Poco tempo fa, ho dovuto affrontare un cambiamento che mi spaventava molto. Era una cosa semplice, ma io l’ho vissuta come una grande sfida, come un qualcosa di molto difficile. Credo che il motivo fosse perche’ questo cambiamento comportava l’uscita dalla mia comfort zone. E la conseguente creazione di una nuova zona di conforto.
La comfort zone non è solo uno spazio fisico. È soprattutto uno spazio mentale, psicologico.
Io nella mia comfort zone ci stavo bene. Mi sentivo tranquillamente cullata dalla mia routine che avevo stabilito dopo mesi di tentativi e fallimenti. Il pensiero di cambiare tutto mi spaventava, non poco!
Il grande cambiamento era l’inizio di una nuova cura. Purtroppo, quella che stavo facendo si era rivelata troppo blanda, non sufficientemente forte per me. Le amiche placche avevano iniziato a prendersi troppe libertà e a divertirsi a mia insaputa. Andavano calmate!
Così, dopo innumerevoli visite e analisi, è arrivato il momento di cambiare.
Ho trascorso una giornata in ospedale con il cuore sotto controllo perché c’era il rischio di bradicardia. Per fortuna è andato tutto bene e me la sono cavata con sole otto ore di ospedale. Sei ore di cuore monitorato e due di varie ed eventuali.
Quando sono tornata a casa mi sono sentita persa.
Basta con due pastiglie al giorno.
Basta con le super colazioni salva stomaco.
Finita l’epoca delle vampate improvvise e immotivate.
Ho dato il benvenuto ad una sola pastiglia al giorno, più piccola e più colorata. Per paura di dimenticarla ho impostato tre allarmi e una sveglia.
Ho prenotato, in anticipo, la prossima visita oculistica e dermatologica perché gli effetti collaterali sono sempre in agguato.
Poi ho deciso di cambiare seriamente un po’ di cose.
Ho scelto di crearmi una nuova comfort zone.
Ho deciso di cambiare e di dare il via a nuove abitudini.
Ho iniziato da cose semplici, come la mia colazione. Basta con la crema di Budwig e lo yogurt di latte vaccino. Ho introdotto gli yogurt di soia, le bevande vegetali alla mandorla e qualche centrifugato.
Mi sono iscritta ad un corso di yoga con un’amica. Ho interrotto pilates per un periodo, ma non ho mollato il corso di total body workout.
Ho iscritto mio figlio Tommaso a un corso di chitarra, perche’ me lo chiedeva da tempo. Cosi’ il lunedi sera dalle 19.30 alle 20 lo aspetto fuori dalla scuola mentre lui fa lezione.
Ho deciso di rendere i figli un po’ piu’ indipendenti, quindi un giorno a settimana tornano da scuola da soli. Loro naturalmente ne sono felicissimi, io invece mi ritrovo a guardare alla finestra venti volte al secondo pensando alle cose peggiori.
I giorni in cui non riesco a seguire i corsi in palestra ho deciso di andare e fare un po’ di attrezzi. Mi rendo sempre piu’ conto che l’attivita’ fisica mi fa star bene e non posso permettermi di interromperla.
Da qualche mese frequento nuove persone. E mi fanno sentire tutte bene perche’ ognuna di loro (sono praticamente tutte donne) e’ speciale, ha la capacita’ di donarmi un qualcosa.
Sto cercando di abbandonare l’idea di trovare la perfezione. Voglio imparare ad avere il coraggio di essere imperfetta. Negli ultimi tempi sono giunta alla conclusione che non posso pretendere di fare tutto in modo perfetto perche’ questa mia ricerca di perfezione mi innervosisce e poi si riversa sui miei figli.
Qualche settimana fa ho incontrato, per la prima volta nella mia vita, una psicologa. Volevo consigli riguardo ai figli. E’ stato abbastanza utile, ma tante cose gia’ le sapevo. Pero’ mi sono fatta una bella chiacchierata.
Numerosi sono i cambiamenti che stanno caratterizzando questa fase della mia vita. Ne sono felice!
Concludo con questa frase letta da qualche parte sul web:
“Life begins at the end of your comfort zone“.
Drusilla
Silvia Fanio says
Sei una grande e ti stimo tantissimo. Mi piace come affronti ogni sfida con coraggio. Si, perché oltre alle tue cure, uscire dalla comfort zone richiede tanto coraggio.