Quest’anno pare l’anno magico di Giada nell’ambito sportivo.
Qualsiasi sia la competizione che la vede impegnata la vince.
Che sia una gara di nuoto, di Triathlon, Duathlon, Rugby, Unihoc e ieri anche Beanchball.
Giada ama lo sport.
Lo ama a tal punto che non si risparmia mai.
Si alza alla 5.30 per andare agli allenamenti.
Salta la pausa pranzo per esercitarsi con i vari team.
E’ naturalmente portata, ma ha anche una grande determinazione.
Da sempre il massimo, si concentra tanto.
Non si distrae mai.
Non si lamenta.
La sua coach mi dice sempre “non c’è bisogno di motivare Giada, di spingerla. Lei lo fa da sola”.
Diciamo pertanto che quest’anno sta raccogliendo il frutto del suo lavoro.
Del suo impegno incondizionato.
Della sua dedizione.
Lei ispira molti suoi amici. Spesso le mamme mi mandano dei messaggi e mi chiedono “Giada va ad allenarsi?”. Se ci va lei vanno anche gli altri.
Se anche tutti le dicono che è forte, lei per ora non si montata la testa. Anzi la vive come una responsabilità.
Da sempre il massimo per essere comunque quella che parte con il numero uno negli allenamenti di nuoto. Anche un semplice allenamento lei lo vive come una prova importante.
Anche ieri alla premiazione di Beanchball ha aspettato che fosse la sua Coach a dirle di andare a prendere il trofeo, mentre invece si era alzato un altro bambino.
La sua scuola li forma in questa direzione.
Lo sport è molto presente nelle loro attività.
Viene insegnato presto il sacrificio, l’importanza degli allenamenti, delle gare .
Noi l’abbiamo sempre incoraggiata a fare gare.
Credendo sempre che una partecipazione a una competizione forma il carattere di una persona.
Ti aiuta ad alzare l’asticella.
Poi forse è cresciuta ed è più matura rispetto ad altri suoi coetanei.
Insomma tutti questi fattori stanno determinando che quest’anno lei vince.
Tutto.
Il fenomeno che però si sta creando è divertente.
Dopo i primi brava, bravissima.
Mi sono sentita dire “Però Giada devi perdere, devi imparare a perdere”.
Lì per li ho sorriso.
Al primo almeno.
Poi ho iniziato a rifletterci.
Ha senso suggerire di imparare a perdere appena hai vinto?
Non fa in tempo a vincere qualcosa che deve subito pensare a perdere?
Mi sono confrontata su questa cosa con alcune amiche.
In molti pensano che sia giusto che lei perda e impari a perdere.
Io continuo a pensare che sicuramente mettere la sconfitta nell’arco delle possibilità è giusto.
Anzi è il motore che ci spinge a lavorare più duro.
Giada sogna di avere dei buoni risultati alle gare di Dubai di nuoto. Le più difficili.
Gare su 50 mt, 100mt, 200mt. Con bambini super motivati e super preparati. Molto talentuosi.
Ed è per questo che si sta impegnando da settembre con sei allenamenti settimanali.
Onestamente capisco che si insegni a un bambino a perdere di fronte a una sconfitta.
Capisco che noi genitori o gli allenatori devono spiegare che la sconfitta è una possibilità . Non agevolarli.
Ma che a una bambina che ha appena vinto le si dica “Eh però non puoi vincere sempre, devi perdere, senno quando impari??”
Come è stato detto ieri a Giada da una conoscente a scuola.
Lei ha risposto ” Lo so che posso perdere. Ma non succederà. Perché io mi impegno molto sempre”.
Mi ha colpito la risposta che denota una certa sua sicurezza, ma forse mi ha più colpito l’affermazione di quell’adulto di fronte a una bambina di nove anni che ha vinto un torneo oltretutto grazie al lavoro di squadra.
Sono profondamente convinta che il vero insegnamento è di alimentare l’idea che puoi avere un talento, un’attitudine ma devi sempre lavorare tanto con serietà ed etica professionale incredibile.
In questi giorni ho letto tanti articoli su Kobe Bryant morto tragicamente.
Una leggenda del Basket , ma lui non era solo questo.
Era anche una filosofia di vita.
Lo psicologo George Mumford che ha lavorato con lui e Michael Jordan dice di entrambi “è la loro inattaccabile sicurezza di sé a collocarli in una categoria a parte”. Kobe ha affermato che lui sapeva che ce l’avrebbe fatta, sin da bambino.
Ma la sua sicurezza era fondata su una grande etica professionale.
Si racconta che alla domanda dov’eri l’11 settembre del 2011 lui rispose “Ero in palestra dalle 5.30 ad allenarmi. Mancavano due mesi all’inizio della stagione”.
Lui era il più grande e alle 5.30 era già in sala. Giorno dopo giorno.
Avrà sbagliato probabilmente più lanci di quelli che ha azzeccato.
Ma non ha mai mollato. Ha sempre pensato a vincere. Impegnarsi.
Tempo fa ho visto un filmato bellissimo in cui Federer e Nadal parlano di tattica con Fognini, in cui gli dicevano “smettila di pensare alle cose negative, agli errori, credi good things, be postive. Keep going. Non pensare ad ad altro se non a impegnarti a essere la tua versione migliore”
Sono d’accordo che dobbiamo imparare a perdere, reagire. Quando accade.
Anzi spesso dagli errori si impara tanto.
Ma sono convinta che sia pure importante riconoscere che se ti impegni tanto, ti sacrifichi non poco e dai tutto te stesso e vinci hai tutto il diritto di goderti quella vittoria.
Io ho perso tante volte, sono stata bocciata esami, ho fallito test, colloqui a cui tenevo , e ho imparato presto che l’unica strada per reagire è ricominciare subito.
Ma questo riesci a farlo solo se tu sei sicuro di te stesso.
E io la mia sicurezza me l’ero costruita in anni di successi.
Uniti a grande impegno.
Quindi fate godere a Giada o qualsiasi bambino che vince qualcosa il suo momento speciale.
Sta solo costruendo la sua sicurezza.
Quando perderà . Lo affronterà come sempre. Come ogni singolo allenamento.
Ma questo riesci a farlo solo sei sicuro che vali a prescindere da quella sconfitta.
Quindi non ha senso insegnare a un figlio a perdere.
Insegni a un figlio a impegnarsi al massimo e a credere nelle sue possibilità, si insegna to believe in good things.
Senza arrendersi.
Mimma
Speranza says
Ciao Mimma, ho letto attentamente il tuo post. Innanzitutto faccio i complimenti a Giada per il suo impegno e i suoi meritati successi, poi faccio i complimenti a tuo marito e a te per come la state avviando alla pratica sportiva. Mi trovi completamente d’accordo: quando perderà le insegnerete a perdere, ad analizzare la sconfitta e a trovare le motivazioni per migliorare quello che c’è da migliorare. Le sconfitte non bisogna cercarle, capiteranno, ora godetevi le vittorie.
mimma says
Grazie.
Tu che sei una meravigliosa insegnante sicuramente conosci queste dinamiche.
Un abbraccio
Mamma Avvocato says
Diciamo che te lo hanno detto nel momento sbagliato ma forse, non conoscono Giada come la conosci tu e temono che una sconfitti la possa demotivare.
Comunque non serve cercarle, prima o poi arrivano anche quelle e il vero sportivo è chi sa buttarle alle spalle, imparando da eventuali errori, ed andare avanti.
Peraltro i bimbi più talentuosi da piccoli non sono necessariamente i migliori atleti da adulti ma questo, per la loro crescita, non è un lato negativo: se saranno sicuri di sè, avranno vinto la sfida più grande, anche quando e se smetteranno di gareggiare, no?
Brava Giada!
In Italia purtroppo nelle scuole gli impegni sportivi non contano nulla, anzi, spesso sono visto come ostacoli allo studio, pru facendosi un gran parlare di obesità infantile e bimbi pigri davanti alla tv…come vorrei una impostazione più americana, in questo.
mimma says
Esattamente è ancora presto per pensare a una carriera sportiva. Sicuro però sono mattonincini della sua sicurezza e capacità di affrontare le situazioni della vita. Grazie cara
Francesca says
Dunque, un mio amico sacerdote che insegna in una scuola superiore mi ha detto che, da quando noi genitori abbiamo smesso di chiedere il massimo ai nostri figli, questi non danno più neanche il minimo. Da mamma cristiana ti dico che io spingo i miei figli a dare il massimo perché nasca in loro il desiderio di fare bene. Se non riescono, mi siedo accanto a loro, li consolo e dico loro che tutto serve per essere grandi (in tutti i sensi), anche la sconfitta e l’errore. Così capisco un richiamo come quello fatto a Giada (devi anche perdere). Altrimenti, senza una valida ragione, questo richiamo mette ultimamente un disagio, un punto nero che sa di invidia per il successo (strameritato, sudato e conquistato) della tua piccola ❤
mimma says
Sono assolutamente d’accordo.
Io chiedo sempre di fare il proprio meglio. Con determinazione e impegno. Se poi si vince ben venga.
Grazie mille
Valeria says
Mio figlio piccolo si è sempre buttato e provato a fare tutto da sempre e senza che nessuno glielo insegnasse ed è sempre riuscito perfettamente in tutto ma non ha mai chiesto di fare sport tra i 7 /8 anni inizia judo per stare con l amichetto e ‘ entusiasta in pochi mesi prende 4 cinture e lo volevano con quelli di 10/12 anni non ha voluto lasciare gli amici gli ho spiegato a cosa rinunciava ma non ho insistito dopo pochi mesi mi dice che il judo non fa per lui :mamma io diventerò un portiere ,io rido nessuno dei miei figli è mai stato per fortuna interessato al pallone rispondo che poteva provare in oratorio fa una prova e viene immediatamente convocato è felice in un modo incredibile dopo pochi mesi mi dice mamma voglio imparare di più, ok fa un paio di camp e onestamente gli propongo un provino in una Accademia prestigiosa lui non convintissimo accetta e viene preso subito inizia a settembre allenamenti viene convocato subito e dopo qualche partita è unico portiere le altre squadre ne hanno 2 , si è inserito benissimo e nominato capitano per la felicità dei suoi compagni, lavora lavora lavora con una felicità immensa paradossalmente rende di più anche a scuola ,i suoi allenatori lo hanno definito fuori dal comune, che devo fare ? Nulla ! Il mio compito è spronarlo ad impegnarsi al massimo, a seguire il suo sogno con totale dedizione ma ha ben presente che non è tutto semplice ed ogni volta che prende goal sono parate in più la volta successiva perché lavora e non si arrende sempre col sorriso sulla faccia,non arriverà mai a nulla ? Pazienza intanto sa cosa vuol dire sacrificarsi e lavorare ,ma è vero che purtroppo in Italia la scuola non agevola molto ,per ora sono comprensivi ma in futuro non credo,in ogni caso si deve assecondare il talento e la passione qualunque essa sia puntando sempre in alto con la massima serietà, ho visto l’altro giorno un Novak Doković piccolissimo dire in un intervista:diventerò il numero uno” non credo gli dicessero che doveva perdere viene da se ma intanto hai consapevolezza dj chi sei e cosa vuoi ,lavori e vai avanti ,perciò Giada continuava così lavora sodo e finché avrai il sorriso dipinto sul viso vuol dire che è la cosa giusta
mimma says
Bellissima la tua testimonianza.
GRAZIE….
in bocca al lupo al tuo piccolo, grande campione