Qualche mese fa ho scoperto Giuseppe Catozzella.
Il suo libro E tu splendi mi aveva profondamente emozionato.
Così come faccio sempre ho preso un altro libro di questo autore.
Un suo grande successo di critica.
Ho letto tante interviste.
Il grande futuro di Giuseppe Catozzella ha travalicato i confini.
Alì nasce umile tra gli umili su un’isola in cui è guerra tra Esercito Regolare e Neri. Da piccolo men-tre sta giocando con il suo migliore amico, finisce su una mina che quasi lo uccide. Grazie ad un nuovo cuore però sopravvive e da quel momento diventa Amal; speranza.
Inizia un poco in sordina Il grande futuro di Giuseppe Catozzella, con una narrazione che ci mostra sì un paesaggio triste e violento, ma in cui due ragazzini – Alì e Ahmed – giocano tranquilli come ogni altro ragazzino fa.
I due però si spingono troppo oltre e così Alì rischia di morire e dopo essere sopravvissuto diventa Amal.
Sembra solo una storia di amicizia, di quelle amicizie che appaiono improbabili (Ahmed infatti è il figlio del ricco padrone del padre di Amal) ma in realtà è molto di più.
Amal è alla ricerca di un significato da dare alla vita, ogni volta convinto di aver imboccato la strada giusta, ogni volta deluso perché nulla riesce a placare il fuoco che brucia nel suo cuore.
Nasce nell’Africa martoriata dalla guerra, quella guerra che non tarda a diventare presenza concreta anche nel suo villaggio, un conflitto fra Neri ed Esercito Regolare che sarà la causa della sua prima grande sofferenza, il tradimento dell’amico Ahmed, che poi lascerà il villaggio per arruolarsi con i Regolari.
A partire da questo momento la solitudine di Amal si farà sempre più profonda, e la tradizione che lo vedrebbe diretto erede del guerriero Alì – che per primo portò la guerra al villaggio – è per lui una profezia che non si deve avverare.
La ricerca della pace del cuore lo porterà a ritirarsi nella Grande Moschea, dove lo studio della religione si farà mezzo per allontanarsi dalle lotte del mondo e per placare il desiderio di riscatto che da sempre abita dentro di lui per essere nato servo, umile, ultimo.
Ma quando anche lo studio e l’isolamento non basteranno più, Amal verrà sedotto dalla Guerra, forza tentatrice che per lui assumerà le sembianze dello schieramento dei Neri, e il significato di jihad. o scopert
Sarà per lui una nuova partenza: la ricerca di ciò che può dare uno scopo alla sua vita lo porterà infatti a patire altre sofferenze e a porsi nuovi interrogativi.
Giuseppe Catozzella racconta in modo magistrale la storia di questo ragazzo che decide di diventare un soldato del fondamentalismo islamico.
Ho scoperto che questa storia è il frutto di una testimonianza affidatagli mentre si trovava al confine con la Somalia per vedere da vicino la guerra, una testimonianza che ha poi tradotto in parole su carta capaci di far riflettere, contrariamente alla nostra intrinseca abitudine al giudizio compulsivo.
È la graduale e continua crescita interiore di Amal e questa crescita è talmente intensa che il lettore finisce per rimanerne coinvolto e a tratti sconvolto.
Non è stato facile leggere questo libro.
Sebbene Catozzella ha il grande pregio di scrivere tutto senza retorica, grandi paroloni.
Ma è un libro davvero intenso che ci dimostra che i demoni fanno parte della nostra natura.
Lottiamo contro i nostri demoni, contro quello che ci circonda e lo facciamo da sempre; affamati di quella pace interiore che sembriamo non trovare mai e che quasi ci aspettiamo ci caschi addosso come un regalo da parte del cielo.
Ma la verità è, e Il grande futuro ce lo insegna, che quella pace dobbiamo andarcela a cercare perché è lì che ci aspetta ma nessuno ce la servirà su un piatto d’argento.
Ve lo consiglio.
Mimma
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