Umami è il romanzo d’esordio di Laia Juffresa, classe 1983, una scrittrice messicana.
Umami è il quinto sapore che le nostre papille gustative percepiscono;
c’è il dolce, il salato, l’amaro, l’acido, questi sono i quattro che tutti conosciamo, e poi c’è l’umami, in Occidente è stato scoperto da poco, sarà un secolo,
è una parola giapponese, significa delizioso.
Tutto si svolge nel complesso di case a forma di lingua: Villa Campanario.
Il comprensorio è composto dalle seguenti Case:
Casa Amaro. Qui ci vive Marina. Una giovane pittrice che non mangia bene e dipinge poco. Ma che inventa colori: rosanto è il colore dei fiori dell’amaranto.
Casa Acido. Qui ci vivono Pina e suo papà, Beto. Sua mamma, Chela, se ne è andata.
Casa Salato. Qui ci vivono Linda e Victor. Sono musicisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale e gestori della scuola. I loro figli sono Ana a.k.a Agatha Christie, Theo e Olmo. E Luz, in qualche modo.
Casa Dolce. Qui c’è l’Accademia di Musica Perez Walker.
Infine, Casa Umami. Qui vive Alfonso Semitiel e “le bambine”. Sua moglie Noelia Vargas Vargas è morta.
Ognuno dei personaggi di Umami ha un passato e una storia da raccontare. Sono tutti legati tra loro da un’amicizia o dalla rivalità, dalla vita o dalla morte.
Impossibile non affezionarsi ad ognuno di loro.
Pagina dopo pagina si entra a far parte della vita di ognuno di queste persone. Nasce la voglia di conoscerli. Cresce la curiosità di scoprire cosa gli succederà. E quando si arriva alla fine rimane la voglia di sapere cosa accadrà dopo.
Umami è stata una piacevole scoperta.
Caratterizzato da una scrittura scorrevole. Mai banale.
Devo ringraziare ancora una volta Zelda was a writer per i suoi preziosi consigli.
Drusilla
Silvia Fanio says
Mi hai fatto venire voglia di prenderlo