La frase che più ho odiato durante gli anni della scuola dell’obbligo è stata: “Può fare di più!“.
Me la sono sentita dire dalle maestre alle elementari, ma soprattutto dai professori delle scuole medie.
Ogni volta che i miei genitori andavano a colloquio tornavano malcontenti perchè le maestre/professoresse hanno detto che sei una bambina/ragazza che vale e che può fare molto di più di quello che stai facendo ora, devi impegnarti di più e sfruttare tutte le tue capacità.
Per fortuna alle superiori, e poi all’università, sono riusciuta ad uscire dal tunnel del “Può fare di più”, ho sudato e mi sono impegnata moltissimo per ottenere buoni, talvolta ottimi, risultati.
Un paio di settimanne fa ci sono stati i colloqui dei miei figli.
Domenica pomeriggio ho incontrato la teacher di Tommaso, mentre giovedì mattina quella di Riccardo.
L’unica frase che speravo di non sentire era proprio la fatidica quanto antipatica
“Può fare di più”
In parte me lo aspettavo, ma ci ho sperato fino in fondo!
Tommaso è uno smart boy, ma……
Deve impegnarsi di più perchè ha delle potenzialità elevate.
Deve scrivere meglio, la sua calligrafia è pessima e bisogna lavorare sodo.
Può fare di più ed ottenere risultati decisamente migliori.
Deve concentrarsi di più, si distrae facilmente.
E’ un bambino dalle mille idee, ha una chiacchiera pazzesca e aiuta sempre tutti i suoi compagni, ma deve imparare a sedersi e mettere per iscritto le sue idee, creare storie e imparare a riempire pagine di quaderno con i suoi pensieri.
Deve lavorare tanto e bene perchè year 3 sarà un anno difficile e pieno di sfide.
Riccardo da quando ci siamo viste l’ultima volta è diventato un altro bambino.
Il suo comportamento in classe è migliorato, rispetta sempre i suoi compagni e si impegna molto, ma…
Anche lui “può fare di più”.
Deve stare più concentrato quando scrive evitando di commettere il tipico errore di scrivere le lettere al contrario.
In matematica è molto bravo, parla molto bene inglese, ma quando gli si chiede di comporre delle frasi ha un po’ di difficoltà.
Deve fare molta pratica di scrittura, cercare di comporre frasi e pensieri.
Insomma, il mio incubo del “Può fare di più” mi perseguita anche con i miei figli.
Confesso che io e il daddy siamo stati due bambini e poi ragazzi che potevano fare molto di più, ma che con il tempo sono riusciti ad esprimere veramente se stessi e ad ottenere buoni risultati.
Vorrei che le mie non più piccole belve bionde imparassero a sfruttare al massimo le loro capacità, vorrei che non fossero pigri e che si dedicassero di più alla lettura e scrittura. Vorrei non dover fare il carabiniere e ritrovarmi ad urlare spesso loro: “avanti, ci sono i compiti da fare” o “devi leggere/scrivere”.
Ma forse sono ancora piccoli, non lo so….
Io ce la sto mettendo tutta, sto cercando di stimolarli in ogni modo. Ho comprato un nuovo libro per Tommaso con esercizi molto stimolanti e diversi dai soliti che fa a scuola. Ad entrambe ho comprato un quaderno che dovranno usare come diario e ogni giorno, prima di cena, scriviamo un pensiero sulla giornata e disegnamo qualcosa.
Insomma, stiamo lavorando tutti insieme per ottenere di più!
Anche i vostri figli fanno parte del club “può fare di più”?
Drusilla
iori stefania says
Credo che la maggior parte dei genitori quella frase ……purtroppo dagli insegnanti la sentirà!!! Perchè le insegnanti devono, come pure noi genitori, spronare i nostri ragazzi a dare di più!!!Ma secondo me non è un male bisogna solo pazientare e insistere poi ci saranno i risultati come è accaduto a voi NON mollate cari genitori!!!
Sempre Mamma says
Rispetto all’ anno scorso Miciomao è migliorato, è più concentrato, è più veloce nello scrivere e nel fare, chiacchera meno. È anche questione di maturità accompagnato ai nostri interventi per spronarli. La maestra ha detto che deve curare di più la scrittura, ma se scrive meglio va più lento e resta indietro, quindi o uno o l’altro.
Mamma in Oriente says
Alla grande Drusilla!! CA potrebbe fare molto di più. E considera che quello che fa lo fa dopo una testa tanta che gli faccio io…