Non so che rapporto avete con l’arte.
Se siete esperti, se a guidarvi è la conoscenza della tecnica, il cuore, la storia.
Io sono una che subisce i colpi di fulmine.
La chiamano la sindrome di Stendhal, credo.
Ebbene, verso l’arte ho questo approccio: nessuna conoscenza, solo cuore ed emozione.
Ed ho una passione per i quadri grandi, grandissimi.
Possibilmente colorati.
Quindi, con le opere di Ghadah Alkandari artista Kuwatiana nata a Dheli è stato amore al primo sguardo.
Ricordo la prima volta che ho visto una sua opera.
Ero con la mia principessa araba.
Eravamo, da poco, io e Drusilla qui.
Ed entrambe fummo attratte da un quadro che Chadah aveva regalato a Laila.
Chiesi sue informazioni, e scoprimmo che aveva un blog prettygreenbullet.
Da allora l’ho sempre seguita. Apprezzata.
Poi finalmente è arrivata la sua “Until Love”.
Presso la Contemporary Art Platform è in corso una sua mostra, chiamata Until Love.
A farla da padroni, oltre i suoi meravigliosi quadri, ci sono i suoi mille origami.
Tutto è partito da loro.
Lei si era appena separata. Soffriva molto.
Ha raccontato che ha pensato ad Amarantha, una delle protagoniste di cent’anni di solitudine, che nell’attesa della morte ricamava il suo sudario.
Lei ha pensato cosa poteva fare nell’attesa di un nuovo amore.
Ed è così che ha creato i suoi origami. Diventati un progetto su instagram e poi presenti in quasi tutti i quadri di questa mostra.
Sia nei colori sia nelle rappresentazione stessa.
Ovviamente le mie foto non rendono.
Tra l’altro vi confesso che io ero pure un po’ emozionata.
Sono davvero una sua fan e ho sempre pensato che come ricordo del Kuwait vorrei una sua opera.
Desiderio che si è rafforzato dopo averla conosciuta.
Lei è stata così gentile che si è prestata a per una mostra guidata ai bambini.
Ha spiegato con infinita dolcezza e pazienza il suo lavoro, la sua giornata.
Ha chiesto loro le loro impressioni.
I bimbi erano tutti molto coinvolti, entusiasti. Gli ha fatto prendere anche gli origami, spostarli.
Ed ha promesso che se tornano il 22 a mostra chiusa ognuno potrà prenderne uno
Per Giada è stata una bellissima esperienza.
Ovviamente quello che più l’ha colpita è stata la stanza dove occorreva entrare con una pila, perchè era al buio, c’erano 80 ritratti di donne, quasi tutte sue amiche e venivano diffuse le loro voci, che raccontavano la loro storia.
E’ una mostra dedicate alle donne.
Ai nostri sogni.
Ai nostri amori.
Al nostro dolore.
Alla forza.
Alla rinascita.
E’ stato davvero bello partecipare a questa mostra, io ci sono stata ben due volte.
E sono felice di aver potuto coinvolgere mia figlia in una cosa un po’ diversa.
Anche mio marito ha partecipato.
Arte e Amore .
Un bel connubio.
Mimma
speranzah says
Ho fatto un giro anche in Instagram. È un’artista incredibile. Mi mi piace moltissimo. Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
Mamma avvocato says
Io, come forse si capisce dai miei post su mostre e musei, amo cercare di conoscere l’arte in tutte le sue espressioni. A parte ciò che avevo studiato al liceo (classico), non ho particolari conoscenze e scelgo a pelle o per semplice curiosità cosa andare e vedere o visitare.poi mi informo e approfondisco ciò che mi piace. In fondo, per me l’arte è soprattutto bellezza ed espressione, per loro definizione soggettivi. Non è un approccio molto corretto, lo so, però è il mio! Le foto della mostra ispirano molto, perché dalle tue parole si coglie il senso del messaggio dell’artista ed il lavoro e la passione che ci sono dietro. Deve essere davvero una bellissima mostra! E poi poter coinvolgere i bambini facendoli parlare direttamente con l’artista….ci credo che siano rimasti colpiti, deve essere stato emozionante! P.s. I quadri enormi sono davvero suggestivi e ne basta uno per dare personalità ad una casa intera!