Parlarne tra amici di Sally Rooney è il romanzo scelto dal nostro club del libro.
Prima di capire certe cose le devi vivere. Non puoi sempre assumere una posizione analitica.
L’ho proposto io perché tutti ne parlavano.
E quando dico tutti non esagero.
Se volete sapere chi e dove vi rimando alla pagina di Biancamano che ha raggruppato le recensioni , le interviste e i commenti .
Questo libro ha convinto tutto il gruppo, ma soprattutto ha creato una discussione bellissima sul libro che è stato definito da The New Yorker «a new kind of adultery novel» ma che dal mio punto di vista da un quadro molto chiara delle relazioni in genere delle nuove generazioni.
Il romanzo si concentra sulle relazioni che legano i quattro personaggi principali della vicenda: Frances, protagonista e studentessa del Trinity College, accompagnata dalla sua migliore amica ed ex ragazza Bobbi, incontra dopo un’esibizione di spoken word poetry Melissa, fotografa affermata nell’ambiente dublinese. Melissa è sposata con Nick, attore di cui la protagonista si innamora e con il quale inizia una relazione.
La protagonista sfrutta la sua abilità retorica per apparire brillante e mascherare la sua difficoltà ad abbandonarsi agli altri; la risposta di Frances alle insicurezze che emergono nelle pagine iniziali è la consapevolezza, a tratti schiacciante e autocritica, che ha di sé.
Lucida e analitica, tende a vivisezionare in maniera cerebrale ogni suo rapporto.
Le sue conversazioni sono competizioni che ingaggia contro altri retori, altrettanto abili, come Bobbi; il loro rapporto viene analizzato e discusso costantemente grazie alla predisposizione condivisa a intellettualizzare le dinamiche relazionali.
La protagonista percepisce anche con Nick questa sorta di competizione negli scambi per e-mail, che in alcuni momenti descrive come un testo che editano collettivamente o come un intricatissimo inside joke mandato avanti battuta per battuta
La differenza tra Sally Rooney e tanti altri suoi contemporanei è che il suo apprendistato culturale è stato svolto presso la pratica del debate speech.
L’autrice ha iniziato ad avvicinarsi al mondo del dibattito a diciannove anni ed è diventata campionessa europea durante l’università.
Rooney definisce questa occasione come punto fondamentale della sua formazione culturale e racconta nel dettaglio della sua esperienza nel microcosmo dei debateer in un articolo scritto per The Dublin Review: «I was nineteen when I started debating competitively, and it’s probably fair to say that most things I did when I was nineteen were motivated by a desperation to be liked».
Le abilità retoriche affinate durante quegli anni diventano così una caratteristica della sua scrittura, fortemente impregnata di dialoghi serrati e acume argomentativo.
Rooney è abile nel ritrarre quella forma di autocoscienza che spesso paralizza i coetanei della protagonista, riuscendo a trasferire nel libro esitazioni provate da chi muove i primi passi in un ambiente sconosciuto e i tentativi di ammantare con l’arguzia la deferenza nutrita verso il mondo borghese nel quale il romanzo si ambienta.
Il racconto di Frances che si addentra in punta di piedi nelle ville di giornalisti e attori e nel «mondo delle cose di letteratura» è schietto e autentico, tuttavia la storia non si concentra soltanto sulla soggezione scaturita dal timore reverenziale ma soprattutto sulla risposta e la spinta di autoaffermazione che la protagonista riesce a imporre mentre si interfaccia con questo nuovo ambiente estraneo.
Una cosa che abbiamo notato noi del club è che pur avendo questa capacità analitica fanno fatica a parlare di quello che provano sul serio, se lo fanno accade solo via email.
Spesso Frances sceglie l’e-mail come forma di comunicazione e la struttura narrativa in parte si presenta come una sorta di romanzo epistolare ambientato su Gmail.
Così come ci sono tante descrizioni del corpo femminile che non sfociano in atteggiamenti erotici.
Questo libro è un gran trambusto.
Di emozioni, di sentimenti contrastanti e contraddetti, di orientamenti sessuali dai contorni sfumati, scoperti, taciuti e poi rivalsi, di scelte non fatte oppure fatte un po’ superficialmente.
Un caos che rispecchia quello interiore tipico dell’età delle due protagoniste, Frances e Bobbi, universitarie poco più che ventenni molto alle prese con le prime storie importanti della loro vita e troppo poco alle prese con le decisioni necessarie a salvaguardarle.
La scrittura è limpida, concisa, consapevole. Sally Rooney ha il dono di rendere realistiche, coinvolgenti, intense e a volte dolorose le pagine di uno scambio di link come le scene di sesso o di solitudine.
Sally Rooney dice di aver scritto Parlarne tra amici in pigiama davanti al suo MacBook in tre mesi.
A chi glielo chiede, risponde che il suo stile è frutto di anni di scrittura di e-mail notturne.
Che l’ultimo editing del testo l’ha fatto ascoltando Next Thing di Frankie Cosmos.
Per Sally la sua vita non è particolarmente interessante.
Le storie da raccontare le vengono in mente quando esce, incontra gli amici e parla con loro.
Sally Rooney ha 26 anni e con il suo romanzo d’esordio è stata nominata Best Young Writer del 2017 dal Sunday Times.
Parlarne tra amici è il libro del momento e gli altri scrittori non credono che sia stato scritto in tre mesi.
Io l’ho letto in una settimana.
Mi è piaciuto tantissimo e anche al notro club.
Mimma
ps: questa recensione partecipa al venerdì del libro
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