Io sono figlia di una generazione che è cresciuta con i cartoni animati più tristi della storia.
Remi, Dagli Appenini alle Ande, Georgie, Candy Candy, Lady Oscar, Anna dei capelli rossi.
Per non contare tutti gli eroi sportivi della mia giovinezza, Mila e Shiro, Jenny la tennista, Holly & Benji.
Tutti con storie familiari triste, tragiche, orfani o poveri.
Ma tutti determinati a realizzare i loro sogni.
Siamo cresciuti con la consapevolezza che la tristezza, le difficoltà sono parte della vita.
Siamo cresciuti con l’idea che a scuola c’era sempre qualcuno un po’ cattivo, che ci tormentava.
Josie Pay per Anna dai capelli rossi, Eliza e Neal per Candy Candy.
Nonostante ciò in tutti primeggiavano i buoni, si parlava un sacco di valori, scuola, sentimenti, impegni, di problemi e difficoltà.
Ma io ricordo tantissimo il sogno di ognuno di loro e la loro voglia di raggiungerlo.
Forse con noi hanno un po’ esagerato ma trovo che i nostri figli si misurino troppo poco con tematiche del genere.
I cartoni animati o gli show attuali sono davvero poveri di contenuti.
Spesso il linguaggio che usano è terribile.
Il meglio che ho trovato è Peppa Pig. Che è tutto dire. Per fortuna mia figlia si è appassionata di cavalli Free Rein ci ha salvato, ma quello che guardano i suoi cugini, o alcune sue amiche in Italia per me è incomprensibile.
Ho provato a far vedere a mia figlia Candy Candy ma lei ha trovato la prima puntata, dedicata a Candy e Anne che vengono abbandonate troppo triste.
Quando su Netflix ho visto la serie Chiamatemi Anna (Anne, intitolato Anne with an “E” su Netflix).
Sono impazzita di gioia. E ho pensato adesso basta.
Chiamatemi Anna è una serie televisiva canadese basata sul romanzo Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery, adattato da Moira Walley-Beckett.
La trama è identica al cartone aminato, dopo aver trascorso la propria infanzia in diversi orfanotrofi, la giovane Anna viene mandata per errore a vivere con gli anziani fratelli Marilla e Matthew Cuthbert. Dopo un’iniziale diffidenza nei confronti di Anna, i due fratelli cominceranno a conoscerla meglio, e la bambina cambierà per sempre le loro vite. Anna diventerá la migliore amica di Diana Barry.
Ma ci sono tutti i personaggi. Tutti.
Gilbert Blythe, figlio del primo interesse amoroso di Marilla, torna a scuola dopo Anna, e subito la prende in giro chiamandola “carotina”. Dopo essersi scusato con lei i due diventano buoni amici. Nella seconda stagione, dopo la morte del padre, parte in nave e compie un giro per le isole americane, tornando mesi dopo. Durante il suo viaggo incontra Sebastian, e i due diventano molto amici, trasferendosi poi insieme nella sua casa ad Avonlea.
Jerry Baynard, di origine francese, viene assunto da Matthew e Marilla come lavoratore, ma diventerà molto amico di Anna, tant’é che lei gli insegnerà a scrivere e a leggere.
Rachel Lynde, la migliore amica di Marilla da quando andavano a scuola. É una signora molto pettegola e indiscreta, ma sa essere anche simpatica e risoluta.
Cole Mackenzie, compagno di classe di Anna e Diana, ama disegnare e passare il suo tempo con le ragazze della classe, disprezzando i suoi compagni maschi tranne Gilbert Blythe e Moody Spungeon. Accompagnerà Anna e Diana a Charlottetown da zia Josephine, e capisce che con lei si sente a suo agio, perché lo capisce, e decide di rimanerea vivere con lei. É un artista molto talentuoso.
Josephine “Jo” Barry. É l’anziana e ricca zia di Diana, e abita a Charlottetown. Prima conviveva con la sua amica Ghertrude, con cui, si viene poi a scoprire, condivideva una relazione. Dopo la morte di quest’ultima, da cui non si è mai del tutto ripresa, vive da sola.
Ho deciso di vederlo dopo le mie innumerevoli difficoltà con Giada a farle fare i compiti, appassionarla alla lettura, a coltivare l’immaginazione e a scrivere, scrivere.
Giada si è avvicinata con poca voglia, solo per me, ma poi si è appassionata.
Ha iniziato a fare alcune cose che fa Anne, come era accaduto a me stessa da bambina: Scrivere storie.
Ma soprattutto ci siamo appassionate alla forte personalità di Anne.
Lei e il padre all’inizio mi dicevano “è troppo triste”.
Io continuavo a dire loro no è tutto vero : é la vita.
Ho spiegato a Giada che per lei andare a scuola è una cosa assodata così come leggere, scrivere e pensare che un domani andrà all’Università.
Ma non è così, non per tutti.
Così come non è così assodato avere dei genitori che ti amano incondizionatamente.
Ridiamo spesso quando lo guardiamo, Anna è spassosa con la sua parlantina velocissima, ricca di vocaboli ricercati come solo chi legge tanto ha, ci fa sorridere la sua attitudine a drammatizzare, ci siamo però pure angosciate per alcune cose che le accadevano .
I temi trattati sono bellissimi e affrontati molto bene.
Anche il discorso dell’omosessualità femminile e maschile, che se vivi in un paese come questo non viene mai toccato. Non li vedi in giro come a Milano o altrove.
Mi piace un sacco per la grande importanza che viene dato allo studio!
L’eterna competizione tra Anne con Gilbert a essere il più bravo, pur essendo molto leali tra loro.
L’amicizia vera di Anne e Diane.
La passione per la lettura di Anne, qualcosa di sviscerale.
Quando Anne scopre che Jerry non sa leggere e decide di insegnarglielo perché “Leggere è vitale, ti fa vivere mille vite, ti fa visitare mille posti, ti fa sentire tutte le emozioni”.
Ecco quando lei dice questo, io e Giada ci siamo guardate. Io glielo dico sempre, ma fa un altro effetto detto con passione da una ragazzina di dodici anni.
Viviamo in una società piena di distrazioni per nostri bambini.
Arrivano ovunque con un click e non hanno bisogno di usare l’immaginazione e spesso di sognare.
E soprattutto non stanno imparando che dietro ogni difficoltà c’è una opportunità .
Ed è per questo che dovete far vedere ai vostri figli Chiamatemi Anna.
Vi allego cliccate sul trailer e capiete tutto quello che ho detto .
Mimma
ps qualcuno l’ha già visto?
Sempremamma says
Io e Miciomao l’abbiamo vista tutta e ci è piaciuta tantissimo, non vediamo l’ora che esca anche la terza serie.
Mamma Avvocato says
Wow, avrà bellissima! E poi io già amavo il cartone, anche se non quanto Haidi e Milly. Però…dove si vede?
Barbara says
Ma secondo te va bene anche con una bambina di 9 anni?