata addosso perche’ finalmente era arrivato qualcuno expat. Qualcuno che sapeva cosa significava arrivare da un Paese straniero, parlare un’altra lingua, introdursi per la prima volta in una scuola pubblica italiana. Insomma, qualcuno che aveva vissuto una realta’ simile alla mia.
Fino a poco tempo fa sapevo poche cose di lei.
Un mercoledi pomeriggio, mentre i nostri figli erano a sciare con la scuola, siamo andate a berci un te’ e abbiamo chiacchierato a lungo. Le ho fatto un sacco di domande e poi le ho chiesto se aveva voglia di raccontarmi la sua storia per pubblicarla poi qui, sul blog.
Quindi, iniziamo con l’intervista!
Da dove arrivi? Che lavoro facevi prima?
“Ci siamo trasferiti a Brunico da Londra. Dopo otto anni e mezzo intensissimi. Che a pensarci non par vero.
In London ero una critical care nurse. In un busy hospital, proprio accanto a St Paul.”
Perche’ Brunico? Cosa vi ha spinti a trasferirvi a Brunico?
“Brunico è stato il caso e la voglia.
Il caso che sia stato possibile prima del Middle East, di Ginevra e delle Gran Canarie.
E sicuramente la voglia: di cambiare ritmi di vita, di regalare ai figli un’altra visione del mondo. Forse la città cosmopolita doveva lasciare il posto a queste montagne, ai cieli azzurri e all’aria fresca e leggera.
Credo che spostarsi con i figli sia sempre uno spostarsi per i figli. E poco importa il come, ma ha un peso importante il perchè. Al momento ci sembra interessante il pensiero che possano imparare un’altra lingua, che non è mai la sola lingua in sè.
Brunico è uno spartiacque, al momento. Un rallentare apparente che aveva senso, per noi, come famiglia. L’idea del cambiamento ci ha sempre spinto a muoverci, e a venire qui..anche in questo caso.”
Che lavoro fai qui?
“Qui faccio il mio lavoro, infermiera, in una keine intensiv station.”
Come ti trovi a Brunico?
“Credo di stare molto bene, al momento. Penso poco al futuro. E vivo quello che viene.
Sto imparando il Deutsch! X”
Grazie di cuore Antonella per questa mini intervista!
Drusilla
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