Oggi vorrei raccontarvi alcuni fatti che mi hanno piuttosto scossa.
Tra le varie conoscenze nel compound, ci sono due o tre bambini di età diverse completamente dipendenti da Ipad o cellulare. E’ da tempo ormai che li osservo, ma in questi giorni ne ho avuo la conferma definitiva.
Fino a poco tempo fa non sapevo dare un vero significato alle parole “dipendenza da Ipad” e forse non lo so ancora, però queste tre situazioni mi hanno davvero scioccata.
Con questo post non voglio criticare nessuno, ma semplicemente raccontarvi come sono i fatti e condividere con voi questo disagio. Si, perché per me vedere bambini completamente dipendenti da un Ipad mi mette a disagio.
Scene da dipendenza da Ipad
SCENA 1
Ore 7.10 del mattino, i bambini stanno salendo sul bus che li porterà a scuola. Vedo arrivare un’amichetta spagnola dei miei figli assieme alla madre e alla sorellina di due anni e poco più, seduta nel passeggino. La piccola tiene stretto tra le sue manine il cellulare della madre, sta guardando un video o un cartone, non so con precisione perché non ho controllato. La piccola non alza lo sguardo dal cellulare, non saluta, non interagisce con nessun bambino e nessuna mamma. Questa scena si ripete ogni mattina e ogni pomeriggio alla fermata del bus, mentre i bambini grandi partono o tornano da scuola.
Dipendenza da cellulare?
SCENA 2
Venerdì mattina, ore 10.30.
In piscina stanno gonfiando un grande scivolo per i bambini.
Noi siamo in piscina già da una mezzora, i miei figli stanno giocando con i ciambelloni assieme ad altri bambini più piccoli. Arriva l’amichetto inglese di Tommaso. Lui gli va incontro felice e sorridente, lo invita ad andare a fare il bagno. L’amichetto si rifiuta e si giustifica con un “devo andare a giocare a Minecraft con l’Ipad”. Tommaso ci rimane un po’ male, si siede al suo fianco per un attimo, ma poi corre via e si tuffa in piscina.
Quando lo scivolo è pronto Tommaso torna dall’amichetto cercando di convincerlo ad andare a giocare in piscina perché c’è il water slide, ma lui nulla, appena alza gli occhi dal gioco e gli risponde con un cenno del capo.
Tommaso alza le spalle, lo saluta e si lancia verso lo scivolo.
Dipendenza da IPad?
SCENA 3
Sabato mattina siamo stati invitati ad una festa di compleanno di un’amichetto di Tommaso che vive nel compound. Abbiamo chiesto ai genitori se ci potevano dare un passaggio visto che il nostro daddy il sabato lavora.
Alle 9.30 passano a prenderci davanti a casa.
I miei figli sono entusiasti, non smettono di saltellare e chiacchierare.
Mentre saliamo in auto Tommaso inizia a parlare e fare domande con l’amichetto che però è già impegnato con il suo Ipad. Tommaso non riesce a stare zitto per troppo tempo, inoltre è felicissimo per questa festa di compleanno tanto attesa. Si avvicina all’amico e comincia a fare altre domande: “come ti senti? Sei emozionato? Ma quanti amici ci saranno? Ma sono tutti in classe con te? Ma quanto lontano è il mall? Io la conosco questa strada la facciamo sempre quando andiamo al Carrefour, tu la conosci?”. Niente. L’amichetto non alza gli occhi dal suo gioco, sembra non abbia nemmeno sentito una di queste domande. Così Tommaso si gira verso di me, mi sorride, alza le spalle e ci mettiamo a chiaccherare io e lui in italiano.
Io non sono esperta in materia, ma questa come la chiamate se non dipendenza da Ipad?
L’altra cosa che mi ha piuttosto sconvolto è l’atteggiamento passivo, disinteressato, indifferente dei genitori. In ognuna di queste tre scene i genitori (mamma nel primo caso e mamma e papà negli altri due) non si sono preoccupati di intervenire e cercare di distogliere il figlio dall’Ipad.
Secondo voi cos’è la dipendenza da Ipad?
Vi è capitato di trovarvi davanti bambini dipendenti da Ipad?
Drusilla
Ilaria says
Quest’estate al mare eravamo in pizzeria io, mio papà e il mio fidanzato. Alla nostra sinistra c’era un tavolo con due famiglie e quattro bambini, il più grande avrà avuto 6-7 anni, il più piccolo 3. Questi bambini stavano giocando con un loro tablet tutti e quattro insieme e vedevo che c’era entusiasmo e condivisione (mi ricordo anche io quando ero piccola le giocate in comune con il caro, vecchio Game Boy). A un certo punto, uno dei più piccoli si stufa di giocare con loro, inizia a lagnare e il papà tira fuori il cellulare per darlo al bambino, il quale inizia a giocarci e si isola dal gruppo. Stessa scena accade pochi minuti dopo con l’altra bambina allo stesso tavolo: lagna, tablet e isolamento.
Poco dopo, arriva al tavolo alla nostra destra una famiglia con una bambina che avrà avuto massimo 8 anni, la quale ha subito tirato fuori il suo lettore DVD portatile e si è messa a guardare i cartoni, isolandosi completamente dai suoi genitori. Questa scena mi ha messo una tristezza pazzesca, soprattutto perché dopo un po’ ho visto la mamma che mangiava e il papà che era attaccato al telefono. Premetto che non sono ancora mamma e molte dinamiche ancora non le posso capire, però secondo me, stare a tavola è un momento di interazione con tutti i membri, genitori o amici che siano.
Ormai vedo tanti bambini che non sembrano più capaci di giocare o divertirsi se non hanno un oggetto elettronico in mano. Dove è finita la fantasia? E soprattutto, è indispensabile usare per forza la tecnologia per intrattenere un bambino?
drusilla says
Brava! Stare a tavola in famiglia, uscire a cena insieme con amici, significa voler interagire con loro quindi che necessita’ c’e’ di usare un cellulare o un ipad?
I miei figli hanno un ipad a testa, eravamo stati costretti a comprarlo un paio di anni fa per la scuola, ma quando si esce a cena o si viaggia l’ipad rimane a casa, perche’ lo scopo di una cena o di un viaggio e’ la condivisione, lo stare insieme.
V. says
Oh no!!! Non ci crederete ma in questo weekend mi stavo proprio chiedendo se comprare per Natale a Grande (prima elementare appena iniziata) un piccolo tablet-giocattolo (tipo Clementoni, Lisciani, etc., per capirci) consapevole del fatto che dovrei però prenderne altri due (modelli per bimbi 3-6 anni) per Medio e Piccola se no sono litigate a non finire…che dire, ritorno sui miei passi dopo aver letto quanto sopra…sigh!
Noi non abbiamo tablet a casa (solo due smartphone aziendali con la posta dell’ufficio sempre aperta in automatico, perciò, non esiste proprio che finiscano in mano ai pupi, e due PC che usiamo in montagna per collegarli alla TV e far vedere dei cartoni, perché lassù non prendono i vari Rai YoYo, Cartonito, etc..) perciò loro hanno visto ogni tanto qualcosa dai loro amichetti (sanno benissimo cos’è un tablet, intendiamoci, non voglio certo passare per quella “oh nooo mio figlio non ha mai visto questi cosi-oh-per-carità…).
Pensavo potessero essere un’idea per fare qualche gioco educativo, ma forse non è il caso…questo Minecraft cos’è? Un gioco che si scarica o qualcosa che c’è di pre-impostato sui tablet x bambini? E questi bimbi visti da Drusilla…avevano tablet/cellulari “per bambini” o un modello “normale” da adulti?
Forse questa differenza influenza l’approccio?
Grazie per chi vorrà condividere le sue scelte con i proprio figli.
drusilla says
La bambina della scena uno essendo piccola (2 anni) utilizza il cellulare della madre, mentre gli altri due bambini di cui ho raccontato hanno un proprio ipad, un modello da grandi. Anche i miei figli hanno il proprio ipad perche’ due anni fa alla scuola internazionale in Italia mi chiesero di comprarglielo, pero’ non hanno libero accesso a questo arnese come e quando vogliono. Siamo noi genitori a decidere quando devono usarlo e determinare le tempistiche. Noi ad esempio abbiamo deciso che possono utilizzare l’ipad un paio di giorni a settimana per non piu’ di un’ora durante tutta la giornata.
Minecraft credo sia un gioco perche’ i miei figli spesso me ne parlano ma io non l’ho ancora scaricato.
L’ipad puo’ essere uno strumento educativo se utilizzato nel modo corretto.
Annamaria says
Poco tempo fa (prima delle vacanze) ho affrontato anch’io questo argomento su Wondernonna. Ho capito una cosa: o i genitori intervengono o ci hai mostrato anche tu cosa diventano i bambini. Sì, anche Leonardo, quando ha il permesso di giocare (non più di mezz’ora al giorno) praticamente non si riesce a distrarlo con niente e questo non piace proprio a nessuno.
Ti dirò che ogni qualvolta mia figlia deve punirlo usa proprio l’Ipad come punizione. “Hai risposto male? Bene, un mese senza Ipad”. Certo, protesta, ma a) non ha scampo, quindi ubbidisce b) si trova allegramente un altro passatempo.
No, non va bene Drusilla… bisogna porre dei limiti, ASSOLUTAMENTE.
drusilla says
Mi ricordo del tuo post e concordo con te: i genitori devono assolutamente intervenire!
Silvia Fanio says
Io ho un ipad.
Lo uso con i miei bambini solo se concedo loro di guardare un cartone, perché con YouTube è più facile dare dei limiti. Ne scegliamo uno e finito quello si spegne.
Non ho mai lasciato liberi i miei bambini di usare tablet e cellulari.
Ne hanno di tempo per usarli, da grandi.
Credo che la dipendenza esista, come credo che come tutte le cose, usati con moderazione non facciano male.
Sono strumenti, non baby sitter…
drusilla says
Brava! Sono strumenti non baby sitter!!!
mammaalcubo says
Stesse dinamiche con i vicini di casa, che hanno il proprio smartphone personale oltre ad ogni tipo di device elettronico per giocare. Hanno 10 anni.
Anche i miei figli, come tutti i nativi digitali, amano la tecnologia ma stiamo cercando di educarli ad un utilizzo consapevole. Giocano con il tablet e a Minecraft da pc (è un mondo fatto di cubi, un gioco infinito dove costruisci quello che ti pare) una mezz’oretta al giorno, poi si spegne e si fa altro. No al ristorante, no alla fermata del pullman, no in macchina per i brevi tragitti e soprattutto se ci sono altri bambini con cui chiacchierare. Tecnologia sì, ma attenzione a non farle rubare la vita negli anni più belli.
drusilla says
Bellissima la tua frase finale: “attenzione a non farle rubare la vita negli anni piu’ belli”!
Giupy says
Quello che scrivi e’ sicuramente preoccupante. Secondo me pero’ la parte inquietante non e’ l’iphone o l’ipad, ma il fatto della dipendenza, ovevro il non capire quando e’ il caso di smettere di giocare. Temo che ogni generazione abbia questo tipo di problema: cresciuta negli anni 90 ricordo bene i bambini “parcheggiati” davanti alla televisione che non riuscivano a staccarsene. E penso anche che i bambini siano lo specchio della societa’: quanti adulti passano le giornate incollati alla televisione, a facebook, all’ipad invece di parlare con i loro figli? Credo che le persone che alla prima parola del pargono corrono a condividerlo su Twitter invece di godersi il momento non dovrebbero stupirsi troppo se il suddetto pargolo poi diventa dipendente dalla tecnologia (anzi, dovrebbero ritenersi fortunate che non sviluppi turbe piu’ gravi…)
drusilla says
“…ogni ricordo è più importante condividerlo, che viverlo. Vorrei ma non posto.” lo dice anche J-Ax
Mamma avvocato says
Io di bimbi così non ne ho ancora visti, forse perché fortunatamente i bimbi che frequentiamo sono tutti come mio figlio: grilli sempre in movimento che non rinuncerebbero mai a stare fuori o giocare con le macchinine piuttosto che un tablet!
E’ comunque un fenomeno preoccupante che, però, in fondo non stupisce: ai nostri tempi era così con la TV ed il game boy! E poi i genitori sono i primi a farlo.
In effetti, mio figlio quando guarda i cartoni va in catalessi, per questo glieli lascio vedere solo di sera e non più di mezz’ora e non tutti i giorni…il periodo in cui ne ha visto di più, poi faceva un sacco di capricci per guardarne (noi usiamo YouTube) ancora.
drusilla says
Io purtroppo qui nel compound ne conosco almeno tre.
Il fenomeno ricorda quello della tv o del game boy come dici tu e i responsabili siamo sempre noi genitori.
mammamedico says
l’argomento è di quelli che scottano. Premesso che mio figlio ha 10 anni, per cui abbastanza grandino e pronto (con parsimonia) per i congegni elettronici, trovo assurdo l’uso di tali aggeggi quando sono in compagnia. in genere uno gioca e l’altro/gli altri guardano. in queste occasioni è vietato. vietato ovviamente anche al parco, alle feste, ai raduni vari. la vita non scorre su un monitor. sono più tollerante al ristorante. quando siamo solo noi 4 spesso si rompono. anche se quest’estate ho comprato le carte e tra una portata e l’altra giocavano/mo a scala 40. in merito a bambini piccoli non concepisco l’abbinata passeggino/ciucco/tablet. non per dire “ma come facevamo?” ma perchè a quell’età ci sono centinaia e centinaia di altre cose. io per esempio portavo sempre fogli e pennarelli se sapevo di trovarmi in situazioni “di attesa”
Graziella says
Quando ero piccola io, mille anni fa, giocavo molto all’aperto essendo cresciuta sulle colline, ma appena potevo mi “isolavo” dagli altri con un libro, quanto mi appassionavano i libri! li ho sempre divorati a partire dai 5 anni, quanto sono stata criticata! perchè leggendo non “capivo più niente” perchè non “sentivo più niente” perchè avevo la testa immersa in quel mondo, perchè perchè perchè … Già ma leggere è una cosa nobile, i viedogiochi no, leggere arrichisce, i videogiochi no, leggere ti rende migliore, i videogiochi no… eppure quando ero piccola e anche crescendo, avendo io una “dipendenza” da libro, sono sempre stata presa in giro, ma proprio sempre…come si spiega? I ragazzini di oggi nascono già “digitali” è difficile per noi capire. Mio nipote aveva un tablet, mia figlia dovendo affrontare un viaggio in aereo di 3 ore, lo aveva comprato per distrarlo e non portare con se troppi giochi, ottima scelta; in seguito Davide ci giocava di tanto in tanto imparando in autonomia l’alfabeto e i numeri, questo l’anno scorso, Davide ora ha 3 anni. Se tu lo avessi visto impegnato ad abbinare le letterine con gli oggetti, guardandolo da lontano, avresti visto un bimbo con dipendenza da tablet, fa niente se poi il resto del tempo salta urlando, gioca coi lego e fa tante altre attività…Questo per dire che si, forse, il troppo stroppia, ma talvolta l’apparenza inganna.