Ancora una volta devo questa lettura al mio librario di fiducia di Porto San Giorgio ma se l’Ultima volta che siamo stati bambini oppure E tu splendi mi avevano conquistato, questa volta la lettura di questo romanzo di Serge Joncour non mi ha del tutto convinta.
Questa storia è ambientata in una Parigi che, per una volta, non è quella Ville Lumiere avvolta dal profumo di croissant burrosi e appena sfornati o fatta di stradine ricolme di fiori!
Ci troviamo in una Parigi grigia e brumosa e i due protagonisti che si muovono tra gente frettolosa e problemi quotidiani.
Ludovic trascorre le giornate vagando di casa in casa e cercando di recuperare soldi da cattivi pagatori.
Aurore vede il suo mondo sgretolarsi pian piano: un marito sempre più concentrato sulla carriera e la sua piccola casa di moda sull’orlo del fallimento, assieme ad un socio pronto a pugnalarla alle spalle, la stanno definitivamente mandando in crisi.
I due occupano lo stesso stabile e, tutte le volte in cui si incrociano, scatta, tra loro, una sorta di inspiegabile astio.
Quello che colpisce maggiormente di questo libro è la delicatezza che l’autore usa per descriverci due personaggi totalmente opposti tra loro: mentre Aurore ci appare fragile e quasi eterea, Ludovic è un omone che incute timore grazie alla sua stazza fisica.
Per buona parte del romanzo ci si chiede come i due riusciranno ad interagire tra di loro e, mentre li seguiamo per le vie della capitale parigina, ci affezioniamo a loro, alla città, alle situazioni e alla scrittura, delicata e mai sopra le righe, di Joncour.
Ogni particolare è accuratamente descritto, ogni situazione appare vivida e vera.
Quello che non ho assolutamente capito di questa storia sono le due svolte che l’autore ci presenta nell’avanzare della narrazione; due svolte che nulla c’entrano con quello che è l’andamento iniziale della storia.
A metà libro abbiamo un’inaspettata quanto fastidiosa svolta romantica che fa crollare miseramente tutto ciò che si era letto sino a quel momento.
Ma quel che è peggio ad un certo punto il rapporto tra Ludovic e Aurore vira sul noir, con accenni a presunti omicidi e tentati suicidi che spiazzano il lettore e lo portano a chiedersi cosa stia leggendo.
Arrivati alla fine di Affidati a me , la sensazione che rimane è quella di aver avuto tra le mani un romanzo con un ottimo potenziale e con un’ottima scrittura, ma che poi si è perso un po’.
Invece menzione speciale alla copertina che ho trovato splendida.
Voi l’avete letto?
Mimma
ps questo libro partecipa al venerdì del libro.
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