Ormai lo sapete, parte delle mie giornata è dedicata a rispondere alle domande di persone che chiedono informazioni su Kuwait.
Cerco di rassicurare queste donne.
In generale sono più le donne a scrivere, ma capitano anche uomini.
Mi chiedono informazioni relative alle scuole. Oppure dove vivere. Soprattutto sulla sicurezza.
L’altro giorno Silvia, arrivata a gennaio, mi ha detto: “Grazie Mimma sto facendo esattamente tutto quello che mi hai detto e avevi ragione”.
Non tutti seguono i miei consigli ed è giusto così.
Ognuno ha le proprie idee.
Anche se devo dire che in generale lo fanno.
Oggi però voglio parlarvi della fase b.
Si perché quando arrivi c’è l’urgenza di trovare una casa, la scuola per i figli, i medici di cui fidarsi.
Poi arriva il momento di cercare le cose che ci fanno stare bene.
Siete appena arrivati in una nuova città e vi sentite spaesati?
E’ normale.
Respirate profondamente.
State tranquilli.
Sappiate che non siete i soli.
Ci siamo passati tutti!
Per me è ormai un ricordo lontano.
Come ho raccontato il mese scorso, io sono arrivata in Kuwait con la convinzione che ci saremmo fermati minimo un anno e massimo tre. Con la convinzione che poi saremmo andati da qualche altra parte nel mondo. Al massimo saremmo rientrati in Italia dove io avrei ripreso a lavorare. Invece, sono passati sei anni da quel giorno. E siamo ancora qui.
I miei trucchi furono essenzialmente tre:
1. Fingere di essere in vacanza! Pertanto tutto era bello, tutto era nuovo, nulla mi toccava “perché io ero in vacanza”.
2. Sorridere! Ah, sorridevo sempre.
E la gente poi ricambiava, si avvicinava.
E se non lo faceva, lo facevo io.
3. Sì il terzo è una conseguenza del sorriso.
Essere una stalker e portare a casa un numero di telefono è stato un lavoro che mi ha dato tante soddisfazioni.
Non sono un’esperta di espatrio, il Kuwait è il mio primo e unico.
Ma una cosa mi sento di dirvi: “Datevi tempo!“.
Dal mio punto di vista ci vuole un anno per sentirsi bene in un nuovo posto.
Sei mesi se si è particolarmente ben disposti.
Se siete curiosi di leggere i miei piccoli consigli per te nuovo arrivato continuate a leggere su Amiche di fuso.
Mimma
dile says
Ma ci sono tutte queste famiglie italiane che arrivano??? non me l’aspettavo. Io sono in forse, immaginavo di essere sola al mondo :))) se il forse diventa un sì ci sarà da ridere…o da piangere…o entrambi..ho figli preadolescenza…..chi glielo dice? so che mi unirò alla schiera delle domandatrici!:)
Mi è piaciuta la frase “il kuwait è il mio unico expat” perchè nel (mio)immaginario posti così diversi, difficili forse, erano appannaggio di gente navigata, very abituata jeje’ a viaggiare very multicultural , gente che sa come si affronta un trasloco internazionale, lingue e mentalità molto diverse ecc. Gli Italiani “Normali” me li pensavo a londra, nyc, paesi del nord europa, insomma in occidente. qualcuno a dubai al massimo. Invece si può essere expat unici anche in oriente, mi sento più serena. forse. mi sa che immaginavo male. :)))