Una mattina d’estate del 1832 una neonata viene abbandonata davanti alla casa dei fratelli inglesi Sommers: Jeremy, John e Rose Sommers, che si sono trasferiti a Valparaìso.
Jeremy, il capofamiglia, un severo uomo d’affari, John, capitano di vascello, sempre per mare, e Rose, una giovane affascinante ed eccentrica che ha rifiutato la schiavitù della vita coniugale.
L’eccentrica Rose insiste perché la piccola cilena venga adottata e entri a far parte della famiglia.
Eliza vive tra due mondi: le viene impartita un’educazione rigidamente anglosassone, nella speranza di un futuro sereno coronato da un buon matrimonio, e al contempo le vengono fatte conoscere dalla cuoca di casa, Mama Fresia, la vitalità, la magia e la carnalità del suo popolo. Si innamora perdutamente di un giovane idealista che lavora per Jeremy, Joaquin Andieta, il quale però nel 1848, alla notizia che in California sono stati scoperti favolosi giacimenti d’oro, decide di salpare in cerca di fortuna.
Eliza, si mette sulle sue tracce e, assieme al medico cinese Tao Chi’en, si imbarca alla volta di San Francisco. Passa così da un’America all’altra, dove andrà alla ricerca dell’amato, tra dolore, sofferenza, speranza, fra avventurieri e banditi assetati di giustizia, sfidando sogni e sentimenti.
La figlia della Fortuna è un romanzo di Isabel Allende, pubblicato in Italia da Feltrinelli 1999.
Assieme a “La casa degli spiriti” e “Ritratto in seppia” offre l’inizio di una trilogia che vede intrecciare storie e personaggi che ritornano nei tre libri.
Il lungo viaggio di una giovane donna, nella seconda metà dell’Ottocento, una storia di passioni, amorose e politiche, per la terra, il mare, l’oro, per la libertà e la gioia d’esistere.
“Ormai non poteva più ignorare il sospetto di essersi innamorata dell’amore e di trovarsi intrappolata nello scompiglio di una passione da leggenda priva di alcun contatto con la realtà”
Personalmente ho fatto un po’ di fatica a leggerlo.
Sono una grande estimatrice di Isabel Allende ma questo libro non mi è piaciuto molto. Nella figlia della fortuna il tempo della narrazione mi ha fatto rallentare di molto la lettura: a un certo punto della narrazione gli eventi si interrompono perché viene inserito un nuovo personaggio e dobbiamo fare un enorme passo indietro, generalmente non più breve di una quindicina di pagine, in cui dobbiamo conoscere tutta la storia di quel personaggio, dalla sua infanzia all’età adulta, con tanto di descrizioni e cura dei dettagli, per tornare poi finalmente dove eravamo rimasti.
Ora questi lunghi flashback sono interessanti quando si tratta di storie veramente affascianti come il passato di Miss Rose, il matrimonio di Tao ho trovato molto noiosi altri passaggi.
Eliza è la protagonista, la storia ruota intorno a lei, fin da quando era una bambina e la accompagniamo per buona parte della sua vita, assistiamo alla sua trasformazione da giovinetta a donna assistendo alle sue sofferenze, tante forse troppe sofferenze per essere la figlia della fortuna.
Quindi dovrebbe essere uno di quei personaggi a cui ti affezioni perdutamente e che alla fine ti dispiace lasciare e invece no, non per quanto mi riguarda. Alcune sue scelte mi sono sembrate senza senso. Non ho sempre fatto il tifo per lei.
Una volta terminata la lettura, facendo qualche ricerca, ho scoperto che si tratta di una trilogia, ovvero questo dovrebbe essere il primo episodio di personaggi e storie che poi ritroviamo in Ossi di Seppia e La casa degli spiriti. Entrambi li ho letti ma tantissimo tempo fa e ho iniziato dalla Casa degli Spiriti che ho trovato sublime.
Ho pertanto deciso di rileggerli per collegarlo a questi.
Ho anche notevolmente apprezzato il personaggio Tao, il suo lato amorevole, quello che mostra nei confronti della moglie e nei confronti di Eliza, quando è capace di starle abbracciata solo per farla sentire al sicuro.
Quello che ho trovato molto bella, infine, l’ambientazione e la febbre dell’oro, lo sviluppo delle nuove città, la furbizia di chi ha fiuto per gli affari e in generale la dinamicità del periodo.
Non credo mi sia mai capitato prima di leggere qualcosa che abbia una simile ambientazione.
non conoscevo la storia di San Francisco. Davvero sorprendente.
Insomma un libro che non mi ha convinto del tutto che però ha i suoi pro.
È scomodo essere uomini, ma essere donne lo è ancora di più.
Mimma
ps questo libro partecipa al venerdì del libro.
Mamma Avvocato says
L’ho letto tantissimi anni fa, insieme agli altri della trilogia e l’ho ricordo come bello, anche se non quanto “La Casa degli Spiriti”.