Ormai scrivo meno è un dato di fatto.
Nella mia testa accumulo parole ma faccio fatica a stare seduta davanti a pc.
Scrivere richiede tempo. Richiede concentrazione.
Richiede quella voglia di aprirsi che ultimamente un po’ mi manca.
Ma oggi non potevo non scrivervi della giornata di ieri.
Come molti di voi ricorderanno con Elisa avevamo costituito Buongiorno Kuwait. Per fortuna subito dopo avevamo conosciuto Simona e insieme a lei è partita questa avventura super affascinante.
Ora si sono aggiunte Camilla e Claudia.
Il nostro desiderio era creare una community.
Offrire una scelta culturale e un supporto pratico.
Ma soprattutto volevamo occuparci dei piccoli bambini ITALIANI.
Così sono nati i progetti di lettura ad alta voce, un modo per allenare l’orecchio di questi bambini a una lingua che ahimè per alcuni è meno familiare vivendo da sempre all’estero e frequentando scuole inglesi o americane.
Inoltre lo facciamo anche per insegnargli le nostre tradizioni.
E’ vero loro sono ” Third Cuture Kids” la loro identità si forma attraverso l’esperienza di vita all’estero, all’esposizione di più culture, ciò non toglie che ritengo giusto che conoscano quelle dei genitori, dei loro parenti italiani.
E così ieri ci siamo incontrati per il nostro appuntamento di lettura, ma anche per spiegare l’avvento.
Io adoro questi appuntamenti.
I bambini sono diventati tanti in Kuwait e abbiamo diversi nella stessa fascia di età. Abbiamo i piccolissimi e tantissimi nella fascia tra i sei e gli otto.
Mi chiedo spesso cosa ricorderanno di questa esperienza, se nella loro futura vita di nomadi manterranno i contatti tra loro, avendo condiviso una esperienza così speciale.
Ieri siamo stati ospiti del Basement di un palazzo dove c’è anche una piccola cappella in cui ora si celebra la messa in italiano, noi abbiamo usato i locali accanto.
Questa volta abbiamo avuto uno sponsor per il nostro piccolo evento, il Sultan ci ha dato 150 euro grazie a Simona, un’altra che ha pensato di andare a chiedere, perchè invece fino a questo momento di autotassavamo noi dell’organizzazione .
E così abbiamo preso, addobbi, regalini, cibo e bevande per tutti.
Poi le mamme italiane si sa collaborano.
Stella i ha portato una focaccia fantastica, Mara una torta.
Abbiamo letto, cantato, ballato, fatto un piccolo lavoretto.
Con l’aiuto di Alessia abbiamo spiegato il significato dell’avvento.
Essendo un giorno di festa ieri in Kuwait, si festeggiava il compleanno del Profeta Maometto, c’erano tanti papà .
Insomma eravamo tanti.
Tutto è andato benissimo, una festa semplice, ma ricca per noi di significato.
Anche i genitori sono stati bene tra loro.
A fine serata abbiamo ricevuto tanti ringraziamenti e qualcuno mi ha pure detto siete bravissime non so “chi ve lo fa fare”.
E’ vero a volte è faticoso, trovare il tempo, abbiamo tutti tanti impegni, si corre.
Ma io non dimentico cosa ho provato quando sono arrivata qui e non c’era nulla. Non ho dimenticato il mio smarrimento.
Non ho dimenticato la frustrazione a vedere come le altre comunità erano brave a fare gruppo, a includere a creare eventi.
Mentre io mi imbattevo in Italiani che spesso se sentono italiano parlano inglese o che frequentano solo stranieri.
Non lo condanno, ognuno fa quello che vuole ma un pò mi dispiace questo atteggiamento.
E poi essendo mamma mi è sempre interessato davvero che mia figlia fosse bilingue in tutto e per tutto.
E poi diciamolo io sono donna del sud e per noi accogliere è un tratto fortissimo della nostra cultura.
Così come stare “vicini vicini”.
Lo faccio perchè mi piace, perchè mi fa stare bene.
Perchè mi diverto.
Non mi aspetto nulla in cambio.
Soprattutto dagli adulti.
Non mi aspetto che vengano tutti, non mi aspetto grazie.
Mi basta solo regalare un sorriso a questi bambini.
Regalare uno spazio dove esprimersi e correre.
E per fortuna ho incontrato donne che la pensano come me.
Quindi questo avvento in Kuwait lo sento tanto speciale.
Mimma
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