Immagina i corvi è un romanzo d’esordio, edito da una casa editrice minore e finito chissà come nel mio ereader.
E’ stata una lettura che non mi sarei mai aspettata, che mi ha coinvolta e tenuta col fiato sospeso fino alla fine. Si tratta di un giallo.
C’è il delitto irrisolto, il mistero che aleggia intorno a fatti apparentemente inspiegabili, una matassa che pare aggrovigliarsi ad ogni pagina anzichè dipanarsi, fino ad arrivare alla verità.
Una verità terribile e crudele.
Il punto forte del romanzo è l’ambientazione, particolare e suggestiva.
L’autore Luigi Spinosa ci catapulta in un paese della Puglia arroccato su Le Murge, dove il tempo pare essersi fermato. Spinosa.
E’ l’estate del 1986. Il campionato mondiale di calcio che si svolgeva in Messico faceva da sottofondo alla pace di quei lontani pomeriggi di vacanza.
In quel microcosmo sperduto tra le montagne il tempo sembra essersi congelato, abbracciato da un’immobilità che mette i brividi.
E’ il periodo del primo governo socialista nella storia della repubblica italiana, con Bettino Craxi ai vertici ma ormai dimissionario, mentre la politica internazionale è segnata dall’anti europeismo della Lady di Ferro, al secolo Margareth Thatcher. E’ l’epoca della Milano da bere, degli yuppies, di nuovi ceti sociali che emergono grazie ad un diffuso benessere economico che viene ostentato senza freni. Ma la modernità che avanza non riesce a penetrare a Spinosa, dove gli abitanti continuano a vivere barricati dietro i loro pregiudizi e la società sembra impermeabile ai cambiamenti: il parroco, il sindaco, il medico, il farmacista, la zitella, l’immigrato, il barbone avinazzato, il matto del paese di cui tutti hanno paura.
C’è una chiesa sconsacrata a Spinosa, dove da sessant’anni giacciono sepolti gli scomodi segreti di alcuni anziani del posto, che allora erano appena adolescenti. Un patto antico, una promessa tra ragazzi che però aveva in sè un forza devastante. Nessuno di loro ha mai più dimenticato, trascinandosi dietro quell’assurdo fardello fino a quando ciò che sembrava sepolto per sempre si è risvegliato.
Come l’avverarsi di una terribile profezia.
Anche i corvi sono tornati in paese, proprio come nel 1926, e gli abitanti di Spinosa sanno bene che il loro arrivo può significare solo una cosa: disgrazia, morte, orrore.
Il fulcro della vicenda non è la ricerca del colpevole, bensì scoprire come sia stato commesso il crimine in questione.
Il romanzo si legge senza riuscire a smettere, mi ha tenuta inchiodata alle pagine e una volta richiuso mi ha lasciato quel sottile velo di angoscia che noi giallisti conosciamo bene.
Luigi Sorrenti si è dimostrato è un autore davvero in gamba, con un ottimo stile e che sa fare presa sui sentimenti umani.
Una felice scoperta, una lettura appagante e completa.
Anche per chi come me non è appassionata di gialli.
Mimma
ps questo libro partecipa al venerdì del libro
Sempre Mamma says
Ottima recensione. Invoglia a leggerlo.