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Cosa non c’è in una fotografia

6 Luglio 2018 By drusilla 5 Comments

Ieri ho comprato il Corriere della Sera, mi piace tanto leggere l’inserto del giovedì: 7.
Da quando sono in Italia ho ritrovato il piacere di leggere su carta: tutta un’altra storia!
All’interno c’era un articolo nella sezione “Occhio non vede – Cosa c’è in una fotografia”.
Il titolo è “Saudite libere di guidare: ma con il velo come fanno?” di Giuseppe Di Piazza, giornalista, scrittore, fotografo.
Non so se l’avete letto.
A me questo articolo ha fatto un po’ arrabbiare.
L’ho trovato banale, affronta l’argomento con troppa leggerezza.

Dal 24 giugno le donne in Arabia Saudita possono guidare.
L’Arabia Saudita era l’unico Paese al mondo dove esisteva il divieto per le donne di guidare.

Cosa non c’è in una fotografia:

  1. “…il fratello maggiore, affettuoso e preoccupato.“.
    Da cosa si capisce che il fratello è preoccupato? Avendo vissuto a Riyadh per tre anni potrei usare la parola “felice” per descrivere il fratello. Finalmente la sorella potrà andare al lavoro da sola. Finalmente non dovrà più accompagnarla al lavoro o a fare shopping o al supermercato o a prendere i figli a scuola o per andare a casa di un’amica.
  2. “…la coraggiosa ventisettenne…“.
    Per quale motivo Mabkhoutah al-Mari, la ventisettenne in fotografia, dovrebbe essere definita “coraggiosa”? Forse perché ha scelto di guidare a Riyadh?
    Ho guidato per quattro anni in Kuwait dove il traffico non è molto diverso da quello di Riyadh e non mi è mai sembrato impossibile, come in altre città.
  3. “…girando la testa la poveretta vedrebbe solo stoffa nera.”
    Indossare il niqab è una questione culturale saudita. Non credo spetti a noi italiani entrare nel merito e criticare queste cose.
    Le strade principali a Riyadh sono a tre/quattro corsie, è più semplice guidare.
    Esistono gli specchietti retrovisori per guardare dietro.
  4. “…un pedone sulla destra si appresta, sventurato ad attraversare senza attendere il verde“.
    Chi vive, o ha vissuto a Riyadh, sa benissimo che non esistono marciapiedi. Andare a piedi è praticamente impossibile. I passaggi pedonali sono solo in centro città, ai semafori e sono ben visibili.
    In Italia non si usa il niqab, ma attraversare sulle strisce è spesso (per non dire sempre) un rischio. Parlo di esperienza personale, perché con due figli durante le vacanze estive giriamo spesso in bicicletta o a piedi, ma purtroppo sono pochissime le auto che si fermano e ci lasciano attraversare quando ci troviamo sulle strisce pedonali.
  5. Last but not least, perché non possiamo essere semplicemente felici di questo grande traguardo?
    Perché ci permettiamo di vedere ciò che non vediamo?

Cosa non c’è in una fotografia…
In questa fotografia non ho visto un “fratello preoccupato“, una “coraggiosa ventisettenne“, uno “sventurato” pedone.

Guidare l’auto per una donna saudita a Riyadh, indossando un niqab, può essere pericoloso quanto per un uomo, magari impegnato in una conversazione telefonica al cellulare o a digitare un messaggio whattsapp.

Drusilla

Filed Under: Arabia Saudita

Comments

  1. Mamma avvocato says

    6 Luglio 2018 at 14:35

    Grazie di questo sguardo consapevole sulla questione!
    Credo, comunque, che le intenzioni del giornalista fossero solo quelle di far riflettere che è cambiato qualcosa, ma non tutto, dal momento che quella stessa donna ora libera di guidare, non è ancora libera di scegliere se indossare o no il niquab.
    Però hai ragione: fastidioso costruire e veicolare messaggi attraverso una immagine estrapolata dal contesto!

    Rispondi
  2. Giupy says

    6 Luglio 2018 at 16:21

    Giustissimo quello che scrivi Drusilla…

    Rispondi
  3. Stefania Iori says

    7 Luglio 2018 at 13:25

    Si concordo anche io!!!

    Rispondi
  4. Sempremamma says

    8 Luglio 2018 at 13:22

    Se l’articolo l’avesse scritto una donna sarebbe stato diverso, avrebbe visto ciò che hai visto tu, ciò che ogni donna può vedere, o ogni persona che guarda con occhio contento e non solo critico

    Rispondi
  5. Graziella Pezzetta says

    8 Luglio 2018 at 21:25

    Sappiamo se il Giornalista vive o ha vissuto in Arabia? Sappiamo se conosce la cultura di quel Paese? Non credo lo sappiamo… e allora perché giudicare come negativo un giudizio a prescindere? Cosa vedo nella fotografia io, che nulla so della cultura Araba? Vedo un gesto affettuoso di un uomo verso una donna completamente coperta con stoffa nera, che le lascia solo gli occhi scoperti e penso: hanno talmente paura delle donne da costringerle a nascondersi. Perché non essere semplicemente felici del passo avanti concesso dal Re? (non mi pare sia una repubblica ma una monarchia, quindi i cittadini sono “sudditi”) Forse perché sembra un semplice paravento? Forse non lo è, forse è davvero iniziata una rivoluzione culturale, ma nella foto c’è una donna completamente coperta, che potrà guidare, ma non per questo è libera e indipendente.

    Rispondi

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