Natale è fonte di gioia, di grandi mangiate, ma anche di qualche discussione e riflessione.
E’ durante queste feste che ci si può scontrare con la domanda: “cos’è famiglia?”.
La famiglia sono i miei genitori o quella che mi sono costruita con mio marito e mia figlia?
E’ vero possono essere entrambe, e lo sono.
Però quando arrivano queste ricorrenze tocca sempre scegliere, soprattutto se si vive lontani.
Ricordo che la mia amica Gaia mi raccontava che il 24 voleva dormire a casa sua per svegliarsi con il marito il 25 e scambiarsi i regali da soli, con mille giochi e sorprese.
Mi disse “è il nostro rito”.
Alla me single parve una cosa romanticissima e normale.
Peccato che una volta sposata io non abbia mai avuto nulla di simile.
Vivendo prima a Milano e poi in Kuwait, Natale voleva dire andare in Puglia e passare le mie vacanze li, con la mia adorata famiglia, con tanti parenti e tanto buon cibo.
Tutto bellissimo.
Ma non abbiamo mai avuto tradizione apertura regali solo noi.
Li aprivamo il 24 prima di andare a dormire insieme a tutti gli altri.
Con tanta confusione e mille regali.
E’ stato normale che la mia nuova famiglia diventasse un appendice della mia famiglia.
Poiché in Kuwait il Natale non è periodo di vacanza, e passando tutta l’estate in Puglia, per due anni ho scelto di non tornare a Natale dalla mia famiglia d’origine. Ho scelto di restare qui in Kuwait, con la mia famiglia.
Confesso che il primo anno è stato molto triste, mi mancavano tante cose: la confusione, l’allegria, i parenti, la mia famiglia. Il 25 dicembre mio marito era andato pure a lavorare. Insomma, era stato davvero brutto.
La seconda volta è andata meglio. Abbiamo festeggiato il 24 dicembre, la Vigilia, con Drusilla e la sua famiglia. Siamo andati a Messa.
E la mattina del 25 ho potuto sperimentare la gioia di cui parlava la mia amica Gaia: aprire i regali solo noi.
Vedere Giada così felice nello scoprire che Babbo Natale aveva mangiato i biscotti, nel trovare un gioco che adorava. Per me e mio marito è stato un momento magico che ci siamo davvero goduti.
Poi a pranzo siamo andati ad una riunione tra alcuni italiani.
Lo ricordo un Natale molto sereno e piacevole.
Il primo e finora l’unico in cui eravamo solo noi famiglia.
Mi è capitato anche di tornare in Puglia senza mio marito, perché appunto qui non è vacanza e lui doveva lavorare. Inoltre i biglietti costano una pazzia ed è meglio prenotarli con mesi di anticipo.
Il Natale è sempre un momento in cui vengo messa in difficoltà perché mi trovo a scegliere.
Da una parte penso che sia giusto tornare a casa per queste ricorrenze perché vivo tutto il tempo lontano. Ma nello stesso tempo capisco che mi perdo dei momenti “magici solo nostri”.
Quest’anno ho scelto di realizzare il sogno di mio marito: trascorrere il Natale in montagna. Saremo solo noi tre. E la neve, viste le previsioni!
Lui non sta nella pelle.
“Il Natale in montagna è una vita che lo sognavo!” continua a ripetermi.
Io sono felice, saremo solo noi tre e rivivremo la magia del Natale solo tra noi, senza confusione. Ma dall’altra parte mi spiace tantissimo per i miei genitori. Loro ci tengono tanto. Già so che gli mancheremo tantissimo intorno a quel tavolo. Non mi dicono nulla, ma si legge nei loro occhi.
E quindi i miei sensi di colpa aumentano.
A volte è semplice accontentare tutti, altre no.
Tocca scegliere.
Quest’anno ho scelto di privilegiare la mia piccola famiglia.
E come tutte le scelte, qualcuno sarà molto felice mentre qualcun altro sarà triste.
E con questa riflessione continua a frullarmi in testa una domanda:
cos’è famiglia?
Ditemi che anche a voi capita di dove scegliere. Vero?
Mimma
ps però l’anno prox ci andiamo in Puglia!!!!
mamma avvocato says
Eh sì, capita anche a noi. Tra nonni, genitori separati, famiglia mia, famiglia del marito, cuginetti, altro parentado, dobbiamo sempre dire di no a qualcuno. E’ brutto, però anche correre da una casa all’altra senza il tempo di rilassarsi veramente e godere di noi, è brutto. Quindi si cerca di alternare.
Per te, deve essere ancora più dura. Non vedo altra soluzione che la vostra, ovvero accontentare un pò gli uni e un pò gli altri a turno. In ogni caso, starete bene, vedrai!
Buon natale!
Anna Muscetta says
Cara, come ti capisco! Nelle tue parole c redo che risuonino le emozioni di tutte noi expats e non solo.
La famiglia di origine è sicuramente importante ma anche quella che creiamo noi, da adulte, con i nostri piccoli riti e le tradizioni solo nostre.
Scegliere è sempre molto difficile, anche perché spesso nel nostro caso chi rimane a casa sente la nostra scelta come un tradimento, come una diminuzione dell’amore nei loro confronti. Non credo sia così ma mi sono rassegnata al fatto che spesso venga così percepita.
Forse l’unica consolazione è confrontarsi con atre famiglie che come noi si sentono un poco tra due fuochi e cercare di alternare, accontentando ora gli uni ora gli altri. Con la consapevolezza che ci sarà sempre qualche scontento…..
E allora bisognerà userà l’ironia, che ci salva sempre!
Un grande abbraccio di auguri per un Natale sereno!
Anna
Wanda says
Ho smesso di andare in Italia per Natale da tanti anni. Per chi dovrei andare? Per quelli che si mettono la parola famiglia in bocca ma che poi non son capaci di farti una telefonata e aspettano che sia tu a chiamare? Per quelli che in 12 anni non sono venuti a trovarti in Svezia neanche una volta? (E loro sono gente che viaggia).
Insomma le relazioni per me vanno a doppio senso di marcia e non a senso unico. Perché devo essere sempre io quella che chiama i che va giù?
Aggiungo anche che io non ho mai avuto il piacere di festeggiare un Natale con regali, neanche da piccola. Una tristezza 😢. Adesso ho finalmente la mia famiglia (e quella di mio marito) e posso avere/dare/fare quello che voglio. So che il Natale non è solo regali e decorazioni ma quando si è bambini si ha bisogno di quelle piccole cose che poi si ricorderà da adulti.