Ho comprato questo libro attratta dal titolo e dalla copertina.
E poi perché come si suol dire “mi suonava” familiare.
Dopo averlo finito di leggere, con il sapore ancora un po’ amaro in bocca, sono andata a fare delle ricerche.
Lo so sarebbe più normale farle prima che dopo, ma io compro istintivamente e solo dopo, soprattutto se mi è piaciuto indago.
La più amata di Teresa Ciabatti mi suonava familiare, perché è stato uno dei best seller .
Finalista al premio strega, anzi era data per vincitrice, poi il premio è andato a “le otto montagne”di Cognetti.
La mia amata è un libro autobiografico, in cui l’autrice ha cercato di ricostruire i misteri legati all’esistenza di quel padre che oggi, a ventisette anni dalla sua morte, la Ciabatti descrive come un uomo “calcolatore, vendicativo e amante del potere”, “un ateo, un bugiardo, un fascista, un uomo senza scrupoli e un massone”.
Quando Teresa Ciabatti aveva quattro anni, suo papà Lorenzo era ogni cosa: il suo amore e il suo orgoglio, “un cagnolone buono” per via di quegli occhi marroni, quasi gialli, “che si piegavano in giù verso l’esterno” e le sue labbra flosce, “più pronunciato quello inferiore”, il marchio della famiglia Ciabatti.
Era lui, “il Professore”, uno dei più giovani primari d’Italia , il re indiscusso di quel regno immaginario che dopo gli anni a New York e la specializzazione, riuscì costruirsi in poco tempo ad Orbetello, un mondo di ricchezze, di privilegi e di gente che rispondeva sempre di sì o che faceva ogni cosa per lui e per i suoi cari: per la moglie Francesca Fabiani, e i due gemelli, Gianni e, appunto lei, Teresa. Poi qualcosa – o meglio, più di qualcosa – è andato storto e quel castello che la piccola si era costruita nella sua testa e di cui ne aveva la prova evidente ogni giorno, crollò improvvisamente e con esso crollarono tutte le certezze, gli affetti, la stima e il rispetto per quell’uomo e per quella famiglia che, a ben vedere, tanto perfetta non era.
E’ un libro molto forte.
Molto diretto. Privo di smancerie, di leggerezza.
Affronta dei temi importanti. Il rapporto con i genitori e quello dei grandi segreti. Grandi segreti non sono della sua famiglia ma di una Italia intera.
Un periodo storico a tutti noto.
Teresa Ciabatti oltre ad essere una brava scrittrice, blogger è una brava sceneggiatrice .
Ho scoperto che dal suo primo romanzo nel 2002, Adelmo, torna da me, è stato tratto il film L’estate del mio primo bacio, di Carlo Virzì (2005).
E si è occupata di altre diverse sceneggiature.
In questo libro io ho trovato tracce di questo suo talento.
Nel suo libro ci sono continui cambi di scena, ma sono ricostruiti così bene che non ti perdi, ti raffiguri ogni istante della sua vita.
Lo vedi.
L’autrice è stata molto criticata, insultata per questo libro. Ho scoperto che per un periodo ha anche chiuso il suo profilo.
Suo fratello, gemello, con cui non si parlava da due anni, dopo averlo letto ha ricominciato a parlarle.
Confesso che ho trovato l’autrice molto coraggiosa. Nel libro, il suo sguardo su di se stessa e sulla sua famiglia non è affatto indulgente.
Nel libro però c’è un percorso, l’accettazione di essere il prodotto della propria vita.
Ma Teresa Ciabatti ha anche scritto :
“Sì, ma questo non mi ha fatto diventare una persona migliore. In principio tentavo di incolpare di tutto i miei genitori, ma accanto a me c’è un fratello gemello che è diventato un essere umano completamente diverso da me, senz’altro migliore, pur essendo nato e cresciuto nello stesso ambiente, e avendo vissuto le stesse esperienze.”
Io l’ho apprezzato.
E voi l’avete letto???
Mima
ps . questo libro partecipa al venerdì del libro.
Priscilla says
Ciao, ne ho sentito parlare ma non mi è mai venuta voglia di leggerlo. Invece ora quai quasi ci faccio un pensierino…
Mammapiky says
No non l’ho letto e polemiche a parte, quel che è certo è che la copertina è fantastica! Potrei leggerlo solo per questo!!! ;-))))
Stefania says
Devo ammettere che la copertina è molto intrigante… Autrice coraggiosa, dici. Ne prendo nota. Mi piaccioni persone così e credo che sia un libro che valga la pena di essere letto.